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四十五 Ho bisogno di te


{Ma se iniziassi a pubblicare anche di giovedì? :>}

La vita è ricca di sorprese: una gravidanza inaspettata, un bacio dato timidamente, un sorriso regalato dalla persona più acida, una proposta di matrimonio, una festa di compleanno, un regalo...

Ma spesso le sorprese non sono sempre piacevoli, spesso portano terrore e paura a causa anche dell'ignoto. La paura più grande è la morte, o per lo meno sfiorarla, andarci così vicino da non credere di essere ancora vivo.

Ed è solo in quel momento che si capisce il valore della vita, quale dono meraviglioso sia, perché prima che possiamo accorgercene ci scivolerà via dalle dita come sabbia.

E lì che capiamo che non siamo assolutamente nulla, che basta poco per strapparci dall'affetto dei nostri cari lasciandoli soli, a combattere l'assenza di una costante.

La vita è imprevedibile, non ti avvisa quando ha qualcosa in serbo, non ti lancia neanche un campanello d'allarme a volte. Ed è lì che ti trovi perso, catapultato in una situazione estranea che trasmette solo paura.

Jungkook non si sarebbe mai immaginato di ritrovarsi a correre come un pazzo tra i corridoi di uno degli ospedali di Busan, con il cuore a mille, con Taehyung al suo fianco, i capelli sparati all'aria dandogli l'aspetto di un pazzo e gli occhi pieni di lacrime non ancora versate.

Mai, mai in tutta la sua vita aveva provato una paura così allucinante, tale da togliergli il respiro e farlo tremare come una foglia.

Ricordava l'ultima volta in cui aveva messo piede in quell'ospedale che, per quanto fosse strutturalmente bello, gli faceva ribrezzo. Era stato solo due anni prima quando avevano dovuto ricoverare Nari per problemi cardiaci e respiratori. Era stato un periodo orrendo ma sembrava averlo superato, allora che diamine aveva fatto?

Si fermò solo quando riconobbe Jimin e Choonyee nella sala d'attesa di quel reparto. Jungkook non aveva letto dove si trovavano, era la cosa meno importante in quel momento.

Choonyee era piegata in avanti con le mani sul viso bagnato dalle lacrime mentre la schiena era scossa da forti singhiozzi. Jimin la stava stringendo a sé dandole dei baci sulla testa ma anche il suo viso era rigato da lacrime.

Taehyung affiancò Jungkook con il fiatone e gli posò una mano sulla spalla per fargli forza. Voleva fargli sapere che c'era per lui, come amico.

«C-cosa...che cosa...» Jungkook non riuscì a terminare la frase, il nodo alla gola era troppo grande per parlare. Si avvicinò lentamente al suo migliore amico sentendo le gambe molli. Se non fosse stato per Taehyung che lo stava sorreggendo probabilmente sarebbe caduto.

«Choonyee mi ha detto che stavano facendo educazione fisica e ... ad un certo punto ha visto Nari crollare a terra. Ha avuto una crisi respiratoria e-» Jimin si bloccò a causa di un singhiozzo che lasciò le sue labbra. «H-ha smesso di respirare per qualche secondo, il battito era debole e...hanno dovuto rianimarla, Kook. Se n'era andata».

Jungkook sentì il mondo crollargli e a quel punto neanche Taehyung riuscì a sorreggerlo. Crollò a terra sfogandosi in un pianto straziante che fece accapponare la pelle a tutti. Stava buttando fuori tutto il suo dolore, tutta la sua sofferenza.

Taehyung anche si mise a piangere e si inginocchiò accanto a Jungkook abbracciandolo stretto e accarezzandogli la schiena.

«Perché lei?! Perché?! Che cazzo ha fatto per meritarselo?!» urlò stringendo in due pugni la maglietta del ragazzo davanti a lui. «Perché?» pianse come un bambino prolungando la lettera finale singhiozzando.

Taehyung avrebbe tanto voluto consolarlo e dirgli che Nari stava bene, che sarebbe andato tutto bene ma come poteva se anche lui aveva paura per il destino della piccola Jeon? Insomma, era morta per un paio di secondi, come avrebbe potuto consolarlo? Per cui si limitò solamente a stringerlo forte tra le sue labbra cullandolo.

«Dov'è? Dov'è la mia bambina?» Shin arrivò come un fulmine con il viso rigato dalle lacrime e intriso dal dolore mentre Hajoon stava cercando con tutto se stesso di non scoppiare a piangere per la paura. La donna passò in rassegna tutti i ragazzi presenti e quando sentì il pianto disperato di Jungkook le si accapponò la pelle.

«Cosa le è successo?» domandò Hajoon guardandosi intorno in cerca di risposte nei visi degli altri. «Choonyee» la chiamò ma lei scosse la testa raggomitolandosi di più contro il fratello continuando a piangere.

«Tesoro» sussurrò la madre avvicinandosi a Jungkook e accarezzandogli i capelli. Taehyung si tirò indietro tirando su col naso e si sedette accanto a Jimin tenendo lo sguardo basso.

Jungkook si strinse alla madre posando la testa sulla sua spalla e continuò a piangere senza riuscire a dire una sola parola. Stava tremando fortemente e Shin iniziava a preoccuparsi anche per suo figlio maggiore. Gli diede un bacio sulla testa e strinse le labbra mentre le lacrime scorrevano sul suo viso.

Si sentì il rumore di una porta che si apriva e chiudeva in fretta così, come delle molle, si alzarono tutti in piedi guardando spaventati l'uomo in camice davanti a loro.

«Dottor Bang» disse Shin sollevata di vedere un volto familiare in quel grande ospedale. Il dottor Bang era stato il dottore che si era preso cura di Nari durante il suo ricovero due anni prima ed era diventato un medico fidato per la famiglia.

«Salve signori Jeon» li salutò con un piccolo inchino che i tre ricambiarono immediatamente.

«Potrebbe dirci cos'è successo?» chiese Hajoon serrando la mascella sentendo gli occhi bruciare. L'uomo si guardò intorno: certe informazioni avrebbe dovuto rivelarle solamente ai famigliari stretti ma notando le loro espressioni addolorate decise di parlare ugualmente. Meritavano tutti delle spiegazioni.

«Signori, vostra figlia ha avuto una crisi respiratoria ed un arresto cardiaco. L'abbiamo rianimata ed ora è a letto a riposare, so che volete vederla ma vi chiedo di aspettare qualche ora affinché possa riprendersi. La terremo d'occhio e le faremo dei test per capire cos'è successo esattamente e cos'ha. Vi prometto che io e tutto il mio personale faremo del nostro meglio per capire e per rimetterla in sesto».

Shin si portò una mano alla bocca soffocando un forte singhiozzo. Sentire una tale notizia aveva devastato tutti. Si poggiò contro il marito che non perse tempo ad abbracciarla sussurrandole dolci parole all'orecchio. «L'avete intubata?».

«No, ma è monitorata e momentaneamente ha un respiratore. Non sappiamo se al momento è in grado di respirare da sola dunque per sicurezza per qualche giorno dovrà avere un ausilio» rispose con calma e con gentilezza il medico.

Hajoon annuì ringraziandolo prima di lasciarlo andare. A quel punto neanche l'uomo non riuscì più a trattenersi e scoppiò in lacrime abbracciando la moglie. Jungkook si tirò indietro i capelli e si lasciò cadere con un tonfo su una sedia premendosi le mani sul viso arrossato.

Nari non lo meritava.









Erano passate tre ore all'incirca e Jungkook era seduto su una panchina nel giardino che aveva l'ospedale. Aveva lo sguardo perso nel vuoto e sentiva la testa pesante. Non poteva ancora credere che tutto quello era vero, che stava succedendo realmente. Era ancora convinto di star vivendo un incubo più che la sua vita.

Sentì qualcuno e con la coda dell'occhio riuscì a vedere Taehyung. «Ho scritto a Yuseong poco fa, ha detto che appena finisce le lezioni verrà qui» mormorò, poi gli porse una bottiglietta di succo. «L'ho preso al distributore, vuoi?» domandò dolcemente.

Jungkook scosse la testa rimanendo nella stessa posizione senza neanche spostare lo sguardo da davanti a sé.

«Come ti senti?» domandò Taehyung posandogli con attenzione una mano sulla schiena. Non sapeva come avrebbe potuto reagire per cui voleva fare attenzione.

Jungkook sospirò pesantemente abbassando lo sguardo sulle sue mani intrecciate tra di loro. «Non sento niente. Assolutamente niente, Tae. È come se tutti i miei sentimenti fossero stati risucchiati nel buco nero. Non sento fottutamente niente» sussurrò e l'altro poté sentire la rabbia e la disperazione nella sua voce.

«Nari si riprenderà. È una ragazza forte, non si arrenderà facilmente. E poi il dottor Bang mi è sembrato molto bravo, sono sicuro che si prenderà cura di tua sorella» provò ad abbozzare un sorriso.

Jungkook annuì alzando debolmente l'angolo della bocca. «È molto professionale ed è bravo in quel che fa» sussurrò tirandosi il labbro inferiore tra i denti. «Si è svegliata?» domandò poi alzando lo sguardo su Taehyung il quale annuì.

«Sono entrati i tuoi genitori e poi Jimin e Choonyee» rispose passandosi le mani nei capelli. Jungkook annuì abbassando di nuovo lo sguardo rimanendo in silenzio. Taehyung sapeva cosa stava pensando. «Hey guarda che starà bene» gli disse in fretta vedendo Jungkook ricominciare a piangere.

«Ma non sappiamo cos'ha. E-e se avesse un tumore? Se la porteranno via da me?» sussurrò stringendo gli occhi. «Non possono portarmela via» tornò a singhiozzare.

Taehyung lo abbracciò di nuovo premendo le labbra sulla sua tempia. «Non se ne andrà, come ti ho detto è una guerriera. Scopriranno cos'ha e la cureranno. Starà bene, Kookie» gli sussurrò all'orecchio cercando di calmarlo.

Rimasero in quella posizione per svariati minuti: Jungkook che si sfogava bagnando la maglietta dell'altro e Taehyung che lo cullava tra le sue braccia cercando di trasmettergli tutto l'affetto possibile.

Quando il pianto di Jungkook si attenuò leggermente Taehyung ebbe il coraggio di parlare di nuovo. «Vuoi andare a vederla?» sussurrò dolcemente spostandogli delle ciocche di capelli dalla fronte.

Jungkook sospirò ed annuì alzandosi dalla panchina seguito dal ragazzo. «Vuoi venire anche tu?» domandò Jungkook con voce bassa e roca dal pianto.

Taehyung lo guardò a disagio grattandosi il braccio scoperto dalla maglietta. «Posso entrare con Yuseong più tardi, non preoccuparti. Avrai bisogno di privacy» mormorò incerto.

Jungkook sorrise e scosse la testa. «Stai tranquillo, puoi entrare con me» disse prima di rientrare nell'ospedale. Taehyung storse il naso a quel sorriso. Non era affatto quello che era solito vedere e che amava. Non era quel sorriso che gli raggiungeva gli occhi e che trasmetteva felicità in due secondi. Ma non si mise lì a discutere anche perché non era proprio il caso. Così si limitò a seguire il ragazzo in silenzio.

Presero l'ascensore andando al piano del reparto terapia intensiva dove si trovava la sedicenne e probabilmente dove starebbe rimasta per un'intera settimana.

Quando arrivarono davanti alla stanza Jungkook esitò. Guardò i suoi genitori che sembravano stare leggermente meglio rispetto a quella mattina, poi passò ai suoi due amici i quali sembravano molto stanchi.

Prese un bel respiro profondo ed entrò sentendo la figura di Taehyung dietro di lui infondergli sicurezza. Entrò nella stanza ed immediatamente la vide: era lì stesa su quel lettino con un respiratore ed era attaccata a numerosi monitor che controllavano i suoi parametri vitali.

Quando incontrò lo sguardo di Nari i suoi occhi si riempirono ancora una volta di lacrime. Non ne voleva proprio sapere di smettere di piangere quel giorno. Andò a sedersi sulla sedia accanto al letto e si lasciò scappare un singhiozzo. «Che cosa ti è successo» sussurrò accarezzandole dolcemente i capelli.

Nari avrebbe voluto parlare, avrebbe voluto buttarsi su di lui e abbracciarlo ma tutti quei fili le impedivano anche il più piccolo movimento e la stanchezza non le permetteva di parlare.

«Ti voglio così tanto bene, Nari. Ti voglio così tanto bene» sussurrò tra le lacrime stringendo gli occhi. Una lacrima scivolò sulla guancia della ragazza e ben presto ne seguirono molte altre. Si sentiva debole ma riuscì a muovere la mano afferrando quella del fratello.

A quel gesto Jungkook pianse di più posando tanti baci sul dorso della sua mano perennemente fredda posandoci poi la fronte. «Ho così tanta paura di perderti...n-non puoi andartene chiaro? Ho bisogno di t-te, ho dannatamente bisogno di te. Non ti azzardare a lasciarmi solo» pianse stringendole la mano.

Nari tirò su col naso scuotendo piano la testa ricambiando la stretta. La verità era che era spaventata anche lei. Quando il suo cuore aveva smesso di battere per quel minuto si era sentita la vita uscire dal corpo violentemente e non aveva sentito più niente. Non aveva avuto neanche il tempo di rendersene conto ma ricordava il panico che aveva preso possesso di lei quando si era accorta di non riuscire più a respirare improvvisamente. E quando l'avevano rianimata credeva di essersi seriamente risvegliata in paradiso -o all'inferno, non sapeva dove sarebbe finita-, sentiva solo le voci e non riusciva a tenere gli occhi aperti per la stanchezza. Solo quando si era risvegliata in ospedale poco prima si era resa conto di essere viva ed aveva pianto, aveva pianto tantissimo.

«Ho bisogno di te» sussurrò ancora Jungkook aprendo gli occhi guardando la sorellina che lo stava guardando a sua volta comunicandogli tutta la sua paura ma dicendogli con lo sguardo che non l'avrebbe abbandonato.

Taehyung sentì il cuore stringersi a quella visione e strinse le labbra per non lasciarsi scappare nessun singhiozzo.

«C'è...c'è anche Taehyung qui» sussurrò poi Jungkook spostando lo sguardo sul ragazzo. «Verrà anche Yuseong più tardi».

Taehyung si asciugò le guance bagnate e abbozzò un sorriso avvicinandosi al letto. «Hey piccola fotografa. Ci hai fatto prendere un bello spavento, lo sai?» provò a ridacchiare ma il singhiozzo che aveva trattenuto era uscito fuori dalle sue labbra al posto della risata.

Nari abbassò lo sguardo dispiaciuta e Taehyung scosse la testa accarezzandole una mano. «Non è colpa tua, non preoccuparti. Ora pensa solo a riposare e a riprenderti presto» le disse sorridendo dolcemente.

Nari annuì poi alzò di scatto lo sguardo sentendo la porta aprirsi. Il medico fece un breve inchino sorridendo ai tre. «Scusate l'interruzione, potrei parlare con Nari per un minuto?» domandò cortesemente.

«Sì uhm, certo. Andiamo fuori» mormorò Jungkook tirando su col naso dando un bacio sulla fronte alla sorella. «Torno più tardi» le sussurrò prima di lasciare la stanza insieme a Taehyung.

Il dottor Bang si chiuse la porta alle spalle e sorrise a Nari. «Immagino tu sia stanca», la ragazzina annuì guardandosi intorno. «Tranquilla, ti toglieremo il respiratore non appena saremo certi che riuscirai a respirare autonomamente. Non so dirti quando, il livello di ossigeno nei tuoi polmoni è veramente basso. Stiamo facendo degli esami» le spiegò sospirando leggermente.

Nari annuì deglutendo e guardò i suoi parametri vitali che non erano messi alla grande ma per lo meno non erano bassissimi.

«Nari, ti conosco ormai da un po' di tempo e so che sei una ragazza intelligente. Hai un'ipotesi di quello che potresti avere, non è vero?» domandò di nuovo il medico. Senza alcuna sorpresa Nari annuì abbassando lo sguardo. Al che l'uomo prese una penna dal taschino del suo camice e gliela porse insieme ad un foglietto invitandola a scrivere.

Nari sospirò prendendo la penna e con mano tremante scrisse. Quando il dottore lesse impallidì leggermente. «Ho avuto la stessa ipotesi» ammise rimettendo a posto tutto. «Ma Nari...sai che se entrambi abbiamo ragione non c'è modo di uscirne?», la ragazzina annuì sentendo un'altra calda lacrima bagnarle la guancia.

«Faremo il possibile Nari, te lo prometto. Ora però riposa, d'accordo? Ti faremo vari test e penso che entro una o due settimane riusciremo ad avere una risposta» cercò di rassicurarla regalandole un caloroso sorriso. La sedicenne annuì nuovamente fidandosi del dottore. L'uomo annuì a sua volta per poi salutarla ed uscire dalla stanza lasciando che i familiari e gli amici la andassero a salutare.

Ora non le restava che pregare e sperare di sbagliarsi di grosso. 

OHAYOO
Questo è stato il capitolo più difficile da scrivere per ora:  mi sono legata così tanto a questi personaggi da piangere mentre scrivevo. Era come se sentissi tutto il dolore di Kookie e mi ha distrutta.

Sì, sono masochista.

Volevo solo dirvi che da questo momento in poi mi concentrerò maggiormente sui personaggi principali. Non significa che gli altri non avranno più spazio ma dal momento che le loro storie si sono concluse, o quasi, vorrei lasciare più spazio ai protagonisti per concludere anche le loro storie.
Ci troviamo già al quarantacinquesimo capitolo e non vorrei tirare troppo per le lunghe questa storia. Per questo più andrete avanti e più le vicende scorreranno più velocemente, ma ciò non vuol dire che saranno scritte a capocchia de cane.

Detto ciò, cos'avrà mai Nari? Lei ed il dottore hanno ragione? E se sì, cosa mai avranno ipotizzato?

Vorrei darvi un indizio dicendovi uno dei miei libri/film preferiti ma non voglio spoilerarvi nulla fino al prossimo capitolo :).

-盖亚🌺

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