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七 Scatti Rubati

Era un pomeriggio tranquillo lì in periferia. Non vi era alcun rumore molesto, si poteva benissimo sentire il tranquillo cinguettio degli uccellini che svolazzavano allegri tra gli alberi e le foglie che si muovevano a causa del leggero vento. Tutto troppo tranquillo. Ci si sarebbe aspettati come al solito un'esplosione di chitarra elettrica e di qualche canzone rock ma nulla. Tutto taceva. Persino casa Kim era avvolta dalla quiete: neanche Taehyung aveva sbraitato per i suoi quadri. Ciò avrebbe inquietato chiunque ma in verità era piuttosto rilassante. Bisognava approfittare di un momento così pacifico come quello!

Gli occhietti di Yuseong erano fissi sulla finestra del salotto e captavano annoiatamente ogni movimento che eseguiva il loro strambo vicino. Trovava interessante ma anche vagamente inquietante ciò che faceva. La televisione era accesa e in sottofondo vi era la voce di qualche presentatore di un talk show a cui Yuseong non stava prestando la minima attenzione.

Yoongi era fuori in giardino in piedi davanti ad uno dei tanti vasi che contenevano dei fiori che stavano sbocciando e li fissava senza battere ciglio. Inquietante pensò la ragazza. Davvero molto inquietante. Spesso lei e il fratello beccavano Yoongi in situazioni strane. E non strane come fissare il vuoto per minuti interminabili o beccarlo a fissarli senza muovere muscolo -quello succedeva spesso in realtà-. Erano situazioni strane per davvero. Lo avevano visto girare solamente in boxer in pieno autunno; gettare dalla finestra di camera sua vari oggetti che a detta sua non servivano più ed era più divertente scaraventarli al suolo; andare sul tetto della casa e cercare di buttarsi sul materasso che aveva posizionato sotto di lui -era inspiegabilmente ubriaco alle sei del pomeriggio-; addirittura lo avevano trovato a ricoprirsi di zucchine per un esperimento personale, aveva dichiarato lui.

Cose da filosofi rockers avevano ipotizzato i fratelli Kim.

Yoongi non era un pazzo inquietante, nulla da film horror o da manicomio. Era semplicemente il loro vicino strambo che di cose strane ne faceva eccome nonostante fosse taciturno. Per quanto fossero strane le cose che faceva erano molto divertenti, tanto che Yuseong e Taehyung si facevano le miglior risate a guardarlo in lontananza. A volte -come quella volta- sapeva essere inquietante ma in quella inquietudine Taehyung e Yuseong riuscivano sempre a ricavare dell'ilarità.

Dopo tutti quegli anni ci avevano fatto l'abitudine. Era quotidianità esattamente come sentirlo urlare parole di canzoni rock.

Yuseong si drizzò e avvicinò di più il viso alla finestra mettendosi in ginocchio sul divano quando vide Yoongi muoversi. Fu solo un secondo e la ragazza sbatté le palpebre chiedendosi se quel movimento impercettibile fosse reale o solo frutto della sua immaginazione. D'altronde lo stava guardando da più di dieci minuti e la mente poteva ingannarla. Doveva essere fin troppo annoiata per rimanere a fissare il loro vicino che a sua volta stava fissando dei fiori. Poteva passare lei per quella inquietante.

«Che sta facendo oggi?», Yuseong non si preoccupò di voltarsi e rispondere, sapeva di avere Taehyung alle spalle. Non poteva essere nessun altro.

«Fissa i gerani che stanno sbocciando e non muove un muscolo. A volte mi fa paura» borbottò posando la guancia contro il suo pugno chiuso. Sospirò sconfortata notando con la coda dell'occhio suo fratello mettersi di fianco a lei con il suo solito camice bianco tutto sporco.

«Sei tu quella che fa paura ora. Sei così annoiata da voler passare tutto il pomeriggio a fissarlo? Non sembrerai una ragazzina che fissa segretamente la sua cottarella?» la stuzzicò divertito facendole alzare gli occhi al cielo. Taehyung sapeva perfettamente che Yuseong aveva quasi del tutto perso l'interesse nell'avere una relazione, preferendo concentrarsi sul lavoro.

«Ventiduemila won¹ che adesso sorride e poi torna in casa» Yuseong si girò verso Taehyung mentre un sorrisetto di sfida si dipingeva su quel volto non più annoiato ma divertito. Taehyung assottigliò lo sguardo alzando l'angolo della bocca accettando indirettamente la sfida lanciata dalla sorella maggiore. Restarono allora entrambi a guardare Yoongi più attenti che mai volendo captare ogni singolo movimento dell'uomo per vincere.

«Se perdi stasera lavi tu i piatti, anche se è il mio turno», il tono di voce improvvisamente basso come se stessero facendo qualcosa di losco e top secret non ammetteva repliche. Yuseong sbuffò non azzardandosi a perdere di vista Yoongi.

Dovettero aspettare qualche minuto in più per un qualche segno da Yoongi ma alla fine ci riuscirono. Fu un attimo solo: le labbra tremarono verso l'alto formando un sorriso compiaciuto. Sospirò e mise le mani sui fianchi facendo dei passi indietro per tornare a casa.

Un piccolo urlo squarciò quel silenzio pomeridiano. Yuseong saltò sul divano come una bambina puntando il dito contro Taehyung e sorridendo vittoriosa. «Ah! Te l'avevo detto!» esclamò elettrizzata agitando i pugni in aria. Yoongi si girò di scatto verso la casa dei vicini divisa da una sola e semplice staccionata malandata. Inarcò un sopracciglio vedendo Yuseong saltare e Taehyung sbraitarle contro con un broncio da bambino.

I due si accorsero dello sguardo confuso di Yoongi e arrestarono i loro movimenti e le loro urla sorridendo innocentemente all'uomo più grande di loro. Yoongi fece una smorfia scuotendo la testa e tornando disinvolto in casa ignaro di essere stato spiato per tutto quel tempo.

«Sgancia i soldi» sorrise vittoriosa la maggiore rivolgendo il palmo della mano verso l'alto.

Taehyung la guardò male continuando a borbottare frasi contro la sorella. Prese il portafoglio ed estrasse le banconote porgendole alla sorella che sorrise ancora di più stringendo i soldi in mano. «Odio fare scommesse con te. Vinci sempre» sbuffò Taehyung gesticolando e incrociando le braccia al petto facendo l'offeso.

«Ci vuole furbizia fratellino» picchiettò l'indice contro la propria tempia sistemando i soldi nel portafoglio. Non li avrebbe affatto spesi per se stessa quella volta, ma Taehyung non lo sapeva e per il momento non avrebbe dovuto saperlo. «E poi dai Tae, viviamo accanto a lui da 6 anni. Dovresti sapere a memoria le sue abitudini e i modi di fare».

«Scusami, non sono come te che quando non ho niente da fare mi metto a fissare i vicini come se fosse la cosa più normale al mondo! E poi Yoongi dovrebbe essere quello strano» sollevò le sopracciglia prendendola in giro. Si beccò un pugno sulla spalla che non gli fece battere ciglio.

«Torna nella tua stanza artistica e finisci il tuo quadro, mocciosetto. Io porto Yeontan a spasso» afferrò il guinzaglio appeso ad uno dei ganci accanto alla porta per appendere le chiavi.

«Finire proprio no. L'ho iniziato ieri ti ricordo ed è un quadro impegnativo, in più ho da finire altri tre quadri per il mio corso e scattare delle foto nella quotidianità delle persone» elencò sulle dita. Le spalle improvvisamente gli caddero e abbassò lo sguardo con una smorfia. «Vado ad ammazzarmi. Perché diamine dovevo nascere con la passione per l'arte? Non potevo scegliere qualcosa di meno impegnativo?! No! Kim Taehyung deve complicarsi la vita!» esclamò agitando le mani e girandosi per tornare nella sua stanza dove creava, a parer di Yuseong, dei capolavori.

La professoressa rise sotto i baffi vedendo il fratello così stressato. Lo trovava divertente. Taehyung era divertente quando era stressato o arrabbiato. «Tannie!» chiamò il loro cagnolino battendo una mano sulla sua coscia ma del cucciolo non vi era traccia. Aggrottò le sopracciglia e fece un passo avanti per controllare negli angolini ma un forte e continuo abbaiare proveniente dalla casa accanto la fece fermare. Sospirò mentre le labbra si contorcevano in una smorfia esasperata.

«Se si è arrampicato sull'albero di Yoongi per inseguire uno scoiattolo ci vai tu questa volta a riprenderlo!» urlò Taehyung dalla sua stanza. Yuseong sbuffò ed uscì di casa con il guinzaglio in mano chiamando a gran voce il suo cagnolino che continuava ad abbaiare.

L'esasperazione lasciò spazio alla paura quando dopo qualche minuto non riusciva a trovare ancora la piccola palla di pelo nera. Continuò a chiamarlo e continuava a sentirlo abbaiare ma non riusciva a vederlo.

Poi, ad un certo punto, lo trovò con la testa nascosta in un cespuglio. Sospirò di sollievo andando da Yeontan e si inginocchiò mettendogli il guinzaglio. «Piccolo birbante. Che stavi facendo qui?» gli accarezzò il pelo morbido e la risposta arrivò immediatamente. Da dietro il cespuglio, come un fulmine, uscì fuori Eraclito, il gatto persiano di Yoongi che passava più tempo in giardino che in casa a sorbirsi la musica alta e le pazzie del padrone.

Yoongi raccontava sempre con estrema fierezza come aveva fatto a trovare quel grazioso gatto di tre anni. Era seduto sotto un albero a poca distanza dal ruscello vicino casa sua e stava tranquillamente ripassando la lezione su Eraclito e Rousseau quando improvvisamente una piccola nuvoletta bianca gli cadde sulla testa con un forte miagolio. Yoongi si era spaventato e si era alzato di scatto facendo cadere a terra il povero gattino che era rotolato sul prato fermandosi poco prima del laghetto. Yoongi vedendo il percorso fatto dalla palla di pelo e notando che si era anche fermato a guardare con interesse l'acqua che scorreva, gli venne un'illuminazione. Il nome che gli avrebbe dato era palese. «Tutto scorre» aveva sussurrato. «Eraclito» aggiunse poi con un enorme sorriso. A prescindere se fosse stato maschio o femmina aveva deciso il nome di quel gattino.

Yuseong e Taehyung ancora riuscivano a capire il collegamento tra il filosofo Eraclito e di come aveva trovato il gatto. A dire il vero nessuno lo aveva mai capito ma non proferivano mai parola per paura della reazione di Yoongi. Non solo per il suo aspetto minaccioso ma anche perché sembrava così fiero di raccontare quell'episodio che proprio non volevano rovinargli l'umore. Per cui si limitavano sempre ad annuire e sorridere incerti.

Eraclito si voltò verso Yeontan e gli soffiò facendo la gobba prima di andarsi a rifugiare sul balcone di casa Min. «Tannie quante volte ti ho detto di lasciare in pace quel povero gatto? Già deve convivere con Yoongi, credo che soffra abbastanza» sussurrò Yuseong accarezzando la testolina del cagnolino che abbaiò ancora abbassando poi le orecchie. «Dai andiamo in qualche parco al centro così potrai trovare qualche cagnolino da rincorrere» ridacchiò tirando il guinzaglio dirigendosi verso la sua auto con un Yeontan che scodinzolava felice. Yuseong mandò un messaggio al fratello per avvisarlo che sarebbe andata in centro con Yeontan.





Neanche lì in centro l'aria era male: faceva caldo ma non esageratamente. Era quel caldo primaverile che si riusciva a sopportare e il vento leggero che scompigliava i capelli della gente aiutava a rimanere freschi. Yuseong era seduta su una panchina e si rigirava tra le dita le cartucce per la polaroid che aveva acquistato poco prima per il fratello con i propri soldi e quelli che le aveva dato per aver perso la scommessa. Voleva fargli una sorpresa, sapeva che Taehyung l'avrebbe accettata entusiasta. Suo fratello nutriva un amore quasi sconfinato verso la sua polaroid ma sfortunatamente erano mesi che non aveva la possibilità di andare a comprare altre cartucce per tornare ad usarla. Costavano molto e tra le spese per l'università e le bollette per la casa non era mai riuscito a comprarle. Lo apprezzerà.

Sorrise vedendo Yeontan correre qua e là nel prato di quel parco, giocando con altri cagnolini e talvolta avvicinandosi a qualche bambino per poi scappare di nuovo via. Distolse lo sguardo dalla piccola palla di pelo sapendo che non si sarebbe allontanato più di tanto e mise in borsa le tre scatole di cartucce. Poi prese il suo libro- "Frankestein" - e riprese a leggere da dove aveva lasciato l'ultima volta. Non era esattamente il suo genere ma Seokjin glielo aveva consigliato per mesi e alla fine aveva deciso di accontentarlo. Doveva ammettere che non era niente male nonostante non amasse particolarmente le storie horror, fantascientifiche o thriller.

Poco più distante da lei una coppia di fratelli stavano bisticciando tra di loro come al solito. Jungkook aveva accompagnato Nari al parco più vicino perché doveva scattare altre fotografie per fare pratica, come le avevano consigliato sia la sua insegnante sia Taehyung. «Non sarò il tuo modello, scordatelo. È imbarazzante. Fai foto agli alberi o non so agli animali!» gesticolò sbuffando e lanciando un'occhiata di fuoco alla sorella che lo stava guardando allo stesso modo.

«Sei davvero un odioso bastardino. Non vuoi che faccia vedere il tuo bel faccino da modello al tuo prezioso Taehyung?» sorrise furbamente agitando in una mano la macchinetta fotografica guardando dal basso il suo fratellone.

Jungkook strinse di poco le labbra guardandosi intorno a disagio, tamburellando un piede a terra. «Non mi corromperai così, sappilo. Poserò per te, ma non davanti a tutta questa gente. È imbarazzante» borbottò stringendo le spalle e arricciando il naso continuando a guardarsi intorno. Aveva posato svariate volte per sua sorella ma sempre in posti isolati dato che non sopportava affatto troppi occhi addosso. Cosa piuttosto incoerente dato che era un ballerino.

Senza rendersene conto Nari gli aveva già scattato una foto e la stava ammirando compiaciuta per lo scatto rubato. Jungkook spalancò gli occhi e si protese in avanti per afferrare la macchina fotografica ma Nari fu più veloce e iniziò a correre ridendo. «Nari!» urlò Jungkook inseguendola.

Essendo più veloce e più alto di lei la raggiunse in pochissimi secondi e se la mise in spalla facendo sì che dai piccoli boccioli rosati di Nari uscisse un urletto di sorpresa. «Kook! Lasciami!» esclamò ridendo e agitando le gambe. Il maggiore tra i fratelli Jeon sorrise divertito e iniziò a girare su se stesso divertendosi ancora di più nel sentire le proteste della ragazzina che stringeva forte in spalla per non farla cadere. «Jungkook! Adesso ti vomito sulla spalla», le sue parole in contrasto con la sua acuta risata sentendo il vento solleticarle la pancia. E per qualche secondo le sembrò di essere tornata a quando aveva cinque anni e Jungkook la faceva volteggiare in aria mentre la sua risata si liberava in aria.

Jungkook, allarmato, la lasciò immediatamente a terra guardandola preoccupato. «Vuoi un sacchetto per il vomito? Ti ho fatto girare troppo forte vero? Ti prego non dire a mamma e papà che ti ho fatto sentire male», Nari ridacchiò colpendogli la fronte con l'indice e il pollice.

«Stupido sto bene. Era solo per farmi scendere. Ti preoccupi troppo» scosse la testa sorridendo divertita e guardandosi intorno alla ricerca di qualcuno o qualcosa da fotografare.

«È il minimo dopo quello che abbiamo passato l'anno scorso», la guardò con gli occhi più scuri del solito mentre i ricordi dell'anno precedente gli tornavano in mente. Nari sospirò girandosi verso il fratello con un sorriso rassicurante.

«Sto bene, Jungkook. So bene quello che posso e che non posso fare» si girò nuovamente e il suo sguardo si bloccò su una ragazza che stava leggendo tranquillamente. Sorrise furba quando, con un'occhiata più attenta, riconobbe la sorella di Taehyung. «Ho trovato il mio soggetto» canticchiò sollevando la macchina fotografica e scattando una foto.

Yuseong aggrottò la fronte venendo distratta da un flash proprio davanti a lei. Alzò lo sguardo beccando una tenera ragazzina con una macchina fotografica in mano. Nari spalancò gli occhi abbassando l'oggetto mentre il sangue fluiva nelle sue guance regalandole un colore paonazzo. Merda. Jungkook si girò e restò sorpreso e imbarazzato trovando la sua insegnante di astronomia a guardare sua sorella. «Nari dannazione il flash» sussurrò a denti stretti.

«Scusami, non ci avevo fatto caso» sussurrò deglutendo e abbozzando un sorriso imbarazzato. «È la tua professoressa?» si voltò verso il fratello che la fulminò con lo sguardo rispondendo indirettamente alla sua domanda.

Yuseong riconobbe Jungkook e sorrise deducendo che quella ragazzina fosse una sua parente. Alzò una mano agitandola di poco in segno di saluto e chiuse il libro decidendo di alzarsi per salutarlo. «Jungkook, ciao!» sorrise avvicinandosi. Il ragazzo sorrise salutandola a sua volta e rimase fermo non sapendo cosa fare. Inchino? No, aveva detto di non usare le formalità fuori dall'università. Abbraccio? No, non erano neanche così in confidenza. Stretta di mano? Forse poteva andare.

Il flusso dei suoi pensieri vennero interrotti quando Yuseong si limitò solamente a dedicargli un altro sorriso spostandosi poi a guardare Nari. Oh pensò Jungkook rimanendo sorpreso. Si era fatto troppi problemi per niente.

«S-scusami se ti ho scattato una foto ma eri così immersa nella lettura e non ho resistito. È venuta benissimo comunque» sorrise nervosamente mostrandole la foto. Yuseong sorrise arrossendo leggermente per l'imbarazzo di essere stata fotografata.

«Beh è venuta bene grazie a te, hai molto talento» le sorrise dolcemente facendo arrossire ancora di più Nari. Da piccola in momenti come quello si sarebbe nascosta dietro le gambe di Jungkook o dei suoi genitori, ma era grande e doveva superare pian piano anche la sua timidezza. «Ad ogni modo, ti ringrazio per avermi fotografata. Sono Yuseong» le porse una mano che la ragazzina le strinse.

«Nari» mormorò timidamente abbassando subito lo sguardo sulla sua macchina fotografica fingendo di controllare qualcosa sulle sue altre foto.

«È mia sorella. Ti sorprenderai nel sapere che in realtà non è così timida come sembra» ridacchiò Jungkook posandole una mano sulla spalla. Nari lo guardò con la coda degli occhi e arrossì di più dandogli un pizzicotto su un fianco facendolo sobbalzare leggermente.

Yuseong annuì reprimendo una lieve risata. «Anche mio fratello è molto bravo nella fotografia», lo so avrebbe voluto dire Nari ma si trattenne per non rovinare la dolce sorpresa a suo fratello quando lo avrebbe scoperto.

«Vado a scattare altre foto» mormorò la più piccola facendo dei passi indietro. Fece un inchino a Yuseong e scappò via tenendo stretta la sua preziosa macchina fotografica.

«Hey, non allontanarti troppo. Ti tengo d'occhio ragazzina» le urlò dietro Jungkook. Nari si girò alzando gli occhi al cielo. Non fare il figo davanti ad una ragazza urlava il suo sguardo. Taci comunicava quello del maggiore. I due avevano un legame così forte da riuscire quasi a comunicare telepaticamente. Nari soffocò una risata girando i tacchi e saltellando via.

«È lei la sorella di cui parlavi, vero?» sorrise Yuseong tornando a guardare Jungkook. Il ragazzo annuì accennando un dolce sorriso lanciando uno sguardo nella direzione di Nari.

«Sì. Con gli sconosciuti è una di poche parole, ma a casa...» gonfiò le guance facendo un piccolo verso acuto scuotendo la testa facendo scappare a Yuseong una sonora risata. «Comunque scusala ancora per la foto. Vuole esercitarsi e scatta foto a chiunque e qualsiasi cosa».

Yuseong scosse la testa e protese le mani in avanti scuotendo anch'esse come per dire di non preoccuparsi. «Stavo solo leggendo in fin dei conti. E poi sono abituata con mio fratello. Lo fa anche lui ogni tanto» ridacchiò portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Jungkook spostò lo sguardo sulla panchina e riconobbe subito la copertina del libro "Frankenstein".

«Frankenstein! Ho letto anni fa il libro e ho visto i vari film. Adoro quella storia» sorrise andando a sedersi sulla panchina afferrando il libro e sfogliandolo velocemente senza perdere il segno. Yuseong rimase sorpresa da quel gesto ma rise sedendosi accanto a lui compostamente.

«Non è il mio genere ma il mio migliore amico ha insistito per mesi affinché lo prendessi in prestito dalla biblioteca. Ma devo ammettere che mi sta appassionando» ammise accavallando le gambe.

«È uno dei classici che ho sempre adorato. Insieme a "Dr. Jekyll e Mr. Hide". Ah quello sì che è un libro horror. A quei tempi era difficile poter scrivere di un genere appena conosciuto. Sono stati dei geni gli scrittori» sorrise strofinando il pollice sulla copertina che sembrava essersi consumata nel tempo.

«Ti piace molto leggere?» chiese realmente curiosa ma con un pizzico di divertimento nella voce. Jungkook abbozzò un sorriso facendo spallucce e posando il libro al suo posto.

«Non è una mia passione ma sì, mi piace. È più un hobby. Quando ho tempo libero mi piace leggere» ammise alzando lo sguardo notando Nari accovacciata a terra intenta ad accarezzare un cagnolino nero. Yuseong seguì il suo sguardo e sorrise ampiamente.

«Quello è il mio cagnolino», Jungkook si voltò verso di lei sorridendo ancora per poi riportare lo sguardo sull'animale con cui Nari stava giocando allegramente.

«Uno dei miei migliori amici ha lo stesso cane. È un piccolo batuffolo adorabile» rise aprendo di poco le mani mimando una sfera che stava ad indicare un batuffolo. Susseguirono dei momenti di silenzio che di imbarazzante non avevano nulla. Entrambi concentrati sulla figura del cagnolino e della ragazzina che si stava divertendo a giocarci insieme e scattargli foto.

«Avresti qualche libro da consigliarmi? Preferisco i romanzi rosa e testi poetici» e così entrambi vennero trascinati in una lunga conversazione parlando di libri inizialmente cambiando poi argomenti come se non stessero parlando al proprio alunno e alla propria insegnante, piuttosto si stavano parlando come due semplici persone che si stavano conoscendo.

1.Ventiduemila won: corrispondono a 16,65 euro.

OHAYOO
Vi rubo solo due secondi in più con questo spazio autrice per dirvi di stare attenti ai più piccoli dettagli. Potrebbero ritornare utili nel corso della storia ;)🌻

-盖亚

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