二十九 Cuore spezzato e bugie
«Younjung, andiamo. Non puoi stare anche oggi pomeriggio chiusa qui dentro a piangerti addosso» Namjoon sbuffò sonoramente guardando la sua migliore amica in pigiama, con il viso arrossato e rigato dalle lacrime che da un'ora buona non facevano altro che inondarle il volto.
«Sì che posso. Lì fuori non c'è niente di bello» brontolò tirando su col naso e affondando il cucchiaio nella vaschetta di gelato alla vaniglia che aveva sulle gambe.
«Stai vivendo come un vegetale Younjung» sospirò dispiaciuta Sara la quale era accanto alla sua amica cercando di consolarla come meglio poteva, non ottenendo nessun risultato.
«Per lo meno va ancora all'università» sentenziò Namjoon passandosi una mano nei capelli biondo platino. «Younjung, ti ha solo detto implicitamente che non è interessato a te. Non è la fine del mondo» sbuffò infastidito.
Younjung gli lanciò un'occhiata truce sibilando un «Sta' zitto troietta» prima di tornare a mangiare il suo gelato.
«Immagina come reagirà quando un ragazzo la lascerà» ridacchiò Sara beccandosi l'ennesima occhiataccia da parte della sua coinquilina.
«Oh, io già l'ho vista in quelle condizioni e fidati che in quel caso era un vero e proprio vegetale. Era stata per tre giorni a casa ed io e sua madre avevamo dovuto cacciarla a calci nel sedere» borbottò Namjoon abbastanza divertito dal ricordo.
«Ragazzi, potete lasciarmi da sola per favore? Non voglio sentirvi scherzare sulle mie sofferenze» borbottò Younjung irritata. Gli altri due si guardarono a vicenda per qualche secondo come se stessero comunicando telepaticamente, poi Sara sorrise e sia alzò dal divano.
«Allora io vado a fare spesa. Namjoon ti prego pensaci tu» sospirò la ragazza prima di dirigersi verso la porta prendendo chiavi e giacca per poi uscire.
Il ragazzo si mordicchiò il labbro inferiore spostando lo sguardo sulla sua migliore amica, pronto a farle un buon discorso. «Senti Younjung, non stare a disperarti per qualcuno che neanche ti merita. Quel Seokjin non mi è mai stato simpatico, adesso ancora di meno» sibilò assottigliando lo sguardo.
Younjung alzò gli occhi al cielo girandosi ancora più infastidita verso il suo migliore amico. «Per tua informazione Jin è un ragazzo meraviglioso! Al cuor non si può comandare e mi sono innamorata di una persona che non ricambia ma ciò non significa che sia una brutta persona che non mi merita. Sentiamo, chi mi meriterebbe?» gli puntò il cucchiaio sporco di gelato contro come se fosse un'arma.
Io, io ti merito Younjung. Avrebbe tanto voluto confessarsi, liberarsi di quel peso enorme sul petto ma non poteva. Avrebbe solo ricevuto una delusione e si sarebbero ritrovati in due a piangere come dei poppanti su quel divano, seppur per persone differenti. Ad ogni modo represse ancora una volta i suoi sentimenti e si avvicinò a lei guardandola quasi arrabbiato per il suo comportamento testardo. «Qualcuno che riesca a ricambiare ciò che provi, che veda che persona meravigliosa sei, che sappia apprezzarti ed amarti come un uomo vero» disse dolcemente, in netto contrasto con il suo sguardo.
«Sono anni che questa persona di cui parli non arriva e non penso che potrà mai arrivare. Ho venticinque anni e mi sto disperando sul divano per il ragazzo che da mesi mi piace» sbraitò affondando di nuovo il cucchiaio nella vaschetta di gelato e prendendone una generosa quantità.
«Questo perché ti sei concentrata per molto solo su una persona. Se magari ti guardassi un po' intorno scopriresti che potrebbero esserci ragazzi pronti ad amarti come meriti» ripeté per poi sporgersi in avanti e toglierle dalle mani la vaschetta di gelato.
«Hey!» protestò Younjung girandosi repentinamente verso Namjoon il quale si alzò andando a mettere in congelatore il gelato. «Era la mia unica consolazione!».
«Ti farà male la pancia se continuerai a mangiarlo e grazie mille per la considerazione eh. Io e Sara stiamo cercando di consolarti da ore» rispose lui offeso tornando poi dalla ragazza. «Sul serio, Younjung. Cerca di distrarti e di ampliare i tuoi orizzonti. Non potrai star male per Seokjin in eterno» si mise davanti a lei coprendole la visuale della tv e costringendola così ad alzare lo sguardo su di lui.
«E come dovrei fare?» sbuffò alzando gli occhi al cielo. Proprio non le andava di alzare le chiappe da quel comodo divano e dare ascolto a Namjoon o Sara. Era una vera testarda. Ma esattamente come lei neanche Namjoon voleva mollare così facilmente.
«Uscendo» disse il biondo ossigenato incrociando le braccia al petto, inarcando un sopracciglio.
«E se io non volessi?».
«Vuoi essere presa a calci nel sedere di nuovo?» domandò retoricamente il maggiore guardandola male. Younjung sbuffò sonoramente e, di malavoglia, si alzò dal divano strusciando i piedi verso la propria camera.
«Dove andiamo?» chiese ad alta voce per essere sentita da Namjoon ovviamente ancora in soggiorno.
Il ragazzo sorrise soddisfatto e si buttò a peso morto sul divano lasciando che le braccia si posassero sullo schienale. «Al Candy pop» disse sistemandosi un ciuffo ribelle.
«Ma è lontano da qui!» si lamentò Younjung che nel frattempo stava rovistando nel suo armadio alla ricerca di qualche indumento decente. Prese un pantalone e una maglia a caso scaraventandoli sul letto per poi iniziare a cambiarsi.
«Si trova nel centro, non abiti in periferia Younjung. E non dobbiamo andarci a piedi, con il motorino faremo in fretta» sospirò lui pesantemente. La pigrizia della sua migliore amica l'aveva sempre irritato. Forse perché era sempre stato abituato a muoversi in continuazione ed avere pochi momenti di pace. Tra due lavori, prendersi cura dei suoi fratelli e tenere pulita quella topaia che chiamava casa era raro trovare un attimo per respirare. La sua vita non era affatto semplice. Era dovuto crescere troppo in fretta.
«Perché invece non andiamo a casa tua? È da tanto che non vado a trovare la tua famiglia» Younjung fece capolino dalla sua stanza facendo intravedere solo la testa dal momento che era solo in intimo. Questo Namjoon lo intuì e si morse violentemente il labbro inferiore per trattenere la sua fantasia.
«Ti sei appena lamentata dicendo che il Candy pop è troppo lontano da casa tua e hai il coraggio ora di proporre una cosa del genere? Ti ricordi, vero, dove si trova casa mia?» rise divertito inarcando un sopracciglio.
«Allora andiamo prima al Candy pop e poi andiamo a casa tua. Voglio comunque salutare la tua famiglia» sorrise fiera Younjung prima di chiudersi di nuovo in camera e tornare a cambiarsi.
Namjoon la guardò divertito e sorrise notando che per la prima volta dopo giorni Younjung aveva sorriso.
La ragazza ci mise un po' ma alla fine riuscì ad uscire dalla stanza ben vestita e truccata raggiungendo Namjoon. Quest'ultimo, dopo essersi lamentato per la lentezza della sua migliore amica facendo delle battutine a riguardo, prese le chiavi della moto ed uscirono da quell'appartamento guidando verso il bar.
Non appena i due entrarono al Candy pop proprio da lì uscì una figura tutta incappucciata con un lecca-lecca alla coca cola. E chi poteva essere se non Jungkook? Il ragazzo si stava nascondendo per non essere visto da determinate persone che lui al contrario aveva notato non appena aveva messo piede lì dentro.
Aveva il passo accelerato e stava cercando di raggiungere il prima possibile la sua auto parcheggiata non molto lontano da lì. Ovviamente, però, per l'ennesima volta qualcuno lassù ce l'aveva evidentemente con lui perché sentì una voce dietro alle sue spalle.
«Jungkook?» era palesemente Yuseong. Con la coda dell'occhio la vide sull'uscio della porta ma lui fece finta di non averla sentita e continuò a camminare a testa bassa.
Sfortuna volle che proprio davanti a lui il secondo genito dei Kim lo fermasse con un'espressione confusa. Oh grandioso. «Ciao Jungkook» lo salutò con un piccolo sorriso.
Jungkook sollevò lo sguardo su di lui e si finse sorpreso fermandosi. «Oh, Taehyung! Ciao, non ti avevo proprio visto» Jungkook non era mai stato bravo a mentire e Taehyung se ne accorse subito. Non che servisse quella pietosa performance per fargli capire che il giovane li stava bellamente evitando.
«Ti stavo chiamando» parlò poi Yuseong raggiungendoli con la stessa espressione corrucciata del fratello. Jungkook separò le labbra per inventare un'altra scusa ma venne preceduto da Taehyung.
«Jungkook, ci stai evitando?» domandò lui inclinando la testa e incrociando le braccia al petto.
Il minore deglutì: non si aspettava di essere colto in flagrante così all'improvviso. Non sapeva neanche che scusa inventare! «Ora? No, non vi avevo sentiti» disse incerto deglutendo nuovamente. Quei due gli stavano mettendo ansia peggio di sua sorella. E Nari gli metteva davvero tanta ansia quando iniziava ad investigare.
«Non intendo adesso, intendo in generale» la voce di Taehyung divenne più triste e meno inquisitoria. Yuseong annuì mordendosi distrattamente l'interno guancia.
«L'abbiamo notato Kook, non c'è bisogno che tu ce lo nasconda» mormorò dispiaciuta.
«Volevamo sapere solo perché» continuò Taehyung. Jungkook li guardò andando nel panico. Arrossì ed iniziò a boccheggiare cercando qualcosa da dire ma dalle sue labbra non uscì assolutamente nulla.
In quel momento allora a Yuseong sembrò accendersi una lampadina invisibile sulla testa. Si girò verso Taehyung e gli sorrise. «Tae, vai in macchina. Devo parlare con Jungkook» mormorò. Jungkook sgranò gli occhi iniziando a sudare freddo.
Taehyung, seppur confuso, le diede ascolto e lanciò un'occhiata a Jungkook sorridendogli lievemente prima di dirigersi verso la sua macchina. Yuseong a quel punto si voltò verso Jungkook con un dolce sorriso di una mamma comprensiva. «Credo di aver capito perché ci stavi evitando» annunciò facendo guizzare il cuore in gola al povero Jungkook che da un momento all'altro sarebbe svenuto per l'ansia.
«C-credi?» domandò con voce stridula ed incrinata. Yuseong accennò una lieve risata e, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, parlò.
«Sì. Ti comporti così da quella notte dopo la mostra d'arte e so che lo fai perché sei rimasto deluso dalle aspettative che avevi per quella serata con Tae. Me l'avevi raccontato, ricordi?» disse con voce estremamente dolce e pacata.
Jungkook spalancò gli occhi e lasciò andare un lungo sospiro che neanche si era reso conto di star trattenendo. Per fortuna non aveva capito niente altrimenti il corvino si sarebbe potuto scavare la fossa seduta stante.
«Oh, sì, sì. Non pensavo che lo avessi capito» mentì grattandosi imbarazzato la nuca. E adesso che cazzo avrebbe dovuto fare?
Yuseong sorrise ancora dandogli un leggero colpetto scherzoso sulla spalla. «Ad ogni modo, io voglio aiutarti Jungkook, davvero» disse lei e Jungkook nel sentire quella frase fece uscire dalle sue labbra piccole un lamento sonoro. «No, no aspetta. Giuro che se neanche questa volta funzionerà getterò la spugna e ammetterò che mio fratello è schifosamente etero» si affrettò ad aggiungere agitando le mani in avanti.
«Schifosamente? Sei etero anche tu per quanto io sappia» Jungkook riuscì a ridacchiare mettendo da parte l'ansia.
Yuseong alzò gli occhi al cielo ridacchiando a sua volta. «Stai zitto» sbuffò.
«Oh siamo già passati in quella fase dell'amicizia in cui non si ha più timore nello zittire l'altro?» scherzò Jungkook inarcando un sopracciglio beccandosi un colpo più forte sulla spalla. Conoscere Nari l'aveva influenzata molto a quanto sembrava. «Comunque come avresti intenzione di aiutarmi questa volta?».
Yuseong sembrò pensarci su poi si aprì in un luminoso sorriso. «Che ne dici se sabato pomeriggio venissi a casa tua per esporti il mio piano? Ti direi di venire da me ma Taehyung ha solo lezioni mattutine ed il pomeriggio si dedica all'arte. Non vorrei che sentisse qualcosa. Quindi per te va bene? Perfetto! Ci vediamo a lezione sabato mattina e poi a casa tua diciamo verso le...tre? Magnifico, ciao!» e senza dare il tempo al povero ragazzo di replicare, se ne andò raggiungendo in macchina il fratello.
Jungkook separò le labbra guardandola sbigottito, poi un piccolo sorriso prese forma sui suoi boccioli rosa mentre scuoteva la testa divertito. Poi riprese a camminare anche lui verso la sua auto stringendo in mano un sacchetto bianco con dentro un cornetto vuoto da riportare alla sua sorellina.
OHAYOO
Wow... Il capitolo più corto che abbia ma scritto in questo libro.
Preparatevi al prossimo capitolo perché ci sarà un colpo di scena molto figo, è nella classifica dei momenti GASP della storia sappiatelo ;).
Passate una bella giornata mi raccomando❤️
盖亚🌺
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