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Capitolo 39

I'm trying but I keep falling down
I cry out but nothing comes now
I'm giving my all
And I know peace will come
I never wanted to need someone

SIA


Sono scandalizzata, sinceramente. Cosa gli passa per la testa per portare proprio lui? Jason è il suo migliore amico e lo capisco ma lui stava proprio con mia sorella. Si sono lasciati, certo, ma non per questo doveva portarlo.

"Ciao." Sventola una mano Bella, guardando subito il diretto interessato. "Piacere, io sono Bella." Si presenta.

Non so cosa mi spaventa di più: il fatto di aver portato lui oppure il tono troppo entusiasta di Bella. Probabilmente entrambe le cose.

Scuoto la testa verso Dylan che mi guarda con uno sguardo interrogativo. Certo, i maschi non sanno mai il perché di certe cose?

"Ciao Jason." Lo saluto per non risultare troppo irrispettosa.

"Dylan, possiamo parlare un secondo?" Gli chiedo, e lo trascino già da un braccio.

"Così mi saluti?" Chiedo con un mezzo sorriso.

"Cosa ti salta in mente, tra tutte le persone perché hai scelto di portare Jason?"

"Ehmm... Perché non dovevo?" Chiede stranito.

"Ovvio che no, idiota. Lui stava con mia sorella." Gli ricordo.

"Appunto, stava. Perché ne stai facendo un dramma?"

"Non lo dovevi fare e basta."

"Se mi dici un motivo plausibile, posso anche provare a capirti, ma per ora ti stai facendo problemi senza un senso."

Cos'è che realmente mi spaventa? Non lo so.

Il fatto di dovermi ricordare Ashley di cui ancora non sa niente, probabilmente è uno dei motivi. Mi sento male solo se mi attraversa il pensiero ed è già tutto incasinato. Bella tra l'altro sembra fin troppo entusiasmata dal ragazzo in questione e non voglio poi dover essere responsabile di qualsiasi cosa succeda.

Lo so, l'istinto di allontanarmi i problemi di dosso si sta facendo già sentire e questa è solo una dannata uscita di conoscenza.

Devo calmarmi. O almeno provarci prima di entrare nelle mie paranoie assurde.

Andiamo in un bar conosciuto da Jason e tutte tre parlano di svariati argomenti attivamente, ridendo e scherzando. Io, invece, non ho spiccicato una sola parola. Sono preoccupata dal fatto che Bella, essendo una persona molto aperta, stia attirando l'attenzione di Jason in modo particolare e non sembra per niente dispiaciuto dalla sua compagnia. E' veramente egoista da parte mia sperare di non piacergli?

Sì.

Dylan che è di fronte a me, mi da un piccolo calcio sulla caviglia facendomi sollevare lo sguardo.

Mi lancia un'occhiata, ma ormai sono tra le mie paranoie assurde e questa uscita non doveva assolutamente succedere.

Al rientro veniamo accompagnanti da loro, Dylan mi prende la mano attirando la mia attenzione. "Sei tu che hai voluto fare un'uscita a quattro. Poteva considerarsi un'uscita a tre." Commenta.

"Stai dando la colpa a me?" Chiedo. Bella sorride a Jason il quale le parla animatamente della loro partita di calcio che si terrà fra qualche settimana.

"No, ma tu ti stai davvero fissando con questa storia. Ashley sta bene, è stata una sua decisione." Praticamente legge la mia mente, arrivandoci da solo al motivo della mia preoccupazione.

Lo guardo mordendomi il labbro nervosa e poi lo abbraccio sentendolo già ricambiare. Ho paura e neanche riesco a dissimularlo? Forse ha ragione lui. Ashley ha voluto passare del tempo con lui, i suoi genitori la sentono ogni giorno, quale diavolo di problema ho?

"Hai troppi pensieri in questa testolina." Mi dice lasciandomi un bacio sul collo. "Trova il tuo locus amoenus che ne hai bisogno." Mi consiglia.

Annuisco e gli lascio un bacio sulle labbra, prima di ritornare in comunità insieme a Bella. Appena siamo dentro inizia a parlare come una radio di quanto è stata bene e di quanto le piaccia Jason. Il suo entusiasmo è alle stelle facendomi preoccupare e non poco.

"Mi ha invitata alla partita della prossima settimana e mi ha lasciato il suo numero." Mi comunica, stringendo il cellullare nel petto con aria sognante.

Sospiro. "Bella..."

"Dimmi?" Mi chiede con un sorriso stampato in faccia.

E' troppo felice, davvero troppo contenta e dirle qualsiasi cosa che possa rovinarle il suo attuale umore sarebbe da egoista e stronza per me.

"Niente." Ricambio il sorriso. "Sono contenta di averti conosciuto." Ammetto sinceramente.

Mi avvolge in un abbraccio sentito e ritorniamo nelle nostre rispettive stanze.







Sono passate quattro settimane che preferisco chiamare così rispetto ad un mese. Sembrano molto meno, ma sono pur sempre trenta giorni.

Quattro settimane in cui ho dovuto impegnarmi a scuola per poi finalmente raggiungere la sufficienza in tutte le materie; esatto, anche in matematica. La cara matematica.

Mi sembra di aver vinto contro la vita.

Jenna non ha più aperto l'argomento, non mi guarda nemmeno per sbaglio e sinceramente preferisco mille volte così. Tuttavia ho scoperto che appena me ne sono andata via dalla stanza per qualche secondo, ha urlato di gioia perché quel giorno Lucky si è seduto davanti a lei a bere un tè e hanno chiacchierato; o così mi ha detto Lola.

Torna tutte le sere a spiarlo come una ragazzina di dodici anni dal vetro dalla porta ma con lo sguardo le ho praticamente promesso che sarebbe stato il nostro segreto. Sembra più che altro un ricatto in silenzio: lei non mi ha vista in camera insieme al mio ragazzo e io non vedo lei spiare Lucky. 

Bella e Lola hanno passato più di qualche settimana a non parlarsi, così, stanca della situazione imbarazzante, ho aperto l'argomento non appena ci siamo riunite nella stanza. Inutile dire che hanno iniziato a discutere e urlare facendo uscire discorsi che trattenevano da tempo, ma alla fine hanno chiarito anche se Lola continua a passare più tempo con Jenna, ma Bella non sembra toccarle la cosa come prima da quando abbiamo iniziato ad uscire spesso insieme. Con Jason si sente spesso e ho promesso a me stessa che non ci avrei pensato più di tanto, ma il tormento di Ashley continua a perseguitarmi lo stesso.

Con Dylan ci ho avuto qualche piccola discussione, tanto per cambiare, riguardo a Kyle perché un giorno ho deciso di mia spontanea volontà di andare a vederlo e chiedergli spiegazioni. Tutti meritano di esporre per lo meno la loro versione dei fatti.

E' stato come un coltello in pieno stomaco.

"Sono stato io a mandarti quei messaggi anonimi."  Ha confessato, non riuscendo tutt'ora a realizzare le sue parole.

Pensavo che nemmeno un essere umano in generale fosse capace di fare una cosa del genere e invece è stato quello che credevo essere mio migliore amico. Mi ha tradita e non ha nemmeno cercato di scusarsi quel giorno.

Mi ha solamente detto: "Il fine giustifica i mezzi."

Non lo credo possibile. Non la credo per niente possibile questa frase. Se davvero provasse dei sentimenti per me, non avrebbe ferito in primis me e le persone che mi stanno accanto, solo per avermi. Sapeva che sarebbe stato impossibile farmi allontanare da Dylan.

Quindi no, il fine ti converte solo in una cattiva persona.

Mi è dura accettarlo, ma Melanie mi ha detto che non ne vale la pena. Però ci sto ancora male  adesso perché la nostra amicizia era davvero importante per me e non abbastanza per lui dato che è stato egoista fin dall'inizio.

Con Melanie sono riuscita ad aprirmi quasi completamente con lei raccontandole di tutta la mia infanzia e di mio padre. E a proposito di lui... nessuna traccia né di lui né di Ashley.

Più volte ho cercato di mettermi in contatto con i suoi genitori ma mi hanno detto di farmi gli affaracci miei.

Prova, stavolta, che qualcosa non va e nessuno ha voluto credermi.

E oggi, proprio oggi sono venuti due tipi della polizia ad indagare a fondo sulla questione di mio padre. Non mi hanno voluto dire niente, mi ha solo detto di lasciare fare a loro e di non uscire da sola.

Ultimamente e in modo anche strano, la signorina Bridgette continua a vigilarmi e non sposta lo sguardo finché sono sotto il suo occhio. Questa cosa mi sta dando fastidio e non poco.

"Pronto?" Mi schiocca due dita davanti Bella.

"Che? Cosa c'è?" Chiedo.

"Mi dici perché sono venuti oggi quei tipi della polizia, cos'hai combinato?"

Non sta facendo i compiti, mi sta tartassando di domande inutili che mi mettono ansia.

"Non sono una criminale, tranquilla."

Mi chiedo a cosa serve fare i compiti a una settimana dal nostro diploma. Non vedo l'ora di terminare questo traguardo, stava iniziando a diventare un peso.

Sono anche un po' spaventata perché non sono esattamente dell'idea di frequentare l'università, non fa per me, ma sono qui tutti a stressarmi dicendomi di provare almeno e che sarà tutto sulle spese della comunità.

"Non l'ho mai pensato, solo che sei così riservata con le tue cose."

Mi giro verso di lei. Ripenso a Kyle quando penso alla sincerità ma resto chiusa in me; non riesco più a riporre la fiducia su nessuno.

"Scusami, ma non me la sento." Le dico a bassa voce, vedendo i tratti del suo viso sciogliersi un'espressione delusa.

"Va bene." Mi assicura consenziente.

Alla fine dell'ora, Insieme a Bella, Lola e miracolo dei miracoli Jenna, andiamo a fare shopping perché sia io che quest'ultima ci diplomiamo e abbiamo bisogno di un vestito per la cerimonia di fine anno.

A dire la verità non sono esattamente entusiasmata a parteciparvi ma Bella mi ha rotto i timpani con questa storia solo per arrivare ad oggi e scegliere un vestito.

"Beate voi che vi diplomate, a noi manca un intero anno, vi rendete conto?" Esclama Lola.

Siamo al The Grove, un centro commerciale famoso qui a L.A., per raggiungerlo abbiamo dovuto prendere il taxi perché Bella ha insistito che ci andassimo.

E' grande da togliere il fiato e come proprio non speravo, gremito di gente tanto da far fatica a spostarci da una parte all'altra.

Entriamo in un negozio di cui non ho mai sentito il nome e vengo accecata da troppi colori che non fanno per me. Si mettono già alla ricerca dei vestiti analizzando abito per abito mentre io mi limito solamente a girare guardando da una parte all'altra.

Non ho mai amato andare a fare shopping e lo conferma il mio mal di schiena e la rottura di scatole che si fa sentire dopo aver girato in tanti negozi. Quando vedo una sedia all'interno del negozio in cui siamo entrati, mi sembra di vedere una fonte di sorgente in mezzo al Sahara.

"Ti sembra il momento di metterti a sedere?" Mi chiede Bella, buttandomi addosso la pila di vestiti che ha nelle braccia. "Muoviti a provarli, non abbiamo altro tempo."

Sbuffo e mi dirigo in camerino. Osservo tutti i vestiti: uno, color giallo canarino. Non perdo nemmeno il tempo a provare a mettermelo, nemmeno a pagamento ci vado a giro. L'altro è nero, lungo e con una scollatura nella schiena molo ampia, un altro blu, corto probabilmente a metà coscia; che problemi ha Bella? L'ultimo, invece è lungo, un rosa tenue con una bella scollatura sulla schiena, un cinturino nero sulla vita, e il tessuto molto liscio.

Decido di provarmi quello nero e mi guardo allo specchio. Non è brutto, ma con questo colore sembra che debba andare ad un funerale.

Tiro la tendina e sento l'urletto di Bella tirandomi con il braccio per farmi uscire dal camerino.

"Ti sta benissimo." Commenta Lola, osservandomi dall'alto al basso.

"Quello giallo non lo provo, te lo dico." Le avviso. "E quello blu, non mi pare il caso. Non vado a uno Strip Club."

Rientro, togliendomi il vestito nero e provo quello rosa. Il tessuto è molto liscio e al tatto urla solo comodità per tutta la serata; lo amo già per questo.

Quando me lo metto, resto leggermente a bocca aperta perché mi ricade perfettamente nelle curve. La scollatura dietro la schiena non è volgare, il colore mi dona con la pelle e in più non è niente di eccentrico; molto semplice ma bello.

Esco allo scoperto e Bella e Lola si danno un'occhiata di approvazione guardandomi poi con lussuria. "Questo ti sta benissimo." Mi dice Lola.

"Piace anche me." Ammetto, guardandomi allo specchio grande, noto dietro di me la figura di Jenna che mi osserva dall'alto al basso per poi incrociare il mio sguardo.

"Sembri un confetto." Mi dice la sua opinione.

Mi giro verso di lei: ha in mano diversi vestiti neri ad eccezione di uno color crema.

"A me piace." Faccio spallucce.

Alza gli occhi al cielo, poi entra in camerino facendo cigolare gli anelli della tendina per averla tirata troppo forte.

"Non ci fare caso, stai benissimo." Mi assicura Lola.

Annuisco e decido di prendere questo insieme a dei sandali col tacco bianchi. Mi metto a sedere insieme alle altre aspettando Jenna che ci mette un sacco, osservo il vestito e devo smetterla di guardarlo troppo altrimenti ci ripenso.

Jenna, esce dopo venti minuti con gli stessi vestiti di prima lasciandoci a bocca aperta.

"Ho già scelto, andiamo." Ci dice. Mi giro verso Bella che sospira.

Nessuno decide di dire niente, ma la seguiamo. Rimetto apposto i vestiti e noto Jenna con due vestiti in mano: uno scuro e l'altro color crema, non sapendo quale lasciare.

Mi avvicino per osservarli meglio: quello chiaro è stretto sul corpetto e si apre leggermente con una lunga gonna proprio sul punto vita. L'altro, invece, è nero semplice, senza nessuna decorazione, lungo e spoglio; quello sì che è un vestito per il funerale.

"Secondo me dovresti prendere quello chiaro." Snocciolo la mia opinione senza che lei me lo abbia chiesto.

Beh, lei mi ha detto la sua.

Si gira fulminandomi con lo sguardo. "Non sono affari tuoi." Si gira, svoltando l'angolo.

Alzo le spalle e vado in cassa a pagare. Il vantaggio della comunità è che ti danno una paghetta settimanale per sopravvivere e non avendola quasi mai usata, comprare questo vestito un po' leggermente costoso per i miei standard, non è male.

Jenna, si aggiunge alla fila dietro di noi e mi allungo per poi vederla con il vestito color crema. Faccio un sorriso di vittoria e l'aspettiamo fuori.

Non osa guardarmi quando esce dal negozio, ma quando lo fa le sorrido per farle capire che ho visto la sua scelta.

"Abbiamo appena il tempo di tornare in comunità." Ci avvisa Lola.

Ci fiondiamo fuori dal centro commerciale, diventato improvvisamente ancora più pieno di quando ci siamo entrati. Bella ha già chiamato un taxi quando siamo sulla via principale.

Una chiamata da un numero strano mi arriva. Sembra tipo il numero delle cabine telefoniche pubbliche. Rispondo con un po' di titubanza e dall'altro capo  si sentono respiri affannosi, e prima che possa chiedere chi è, la linea cade completamente, lasciandomi sbigottita.

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