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十八 Credi che non mi veda porno gay?

Come il forte rumore di una palla che si scontrava contro il terreno ripetutamente e ad una velocità quasi sovrumana il proprio battito cardiaco risuonava nelle orecchie di Jungkook. Il corvino non riusciva a stare un attimo fermo all'interno del soggiorno della propria casa mentre mille pensieri e paranoie gli vorticavano nella mente. I denti mordicchiavano e tiravano le pellicine intorno alle sue dita procurandogli di tanto in tanto dei sussulti quando faceva troppo male. Stava facendo innervosire sua sorella la quale non aveva abbandonato neanche per un secondo la figura alta del fratello. «Dio mio Jungkook fermati un attimo. Mi stai facendo girare la testa» si lamentò grugnendo infastidita premendosi due dita sulle tempie.

«Io non ancora ci credo che solo adesso ha scoperto il grado di parentela tra Taehyung e la sua insegnante» mormorò Choonyee seduta accanto a Nari sul divano anch'ella con gli occhi puntati su Jungkook. «Questo significa che Jimin ha vinto, accidenti. Dobbiamo dargli i soldi» sussurrò poi a voce più bassa non volendo farsi sentire dal più grande.

«Io non posso credere che abbiate scommesso su di me» sbottò all'improvviso Jungkook girandosi a fulminare con lo sguardo le due ragazzine. Choonyee spalancò gli occhi chiedendosi come facesse a saperlo, si girò verso la sua migliore amica che aveva lo sguardo puntato sul soffitto e capì.

«Che c'è! Sai che gli dico sempre tutto» si giustificò la ragazza dai capelli per metà verdognoli: ormai il blu iniziava a sbiadirsi. Choonyee sbuffò guardandola male mentre l'altra alzava le mani in segno di resa inclinando poi la testa e assottigliando lo sguardo. «Da quando non porti più gli occhiali tu?» domandò notando solo in quel momento che la più piccola non indossava i suoi soliti occhiali.

«L'oculista mi ha dato il permesso di utilizzare le lenti a contatto. Sai che non ho mai sopportato indossare gli occhiali».

«Ma così mi lasci ad essere l'unica occhialuta! Sei un'infame Choo», Jungkook batté le mani per attirare nuovamente l'attenzione su di sé e sul motivo per il quale si erano riuniti tutti e tre in soggiorno approfittando de fatto che i signori Jeon non erano a casa. Sarebbe dovuto andare anche Jimin ma purtroppo aveva il turno di lavoro al negozio di elettronica.

«Pronto? Stiamo parlando di me qui non degli occhiali di Choonyee, scusa Choonyee» disse velocemente guardando la ragazza che aveva messo su un piccolo broncio fintamente offeso all'affermazione dell'amico.

«Non capisco dove sia il problema, Kook. Taehyung vuole che tu gli faccia da modello per il suo progetto universitario, e allora? È un'opportunità stupenda per rimanere da solo con lui! Non capisco perché ti lamenti» sbuffò Nari sistemandosi la montatura nera degli occhiali. Il maggiore arricciò il naso non sapendo effettivamente cosa rispondere. Odiava quando sua sorella aveva ragione, a volte quasi non sopportava il fatto che una ragazzina di sedici anni fosse più saggia e ragionevole di lui. Cercava sempre di trovare un argomento a suo favore per avere ragione nonostante avesse torto.

«Non so come comportarmi! Tecnicamente non ho neanche accettato, avevo solo detto che ci avrei pensato. È stata Yuseong che ha fatto tutto da sola. Io non sono pronto a rimanere solo con Taehyung mentre lui è concentrato sulla mia figura per scattarmi foto» si lamentò lasciandosi cadere a peso morto in mezzo alle due amiche che lo stavano guardando con un sopracciglio alzato e un'espressione esasperata. Quella scena andava in onda ogni qualvolta che Jungkook aveva qualcosa da fare con Taehyung. Era stressante soprattutto per la povera Nari che si ritrovava ogni volta a doversi sorbire il fratello dandogli anche dei consigli.

«Ma non rimani solo con lui ogni volta che ballate?» domandò confusa Choonyee non capendo il nesso logico. Quasi in contemporanea Nari si schiaffò una mano sulla fronte non per la sua migliore amica quanto per il fratello.

«Io davvero non capisco se ci fai o ci sei» sussurrò beccandosi un pizzicotto da parte di Jungkook che la fece solamente rabbrividire ma nulla di più. «Stai per avere un book fotografico da parte della persona che ti piace e stai qui a lamentarti perché ti vergogni che lui ti guardi e ti fotografi?! Mi spieghi cosa c'è che non va con te, Jungkook?! Io al tuo posto mi ci sarei fiondata senza fare storie e ne avrei approfittato per avere finalmente gli occhi della persona che mi piace addosso!» iniziò con tono calmo per poi iniziare ad urlare, azione che le procurò un forte colpo di tosse. Il maggiore si allarmò ma la più piccola lo tranquillizzò con un cenno della mano. Si riprese in fretta anche se era paonazza in viso e si mise in piedi davanti al fratello mentre Choonyee la guardava con un sorrisetto divertito e fiero. «Adesso tu alzi il tuo culo da quel divano e vai a fartelo sfondare da quel pezzo di manzo di Taehyung!», sia Choonyee che Jungkook spalancarono gli occhi a quell'esclamazione ma ebbero due reazioni totalmente diverse: Choonyee scoppiò a ridere spalancando la bocca in un'espressione incredula mentre Jungkook aveva appena visto davanti ai suoi occhi passare tutta l'innocente infanzia della sorellina.

«Chi ti ha insegnato a parlare così sporco? E-e da quando sei informata sul sesso?!» strillò quasi come una ragazzina con voce stridula.

«Ma andiamo Jungkook, ho sedici anni. Credi che non mi veda porno gay?» Nari parlò senza pensare ragion per cui, quando si rese effettivamente conto di quel che aveva lasciato le sue labbra, sgranò gli occhi preparandosi a correre.

«Tu cosa?!» Jungkook sembrava sul punto di avere un infarto. D'altro canto Choonyee quasi non respirava più per le risate che quella stramba accoppiata di fratelli le procurava.

«Non stiamo parlando di me adesso! Mettiti la giacca e prendi la macchina! Io ho una lezione di pianoforte da fare e tu un cuore da conquistare!», Jungkook si trovò costretto a darle ascolto e si alzò dal divano facendo cenno a Choonyee di seguirlo.

«Prima riportiamo Choonyee. Quando torniamo a casa noi due dobbiamo fare i conti» borbottò il corvino afferrando le chiavi dell'auto.

«Allora prendo la calcolatrice».




Anche quel pomeriggio di inizio Aprile era caratterizzato da una fine pioggia che però mischiata al vento era altamente fastidiosa. Pareva che la primavera non volessi proprio arrivare con quelle meravigliose giornate soleggiate e con i fiori che sbocciavano rendendo tutto più allegro. Jungkook amava la primavera e vedere ancora quelle giornate cupe in Aprile, quando la sua stagione preferita sarebbe già dovuta arrivare, lo irritava. Non vedeva l'ora di poter osservare le strade colme di petali di fior di pesco o ciliegio. Rendevano tutto più magico. Arrivati davanti alle ormai familiari villette dei Kim e del signor Min, i due fratelli si salutarono con la raccomandazione di ritrovarsi lì dopo un'ora e mezza. Jungkook suonò al campanello aspettando che Yuseong venisse ad aprirgli -non sapeva neanche lui perché si aspettava la ragazza, magari per prepararsi psicologicamente nel vedere Taehyung-. Invece a presentarsi davanti alla porta fu proprio quest'ultimo con il suo bellissimo sorriso rettangolare. Il corvino venne colpito immediatamente dalla bellezza dell'altro: i suoi capelli erano leggermente scompigliati, indossava degli occhiali da riposo dalla montatura sottile, una felpa grigia priva di fantasie gli ricadeva morbida sul busto mentre a fasciargli le gambe vi erano dei pantaloni neri di una tuta dal cavallo basso. Jungkook aveva la bava alla bocca. Trovava attraente il ragazzo vestito in quel modo, figuriamoci se lo avesse visto in un abito elegante. «C-ciao Tae» balbettò sorridendo imbarazzato sperando che non si fosse notato come lo stava mangiando con gli occhi. Il maggiore lo salutò con un rapido abbraccio facendolo poi entrare in casa. «Tua sorella non c'è?» gli domandò mordicchiandosi il labbro inferiore. Una parte di lui sperava che Yuseong fosse in casa così da salvarlo se fosse caduto in qualche momento di imbarazzo totale con Taehyung, d'altra parte sperava che ci fosse solamente lui così da passare del sano tempo con la sua cotta.

Il cuore perse un battito quando Jungkook vide Taehyung scuotere la testa mentre gli faceva cenno di togliersi il cappotto. «No, è andata in centro a fare spesa. Ha detto che non voleva disturbare il mio lavoro» scrollò le spalle andando verso una stanza a Jungkook sconosciuta. «Ti aspetto qui appena sei pronto» gli sorrise gentilmente entrando nella stanza. Presupponeva fosse il suo studio. Jungkook annuì togliendosi cappello, cappotto e scarpe prima di raggiungere l'amico. Rimase sbalordito una volta che entrò in quella stanza che apparentemente sembrava piccola ma che in realtà era grande quanto due camere da letto. Era divisa a metà: da una parte vi erano tutti gli utensili per la pittura più delle tele complete messe ordinatamente in un angolo mentre una da poco iniziata era messa sul piedistallo. Nell'altra metà vi erano almeno cinque tipi diversi di macchinette fotografiche professionali e una polaroid posti su una mensola, a terra vi era un telo verde arrotolato e agli angoli della stanza c'erano delle luci fotografiche. Poi quasi in mezzo alla stanza era posizionato una poltroncina in velluto verde. Insomma era un vero e proprio studio professionale.

«Avrei voluto scattarti qualche foto all'aperto ma non mi sembra il caso con questo tempo. Magari la prossima volta» storse dispiaciuto le labbra Taehyung. Facendo spalancare impercettibilmente gli occhi all'altro ragazzo.

«L-la prossima volta?» mormorò deglutendo e tossendo leggermente, dandosi dell'idiota per aver balbettato. Immaginava il suo angelo custode prendersi a sberle ogni volta e stranamente aveva le sembianze di sua sorella. Inquietante.

Taehyung ridacchiò iniziando a sistemare tutto il necessario e annuì. «Sì, se ovviamente per te non è un problema. Se queste foto usciranno bene potrei prendere in considerazione il fatto di farti diventare il soggetto di tutte le mie foto. Qualcosa mi dice che sei molto fotogenico» osò il biondo posizionando nel punto giusto le luci per far venire al meglio le fotografie.

Jungkook arrossì borbottando qualcosa tra sé e sé senza farlo capire a Taehyung. «Ne sarei onorato» riuscì a dire poco dopo sentendosi fiero per non aver balbettato. Il finto biondo gli sorrise smagliante prendendo poi un piccolo sgabello e posizionandolo davanti al piedistallo che avrebbe retto la macchinetta fotografica.

«Ora siediti pure lì, voglio che ti rilassi e che tu segua le mie istruzioni» gli indicò la sedia andando a prendere una delle macchinette fotografiche posizionandola sul piedistallo. Jungkook obbedì in silenzio andando a sedersi su quel piccolo sgabello cercando di non far notare il suo imbarazzo. Con quale coraggio era lì a farsi fotografare dalla sua cotta? Conoscendosi di lì a poco avrebbe combinato sicuramente qualche casino, ci avrebbe potuto mettere la mano sul fuoco. «Perfetto. Ora Kookie voglio che guardi dritto nella fotocamera con lo sguardo più seducente che tu riesca a fare» mormorò il futuro fotografo concentrato ad avvicinare l'occhio destro, dopo essersi tolto gli occhiali, al mirino inquadrando per bene la figura del minore.

Il corvino aveva strabuzzato gli occhi, forse per la cinquantesima volta in quella giornata, non appena aveva sentito la posa che doveva assumere. Sguardo seducente? E quando mai lui era riuscito a fare uno sguardo seducente! Se avesse saputo farlo sicuramente avrebbe cercato di ammaliare Taehyung con esso, senza essere così maledettamente impacciato. «Non penso di riuscirci, hyung» storse le labbra e arricciò il naso grattandosi la nuca.

Taehyung aggrottò la fronte mettendosi dritto e togliendo il viso da davanti la fotocamera. «E perché mai? Non hai nulla di cui vergognarti, Kook. Sono solo io» sorrise affabilmente cercando di rassicurarlo.

Esatto! Sei tu, dannazione. Jungkook era ancora molto restio, non sapeva cosa fare. L'imbarazzo da vincere era molto e non aveva idea di come poter posare per Taehyung senza diventare una sottospecie di pomodoro con due arti superiori ed inferiori. Poi d'improvviso nella mente gli si proiettò la vocina di sua sorella Nari che gli urlava di fare quella dannata foto così magari avrebbe anche potuto far colpo sul ragazzo. E fu con quel pensiero che Jungkook riuscì a puntare il suo sguardo "innocente" sull'obiettivo della fotocamera improvvisando il suo miglior sguardo seducente. Avrebbe davvero voluto suscitare una qualche reazione positiva da parte del finto biondo.

Quest'ultimo sorrise soddisfatto e non perse tempo a scattargli due foto velocemente. «Sei stato magnifico! Per un momento ho pensato davvero che tu ci stessi provando con me con quello sguardo. Dovresti provare a guardare così la persona che ti piace, cadrebbe ai tuoi piedi!» esclamò strizzandogli un occhio e alzando un pollice.

Jungkook sentì le spalle afflosciarsi mentre emetteva un pesante sospiro. Finse un sorriso annuendo leggermente. Certo che per non accorgersi che gli sbavo dietro deve essere un po' cieco. Però rimane sempre la persona più bella che abbia mai incontrato, pensò il corvino perdendosi a guardare il viso angelico del maggiore. Le gote si colorarono di un rosso scarlatto quando si accorse che Taehyung stava muovendo le labbra e lui non lo stava ascoltando per niente.

«Va bene?» domandò l'altro allargandosi in un sorriso allegro. Jungkook andò nel panico più totale. Cercò di ricordarsi il movimento delle sue labbra per leggere il labiale, ma nulla. Maledetto Taehyung e la sua infinita bellezza!

«Perdonami, cosa?» la voce non gli uscì più forte di un debole mormorio. Taehyung ridacchiò, si era accorto che in quel breve momento il più giovane si era assentato mentalmente. Si domandava a cosa stesse pensando.

«Dicevo, ora voglio che tu mi stupisca con il tuo sorriso, d'accordo? Abbagliami!» esclamò con enfasi scoppiando subito dopo a ridere per il suo stesso tono di voce contagiando anche Jungkook il quale annuì sentendosi già più a suo agio nel fare quella posa.

Dopo altri tre o quattro scatti Jungkook iniziò ad essere decisamente più sciolto nel posare e incominciò a divertirsi nel farsi fotografare. A tal punto che Taehyung non doveva neanche più dirgli in che posizione mettersi o che espressione fare poiché il ragazzo stava facendo tutto da solo, strappando delle risate sincere a Taehyung.

In quel momento si trovava con il telo verde alle spalle, che precedentemente Taehyung aveva sistemato sul muro, mentre aveva tra i denti una rosa finta e lo sguardo dolce puntato sull'obiettivo della fotocamera. Taehyung nel vederlo era scoppiato a ridere e aveva successivamente ammesso che le ragazze del suo corso sarebbero sicuramente impazzite nel vedere quel suo sguardo così adorabile. Jungkook non poté fare a meno di illudersi e pensare che magari sotto sotto anche Taehyung stesso stava impazzendo vedendolo. Era più forte di lui pensarla in quel modo.

Contemporaneamente a quella esilarante scena, Yuseong era appena tornata con due buste stracolme di cibo. In realtà possiamo ben immaginare che Yuseong aveva inventato una scusa su due piedi per lasciare i due ragazzi da soli, ma effettivamente quando si era trovata davanti al supermercato aveva realizzato che la spesa doveva farla realmente.

Sentendo le risate provenienti dallo studio del fratello lasciò le buste sul tavolo della cucina e si diresse verso la fonte dei suoni. Delicatamente, e senza far rumore, aprì la porta trovando i due ragazzi a ridere come matti farfugliando frasi incomprensibili. Si fece scappare una risata a sua volta facendosi beccare di conseguenza. Jungkook con le guance arrossate si girò verso la porta socchiusa e scorse la figura della sua insegnante mentre Taehyung le sorrise allegramente.

«Scusatemi, non volevo disturbarvi» si scusò la ragazza abbozzando un sorriso dispiaciuto. Taehyung scosse la testa ridacchiando e asciugandosi le piccole lacrime che si erano formate ai lati dei suoi occhi.

«Non preoccuparti, avevamo finito comunque». Jungkook annuì ancora leggermente rosso in volto, prese le sue cose e controllò l'orario sgranando gli occhi.

«Nari!» esclamò notando che la lezione di piano di sua sorella era finita da almeno quindici minuti. I due fratelli scoppiarono a ridere vedendo il ragazzo scusarsi e correre via dalla stanza e successivamente dalla casa.

«Strano, si dimentica sempre di quella peste quando è qui» ridacchiò Taehyung iniziando a mettere a posto le attrezzature.

«Già, mi chiedo perché» disse Yuseong cercando di non far trasparire il sarcasmo dalla sua voce. «Come sono venute le foto?» domandò poi prendendo direttamente la macchina fotografica per scorrere nel rullino foto.

Taehyung sorrise ampiamente mentre toglieva il telo verde sulla parete. «Benissimo. Immaginavo che Jungkook fosse fotogenico ma non così tanto! Insomma, sembra veramente un modello, ne ha proprio la stoffa».

Yuseong sorrise a quelle parole e si soffermò a guardare una foto scattata in una posa naturale dove Jungkook probabilmente stava solo sorridendo a Taehyung ignaro di essere fotografato. «Sì, è davvero carino» si fece scappare ma non diede molto peso a quelle parole, reputandole normali. Taehyung al contrario si bloccò e si girò verso la sorella inarcando un sopracciglio nel vedere il suo sorriso. Che stava succedendo? 

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