Capitolo 24
Everybody told me love was blind
Then i saw your face and you blew my mind
Lana Del Rey
No, non è un sogno. Lui è davvero qui con me e lui davvero mi sta baciando catturando nuovamente le emozioni che ho sempre provato grazie ad un suo solo tocco.
Non smetterò mai di pensare che nonostante tutto nella mia vita stia andando storto, lui è davvero l'unica certezza. Voglio ricordarmi di questo amore per tutta la mia vita e vivere tanto per dire un giorno ai miei figli che l'amore vero esiste anche quando si è troppo giovani. Non importa cosa gli altri ci dicono, so che dobbiamo crescere e maturare ma come si fa a negare l'evidenza dei veri sentimenti? Come?
"Voglio solo che mi prometti una cosa." Dice, appoggiando la sua fronte sulla mia chiudendo lentamente gli occhi.
Faccio un respiro e annuisco. "Tutto quello che vuoi." Prometto, con il cuore pronto a scoppiare fuori dal petto.
"Promettimi che da questo preciso momento in poi sarai completamente sincera con me, sempre. Non importa se quello che hai da dirmi è qualcosa di buono o cattivo, io voglio solo la sincerità e la fiducia reciproca." Apre gli occhi guardandomi profondamente.
Annuisco già alle prime parole, pronta a qualsiasi cosa che verrà purché sia condivisibile con lui.
"Te lo prometto." Dico e sul suo viso si forma un piccolo sorriso.
Le sue mani scivolano dal mio viso allungandole vicino al mio collo per stringermi un abbraccio. Ricambio stringendo le mie braccia attorno alla sua vita e ho come la sensazione di essere nata di nuovo. Ho come l'impressione di avere nuove opportunità di cambiare la mia vita in meglio e come finalmente voglio io.
Partirò per quello che sono venuta qui principalmente e con calma penserò al mio futuro.
"Mi sei mancata." Dichiara facendomi sciogliere il cuore. Sapesse quanto invece mi è mancato lui... non credevo assolutamente di provare tutte queste sensazioni da farmi togliere il fiato.
"Anche tu, tanto." Nascondo il mio viso nell'incavo del suo collo memorizzando il suo profumo.
"Hai fame? Le pizze si saranno raffreddate." Si stacca facendo una smorfia.
"Che domande fai? Io ho sempre fame." Alzo gli occhi al cielo.
Sorride e poi si avvicina per darmi un bacio a stampo. "Non cambi mai eh?" Chiede con lussuria.
"Il cibo è sempre cibo." Alzo le spalle sorridendo con tutti i denti.
Sono troppo contenta, così felice che ho quasi paura che possa succedere qualcosa da un momento all'altro. Purtroppo sono una persona molto pessimista e devo ancora lavorare sulla mia autostima e sulla mia sicurezza.
Mangiare la pizza e bere un po' di birra mi ha aiutato a godermi questo bellissimo momento e avere al mio fianco lui è tutto ciò di cui ho bisogno al momento. Abbiamo anche fatto un po' di partite a FIFA e sentirlo imprecare ogni volta che aiuto la mia squadra a segnare è qualcosa che mi è davvero mancato fare con lui. Le nostre giornate sono sempre state così semplici, niente di strabiliante ma sono questi piccoli e apparenti semplici momenti che ci porteremo dietro per il resto della nostra vita.
Mi piacerebbe rimanere così, abbracciata e praticamente incollata a lui per tutto il resto della giornata e anche la serata, ma devo parlargli di questa cosa. Voglio dimostrare a lui e soprattutto a me stessa che ho abbastanza coraggio per affrontare la vita e non scappare come ho sempre fatto e posticipare ogni problema che mi si presenta di fronte.
"Devo parlarti di una cosa." Dichiaro, mentre gioco con gli anelli a circondargli le dita.
"Vuoi dirmi che mi trovi dannatamente bello? Lo so, amore." Si vanta facendomi arrossire.
Non lo dice o meglio non mi ha chiamata amore così spesso e lo trovo fantastico.
"Ma se sei un rospo?" Sorrido.
"Certo, così rospo che in questo periodo da single ho quasi avuto la fila." Risponde facendomi muovere dal suo petto alzando un sopracciglio.
Non c'è ombra di dubbio che qualcuno ci abbia provato con lui, lo facevano anche quando stavamo insieme ed è non poco fastidioso. Non le biasimo le ragazze, ma è irritante lo stesso.
"Sei fastidioso." Gli faccio notare, accigliata da questa constatazione.
"E tu sei gelosa." Mi guarda con un sorrisino da schiaffi. Odio quando me lo fa notare.
E' ovvio che sono gelosa, ma c'è davvero qualcuno che lo ammette?
"Sì, sei davvero fastidioso." Riappoggio la testa sul suo petto sentendolo ridere.
"Sono seria comunque... ho pensato molto dopo la chiacchierata che abbiamo avuto a scuola." Dico e riesco a ricevere finalmente la sua attenzione.
"Ah sì? E cosa hai pensato?" Mi tocca i capelli provocandomi dei brividi. E' la cosa più bella del mondo quando ti accarezzano i capelli; sembra di essere in paradiso.
"Non sono la migliore persona del mondo e lo so, ho fatto talmente di quei tanti sbagli che hanno solamente danneggiato la mia vita, ma sono stufa di lamentarmi e basta. Voglio davvero migliorarmi e forse sono abbastanza fiduciosa per dare finalmente una svolta a tutto." Dico liberandomi da un peso sul mio petto.
"Ho deciso... voglio denunciarlo." Dichiaro.
Si alza improvvisamente facendo fare lo stesso a me. Mi guarda negli occhi come per decifrare se quello che ho appena detto è la pura verità.
"Sei sicura?" Chiede, appoggiando le sue mani a coppa sulle mie guance.
Annuisco determinata. "Molto sicura e se non ti scoccia... vorrei che mi accompagnassi...adesso."
Aggrotta la fronte facendo schioccare la lingua sul palato. "Ovvio che non mi scoccia. Credimi, è la migliore decisione che tu abbia mai potuto prendere."
"Ho solo un po' paura per dopo..." Ammetto. "Ma lo voglio fare." Annuisco.
Sorride e mi abbraccia forte a sé donandomi la sicurezza di cui ho bisogno. "Grazie."
DYLAN'S POV
Se prima ho avuto dei ripensamenti e la paura di ricascarci di nuovo, adesso no. La notizia sulla denuncia è la cosa migliore che abbia mai potuto sentire. Non voglio vederla soffrire, la amo con tutto me stesso ma per il suo bene deve chiudere con questo argomento una volta per tutte. So che alla fine resta sempre suo padre, ma non possiamo davvero definirli tali se non hanno fatto altro che trattarci con menzogne e diffidenza. Io per primo so cosa si prova ad avere un padre che neanche ti considera, che ti mantiene solo perché per legge deve farlo. Sono nato in una famiglia ricca, non mi è mai mancato niente di materiale, ha anche esaudito il mio desiderio di farmi avere una casa tutta per me e una carta di credito sempre a mia disposizione e fino ad una certa età ero così contento di essere indipendente. In realtà ero e sono la persona più povera del mondo, non ho una famiglia sulla quale poter contare, ho solo lei e i miei amici.
Quando ho scoperto cosa le faceva fare sono andato fuori di testa; avrei voluto che non la considerasse minimamente come ha fatto mio padre con me, invece di metterle le mani addosso. Lo ucciderei con le mie stesse mani se resto a pensarci.
Sono in ansia davanti alla polizia centrale. Ormai è più di mezz'ora che è dentro e vorrei entrare per sapere cosa sta succedendo, che domande le stanno facendo. Sarà spaventata e posso solo immaginarlo, ma non potevo entrare, lei stessa me lo ha detto.
Faccio avanti e indietro fino a quando non sento dei passi sulle scale facendomi girare di scatto. Mi avvicino rapidamente a lei e la guardo in viso.
Scende lentamente le scale guardando in basso non permettendomi di vedere la sua espressione.
"Al?" Mi avvicino verso di lei fino a trovarmela proprio di fronte.
Alza il viso e riesco a leggere la paura nei suoi occhi. E' pallida e i suoi occhi son dannatamente lucidi. "E' fatta." Dice con voce tremolante.
Senza dire niente mi avvicino e la circondo in un abbraccio. Sta tremando e per farla placare da questa orribile sensazione la stringo forte a me sentendola successivamente singhiozzare.
"Cosa succederà ora?" Chiede a bassa voce aggrappandosi alla mia maglietta.
"Niente di male, ci sarò io qui con te." Le prometto lasciandole un bacio proprio sulla testa.
Questa volta lei ha vinto.
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IL PROSSIMO CAPITOLO LO PUBBLICO IN TARDA SERATA :)
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