Capitolo 37
Jealous guy
John Lennon
Quella dannata ragazza l'ammazzo oggi, non c'è storia.
"Allora?" Chiede di nuovo, impaziente di una risposta.
"Mi sorprendi Dylan." Gli dico guardandolo indignata. "Pensavo che la stupida della coppia fossi io." Faccio autoironia, giusto perché qualcuno oggi potrebbe ritrovare i suoi denti in mano.
"Sono serio."
"Anch'io lo sono, Jenna mi odia e se la sta prendendo con me immotivatamente." Gli spiego il succo della questione.
Con quella dopo farò i conti.
"Perché?"
Faccio spallucce. Non esiste un vero motivo, è così e basta. Ma che si faccia gli affaracci suoi e non rompa le scatole che di problemi mi sembra di averne abbastanza.
"Comunque voglio sapere lo stesso chi è questo Lucky." Mi dice e la persona in questione è proprio dietro a lui che pulisce il tavolo e nel momento in cui sente il suo nome, si gira.
Bene.
Sprofondo nella sedia pregando di essere proprio sottoterra. Quante altre figure di merda devo fare con questo ragazzo?
"Piacere, io sono Lucky" Si sposta per farsi vedere porgendogli la mano.
Dylan lo fissa guardandolo in modo troppo spudorato dall'alto al basso e poi malvolentieri gli stringe la mano.
"Hai bisogno di qualcosa?" Chiede, per poi rivolgere lo sguardo verso di me.
"Un caffè." Gli ordina, con fare indifferente.
Lucky mi dà un'ultima occhiata accennando un ghigno e poi torna dietro il bancone a preparare l'ordinazione.
"Sei contento?" Mi passo una mano sul viso per poi appoggiarla sul tavolo.
"Non c'è niente di cui preoccuparti." Cerco di alleggerire la situazione accennando ad un sorriso. "Sono contenta che tu sia qui." Gli prendo la mano e la faccio intrecciare con la mia.
"Ti è passata l'incazzatura oppure ultimamente sei così lunatica?" Chiede, sorridendo ma senza traccia di derisione nel suo tono.
"Simpatico..."
"Lo so."
"Scusami per prima, i miei modi non sono sempre carini." Ammetto, ma con così tanta forza perché non mi piace chiedere scusa nemmeno quando ho torto marcio.
Non lo facevo mai infatti, ma ho capito che questa parolina magica utilizzata quando è necessario, fa un bene a l'umanità; tutti dovrebbero chiedere scusa e grazie.
"Scuse accettate." Prende le nostre mani incrociate e posa un piccolo bacio sulla mia.
"Ecco a te il caffè." Ritorna Lucky poggiando la tazza sul tavolo e osservando le nostre mani più del dovuto.
"Ti ha fatto bene il tè?" Domanda poi guardando me.
Veramente no. "Sì, sì, grazie."
"Lucky, il panino al formaggio." Gli canzona un ragazzo dell'età di più o meno dodici anni e questo lo fa allontanare dal nostro tavolo, per fortuna.
Non capisco perché mi sento così nervosa quando si avvicina a noi, forse perché ho paura che inizi con il suo discorso che lo stavo spiando l'altra sera e farlo proprio davanti a Dylan non mi pare proprio il caso, a meno che non sia uno stronzo totale.
"Tutto bene?" Mi chiede.
Annuisco, la mia mano ha iniziato a sudare e a tremare, così sciolgo la presa ma mi alzo dalla sedia per poi fare il giro e sedermi sulle sue gambe. Le sue braccia circondano la mia vita e lo stesso fanno le mie, circondando il suo collo.
Lo guardo negli occhi, per poi osservare ogni minima parte della sua pelle. Il livido sulla guancia è verdastro ma molto meno visibile di prima, il labbro non è più gonfio e raccoglie una piccola crosticina al lato. Mi manca il suo piercing e non vedo l'ora che se lo rimetta.
Vedo il lati della sua guancia allargarsi in un sorriso e prima che possa dire qualsiasi affermazione vanitosa, unisco le nostre labbra in un morbido bacio. Con mano scosto il ciuffo sulla fronte che quasi gli impedisce di vedere. Il sapore è il suo, amalgamato con quello della sigaretta e la cosa mi insospettisce perché lui non fuma, o meglio solo quando è nervoso o non ha un cavolo da fare; gliel'ho visto fare giusto tre o quattro volte.
Il bacio si fa più vivo e intenso e per quanto voglia continuare a baciarlo, siamo in un posto pieno di persone e non voglio scandalizzare nessuno.
"Dylan..." Mormoro, cercando di staccarmi, ma lui libera una mano dalla mia vita infilandola tra il collo e la nuca per intensificare il bacio.
La sua lingua entra in contatto con la mia accendendo dentro il mio corpo la passione che mi manca in un giorno brutale come quello di oggi. Una parte di me cerca di smettere e l'altra viene trasportata dal suo contatto, dai brividi che mi fa provare e dal fatto che proprio perché sono nel mio periodo ho voglia di stare attaccata a lui come nient'altro.
"Ehm Ehm" Ci interrompe una voce a me familiare e cavolo, lo sapevo che avremmo dovuto fermarci.
Guardo in alto per vedere una chioma arancione e due occhi scuri fissarci con malizia. "Non volevo assolutamente interrompere niente, ma mi chiedevo se ti andasse di uscire con noi e altre ragazze, ora?" Mi chiede e mi giro verso il mio ragazzo che allarga gli occhi suggerendomi esplicitamente di rimanere con lui.
Bella mi sta simpatica e qualche giorno vorrei davvero uscire insieme a lei, ma oggi... proprio oggi...
"Non mi sento tanto bene Bella, sai... ho un po' di crampi mestruali e non vorrei rovinarvi il pomeriggio con le mie lamentele." Mento, sentendomi in colpa tre secondi dopo.
"Oh, non preoccuparti, fissiamo per un altro giorno." Mi dice col suo solito tono sincero, ma dal suo occhiolino capisco che ha già intuito.
"Hai il ciclo?" Sussurra Dylan nel mio orecchio con tono divertito.
"Già." Faccio una smorfia.
"Che peccato..." Dice, appoggiando la mano sulla coscia per poi spostarla lentamente verso l'intero.
Lo fermo subito bloccandogli la mano. "Dylan." Gli lancio un'occhiata.
Già stiamo dando uno spettacolo soft porno, si aggiunge pure con questo.
"Andiamo in camera tua?" Suggerisce con un ghigno.
Resto a pensarci un attimo. Non credo sia una buona idea, Bella non mi ha detto che uscirà con Lola e soprattutto Jenna, inoltre la signorina Bridgette sembra come un falco in situazioni come queste.
"Ci sono altre persone in camera mia."
"Vieni a casa mia, allora." Propone.
Guardo l'orologio appeso sul muro davanti. Se contiamo il tempo di arrivare e tornare, no spendiamo tempo solo per il tragitto e io non ho voglia di camminare.
"Andiamo in camera mia." Cambio idea.
Lo prendo per la mano e camminiamo fuori dal bar, non appena arrivo nel corridoio mi guardo intorno per non incontrare né la Bridgette né altri elementi compromettenti.
Con la fortuna che ho, potrebbe succedere.
Arrivo in camera mia e non c'è ombra né di Lola né di Jenna, così approfitto per chiudere a chiave.
Dylan si avvicina subito a me e avanza facendomi indietreggiare fino a trovare un ostacolo: il letto.
Un sorrisetto di vittoria spunta sulle sue labbra e con un rapido gesto si stende sul mio corpo sorreggendosi con le braccia.
"Tagliati questi capelli." Esclamo ridacchiando, provando a spostarglieli all'indietro con un pessimo risultato.
"Sono qui davanti a te e l'unica cosa a cui pensi sono i mei capelli?" Mi chiede e prima che possa rispondere le sue labbra sono già sulle mie in un bacio tutt'altro che casto. La sua lingua sfiora il mio labbro e non appena apro leggermente la bocca, entra in contatto con la mia. Le mie mani sfiorano la sua schiena, la sua bocca si sposta sulla mia mascella e ci lascia piccoli baci per poi spostarsi nell'incavo del mio collo soffermandosi su un punto ben preciso. Alza di poco la testa soffiando sul punto e poi torna a baciarmi risalendo piano piano verso le labbra.
Il suono della maniglia che va su e giù mi fa trasalire spostando quasi con uno spintone Dylan dal mio corpo.
Merda.
"Oh! Chi cazzo è che ha chiuso la porta a chiave?" La voce di Jenna mi fa sudare immediatamente.
Benissimo, aspettavo la sfiga comunque.
"Nasconditi!" Esclamo sussurrando facendogli fare una smorfia contrariata.
"Sono seria! Muoviti." Lo spingo in bagno chiudendolo dentro e mi sistemo velocemente i capelli per poi fare un sospiro e girare la chiave e aprire la porta.
Jenna apre la bocca aggrottando la fronte. "Perché hai chiuso la porta a chiave?" Chiede insospettita, guardandosi intorno nella stanza.
"Mi stavo cambiando." La classica scusa.
"Ma se hai gli stessi vestiti?" Constata, per poi entrare e guardare in giro per la stanza.
"Chi nascondi?" Chiede, e prima che possa rispondere Dylan esce dal bagno.
Chiudo gli occhi scuotendo la testa. Tanto prima o poi l'avrebbe scoperto.
"Ah..." Dice alzando le sopracciglia. "Bene." Afferma in tono stupito guardando il mio ragazzo con fare altezzoso.
Dylan resta impassibile dinanzi alla sua espressione e sto per scongiurarla di far finta di niente, ma la voce... quella voce che vorrei non aver udito, risuona nel corridoio.
"Signorina quanto ci mette?" Esclama facendo eco la signora Bridgette.
Sento i suoi passi avanzare e il cuore salirmi in gola.
Jenna sposta lo sguardo verso di me e alza un sopracciglio a mo' di sfida.
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Bene, ma non benissimo.
Cosa farà Jenna secondo voi? ;)
Vorrei comunicarvi che una mia lettrice ha voluto creare un gruppo WhatsApp per la storia, se volete parteciparvi andate sul suo profilo Sara178m lei vi aggiungerà. Sono entrata in alcuni gruppi per storie che leggevo e vi assicuro che ho fatto amicizie per la vita, ci sarò anch'io nel gruppo :)
Per eventuali informazioni, aggiornamenti, edit ecc... seguite i social.
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Siamo quasi alla fine del terzo volume... e poi ci sarà il quarto, con tante sorprese che vi coinvolgeranno in prima persona ❤🌙
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