五十 Sai che il tuo nome significa bellezza?
L'ospedale non era quasi mai silenzioso: c'era sempre il vociare dei medici ed infermieri che vagavano indaffarati per i corridoi o anche le voci squillanti di chi veniva a trovare qualche ricoverato. Ma quando l'orario di visita terminava gran parte della struttura calava in un silenzio assordante che inizialmente poteva anche essere rilassante ma poi diventava sempre più opprimente.
Ed era proprio per quel motivo che Nari aveva preso l'abitudine di accendere il piccolo stereo che si era fatta portare da casa mettendo a volume non troppo alto il cd della sua band australiana preferita.
Sospirò pesantemente aggrottando la fronte mettendosi seduta a gambe incrociate sul suo letto mentre Fly away dei 5 Seconds of Summer aleggiava nella stanza che come sempre odorava di disinfettante.
Si tirò varie pellicine dal labbro inferiore mentre si rigirava tra le dita la scatolina rosa di caramelle alla cannella. Aveva scoperto che effettivamente erano veramente buone ma non le aveva finite tutte, non lo riteneva corretto. E anche perché voleva avere una buona scusa per rivedere quella ragazza. Erano un paio di giorni che non la vedeva neanche aggirarsi nei corridoi del suo reparto e Nari aveva questo strano desiderio di rivederla.
Ma non sapeva dove trovarla. Non sapeva neanche se era una paziente dell'ospedale! E se così fosse stato, in che reparto era? Non le aveva detto nulla e trovarla sarebbe stato piuttosto impossibile.
Per un momento le era venuto in mente anche di tornare alla macchinetta automatica del terzo piano sperando di ritrovarla lì ma aveva scartato quasi subito quell'idea. Quale motivo aveva quella ragazza per tornare a quella macchinetta se aveva detto che era malfunzionante? Sarebbe stato inquietante anche da parte di Nari appostarsi lì aspettando di vederla.
Sbuffò esasperata e si alzò dal letto iniziando a fare avanti e indietro davanti al letto colpendosi delicatamente la fronte con l'indice.
Pensa Nari, pensa. Cosa potresti fare per rivederla? Potrei chiedere a Hyuna, quella donna sembra conoscere quasi tutti in quest'ospedale. Ma cosa potrei dirle? Di certo una descrizione fisica non aiuterebbe molto, chissà quante altre persone qui dentro le somigliano.
«Sounds good feels good», una voce alle sue spalle la fece sobbalzare. Fece cadere a terra la scatoletta ed imprecò a bassa voce abbassandosi a raccoglierla e girandosi di scatto verso la porta aperta. Accidenti a lei che dimenticava sempre di chiuderla.
Spalancò gli occhi quando vide la ragazza delle caramelle alla cannella guardarla con un sorrisetto divertito. Nari arrossì contro la sua volontà e diede un colpo di tosse parlando subito dopo. «Che ci fai qui?» chiese in tono stupito ma non poteva nascondere il fatto che le aveva fatto enormemente piacere soprattutto perché la stava cercando. Per caso ha qualche potere strano per sentire i pensieri altrui?
«Mi sono ricordata il tuo reparto e volevo venire a vedere come stavi» rispose con nonchalance l'altra ragazza decisamente più alta di Nari. Notando lo sguardo confuso e sorpreso di quest'ultima si affrettò a darle una spiegazione. «Lo faccio sempre con quelli nuovi».
«Come...» mormorò Nari sempre più confusa e anche leggermente inquietata a dire il vero.
La ragazza rise notando la leggera paura negli occhi di Nari e scosse la testa rimanendo però sempre sullo stipite della porta. «Sono in quest'ospedale da circa tre mesi. Ho imparato a conoscere più o meno tutti, incredibile ma vero».
Nari separò le labbra formando una piccola "o" per poi riprendersi di colpo invitando la ragazza ad entrare. «In che reparto sei?» le chiese curiosa.
«Oh no, no. Non sono una paziente. Vengo ogni giorno qui per mio nonno: è entrato in coma a seguito di un infarto ed ora è in terapia intensiva. È lì che ti ho vista quando ti hanno portata» ammise lei facendo qualche passo in quella camera guardandosi intorno curiosamente.
«Oh, sì ti vedevo ogni tanto» Nari ridacchiò nervosamente abbassando lo sguardo sulle sue mani. «Mi dispiace per tuo nonno, spero possa riprendersi» mormorò spalancando poi gli occhi ricordandosi della scatoletta che aveva in mano. «È davvero un bene che tu sia venuta qui, volevo restituirti le caramelle ma non sapevo come contattarti» arrossì di più porgendole l'oggetto.
La più alta sorrise dolcemente scuotendo la testa. «Ti avevo detto che potevi tenerle».
«Non mi sembrava corretto. Se mi dici dove le hai prese potrei comprarle anche io» Nari storse le labbra tenendo ancora il braccio steso intimandole di prendere le caramelle.
L'altra ragazza se le riprese con titubanza e la ringraziò con un sussurro. «Al bar dell'ospedale. Non se ci sei mai stata ma hanno cose buone».
«Ci farò un salto domani mattina allora» Nari sorrise ampiamente mordicchiandosi il labbro inferiore.
La ragazza dai capelli ramati le porse la mano con un sorriso luminoso. «Mi chiamo Malee» si presentò educatamente.
Nari sorrise a sua volta stringendole la mano con delicatezza e timidezza. «Io sono Nari».
«Sai che il tuo nome significa "bellezza"?» disse Malee abbassando la mano ma mantenendo quel sorriso che iniziava a piacere davvero tanto alla sedicenne.
«Davvero?» chiese sorpresa quest'ultima allargando di poco gli occhi. Non aveva mai cercato il significato del suo nome a dire il vero.
Malee rise sonoramente portandosi una mano davanti alla bocca. «In realtà non ne ho idea, ma tu sei molto bella» disse sfacciatamente.
E a quel punto Nari divenne completamente rossa rimanendo senza parole. Le aveva appena fatto un complimento? Le aveva davvero detto che era bella? Iniziò a boccheggiare non sapendo proprio cosa dire, l'aveva lasciata a bocca asciutta e Malee sembrava andarne fiera. Distolse lo sguardo da lei puntandolo sul suo letto disfatto. «Il tuo nome invece cosa significa?».
«Fiore in tailandese. Mia madre è tailandese per cui voleva darmi un nome che ricordasse le sue origini» fece spallucce. Lei al contrario sembrava essere molto a suo agio a differenza di Nari che era in totale imbarazzo.
Il cd nel piccolo stereo cessò di riprodurre musica e ciò le fece ricordare della frase che aveva attirato la sua attenzione. «Ti piacciono?» chiese indicando con un pollice lo stereo sul comodino accanto al suo letto.
Malee annuì senza perdere tempo e sorrise ancora andando verso lo stereo. «È la mia band straniera preferita dopo i The 1975» confessò prendendo in mano il cd sui colori grigi, gialli e verdi.
Nari spalancò per l'ennesima volta gli occhi. Posso dire di essermi innamorata senza conoscerla? «Ti prego dimmi che non scherzi. Sei praticamente la prima in assoluto che conosco che li conosce» Nari quasi si commosse.
Malee rise ancora facendo saltare dei battiti alla più bassa. «Perché dovrei mentire?».
«Non lo so, per far colpo su di me magari» disse impulsivamente la ragazza dai capelli neri mordendosi subito dopo la lingua. Che cazzo ho detto.
La più alta soffocò una risata rivolgendole un'occhiata che Nari azzardò a descrivere come maliziosa. «Non ho bisogno di mentire su una band per far colpo su di te, tesoro» le strizzò un occhio lasciandola di stucco. «Comunque io penso che questo sia uno dei loro album migliori» commentò facendo ripartire il cd e Money esplose nella camera ad un volume moderato data l'ora tarda della sera.
«Io non sono mai riuscita a scegliere sinceramente ma preferisco un po' di più quelli vecchi. Almeno lì cantavano tutti» Nari parve mettere da parte per un attimo la timidezza sedendosi di nuovo sul letto.
«Non posso darti torto» sorrise Malee sedendosi di fronte a lei. «Chi è stata la tua prima cotta tra loro?».
«Luke. Mi ha colpita dal primo momento, ma ho passato un periodo di crisi! Dopo cinque anni passati a sbavare dietro quel grissino biondo Michael mi stava tentando moltissimo. Ma credo di essere arrivata alla conclusione di amarli tutti incondizionatamente» sorrise dolcemente portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Oh non sai come ti capisco! Ma ho sempre avuto un debole per Calum, devo ammetterlo» ridacchiò Malee tenendo lo sguardo su di lei.
Nari sorrise istintivamente iniziando a sentirsi più a suo agio nel parlare di qualcuno che amava alla follia. «Comprensibile» ridacchiò intrappolando il labbro inferiore con i denti. «Ma come mai sei qui? Le ore di visita sono finite da un po'» domandò stranita.
«Almeno una volta a settimana dormo nella stanza con mio nonno e i dottori me lo permettono. Sanno che tengo molto a lui come se fosse mio padre. Anche i miei genitori all'inizio erano contrari ma dannazione ho quasi diciotto anni! Posso vivere un po' in libertà» alzò gli occhi al cielo.
Nari trattenne un sorriso soddisfatto essendo riuscita a sapere la sua età senza doverglielo chiedere. «Quasi diciotto? Wow! E quando li compirai?».
«A settembre. Tu invece?» Malee inclinò la testa curiosamente.
«L'anno prossimo» rispose Nari imbarazzata pizzicando le lenzuola sotto di lei.
«Oh beh dai, non è molto lontano» le sorrise incoraggiante l'altra ragazza osservandola attentamente. Nari arrossì un'altra volta sotto quel suo sguardo e si limitò ad annuire sorridendo paonazza.
Le chiacchiere dei suoi amici le arrivavano ovattate alle orecchie persa com'era nei suoi pensieri che da lì ad una settimana avevano preso nome e sembianze di Malee. Le due si erano avvicinate sempre di più in quei giorni fino a potersi definire amiche. Ma c'era qualcosa che ovviamente entrambe avevano notato che impediva loro di definirsi amiche senza imbarazzarsi. Non era difficile notare le velate provocazioni della maggiore e il continuo rossore sulle guance della più piccola quando era con lei. O anche le occhiatine e i sorrisi che si lanciavano spesso e le risatine che facevano quando venivano beccate a vicenda.
Choonyee, Hyunjin e Felix si erano perfettamente accorti che la loro amica non li stava degnando di un briciolo di attenzione e si chiesero a cosa stesse pensando così intensamente.
«Secondo voi si sta sentendo male?» sussurrò Hyunjin con un vasetto di budino alla vaniglia in mano, il terzo di quella giornata. Molti dicevano che il cibo dell'ospedale faceva schifo ma i budini sembravano essere stati creati in paradiso per quanto gli piacevano.
«Non penso» borbottò Felix osservando la ragazza. Erano sdraiati sul prato del giardino dell'ospedale con le teste che si toccavano e lo sguardo rivolto al cielo. «Choo tu che dici?».
«Sta pensando intensamente a qualcosa» sussurrò la più piccola assottigliando lo sguardo, il viso voltato verso la sua migliore amica.
«Ma non mi dire, credevo stesse avendo un attacco epilettico» disse sarcasticamente Hyunjin beccandosi uno schiaffo da i due fidanzatini.
«E a cosa secondo te?» domandò Felix in tono decisamente più dolce del suo amico.
«A qualcosa che la preoccupa» sussurrò Choonyee con la stessa espressione di prima.
«Grazie, Capitan Ovvio. Altre osservazioni?» sbuffò Hyunjin coprendosi prima che potessero arrivargli altri ceffoni.
«Il fatto è che Nari ha la stessa identica espressione ogni volta che si perde nei suoi pensieri. Potrebbe star pensando al suo cibo preferito come potrebbe star pensando ad atti osceni con uno dei suoi cantanti preferiti» Choonyee fece una smorfia sbuffando subito dopo e strappando una risata ai suoi due amici.
«Credete che ci si possa innamorare di qualcuno conoscendolo a malapena? Intendo innamorarsi sul serio, non una di quelle cotte passeggere» parlò finalmente Nari tenendo sempre lo sguardo fisso sul cielo.
Gli altri si sorpresero nel sentirla parlare dato che erano sicuri che sarebbe rimasta immobile per tutto il tempo.
«È una delle tue domande esistenziali o ti riguarda?» chiese Choonyee con un sorrisetto malandrino.
Nari abbozzò un sorriso incrociando le mani sul ventre. «Potrebbe riguardarmi da vicino questa volta».
Hyunjin a sentire quelle parole si sentì sprofondare. Se prima aveva qualche dubbio sulle sue possibilità in quel momento ne era certo: non aveva nessuna possibilità.
«Cosa? Come? Quando? Chi? Faccelo conoscere!» farneticò Choonyee alzandosi di colpo ma si dovette stendere di nuovo a causa di un capogiro. Felix rise dandole un bacio sulla fronte.
«Vorrei prima essere sicura di quello che provo, spero comprendiate» mormorò Nari sorridendo.
«Certo, non preoccuparti. Quando te la sentirai» la rassicurò Felix sorridendo a sua volta.
«Rispondendo alla tua domanda...sì. Almeno per me. Inizialmente ti innamori dell'aspetto di quella persona il che ti rende un po' superficiale ma se continui a provare lo stesso, o anche più, man mano che la conosci...allora sì, ti stai innamorando. A volte invece capita che ci innamoriamo semplicemente dell'idea che ci siamo fatti di quella persona senza conoscerla, ma di solito ce ne accorgiamo subito quando succede. Spero non sia il tuo caso» mormorò Hyunjin abbassando lo sguardo.
La coppia volse lo sguardo sul loro amico guardandolo dispiaciuti, capendo a chi si stesse riferendo.
«Ti è capitato?» chiese Nari sorpresa tenendo lo sguardo sulla distesa di nuvole sulle loro teste.
«Sì, non molto tempo fa. Quindi stai bene attenta a riconoscere i tuoi sentimenti. Poi dovrai raccontarci tutto» Hyunjin sforzò un sorriso cercando di risultare il più felice possibile. Far sapere a Nari che stava male a causa sua era proprio l'ultima cosa che voleva fare soprattutto dopo ciò che stava passando.
Nari annuì ridacchiando, sistemandosi gli occhiali. Poi il sorriso vacillò leggermente iniziando a giocherellare con le proprie dita. «Ragazzi...voi mi vorreste bene in ogni caso vero? Qualsiasi cosa faccia?».
«Ovvio! Perché ce lo stai chiedendo?» Felix aggrottò la fronte.
«Nari, se ti sei innamorata di un dottore quarantenne giuro che è la volta buona che ti pesto» la minacciò Choonyee facendola ridere.
«Stai tranquilla, non è niente del genere. Ma capirete. Appena metterò ordine nel mio cuore vi dirò tutto, promesso» sorrise alzando in aria il mignolino.
Gli altri riuscirono a vederla e, seppur con un po' di difficoltà, avvicinarono i loro mignoli ridacchiando. «Siamo proprio un bel quartetto» constatò Choonyee fiera.
«Lo siamo» sorrise ampiamente Nari guardando ancora una volta il cielo.
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