Capitolo 12: Lui Chi?
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Mano per mano Ive e Cedric raggiunsero la porta dei "Tre Manici di Scopa". Lui aprì la porta e la tenne ferma per far passare anche lei. Poi si sedettero, lei posò una mano sul tavolo osservando lui che si toglieva la giacca a causa del caldo che dominava l'aria dal pub.
Erano impegnati a lanciarsi sguardi fugaci e sorrisi imbarazzati, quando Madame Rosmerta si avvicinò per prendere le ordinazioni.
«Una burrobirra con lo zenzero!»
esclamò Cedric
«Per me invece una semplice»
disse Ive.
«Ve le porto subito»
...
Stavano sorseggiando le ultime gocce delle loro bevande, Cedric guardava Ive e Ive guardava Cedric.
La Serpeverde era così estasiata che non riusciva a parlare. Le sembrava un sogno e aveva paura. Paura che anche una sola parola avesse potuto frantumare tutto. Paura che tutta quella giornata fosse solo nella sua testa. Paura che da un momento all'altro quel sogno sarebbe finito. Paura che le urla da gallina di Megan la risvegliassero come tutte le mattine.
Cedric vedendola persa posò una mano sulla sua, stringendola forte
«Tutto bene Ive?»
chiese. Quant'era dolce. Anche di questo aveva paura, che Cedric non si preoccupasse più per lei in quel modo. Aveva paura che lui si rendesse conto di quanto lei fosse diversa da quello che ra quando erano insieme. Aveva paura di deluderlo. Aveva paura che lui potesse detestare la vera Ive e che si allontanasse per questo.
Ma nel frattempo, lui era ancora lì, a stringerle la mano e a chiederle se andava tutto bene.
«Si non preoccuparti, ero solo immersa ne miei pensieri»
Sorrise. Poi sfilò la mano da quella del ragazzo per farla vagare in tasca alla ricerca di qualche Galeone.
Quando finalmente tirò fuori le scintillanti monete dorate, Cedric la guardò contrariato.
«Cos'hai intenzione di fare?»
chiese alzando un sopracciglio
«Pagare....»
«E perché?»
«Perché ho perso la scommessa... sei arrivato tu prima alla Stamberga, barando, ma hai vinto...»
Cedric scoppiò in una fragorosa risata
«E ti pare che io faccia pagare la mia ragazza il giorno del nostro primo bacio!?»
esclamò. Ive sentendo quelle parole, perse un battito. I suoi occhi si spalancarono mentre i suoi zigomi si tingevano di rosso.
«Cosa?»
balbettò.
«Eh?»
«Ehm... Hai detto...?»
«Ragazza? Si....perché non lo sei?» adesso anche lui sembrava un po' imbarazzato «Ceh... insomma.... se tu non.... ehm... se tu non lo vuoi... ceh.... io volevo.... non sei obbligata.... però pensavo....»
Ive rimase qualche secondo a fissarlo, era carino anche da imbarazzato forse addirittura più del solito, ma decise di interromperlo. Si avvicinò lentamente a lui e posò le sue labbra sulle sue.
Poi invece si avvicinò al suo orecchio e sussurrò
«Certo che voglio idiota....»
...
Arrivati ad Hogwarts, si diressero verso l'ingresso della Sala Grande. Mentre si facevano strada in mezzo alla folla, Ive sentì una conversazione tra Potter e i suoi amici su un certo calice con una pozione che Piton aveva portato a Lupin.
«Lupin l'ha bevuta?» esclamò Weasley «Ma è pazzo?»
A quelle parole un'idea balenò nella mente di Ive
Non è pazzo, solo che non può fare a meno di quella pozione, a meno che non vuole rischiare di assassinare qualcuno
pensò
«Devo riferire a Benjamin»
non si era nemmeno accorta di aver detto quelle parole ad alta voce, infatti rimase stupita quando Cedric le chiese
«Che hai detto?»
«No niente, pensavo ad alta voce»
sviò subito lei, mentre attraversavano l'ingresso della stanza.
Era stata decorata con centinaia e centinaia di zucche piene di candele accese, un nugolo di pipistrelli veri svolazzanti e tantissime stelle filanti di un color arancione fiammeggiante, che guizzavano pigramente lungo il soffitto coperto di nuvole come luminosi serpenti d'acqua.
Qui purtroppo i due si dovettero separare, per andare ognuno al proprio tavolo.
Il banchetto era delizioso, come sempre, e Ive, nonostante si fosse riempita di caramelle a Mielandia, si servì una seconda porzione di tutto.
Ive portò lo sguardo sul tavolo dei professori: Lupin sembrava molto più in forma del solito e chiacchierava animantamente con il professor Vitious, sempre con gli ochhi di Piton puntati contro.
Ive si avvicinò a Benjamin, che era alla sua destra
«Ho trovato un altro fattore incriminante sulla faccenda di Lupin»
il ragazzo, che stava, masticando un grosso pezzo di pollo, le fece cenno di parlare.
«Ho sentito Potter raccontare ai suoi amici che mentre era nel suo studio è arrivato Piton con una pozione e a quanto pare Lupin l'ha bevuta! Solo un pazzo lo avrebbe fatto, tutti sappiamo che Piton farebbe qualsiasi cosa per la cattedra di difesa contro le arti oscure! Un pazzo o...»
Benjamin terminò la frase per lei
«....o un Lupo Mannaro che ha bisogno assolutamente della pozione anti-lupo per moderare le sue trasformazioni!»
«Esatto!»
«Si ok, potrebbe essere ma non hai prove concrete!»
«Beh, almeno abbiamo qualcosa! Poi lavoreremo per trovare il resto!»
«Non vorrei fare il guasta feste Ive, ma... quest'anno abbiamo i G.U.F.O. e... dovremmo studiare»
Ive rimase un po' delusa dalla risposta dell'amico, sia lui che Edward erano sempre stati pronti ad aiutarla nei suoi piani. Ultimamente invece li sentiva un po' distanti. O forse era lei ad essere distante.... Passava parecchio tempo con Cedric, però anche Edward ne passava parecchio con Summer... Benji invece passava la maggior parte del tempo a studiare per i G.U.F.O.
«Ok, fa niente»
disse alla fine, anche se pensava tutto l'opposto.
...
Dopo il banchetto tutti gli studenti raggiunsero le proprie Sale Comuni. Ive si lanciò sul suo letto con la sola voglia di passare la nottata a pensare a Cedric e alla giornata che avevano appena trascorso insieme. Poi la porta si aprì rivelando la figura di Dorothea, il prefetto di Serpeverde.
«Dobbiamo scendere tutti in Sala Grande»
annunciò
«Perché?»
chiese Ive
«Non lo so e in ogni caso non sarei tenuta a dirtelo»
ribatté lei con un tono quasi più freddo del vento in Alaska
Le quattro ragazze scesero di sotto, per poi ricongiungersi con i componenti del dormitorio maschile.
«Ben, tu sai che succede?»
chiese Ive all'amico, che stava aiutando Dorothea a condurre gli studenti in Sala Grande.
«No, Piton è venuto qui e ha detto di fare quello che ci diceva senza fare domande»
rispose lui.
Arrivati in sala grande, Ive si guardò intorno in cerca di Cedric, magari la professoressa Sprite aveva detto qualcosa di più ai prefetti di Tassorosso.
Mentre cercava il ragazzo tra la folla, riuscì a scorgere tre ragazzine del secondo anno
«Ma sei sicura di aver sentito bene?»
chiese la più bassina, che era un Corvonero dai capelli e gli occhi scuri.
«Siiiii!»
rispose quella che Ive riconobbe come Ginny Weasley
«Beh sicura che stessero parlando proprio di Lui?»
chiese ancora l'altra
«Si! Te l'ho detto, ha aggredito la Signora Grassa con un coltello perché non voleva farla entrare nella Sala Comune!»
«Beh, è plausibile ed è anche una storia molto affascinante, non trovate» disse la terza ragazza, anch'essa Corvonero, che con dei lunghi capelli biondi mossi. «Quando saremo mamme lo racconteremo ai nostri figli e loro esulteranno per la nostra forza nell'affrontare la situazione! E poi quando saremo sulla soglia dei duecento anni e avremo lunghi capelli bianchi come quelli di Silente e staremo su delle sedie a dondolo cigolanti lo racconteremo ai nostri nipoti e bisniposti che non ci crederanno mai che delle vecchiette graciline e fragili abbiano potuto affrontare simili imprese!»
«Ma che diavolo stai blaterando Luna?» ribatté la mora guradandola male «Se quello che Ginevra ha detto è vero siamo tutti impericolo, se Lui è riuscito a dentrare siamo tutti spacciati!»
Ive a quel punto non resistette e si avvicinò alle tre ragazze
«Lui chi?»
chiese
«Come?»
«Intendevo chi è che ha aggredito il quadro della Sala Comune di Grifondoro»
«E c'è da chiederlo? Sirius Black ovviamente!»
Ive non ci poteva credere. Cosa aveva fatto quel cane rognoso?
Ecco perché quando dico che i Grifondoro sono incredibilmente stupidi ho ragione!
si ritrovò a pensare mentre si dirigeva verso l'uscita della Sala Grande per raggiungere Sirius.
Purtroppo però andò a sbattere contro qualcuno....
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Hola Malandrini! Questo capitolo non è il massimo ma è solo di passaggio, il prossimo sarà... intenso diciamo....
detto questo, bye
_silvia
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