Capitolo 18
I don't need confetti
SIA
"Che stai dicendo?" Chiede Kyle a bocca aperta.
"La mia vita non è questa, Kyle. Io non so nemmeno cosa ci faccio qui, l'unica cosa che mi ha trattenuta qui è l'amore che provo per lui."
Lui scuote la testa. "Stai scappando di nuovo, lo sai questo vero?"
Sospiro, cercando di ragionare fra la confusione della mia testa. E' vero, lo sto facendo di nuovo, la vigliacca che c'è in me sta tornando a prevalere su tutto. Ma non riesco a farne a meno, questa è quella che sono.
"Non puoi farlo." Cerca un contatto visivo con me.
Senza rispondergli, riappoggio la mia testa sulle suo ginocchia e chiudo gli occhi.
Non riesco a pensare lucidamente, per quanto io mi sforzi, non ce la faccio. Ci provo, ci provo davvero a pensare come un'altra persona si comporterebbe se fosse al mio posto, ma non ci riesco. Sto bruciando come l'inferno e odio pensare al fatto che ho bisogno accanto l'unica persona che devo farmi stare lontana. Fa male pensare che è tutto finito e che siamo distanti l'uno dall'altra.
"Sei confusa in questo momento Al, datti altro tempo." Suggerisce, accarezzandomi i capelli.
Altre lacrime fuoriescono dai miei occhi senza sosta e mi impongo di farle smettere ottenendo soltanto il contrario.
Mi brucia la testa e il petto, dopo svariati minuti a stringere la mia mano sulla coscia di Kyle e la sue dita a toccare i miei capelli per calmarmi.
DYLAN'S POV
Se n'è andata e io non ho fatto niente per trattenerla. Mi sento un'idiota perché mi sto comportando da stronzo nei suoi confronti, ma è stato più forte di me. Non sono riuscito a controllarmi in nessun modo, e lei mi ha mentito svariate volte. Sono frustrato alla millesima potenza, da una parte per quello che è successo tra me e lei e dall'altra per mio padre.
Non le ho detto niente perché non volevo ci fosse qualche peso in più invece sono finito nel scoppiarle completamente addosso.
Ho fatto un'enorme sbaglio ad avvicinarmi a lui; è servito quel poco ad abbandonare qualsiasi possibilità di riconoscerlo come mio padre. Non pensavo nemmeno fosse possibile che un genitore, sangue del tuo sangue, possa odiarti a tal punto.
Quella sera, ero davvero nelle mie intenzioni di provare a risolvere i nostri conflitti, invece si è dimostrato il verme quale è. Crede che pagandomi la casa dove vivo e mantenendomi mettendo in automatico i soldi nella mia carta, possa considerarsi mio padre.
Per certi versi, inizialmente, mi andava anche bene così, ma mi sono reso conto che ho voluto convincere me stesso di essere indipendente e di non avere bisogno di lui. La figura maschile è sempre stata qualcosa che mi è venuta a mancare e vedere Hardin in casa al mio posto mi ha fatto sentire inutile. Ancora di più quando mi ha letteralmente cacciato da casa sua perché non voleva che vedessi i miei fratellini. Mi ha detto in modo letterale che non devo farmi presente nella loro vita, e a questo punto ho intenzione di prenderlo alla lettera.
Quando l'ho raccontato a Ally, le ho detto una versione diversa ma il punto è quello: non mi vuole nella sua vita e così sarà, in tutti i sensi. Fra qualche settimana sarò maggiorenne e a quel punto non sarò più sotto la sua responsabilità.
Sono incazzato nero, per i fatti miei e per lei. Come ha potuto mentirmi su una cosa del genere? Cosa aspettava a dirmelo? Mi fa rabbia perché crede anche di avere il diritto di arrabbiarsi con me, mentre è stata lei a fare tutto da sola.
Forse per ieri sera mi sarei incazzato anch'io, anzi mi sarei proprio infuriato e su questo non le do torto, ma non le avrei mentito; davvero non mi ricordo cos'è successo con quella ragazza.
Non lo farei mai, ma se non mi ricordo niente, neanche di averle passato il mio numero.
Mi rigiro nervosamente il piercing sul labbro e penso a cosa fare, a come togliermi qualsiasi dubbio. Rimango a sbuffare per qualche quarto d'ora e finisco per fare la cosa più ovvia di principio: chiamare Jason.
Mi metto il cellulare vicino all'orecchio e aspetto impazientemente. Nell'altra mano ho il cellullare di Ally e verifico se ci sono altri messaggi anonimi, ma niente.
-Buongiorno testa di cazzo.- Ridacchia con la voce ancora assonnata.
-Ho bisogno di una risposta sincera alla domanda che ti farò, Jason.-
Lui sbuffa facendomi già irritare. -Dimmi.- Non sono sicuro che abbia smaltito completamente la sbronza.
"Mi hai visto con qualche ragazza ieri?- Chiedo seriamente pregando per una risposta negativa.
-mmh... boh non saprei, forse sì.-
Chiudo gli occhi e mi passo una mano sul viso. -Che vuol dire non saprei? Mi hai visto o non mi hai visto e soprattutto cosa stavo facendo?" Alzo la voce
-Calmati... non ne sono sicuro Dylan, ero messo peggio di te. Mi ricordo che eri a fianco ad una ragazza scura e molto bella, ma forse era solo in piedi accanto a te.-
Sospiro.E' ovvio che fosse quella la ragazza, ma chiaramente non sa nulla -Sai una cosa? Devo andare-
-Eh no bello, ora mi dici perché tutte queste domande e perché sei incazzato.-
-Ci sentiamo dopo- Taglio corto e chiudo la chiamata prima che possa replicare.
Butto il cellulare facendolo rimbalzare sul divano e lo fisso sospirando. Lo riprendo velocemente e scorro fra gli ultimi messaggi.
Trovo il suo messaggio e clicco su rispondi. -Vediamoci stasera allo stesso bar- Scrivo e poi invio.
ALLY'S POV
"Che ne dici se usciamo fuori?" Propone il mio migliore amico.
In questo momento vorrei stare a casa per sempre, ma per lui decido di alzarmi a annuire alla sua proposta.
Quando mi guardo allo specchio avrei preferito che non lo avessi mai fatto; sono a dir poco inguardabile e non sto scherzando. Mi sistemo come meglio posso, prendo la mia borsa a tracolla e metto le scarpe più comode che ho.
Kyle mi fa un sorriso tenero e io ricambio prendendo la sua mano. Uno strano arrossamento colora le sue guance e io aggrotto la fronte. "Tutto bene?" Chiedo un po' stranita. Non l'ho mai visto arrossirsi di punto in bianco, soprattutto davanti a me.
"Si si." Mi sorride nuovamente.
Usciamo di casa in totale silenzio e quasi non inciampo sull'ultimo gradino.
Kyle ride molto spudoratamente e io lo fulmino con lo sguardo.
"Certe cose non cambiano mai piccola Ally."
"Sei cattivo."
"Qualche anno fa avresti detto stronzo di merda. Cos'è successo al tuo vocabolario?" Chiede mettendomi un braccio attorno alle spalle.
"Ero abbastanza arrogante." Rispondo e ci rifletto seriamente. Non che sia una brava ragazza adesso, ma il mio linguaggio e il modo di approcciarmi alle persone era nettamente spudorato e di rado usavo mezzi termini per insultare qualcuno.
"Cos'altro hai fatto quando sei venuta qui?"
"Non molto a dire la verità, ho lavorato in un bar ma sono uscita dopo poco, poi ho lavorato come babysitter a due bambini e subito dopo ho scoperto fossero i piccoli fratelli di Dylan."
Alzo gli occhi al cielo. E' impossibile non arrivare a parlare di lui.
"Ha due fratelli?" Chiede interessato.
"Sì, più piccoli. In realtà sono suoi fratellastri, ma non li ha mai conosciuti veramente." Spiego.
"E perché?"
"Ha dei trascorsi con suo padre e lo tiene emarginato dalla sua nuova famiglia." Chissà se ci ha riparlato con lui...
"Ma sua madre?" Chiede e io mi giro verso di lui.
"Non lo so, non me ne ha mai parlato." Mi mordo il labbro inferiore. Era già un argomento delicato tirare in ballo la sua famiglia, per questo non gli ho mai fatto domande su sua madre.
"Hai notato che le domeniche sono sempre così noiose?" Chiede dopo aver visto la mia espressione.
"Un po'" Alzo le spalle, ma non riesco a togliermi dalla testa questo pallino che mi è venuto in mente, sua madre?
"Se andassimo a fare colazione?"
Guardo l'orologio sul polso. "E' quasi ora di pranzo." Gli faccio notare.
"Allora facciamo un brunch."
Alzo gli occhi al cielo ma accetto. Ci fermiamo a un bar che ho notato solo di vista quando quelle volte tornavo da scuola a casa a piedi e ci entriamo. Preferisco scegliere posti in cui so che quello che mangerò è buono, ma Kyle ha insistito ad entrare in questo.
E' un bar allestito in modo rustico. E' fatto tutto di legno, le vetrate sono accanto ai tavoli e credo sia un posto frequentato più per le serate visto la parte destra munita di divanetti tavolini e la quantità di persone presenti.
Meglio, almeno ci servono prima.
"Ah già, mi sono scordato di dirti che il preside voleva che controllassi il tuo registro privato."
"Perché?" Aggrotto la fronte.
"Non lo so, ti stava cercando nell'ultima classe che hai frequentato venerdì, ma sei uscita subito. Ti ha detto di guardare il registro fra le comunicazioni e andare da lui lunedì mattina prima delle lezioni."
"Non ho il cellulare, quindi." Alzo le spalle.
"Tieni il mio." Mi porge il suo cellulare e la cameriera spunta dal niente per lasciarci i menù sul tavolo.
Entro su internet e faccio caricare la pagina del nostro sito di scuola. Mi mette ansia questa cosa, perché diavolo è dovuto venire a cercarmi nella mia lezione per dirmi qualcosa?
Inserisco il mio username e password e vado nelle opzioni delle comunicazioni. Ho una notifica segnalata dal punto esclamativo in rosso. Ci clicco sopra e trovo in pdf un documento firmato dal preside,
Alla studentessa Allyson Rose Stewart,
le comunico che date le grave lacune in alcune materie, è a rischio bocciatura. La invito pertanto a frequentare le lezioni extracurricolari presenti nelle ore pomeridiane e di non saltare per nessuna ragione, se non per cause maggiori, le lezioni. Nella pagina ufficiale troverà l'orario di ciascuna lezione.
Il preside.
Chiudo gli occhi sbuffando e buttando il cellulare sul tavolo fregandomene del fatto che non è mio.
"Che succede?" Chiede Kyle aggrottando la fronte.
Dovevo aspettarmelo, d'altronde, Non sto quasi mai attenta alle lezioni, non faccio i compiti e ai test prendo un'insufficienza dopo l'altra.
Alzo lo sguardo. "Sono a rischio bocc-" Mi blocco quando proprio di fronte al mio tavolo c'è Dylan seduto a parlare con una ragazza ricciola.
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Non ho scusanti per la mia prolungata assenza.
Ho iniziato l'università sì, ma se voglio scrivo anche 3 capitoli alla volta ma non avevo l'ispirazione. E non solo per questa storia, ma in generale. Avevo dei blocchi e credo sia dovuto al fatto che ho smesso di scrivere per un bel po', mi scuso tanto perché vi ho fatto aspettare molto e non vi ho avvisati.
Comunque, ora cerco di non perdere il ritmo. Spero almeno di aver fatto una sorpresa per chi come me, è a casa perché malata, e non a festeggiare la festa dei morti :D
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See you very soon ;) ❤
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