Hi! My name's Noemi!
La mattina del giorno dopo mi sveglio e trovo mia madre, in cucina, che parla maldestramente italiano al telefono. La guardo turbato. Ho come la sensazione che ne ha combinata un'altra delle sue. Spero solo non possa essere peggio di quando aveva provato ad organizzarmi un appuntamento combinato con la figlia della vicina di casa. Rabbrividisco al pensiero. Alla fine la vedo sorridere e, non appena si volta, accorgendosi di me, appende la chiamata, esclamando allegra:
« Buongiorno tesoro! Pomeriggio non prendere assolutamente impegni!» sto per ribattere che non posso essere occupato se non conosco nessuno, ma desisto dal farlo. Mi limito ad annuire e inizio a bere il mio caffè macchiato.
Mi avvio a scuola e per strada incontro Lucas, il mio vicino di banco. Iniziamo a parlare... anzi ci proviamo. Lui è una schiappa in inglese, io in italiano. Però riesco a chiedergli qualcosa su di lui, tanto per conoscerlo un po'. Potrebbe diventare il mio primo amico italiano e il pensiero mi dà una scarica di adrenalina che percorre tutto il mio corpo. Oggi avevo due ore di scienze, una di storia e tre di arte. Mi sono iscritto all'artistico perché ho sempre sognato di poter far emozionare le persone attraverso i miei disegni. Riuscire a donare anche un piccolo sorriso per me è importante. Significa che ho raggiunto il mio obbiettivo e questo mi fa stare bene. Amo lo stile post-impressionista di Van Gogh. Ha qualcosa di unico e ineguagliabile. Quel qualcosa che ti cattura, anche un particolare, magari agli occhi molti insignificante, che ti fa interpretare il quadro a modo tuo. So bene che tutti i suoi quadri hanno quel dettaglio triste, "depressivo", che non sempre viene apprezzato, eppure non posso fare a meno di ammirarlo. Per esempio, il dipinto " I Girasoli" ad un primo impatto sembra un quadro di natura morta. Ma se lo si guarda con più attenzione, il giallo vivace di quei fiori contrasta nettamente con il loro stadio di vita: sono appassiti.
Apro la porta di casa e annuncio il mio ritorno. Mi levo il capotto e lo metto su un appendiabiti lì accanto. Noto un giubbino viola che non conosco. Magari mamma non l'ha mai messo prima, penso, quasi a scacciare un pensiero lugubre che mi si è formato. Sento una frase di mia madre che mi fa gelare il sangue nelle vene:
« Oh, eccolo! È tornato! Aspettami qui, lo vado ad avvisare!»
Chi è che devo incontrare? Io non voglio vedere nessuno! L'ansia mi assale. Lo sapevo, non mi dovevo fidare di lei! Sono stanco. Voglio dormire e svegliarmi tra una settimana. Cerco di svignarmela, salendo velocemente, ma tentando di fare il meno rumore possibile, le scale. Sono a metà salita quando colei che mi partorì sedici anni prima mi afferra per un braccio.
« No, no, no! Ash, vieni, ti devo presentare una persona!» mugugno una negazione in risposta, però mi lascio trascinare in cucina.
Quando entro scorgo una ragazza appoggiata ad tavolo che guarda fuori dalla finestra. Non è altissima, la supero di qualche centimetro. Ha dei capelli castani molto mossi raccolti con un mollettone viola. Indossa una felpa nera, un paio di jeans e porta a tracolla una borsa blu. Mi sente arrivare e si volta sorridendomi. Gira intorno al tavolo, fino a mettersi di fronte a me:
« Ciao! Io sono Noemi, la tua tutrice di italiano!» capisco solo il nome, ma intuisco il resto della frase.
Le stringo la mano di rimando e provo a presentarmi:
« Ciao, sono Ashton.» il mio accento deve essere pessimo, ma lei continua a sorridermi amichevolmente. Le mostro anch'io le mie fossette.
Non sapevo cosa mi avrebbe aspettato per le prossime settimane.
Sera!
Per chi non conoscesse il quadro, eccone una foto!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro