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四十七 Niente più segreti

Boys don't cry dei The Cure faceva da colonna sonora quella sera al nostro ventunenne che faceva esattamente tutto il contrario di ciò che diceva la canzone. Le calde lacrime avevano smesso difficilmente di cadere dai suoi occhioni da cerbiatto con il dolore impregnato in essi.

Fissava con sguardo vuoto e totalmente assente il liquido del suo bicchiere. Aveva bevuto forse neanche due sorsi poi improvvisamente la sete e la fame si erano volatilizzati lasciando solo un gran vuoto che non aveva idea di come riempire. La sua vita, la vita della sua famiglia, era cambiata radicalmente nel giro di poche ore in un giorno e, nonostante fosse passata già una settimana dal ricovero di Nari, non riusciva ancora a capacitarsi di quello che stava accadendo.

Sua sorella era malata, stava morendo lentamente, all'età di quarant'anni l'avrebbe persa sicuramente o avrebbe potuta perderla anche fra un mese, un anno, fra un giorno. Da quanto aveva capito quella malattia –di cui si rifiutava di ricordare il nome, tanto gli faceva schifo- era una brutta puttana: poteva uccidere la sua meravigliosa sorellina da un momento all'altro. Ogni minuto poteva essere l'ultimo per lei e ciò lo aveva deteriorato.

La vista era appannata, non riusciva neanche più a vedere bene quel bicchiere davanti a lui a causa delle lacrime. Neanche un singhiozzo fuoriusciva dai suoi rosei boccioli i quali erano stretti tra di loro in una linea sottile.

«Jungkook, sicuro di non voler neanche una ciambella? Puoi riportarla a casa» disse gentilmente Jiwon posando una mano sulla spalla di Jungkook.

Il giovane ragazzo scosse la testa tenendola sempre bassa, gli occhi coperti dal ciuffo –che iniziava a diventare un po' troppo lungo- e dal cappuccio nero.

«Non hai bevuto neanche un po' di spremuta d'arancia» continuò il proprietario del bar con una smorfia triste disegnata sulle labbra.

Jungkook scosse di nuovo la testa fissando il liquido arancione nel bicchiere. Nari adora la spremuta d'arancia. E bastò solo quel pensiero a permettere ad altre lacrime di tratteggiare la loro via sulle sue guance non più tanto paffute come una settimana prima. Sembrava quasi che si stesse lasciando morire insieme a sua sorella.

Jiwon sospirò pesantemente decidendo di lasciargli del tempo da solo mentre andava a servire altri clienti. Il campanello del Candy pop suonò, segno che era entrato qualcuno.

Jungkook lo ignorò del tutto a differenza di come avrebbe fatto qualsiasi altra volta data la sua perenne curiosità. Faceva quasi paura: non si era mosso di un solo centimetro da quando si era seduto su quello sgabello. Era passata un'ora e mezza.

«Sapevo di trovarti qui» la voce di Yuseong gli arrivò alle orecchie ma neanche quello gli fece spostare lo sguardo dalla spremuta di arancia nel suo bicchiere lucido.

Sentì lo sgabello accanto al suo strusciare a terra e poi un'ombra accanto a lui. Sospirò e con la coda dell'occhio riuscì a scorgere l'inconfondibile profilo dell'insegnante per la quale aveva una cotta. «Mi cercavi?» finalmente aprì bocca e la sua voce uscì così profonda e roca da far venire la pelle d'oca a Yuseong. Non era riuscita a scorgere un minimo di dolcezza, timidezza e felicità che caratterizzavano quel ragazzo.

«Sono andata a trovare tua sorella e ho chiesto di te. Lei mi ha detto che eri scappato poco fa ed ero certa di trovarti qui. Sicuramente non saresti andato in un nightclub» la venticinquenne accennò una lieve risata sperando di contagiare un minimo il ragazzo accanto a lei, ma non ebbe alcun successo.

«Mi hai trovato» mormorò con voce piatta mentre con l'indice della mano destra disegnava linee casuali sulla superficie fredda del bancone.

«Ho-ho saputo» mormorò poi Yuseong facendo un cenno a Jiwon di portarle un frullato di fragole. «Mi dispiace davvero tanto Jungkook» sussurrò stringendo le labbra.

«Già» si limitò a dire il ragazzo chiudendo gli occhi e prendendo un respiro profondo. «Già, anche a me».

«Ma questo non è un motivo valido per scappare da tua sorella nel momento in cui ha più bisogno di te» continuò la maggiore intenzionata a farlo ragionare e tornare in ospedale dalla ragazzina.

«No? Davvero? Ha tenuto nascosta una malattia mortale a tutta la famiglia e ai suoi amici. Mi stai davvero dicendo che non posso reagire così? La perderò, non importa quante terapie o medicinali prenderà, la perderò ugualmente» sbottò tenendo comunque un tono di voce basso non avendo neanche la forza di urlare.

«E vuoi davvero continuare a comportarti come se non ci fosse già più? Non sto dicendo che non hai il diritto di incazzarti. Nari ha sbagliato e l'ha riconosciuto, questo di certo non farà sparire il dolore di nessuno ma, Jungkook, lei c'è e ha bisogno di te più che mai. Sei suo fratello maggiore e devi darle forza. Vuoi davvero comportarti così, piangendoti addosso? Lei non è morta Jungkook».

«Tu non capisci. È sempre stata lei la mia ancora, il mio bastone, è lei che mi dà costantemente la forza di andare avanti, non il contrario. Senza di lei sono solo un corpo che continua a respirare perché deve farlo».

«Cristo Jungkook ma ti ascolti? E mi ascolti? Tua sorella c'è ancora, non se n'è andata e spero con tutto il cuore che lo faccia il più tardi possibile. Voi due avete un rapporto stupendo, il rapporto più bello che possa esistere tra fratello e sorella. Ti giuro, non ho mai visto dei fratelli uniti come voi due, siete come una cosa sola. E so che è proprio per questo che adesso ti senti morire ma devi regalarle dei momenti indimenticabili, devi starle vicino. Ora devi essere tu la sua ancora».

Jungkook si lasciò scappare un singhiozzo e si coprì velocemente il volto per non farsi vedere da nessuno in quello stato pietoso. «Ho paura. Ho paura di poter passare le mie giornate a piangere mentre ce l'ho accanto, ho paura di non farla più sorridere come una volta e ho paura di infonderle solo tristezza perché è quello che provo ora».

«Non dico che spruzzerai gioia da tutti i pori perché la situazione non è delle migliori ma una volta superata questa fase lo accetterai e sono sicura che farai passare momenti bellissimi a tua sorella. Sono certa che ci riuscirai, dovrete affrontare tutti la stessa cosa in famiglia, lo stesso identico dolore, ma andrete avanti solo stando insieme. Non dico neanche di fingere che sia tutto okay ma non dovete stare così per sempre, soprattutto davanti a lei. Non dovete farle pesare questa malattia, d'accordo? Trattatela come avete sempre fatto».

Jungkook dondolò la testa in un cenno d'assenso, poi chiuse le mani in due pugni e si asciugò il viso cercando di calmare il pianto disperato che andava avanti da fin troppo tempo. Probabilmente aveva così sprecato la maggior parte di acqua che aveva nel corpo.

«Hai ragione. Grazie Yu, davvero. Ti ringrazio» sussurrò voltandosi verso di lei con gli occhi arrossati ma con un dolce sorriso accennato sulle sue labbra screpolate.

Yuseong sorrise ampiamente accarezzandogli i capelli e liberandogli la fronte dal ciuffo lungo che sembrava dargli fastidio agli occhi. «E non lasciarti andare Jungkook, tu devi vivere per lei quando...» si fermò stringendo le labbra. Non voleva peggiorare la situazione, ma le parole erano uscite impulsivamente.

Jungkook alzò l'angolo della bocca prendendo un gran respiro profondo per poi bere la spremuta d'arancia. Jiwon da lontano sorrise alla scena ringraziando mentalmente Yuseong. Lui e Jungkook non erano amici stretti ma avevano comunque stretto una certa amicizia, nonostante lui fosse una decina di anni più grande, e vederlo in quello stato gli aveva stretto il cuore in una morsa assurda.

Improvvisamente Tonight  I celebrate my love di Peabo Bryson e Roberta Flack esplose nel bar sempre popolato a qualsiasi ora del giorno e Jungkook fece saettare lo sguardo sul jukebox notando una ragazza che si era allontanata proprio da esso.

Non capiva se il grande capo lo odiava così tanto da mettere addirittura quella canzone nel mentre era con Yuseong oppure si divertiva e basta a vederlo impazzire.

«Questa canzone è molto bella» constatò Yuseong ringraziando Jiwon con un gran sorriso quando le porse il suo frullato alla fragola.

Jungkook si tirò giù il cappuccio sistemandosi i capelli e premendo la lingua nell'interno guancia. «Molto bella» sussurrò mentre un sorriso involontario gli illuminava il volto stanco.

«Non l'ascoltavo spesso da piccola a dire il vero, ma non è niente male» continuò Yuseong avvolgendo le labbra rosse di lucidalabbra attorno alla cannuccia viola.

Jungkook annuì semplicemente volendo solo che qualcuno cambiasse canzone per terminare quel momento così imbarazzante. Non voleva pensare ai suoi pensieri sentimentali in quel momento, aveva cose più importanti a cui pensare. Era come se si sentisse in colpa nei confronti di Nari a pensare ai suoi due amanti. Ma sapeva infondo che Nari voleva esattamente quello e che non pensasse alla sua malattia.

«Yu tu...sei qui come amica vero? Non per altro» sussurrò incerto. Sapeva che non doveva dubitare della più grande ma quell'incertezza gli stava martellando la testa.

«Sarei davvero senza cuore se facessi una cosa del genere, Kook. Sono qui come amica e come supporto in una situazione difficile per te. Io e Tae ci siamo ripromessi di non entrare in competizione» sorrise l'insegnante di astronomia portandosi i capelli dietro alle spalle.

Jungkook fu immensamente sollevato dalla risposta della ragazza e dal fatto che non se la fosse presa per quel suo dubbio. «Grazie» mormorò girando le ginocchia anche dalla sua parte e aprendo le braccia.

Yuseong rimase davvero sorpresa da quel gesto e, dopo aver esitato qualche secondo, si sporse verso di lui stringendolo forte tra le sue braccia. «Lo faccio con piacere, Kook. Per qualsiasi cosa io ci sono» gli sorrise amorevolmente dandogli un bacio sulla guancia prima di allontanarsi

Jungkook sorprendentemente non arrossì ma in compenso le sorrise sinceramente ringraziandola ancora. «Ora credo di dover tornare da Nari» mormorò finendo la spremuta d'arancia e lasciando le banconote sul bancone. «Salutami Jiwon» le sorrise debolmente prima di scendere dallo sgabello e dirigersi fuori da lì per raggiungere l'ospedale.

Nari era rimasta sola nella sua stanza d'ospedale poiché aveva praticamente costretto i suoi genitori ad andare a cenare dal momento che loro invece cocciutamente avevano protestato per mangiare qualcosa dalle macchinette automatiche.

Era così assorta nel leggere il suo libro che neanche si era accorta di una seconda figura nella stanza che si stava avvicinando a passo lento e titubante. Solo quando nel suo campo visivo entrarono un paio di scarpe nere parve rendersene conto. Sobbalzò impercettibilmente e alzò di scatto lo sguardo rilassandosi quando vide che era solo suo fratello.

Il ventunenne aveva un'espressione dispiaciuta e pentita, lo specchio esatto del viso di Nari in quel momento. Rimasero a fissarsi per un minuto intero senza dirsi niente, urlandosi con lo sguardo delle scuse sentite.

Poi Jungkook tirò fuori dalla busta che aveva in mano una bottiglietta gialla che porse alla ragazzina senza dire nulla.

Sulle labbra di Nari si stese un dolce sorriso mentre allungava una mano afferrando la bottiglietta di latte alla banana.

«Mi dispiace».

«Scusami» dissero entrambi in contemporanea. Entrambi ridacchiarono e Nari si fece di lato ospitando suo fratello accanto a lei.

«Mi dispiace per essere scappato in quel modo prima» mormorò Jungkook aiutandola ad aprire la bottiglietta sigillata.

«Dispiace a me per aver tenuto nascosta una cosa così importante. Non so davvero a cosa stavo pensando. Insomma non è come quando ti ho tenuto nascosto il mio primo bacio» mormorò Nari prendendo un sorso.

«Già...aspetta, cosa? Primo bacio?» Jungkook si voltò repentinamente verso di lei con gli occhi spalancati.

Nari sorrise innocentemente posando la bottiglietta sul comodino accanto al letto che conteneva solamente le sue mutande e degli oggetti personali che si era portata dietro. Ma avrebbe dovuto togliere di nuovo tutto siccome il giorno dopo l'avrebbero trasferita in un altro reparto, quello dedicato solo ed esclusivamente agli affetti da F.C.

«Uhm potrei aver dimenticato di non avertelo detto» chiuse un occhio imbarazzata grattandosi un braccio.

«Traditrice! Io ti ho perfino raccontato della mia prima volta!» esclamò il maggiore oltraggiato.

«Sì e sinceramente avrei preferito non sapere tutti quei dettagli» borbottò spalancando gli occhi con una dolce smorfia che fece ridere Jungkook. «Comunque non è stato niente di che. Ricordi quando a quattordici anni ho avuto il mio primo ragazzo per tre mesi prima che venissi ricoverata?».

«Mh-hm» annuì Jungkook assottigliando lo sguardo.

«Ecco, a capodanno sono andata con lui e Choonyee ad una piccola festa a casa di una nostra compagna di classe e...niente, mi ha baciato poco dopo la mezzanotte. Sì beh è stato molto emozionante al momento ma è stato solo un bacio a stampo, tranquillo» ci tenne a precisare vedendo come suo fratello si stava già agitando.

«Grazie per avermelo detto con due anni di ritardo» sbuffò lui alzando gli occhi al cielo. Nari ridacchiò mormorando delle scuse e Jungkook quasi si commosse nel sentire la sua risata. «Quando ti portano da mangiare?».

«Oh qui mangiano all'ora delle galline. Mi hanno portato da mangiare poco dopo che te ne sei andato tu» rispose lei prendendo un sorso dalla bottiglietta. «Bistecca di manzo, mai mangiata in vita mia. Ma sembrava buona».

«Accidenti, la prossima volta devo esserci per rubarti il cibo» borbottò Jungkook ridendo subito dopo e contagiando anche sua sorella che però dovette moderare la sua risata per non avere una crisi di tosse. «Hey» disse poco dopo richiamando l'attenzione della più piccola.

«Sì?» chiese Nari curiosa alzando lo sguardo su di lui.

«Niente più segreti d'ora in poi» le disse il corvino porgendole il mignolo.

Nari sorrise annuendo allacciando anche il suo piccolo mignolo con quello decisamente più grande del fratello per poi far combaciare i loro pollici. «Niente più segreti, promesso» sorrise ampiamente.

Jungkook ricambiò posandole un bacio sulla fronte poggiando poi la testa sulla sua spalla. Non sapeva cos'avrebbe fatto senza la sua piccola ancora ma non voleva pensarci. Gli altri avevano ragione: lei era lì con lui ed era ancora viva, quella era la cosa più importante. 

OHAYOO
Avevo promesso di pubblicare alle 14:00 e mi scuso tantissimo ma mi sono persa a vedere dei film e me n'ero completamente dimenticata.

Tra l'altro ho appena finito Midnight Sun e non chiedetemi come sto perché non sto AHAHAHA.

Comunque, per chi non l'avesse letto sulla mia bacheca, ho aperto un account instagram dedicato a wattpad e sì anche a me perché sul mio profilo principale non mi sento esattamente libera di postare storie instagram che sento di poter postare lì. Mi trovate sempre con il nome di yourlittlecarrot!

Passate un buon pomeriggio e una bellissima serata bellezze💜

-盖亚🌺

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