三十七 Primo vero appuntamento
L'attenzione di Choonyee non era per niente ferma alla lezione che stava avendo in quel momento. Non perché inglese fosse particolarmente noioso per lei, anzi era la sua materia preferita. Aveva la testa tra le nuvole ma nessuno sembrava essersene accorto dato che solitamente rimaneva sempre per le sue.
Sospirò spostando lo sguardo sul banco accanto a lei di nuovo vuoto.
Da quando avevano litigato Nari si sedeva sempre infondo all'aula da sola o accanto a qualche loro compagna di classe altrettanto silenziosa. Ma ciò che la preoccupava era che in quegli ultimi giorni non si stava facendo neanche più viva a scuola, non rispondeva al cellulare e l'unica persona che riusciva a tranquillizzarla era Jungkook che di tanto in tanto la chiamava per rassicurarla dicendo che Nari stava bene.
Inoltre Jungkook le aveva detto che stava cercando di convincere la sorellina a parlare con lei ma la sedicenne si rifiutava ogni volta. Ciò aveva causato non poca rabbia a Choonyee che era costantemente combattuta tra la voglia di fare fuori la sua migliore amica e la voglia di piangere e correre da lei.
L'orgoglio però la fermava dal fare quest'ultima azione poiché era certa di non aver fatto nulla di sbagliato per allontanarla se non preoccuparsi per lei. Che vada al diavolo.
Strinse le labbra stringendo un pugno sulla propria coscia sentendo la rabbia crescere nel suo petto. Lei non aveva assolutamente fatto nulla! E se Nari voleva continuare a comportarsi da bambina viziata poteva continuare a farlo. Choonyee di certo non si sarebbe più impegnata a cercarla facendosi in quattro per chiarire.
Al suono della campanella si affrettò a rimettere tutto in ordine e si fiondò nel giardino della scuola con il suo pranzo tra le mani. Sentì immediatamente il cuore più leggero alla vista del suo ragazzo seduto al solito posto mentre l'aspettava insieme a quel che era diventato il suo migliore amico.
«Ciao amore» lo salutò con voce zuccherosa sedendosi al suo fianco e stampandogli un bacio sulla guancia.
Felix sorrise ampiamente e si girò a darle un veloce bacio a stampo circondandole immediatamente le spalle con un suo braccio.
«Ciao, ci sono anche io. Grazie per avermi notato» brontolò Hyunjin con le guance gonfie di cibo.
Choonyee sorrise mortificata accennando una lieve risata per l'espressione buffa del ragazzo.» Stavo per salutarti» si giustificò.
«Lo dici sempre» assottigliò lo sguardo mandando giù il suo boccone.
Felix rise dando un colpetto con il piede al ragazzo accanto a lui. «Come stai oggi piccola?» domandò voltandosi verso la sua ragazza e regalandole uno dei suoi più dolci sorrisi.
Choonyee fece spallucce sentendo il cuore scalpitare a quel soprannome che tanto amava. «Come sempre direi. Incazzata, delusa, ma innamorata persa di te» ridacchiò addentando il suo panino.
«Smettila di essere così dolce, mi distruggi» scherzò Felix strofinando il naso contro la sua guancia facendola ridere sonoramente.
Poi si rabbuiò puntando lo sguardo su Hyunjin che nel frattempo stava smanettando al cellulare per non sentirsi di troppo. «Hey Hyunjin, l'hai sentita in questi giorni?». Non dovette neanche specificare il soggetto dato che da giorni era loro argomento fisso.
Hyunjin storse le labbra lasciando da parte il cellulare e annuì guardando dispiaciuto la più piccola. «Non troppo spesso, ma ci scriviamo. Mi dice sempre che sta bene ma ha ancora la tosse, non vuole venire a scuola per non rischiare di attaccare un brutto raffreddore agli altri. E anche perché sa che gli insegnanti la rimanderebbero a casa».
«Non dice niente di me?» domandò con voce sconsolata la ragazzina un tempo quattrocchi.
«Ho cercato varie volte di aprire l'argomento con lei, come mi avevi chiesto, ma lo svia sempre. Mi dispiace».
Choonyee alzò gli occhi al cielo posando la testa contro la spalla di Felix mentre quest'ultimo passava le dita nei suoi capelli per farla rilassare. «Mi arrendo. Basta, sul serio. Mi sono rotta ciò che non ho. Vaffanculo a lei e alla sua infantilità del cazzo» sbraitò addentando con rabbia il panino.
Hyunjin e Felix rimasero in silenzio non volendo infierire ulteriormente. Choonyee faceva abbastanza paura quando era incazzata e in quegli ultimi giorni pareva esserlo continuamente.
Il povero Hyunjin era arrivato nella ristretta comitiva proprio il giorno in cui le due migliori amiche avevano litigato per cui non poteva molto essere d'aiuto poiché non aveva visto il loro forte legame.
«Ma cambiando argomento, tu che ci parli hai intenzione di dirle che ti piace o preferisci stare lì come un idiota a sbavarle dietro?» lo prese in giro Felix dandogli un pugno sul braccio.
Il diretto interessato arricciò il naso accennando un sorriso finendo il suo pranzo in pochi bocconi.
«Non credo di volerglielo dire. Ci conosciamo da poco tempo e so per certo che lei non è la tipa dalla cotta facile. Me l'ha detto lei. Dice che deve conoscere una persona da un po' di mesi prima che possa piacerle».
Choonyee avrebbe perfettamente potuto dire loro della cotta segreta di Nari verso il loro professore ma non era stronza. Una parte di sé non avrebbe mai smesso di lottare per la sua migliore amica. Avrebbe comunque custodito i suoi segreti anche se un giorno la loro amicizia sarebbe andata definitivamente a puttane.
«E cosa aspetti ad iniziare a corteggiarla? Inizia a fare il romanticone e provaci con lei!» lo spronò Felix sorridendo malizioso.
Ma Hyunjin scosse la testa facendo una smorfia di disapprovazione. «Ha detto che siamo buoni amici e sinceramente per il momento mi sta bene così. Non voglio rischiare di fare passi falsi» mormorò tornando poi a prestare la sua attenzione al cellulare.
Felix sospirò e si voltò nuovamente verso la sua ragazza che aveva lo sguardo perso. «Questa sera tieniti libera da impegni, voglio portarti fuori» le sussurrò all'orecchio facendola sobbalzare per lo spavento.
Poi arrossì guardandolo con la coda dell'occhio. «Il nostro primo vero appuntamento?» domandò una volta mandato giù il boccone.
Felix le sorrise annuendo circondandole poi la vita con le braccia. «Ti porterò anche a cena fuori quindi avvisa tuo fratello di non preparare per due questa sera. E digli anche di stare tranquillo che ti riporterò a casa prima delle undici» rise alzando gli occhi al cielo seguito dalla ragazzina.
«D'accordo. Devo vestirmi elegante?» domandò sorridente. Felix aveva quello strano potere di farla star bene anche solo con una parola, facendole dimenticare di tutti i suoi attuali problemi.
«Non serve, tanto sei bellissima anche vestita in tuta. Vestiti come più ti piace» le sorrise dolcemente facendo poi combaciare le loro labbra e facendo fare le capriole sia al suo cuore che a quello di Choonyee. «Passo alle otto» le disse a fior di labbra.
La ragazza annuì posando una mano sulla sua guancia per poi tornare a baciarlo, lasciando da parte il panino.
«Dio, prendetevi una stanza» borbottò Hyunjin con una punta di finta acidità nella voce e un sorriso divertito sulle labbra.
Felix era stato super puntuale quella sera, non un minuto di ritardo o anticipo. Alle otto spaccate era sul porticato di casa Park in attesa che Choonyee aprisse la porta per poi portarla con sé. Era riuscito da poco a superare l'esame per la patente e con sua grandissima sorpresa suo padre gli stava lasciando la sua vecchia auto per fare pratica. Aveva forse più di quindici anni ma era meglio di niente.
Quando la porta si aprì del tutto il sorriso di Felix si congelò trovandosi davanti l'espressione seria di Jimin. Aveva sperato con tutto se stesso di essere accolto da Choonyee ma nessuno aveva sentito le sue preghiere.
«Che intenzioni hai con mia sorella?» domandò inarcando un sopracciglio tenendo il poveretto lì fuori. Non faceva freddo, le temperature si stavano alzando poco a poco anche la sera ma non faceva neanche caldo.
«Jimin hyung non preoccuparti, la porto solamente in un ristorante qui vicino. La riporterò alle undici» rispose Felix rigirandosi nervosamente la rosa tra le dita.
«Quella è per lei?» domandò il maggiore dopo qualche istante di silenzio. Felix si morse la lingua per non dare una risposta sarcastica e si limitò ad annuire. Jimin si guardò alle spalle vedendo la sorellina affrettarsi a raggiungere la porta. «Niente alcol, niente toccatine dalla vita in giù e niente sesso» sussurrò velocemente guardando storto Felix.
Il diciannovenne era diventato quasi dello stesso colore dei petali del fiore che teneva tra le dita. Annuì con decisione, poi Jimin gli regalò un'ultima occhiata ammonitrice prima di farsi da parte.
«Hey!» sorrise pimpante Choonyee dando un bacio a stampo al suo ragazzo.
«Sei stupenda» le disse osservando il suo corpo fasciato da una camicetta color corallo e dei pantaloni a vita alta neri. Poi le porse la rosa e lei sorrise ampiamente.
«È bellissima, grazie Fel» lo ringraziò con un sorriso raggiante prendendo la rosa e porgendola a suo fratello dietro di sé. «Mettila dentro ad un vaso o appassirà prima del previsto» suggerì.
Jimin annuì prendendo il fiore con cura. «Alle undici precise qui o verrò a cercarvi» brontolò.
Choonyee alzò gli occhi al cielo. «Sì, sì ciao» sbuffò chiudendo la porta e prendendo per mano Felix.
«Sa essere molto inquietante tuo fratello se vuole» rise il ragazzo scortando Choonyee verso la "sua" macchina.
Felix non guidò per molto, solamente una quindicina di minuti prima di arrivare davanti al ristorante da lui scelto. Era piccolino e sembrava più una pizzeria, ma a Choonyee sembrava molto carino.
Dopo aver detto il suo cognome alla cameriera, la donna li accompagnò fino ad un tavolo per due e consegnò loro il menù.
«Woah! È un ristorante italiano?» domandò Choonyee con gli occhi che le brillavano mentre leggeva i nomi dei vari piatti.
«Sì, so che ti piace molto la cucina italiana e ho cercato il ristorante più vicino» le sorrise aprendo il menù.
Choonyee gli rivolse un dolce sorriso. «Quando ero piccola, io e la mia famiglia mangiavamo spesso in ristoranti italiani» spiegò sforzandosi di non far spegnere il sorriso che aveva.
Felix si sentì a disagio dopo quella frase per cui si affrettò a cambiare argomento. «Allora immagino che tu sia una vera esperta! Che piatto mi consigli?» domandò sorridendo allegramente e contagiando fortunatamente anche la ragazzina.
«Ti consiglierei un piatto di parmigiana, è veramente il massimo! Io penso di prendere un risotto allo zafferano. Oppure gli spaghetti ai frutti di mare? No, il risotto va meglio per la cena» parlò velocemente tenendo lo sguardo incollato al menù.
Felix rise divertito e annuì andando allora a decidere cos'avrebbe bevuto.
Purtroppo finirono di mangiare piuttosto tardi quindi Felix dovette accompagnarla direttamente a casa rinunciando alla passeggiata romantica al chiaro di luna che aveva visto fare in diversi film.
«Mi sono divertita davvero tanto questa sera» sorrise dolcemente Choonyee stringendo entrambe le mani del ragazzo.
«Immagino soprattutto quando ho rischiato di strozzarmi con la mozzarella» sbuffò divertito alzando lo sguardo su di lei. Era in piedi sugli scalini del porticato per cui era leggermente più alta Choonyee.
Lei soffocò una risata annuendo lentamente. «No dai, scherzo. Mi sono preoccupata. Ma in generale è stata una bellissima serata, grazie di tutto» mormorò felice sporgendosi a dargli un bacio a stampo.
Felix sorrise sulle sue labbra e si sbrigò ad approfondire il bacio portando le mani sul suo viso. Choonyee ricambiò con piacere portando una mano sulla sua spalla e l'altra nei suoi capelli.
Proprio nel momento in cui il bacio stava diventando più focoso, facendo arrossare le guance di entrambi, la porta si spalancò rivelando Jimin in pigiama.
I due si staccarono immediatamente e Choonyee lo fulminò con lo sguardo.
«Stavi aspettando dietro la porta?» chiese acida.
«Sono le undici» borbottò il fratello facendole cenno di rientrare.
«Inquietante» sussurrò Felix avendo la fortuna di non essere sentito dal maggiore.
«Arrivo, cane da guardia» Choonyee si girò verso Felix dandogli un bacio a stampo sorridendogli. «Ci vediamo a scuola» lo salutò.
«Choo!» la richiamò Jimin.
«Arrivo! Santo cielo» urlò Choonyee girandosi e camminando a passo spedito verso il fratello iniziando a sbraitargli contro.
Felix rise a quella scena sorridendo con gli occhi puntati sulla sua ragazza. Era sempre così bella. Un sospiro innamorato lasciò le sue labbra e tornò in macchina per guidare verso casa sua.
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