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二十五 Guardando le stelle

Un gemito di dolore uscì dalle labbra di Yuseong per l'impatto che la sua povera schiena aveva avuto contro il pavimento. Jungkook stava trattenendo il respiro e gli occhi sembravano quasi fuoriuscire dalle orbite e rotolare a terra per quanto li aveva spalancati. Nari, nel vedere l'espressione del fratello, sentiva che ben presto sarebbe scoppiata a ridere.

«O-oddio. Mi dispiace! Ho perso l'equilibrio e- oh cazzo ma stai bene?» blaterò Jungkook guardando la poveretta sotto di lui.

«Perché sento che direbbe ciò anche mentre fanno sesso?» sussurrò Yoongi più a se stesso che ad altri ma Nari lo sentì e gonfiò le guance per non ridere.

«No, non ce la posso fare» borbottò e si allontanò di poco per scoppiare a ridere con una mano davanti alla bocca.

«Sta' tranquillo, Jungkook. Se magari potresti alzarti...starei meglio» mormorò con voce strozzata Yuseong regalandogli un piccolo, debole e imbarazzato sorriso. La vicinanza era veramente troppa. L'ultima volta che si era ritrovata così vicino ad un ragazzo era stato due anni prima con il suo ultimo ragazzo quando l'aveva lasciata e lei gli aveva tirato un ceffone sul viso. Ancora sorrideva fiera al ricordo.

Jungkook, imbarazzato più che mai, si alzò velocemente da sopra Yuseong e si guardò intorno andando nel panico. Per fortuna nessuno all'infuori del loro gruppo aveva notato la spiacevole scena. «Scusami ancora» mormorò guardando la ragazza che si era appena alzata.

Yuseong sorrise gentilmente trovando fin troppo adorabile il rossore che si era espanso per tutto il viso di Jungkook. «Davvero non fa niente, Jungkook. Per fortuna non mi sono rotta niente».

«Oh fratellone! Dovresti stare un po' più attento mentre cammini» intervenne subito Nari guardando divertita il fratello.

Jungkook le rivolse uno sguardo omicida mimandole di stare zitta mentre Yuseong si stava trattenendo dal prendere a pugni il bel faccino sorridente di suo fratello.






La mostra stava finendo, molti quadri di Taehyung erano stati comprati insieme a qualche altra fotografia. Alla fine di tutto Taehyung aveva un sorriso che gli arrivava fin sotto alle orecchie: era fiero di sé. Purtroppo dopo aver realizzato di aver dato via i suoi dipinti era scoppiato a piangere come un bambino ed era toccato a Yuseong consolarlo.

Jungkook aveva dovuto frenare se stesso più volte dal baciare Taehyung soprattutto quando si ritrovavano vicini ed il maggiore si mordeva il labbro inferiore. Una vera sfida per l'altro ballerino.

Yoongi invece aveva cercato di rimanere più lontano possibile dalla ragazzina che involontariamente aveva uno strano effetto su di lui. Sentiva già il freddo delle manette ai polsi se doveva essere sincero.

Dal canto suo Nari non aveva fatto altro che guardarlo di sottecchi e dare pugni a Jungkook quando l'insegnante la sorprendeva a guardarlo.

Seokjin invece si era dimostrato più socievole di quanto sembrasse e aveva parlato con molte persone all'interno di quell'edificio.

«Hey Jungkook» Yuseong lo fermò prima che potesse salire in macchina. Il ragazzo si girò confuso e sperò internamente che non dovesse dirgli qualcosa riguardo alla figuraccia che aveva fatto. Peccato che non sapeva che in realtà era successo tutto proprio a causa della ragazza la quale però aveva intenzioni diverse. La fortuna non aveva giocato a suo favore.

«Volevo chiederti se ti andava di cenare con noi a casa e magari rimanere a dormire» propose guardandolo ingenuamente.

Jungkook spalancò gli occhi iniziando a balbettare nervoso cercando una scusa per non andare. Poi si fermò improvvisamente ed analizzò l'espressione di Yuseong. «È per caso uno delle tue scuse per farmi stare insieme a Taehyung?» domandò con un sopracciglio inarcato.

Yuseong sbuffò essendo stata scoperta ed annuì per poi sorridere ampiamente. «Immagina cosa potrebbe accadere. Tu e lui a passare una notte insieme a parlare fino alle prime luci dell'alba mentre lui finalmente capisce di essere innamorato di te. E poi magari potreste anche baciarvi e dormire abbracciati e-», Jungkook la fermò subito parlandole sopra.

«E poi magari mi sveglio» borbottò sarcasticamente facendo sbuffare sonoramente l'altra. «Yuseong, credo che tu abbia letto troppi libri d'amore» ridacchiò. Gli sarebbe piaciuto, però, passare una serata con Taehyung in quel modo. Ma sapeva che non sarebbe mai successo.

«Dai, Kook. Vuoi davvero perdere questa opportunità di far definitivamente cadere Taehyung ai tuoi piedi?» provò di nuovo l'insegnante di astronomia dandogli un colpetto sul braccio.

«Yuseong, se tuo fratello è etero non posso di certo costringerlo ad essere qualcosa che non è. Non tutti dubitano della loro eterosessualità» ci tenne a precisare Jungkook con il tono più calmo possibile.

«Ma ad alcuni invece serve una piccola spinta per fargli capire cosa vuole veramente» Yuseong ammiccò strizzandogli un occhio.

«Yu» sospirò esasperato l'altro.

«Vi farò dormire insieme, cos'altro vuoi di più dalla vita?» ribatté lei con lo stesso tono esasperato del ragazzo.

«Chi è che dormirà con chi?» domandò Nari arrivando dai due con passo saltellante. Li osservò con i suoi occhioni apparentemente innocenti e curiosi e Yuseong in quel momento riuscì a notare la vera somiglianza tra i due fratelli.

«Ho invitato Jungkook a casa così che potrà passare la notte con Taehyung» rispose Yuseong senza mezzi termini. Aveva già capito che a quella ragazzina non c'era bisogno di nascondere nulla, non era una bambina.

Jungkook chiuse gli occhi massaggiandosi con due dita il ponte del naso preparandosi alla reazione della sorellina che non tardò ad arrivare.

Nari diede un urletto acuto di eccitazione ed iniziò a saltellare emozionata. «Kookie devi assolutamente andarci! Vuoi davvero perdere un'opportunità simile? Dormirai con Taehyung!» esclamò iniziando a dargli piccoli colpetti sul petto.

Jungkook si lasciò sfuggire una lieve risata aprendo gli occhi e guardando prima la sorella e poi Yuseong la quale aveva un'espressione come a dire: "Visto?". «Sì ma...» tentò di dire ma ovviamente la più piccola in età ed in altezza lo zittì prontamente premendo tre dita sopra la bocca del fratello ed il pollice sotto alle labbra schiacciandole e formando una specie di becco facendo così serrare la bocca al maggiore.

«Ma un corno, Jeon. Adesso tu accetti, mi riporti a casa e poi vai dal tuo uomo» disse con calma e con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

Jungkook sbuffò e cedette guardando divertito la sorella. «Mi devi ancora una scatola intera di latte alla banana» commentò dopo che Nari gli lasciò libera la bocca.

«Grandioso! Ci vediamo più tardi allora» sorrise Yuseong salutandoli e ringraziando silenziosamente Nari prima di andarsene.

«Oh sì, oggi il tuo culo verrà decisamente distrutto» fu il commento di Nari una volta in macchina. Inutile dire l'urlo sconcertato che uscì in seguito dalle labbra di Jungkook.






La porta di casa dei Kim non era mai stata così spaventosa per il povero Jungkook: sembrava che dietro essa si nascondesse chissà quale mostro della mitologia greca.

Quando era tornato a casa quel pomeriggio non aveva fatto in tempo a mettere piede dentro casa che subito Nari aveva spifferato ogni cosa ai suoi genitori. Shin, sua madre, sembrava essersi svegliata improvvisamente: aveva lanciato sul divano il cellulare e aveva iniziato ad assalire Jungkook con avvertimenti e consigli premurosi da madre mettendolo solo in totale imbarazzo. Hajoon invece lo aveva guardato scettico con un sopracciglio inarcato limitandosi a rimanere in silenzio. Poi, quando Shin si era data una regolata andando in cucina per preparare la cena, si era alzato ed aveva estratto dalla tasca dei suoi jeans il portafoglio. Jungkook lo aveva guardato confuso, non capendo cosa volesse fare: non gli servivano di certo dei soldi per andare a casa di due amici. Quando, però, nella visuale del corvino apparve una bustina argentata, Jungkook si girò di scatto uscendo scioccato da quell'appartamento.

«No, non entro» mormorò a se stesso scuotendo con forza la testa. Aveva già la scusa pronta: avrebbe detto che prima di uscire di casa si era sentito poco bene e avrebbe dato la colpa a sua sorella per avergli attaccato l'influenza. Fece dei passi indietro deciso a tornare alla macchina e sfrecciare via da lì.

E senza dubbio avrebbe funzionato se solo in quel momento la porta non si fosse aperta rivelando la splendida figura di Kim Taehyung.

Merda.

«Jungkook! Allora eri davvero tu. Yuseong ti aveva visto arrivare con l'auto ma dato che non avevi suonato non ne eravamo certi» spiegò in breve il biondino rivolgendo un caloroso sorriso a Jungkook riducendo gli occhi in due adorabili mezzelune.

Ecco, già con quel sorriso il cuore del corvino era andato a farsi benedire, figuriamoci quando sarebbe rimasto solo in stanza con lui! No, non era psicologicamente pronto. Voleva solo andare via.

Gli rivolse un piccolo sorriso e a quel punto fu costretto ad avanzare verso il più grande. «Sì, uhm...avevo perso il cellulare tra i sedili della macchina» inventò la prima scusa che gli passò per la testa risultando ai propri occhi fin troppo imbarazzante.

Taehyung annuì lasciandosi sfuggire una risatina, poi lo fece entrare. Il più piccolo si tolse le scarpe lasciandole al lato della porta ed entrò del tutto. Per Jungkook era come se avesse messo piede lì dentro per la prima volta. Sembrava spaesato ed impaurito, come se quella fosse stata la tana del lupo. Come avrebbe fatto a sopravvivere quella sera proprio non ne aveva idea.

«Hey, Kook. Come stai?» domandò Yuseong facendo capolino dalla cucina. Era felice di vedere il più piccolo lì anche se non poteva dire lo stesso dell'altro vedendo la sua espressione. Ma sapeva che si sentiva solo a disagio: Yuseong si sarebbe impegnata per farlo sentire come se fosse stato a casa sua.

Ormai lo conosceva abbastanza bene ed aveva osservato i suoi comportamenti per sapere come comportarsi con lui.

«Bene, grazie» rispose in un piccolo mormorio Jungkook guardando in imbarazzo Yuseong come a chiederle silenziosamente aiuto.

La giovane donna gli rivolse un sorriso rassicurante e fece un cenno al tavolo invitando entrambi a sedersi.

«Ti sono piaciute le fotografie?» domandò curiosamente Taehyung una volta che tutti e tre si sedettero intorno al tavolo.

Jungkook annuì immediatamente e arrossì al ricordo della propria foto messa in mostra in mezzo alle altre. «Ho visto anche la mia» ammise imbarazzato notando con la coda dell'occhio Yuseong che serviva i piatti in tavola.

Taehyung sorrise ampiamente e spostò per un attimo lo sguardo sulla sorella. «Yuseong mi ha detto che dovevo assolutamente metterla e le ho dato ascolto» trattenne un lieve ghigno notando Yuseong irrigidirsi per un secondo.

«Era una bella foto» si giustificò costringendosi a rimanere impassibile.

Jungkook la guardò ancora più imbarazzato e accennò una lieve risata quando si rese conto di non essere stato l'unico ad imbarazzarsi. Le guance della maggiore tradivano la sua espressione quasi fredda.

«Sì me l'ha detto. Grazie per averla messa. A dire il vero neanche sapevo della sua esistenza» rispose il corvino iniziando a mangiare.

Subito dopo alle sue orecchie arrivò il suono più dolce e adorabile di sempre: la genuina risata di Taehyung. «Sono riuscito ad essere molto furtivo quel giorno. È che, Jungkookie, secondo me sei nato per fare il modello. Anche Yuseong la pensa così!» esclamò felice guardando di nuovo la sorella.

La venticinquenne lo guardò stranita non riuscendo ancora a capire cosa diamine stesse confabulando Taehyung in quella testolina da ormai tutto il giorno. «Ma è un dato di fatto. Hai proprio la stoffa del modello» replicò Yuseong rivolgendo un sorriso gentile a Jungkook che con tutti quei complimenti da entrambi sentiva di poter morire d'infarto.

«Grazie ma...non è proprio la mia strada» ridacchiò leccandosi le labbra sporche. Abbassò lo sguardo sul proprio piatto per tornare a mangiare e i due fratelli ne approfittarono per lanciarsi un'occhiata quasi truce. Entrambi i loro sguardi urlavano "Non intralciare il mio lavoro da Cupido" ma ovviamente nessuno dei due capì.

Rimasero in silenzio per un po' ma Yuseong fu veloce a cambiare argomento per far cadere Jungkook tra le braccia di Taehyung il più facilmente possibile. «Jungkook, purtroppo non abbiamo una stanza degli ospiti per cui dovrai dormire in stanza con Taehyung. È un problema?» domandò innocentemente facendo quasi strozzare il suo alunno. Non credeva che il "dormirete insieme" detto qualche ora prima era da prendere alla lettera.

«Non è v-» la voce di Taehyung fu bruscamente interrotta da un forte calcio che lo colpì sullo stinco facendolo gemere dal dolore.

Jungkook lo guardò preoccupato ma l'altro si affrettò a mostrargli un magnifico sorriso. Il minore sorrise leggermente e lo guardò incerto. «Tranquillo, non ti tocco!» esclamò ridendo Taehyung alzando le mani.

Yuseong avrebbe tanto voluto sbattere la testa di suo fratello contro il muro in quel momento. Sospirò pesantemente portandosi una mano sulla fronte lanciando un'occhiata a Jungkook: aveva un'espressione delusa sul volto.

«No, no. Non è affatto un problema per me» mormorò forzando un sorriso guardando poi Yuseong. Lei gli sorrise dispiaciuta come a dirgli che Taehyung era un vero scemo.

Taehyung invece si era appuntato mentalmente di chiedere più tardi alla sorella il motivo di quel calcio.

L'imbarazzo iniziale andò via definitivamente quando Taehyung, a metà della cena, sfidò Jungkook ad una virile sfida di rutti alla quale infine si aggiunse anche Yuseong. Con grande sorpresa di Jungkook, la sua insegnante vinse la sfida facendolo scoppiare in una fragorosa risata. Da lì poi sembrò andare tutto per il meglio: scherzarono, risero fino a sentir male alla pancia, parlarono di ogni cosa e soprattutto Jungkook riuscì ad avere maggiore contatto con Taehyung instaurando una conversazione articolata evitando di balbettare.

Yuseong li guardava felice e sollevata ma non poté fare a meno di sentire una sorta di fastidio nel petto. Scosse la testa decisa ad ignorarlo e tornò a ridere insieme ai due.






Silenzio. Ecco tutto ciò che regnava in quella stanza. Jungkook era davvero deluso e imbarazzato: quella serata non stava procedendo come pensava. Senza volerlo aveva davvero immaginato che, una volta in camera de maggiore, avrebbero parlato per ore fino a cadere ognuno nelle braccia dell'altro. Inizialmente stava andando tutto alla grande, Jungkook si era anche illuso che potesse andare come aveva sognato: Taehyung, dopo aver parlato un po', gli aveva chiesto di cantargli una canzone approfittando del fatto che anche il loro vicino stava strimpellando qualcosa alla chitarra.

Il minore, più euforico che mai, aveva accettato. Superato l'imbarazzo iniziale, Jungkook aveva iniziato a cantare dolcemente una canzone che si sentiva spesso in radio. Taehyung, neanche due minuti dopo, era andato in letargo stringendo tra le braccia il suo cuscino. Jungkook lo aveva guardato con un dolce sorriso sulle labbra e si era trattenuto dall'andare lì e coccolarlo.

Ma se all'inizio quella era una scena dolce e piacevole, man mano che i minuti passavano iniziava ad essere imbarazzante e snervante. Il corvino non riusciva a prendere sonno e si stava rigirando in continuazione nel letto cercando di mettere a tacere quel dolore nel petto che man mano si andava allargando creando qualcosa simile ad un buco nero.

Si sentiva una ragazzina ma quel "Tranquillo, non ti tocco" l'aveva ferito. Era davvero stanco di continuare ad illudersi ed era stanco delle persone che continuavano a dargli false speranze, ma non riusciva a rimanere del tutto ancorato a terra. La mente viaggiava sempre.

Sospirò pesantemente sentendo quelle quattro mura soffocarlo. Si alzò dal materasso sul quale stava dormendo e, cercando di essere il più silenzioso possibile, uscì dalla camera. Anche se Taehyung sembrava avere il sonno molto pesante.

Si diresse in cucina per prendere un bicchiere d'acqua ma un movimento catturato con la coda dell'occhio lo fece immobilizzare. Il sangue gli si gelò nelle vene e i peggiori scenari iniziarono a farsi largo nella sua mente. Lui che veniva legato ad una sedia, qualcuno che gli puntava una pistola sulla tempia, lui che rimpiangeva di non aver preso lezioni di arti marziali con la sorella quando era piccolo...

Un fruscio lo fece sobbalzare e girare di scatto verso la fonte del rumore.

Adesso muoio.

Era pronto a raggomitolarsi a terra ed urlare: "Ti prego risparmiami, non posso morire così giovane!" ma non lo fece, semplicemente perché non c'era niente di cui aver paura. Era solo la porta aperta che stava muovendo le tende.

Dannata porta di merda.

Si sentiva stupido per aver pensato ad uno scenario simile. Sbuffò e si diresse verso di essa per chiuderla: sicuramente Taehyung aveva dimenticato di chiuderla quando aveva portato fuori Yeontan.

Quando si avvicinò all'entrata della casa però si fermò nuovamente. In mezzo all'erba c'era la figura di Yuseong con il viso rivolto al cielo scuro.

Prese la propria giacca dall'attaccapanni e le scarpe, indossò tutto ed uscì fuori nel freddo della notte primaverile.

Si sedette accanto a lei sull'erba ghiacciata ed incrociò le gambe. «Che fai?», Yuseong non si scompose più di tanto: l'aveva sentito arrivare.

«Guardo le stelle. È un'abitudine che ho, lo faccio ogni qualvolta non ho sonno» sussurrò come se non volesse spezzare la magia di quel silenzio che li circondava.

Jungkook allora alzò lo sguardo sul cielo sopra di lui e spalancò gli occhi quando nel suo campo visivo entrarono una marea di stelle. Con l'inquinamento della città non se ne vedeva neanche una mentre lì...era magico. «Wow...» sussurrò sentendo i brividi lungo il corpo. Sembrava di essere in un planetario.

«Bello vero?» sorrise Yuseong girandosi a guardare l'altro e ridacchiò notando l'espressione estasiata.

«Credo di non aver mai visto niente di più bello in vita mia» sussurrò il minore con gli occhi che riflettevano la luce delle stelle.

«Come mai sei qui? Taehyung non ha fatto il suo dovere?» scherzò lei portando le braccia dietro di sé a sostenere il proprio peso.

Jungkook sporse il labbro inferiore e scosse la testa sconsolato. «Abbiamo parlato, gli ho cantato una canzone e poi si è addormentato».

Yuseong si schiaffeggiò la fronte quasi sull'orlo dell'esasperazione. «Dio, quel ragazzo. Ha i prosciutti sugli occhi» borbottò facendo soffocare una risata a Jungkook.

«Si vede che non è stato scritto nelle stelle».

«Cosa?» domandò lei confusa.

«Me e Taehyung. Secondo me il nostro destino è scritto nelle stelle, il destino di ognuno di noi. Forse le strade di me e Taehyung dovevano incrociarsi ma non incastrarsi. Le stelle hanno altri piani per me» spiegò con lo sguardo rivolto al cielo.

«È una cosa molto dolce da pensare, Kook. Ma sono dell'idea che mio fratello abbia comunque i prosciutti sugli occhi per non accorgersi di chi ha accanto» ammise Yuseong in un soffio che si portò via il vento arrivando alle orecchie del ragazzo.

Lui arrossì e fu grato all'oscurità per rendere meno visibile il suo volto. «E chi ha accanto?».

«Un ragazzo fantastico».

E fu in quel momento che Jungkook si accorse di essere nella merda poiché il suo cuore non aveva accennato neanche un attimo a darsi una calmata. 

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