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Orfeo

Anche i dolori sono, dopo lungo tempo, una gioia, per chi ricorda tutto ciò che ha passato e sopportato.
-Omero, Odissea.

"Elio, conosci anche tu il regolamento del college... Niente animali nei dormitori"Dice Steve.

Io e Jimmy siamo tornati al dormitorio e Jimmy mi ha consigliato di parlare di Olly anche agli altri.

Adesso siamo tutti riuniti nella sala comune e sto affrontando un processo.

"Lo so, ma il cane era in difficoltà, è innocuo, non abbaia nemmeno quasi mai"

I ragazzi discutono tra di loro.

"Com'è? "Chiede Tom.

Con le mani mimo le dimensioni di Olly.

"È un cagnone! Per me è sì! "Dice Tom.

"Non è aggressivo, vero? "Chiede Jeremiah.

"Assolutamente innocuo"Risponde Jimmy al posto mio.

"Cosa ne pensi Jimmy? "Chiese Steve.

"Che è un bravo cane, Elio ha già provveduto a vaccini e il resto"

"Andiamo a votazione... Chi dice di sì? "La maggior parte alza la mano.

"Ma sai che figata avere un cane con cui poter correre? "Chiede Tom.

"Chi comprerà da mangiare al cane? "Chiede Steve.

"Io... "Dico.

"Te ne assumi piena responsabilità, okay? Se il dormitorio dovesse finire nei guai sai già dove portarlo? "

No, sinceramente non ci avevo pensato.

"Da mio cugino, vive qui vicino"Dice Timmy.

"Okay, allora aspettiamo con impazienza l'arrivo di Olly"Dice Steve.

La visione di Oliver con Chloe.
E continuo a pensarci la notte.

Stavano solo parlando, niente di che, lui del resto è sposato.

Quanto può essere fortunata la donna che ha la fortuna di dormire ogni notte accanto a lui, sentire la sua voce la mattina.

Baciarlo, accarezzarlo, farci l'amore...

Senza accorgermene sto piangendo in camera, nascosto sotto le coperte, come se io tema che qualcuno possa vedermi.

Cercare di fare finta di nulla dopo tutto quello che è successo tra di noi.

È una prova? Sta cercando di uccidermi in qualche modo?
Ci sta riuscendo.

Non ho ancora detto nulla ai miei di Oliver e ho intenzione di terli all'oscuro.

Quando mi confidai con i miei di quello che sentivo fu come librerarmi di un peso enorme che mi portavo sulle spalle.

Fingere di essere felice per il matrimonio di Oliver, sono stato quasi obbligato.

Oliver cercava la mia approvazione e se noi due non potevamo essere felici almeno lui meritava di esserlo.
Chi ero io del resto...
Mi sono interrogato a lungo e non riesco a trovare una risposta che non faccia cadere il mondo in cui ho sempre creduto a pezzi...

Sento qualcuno scuotermi.

"Elio, stai bene? "Mi alzo di colpo.
È Jimmy che mi guarda preoccupato.
Il sole illumina l'intera stanza... Ho dormito?

"Sì, cioè... Che ore sono? "Chiedo.

"Le dieci"Dice.

Lui prende il foglio con il mio orario.

"Ti va di lusso, inizi i corsi dopo di pranzo, ieri hai finito di mangiare senza salutare nessuno, pensavo fossi arrabbiato con me"

"Non dire a nessuno che mi hai visto in queste condizioni"lo supplico.

"Certo che no, ti sei fatto di droga? "

Una droga di nome Oliver... Cerco di farmene a meno ma nulla, è più forte di me, ne ho bisogno...

"No, non mi faccio di quelle cose"Dico alzandomi.

Lui prende la foto sul mio comodino in cui ci sono mia madre e mio padre.

"Sei figlio unico? "Chiede.

"Sì... "

"Ce la fai, oppure..."scuoto la testa e lo ringrazio.

"Ho un aspetto di merda"dico a bassa a voce mentre mi sgranchisco la schiena.

"Ti aspetto qua"Dice manipolando ancora quel walkman.

Mi riprometto che gli chiederò cos'ha quel Walkman.

Mi faccio una doccia fredda e piango sotto di essa.

Mi credo forte ma non lo sono.
Lo vorrei essere, questa è la verità.

Quanto vorrei mandare tutto a puttane e fregarmene ma piú cerco di reprimere quel sentimento che provo verso di lui mi sento peggio.

Mi vesto di fretta e torno in camera dove Jimmy sta leggendo uno dei libri che avevo sul comodino.

"È meglio parlare o morire? "

Mi si ferma il cuore, riesco seriamente a sentire il mio cuore rallentare.

"eh? "Dico non sapendo bene cosa dire.

Quella frase.

Mi ritorna tutto in mente.
Mamma che prende il libro e lo legge.
Il suo libro era in tedesco.

L'ho acquistato in inglese poi, per rileggermelo.

Ero nella mia fase "cerco qualsiasi cosa che possa farmi ricordare quell'estate"

"È la frase che hai sottolineato tu, qui... "Dice girando il libro.

Sorrido.

"Mi sembra drastica come soluzione morire... "Dice lui.

Non mi esprimo.
Anch'io lo pensavo.
Forse lo penso ancora, ma in certi momenti mi pento amaramente di aver preferito parlare.

Mi interrogo di continuo e mi chiedo come sarebbe andata se lui non avesse mai saputo ciò che io ero, ciò che io provavo per lui.

Certe volte penso che sarei stato più felice, magari ci avrei sofferto ma non tanto.

Ma poi rido di me stesso dicendomi che alla fine sarei esploso, prima o poi gliel'avrei fatto capire, forse non intenzionalmente e così è successo, prima che parlassi, lui lo aveva già capito.

"Che cos'ha che non va quel walkman? Lo continui a manipolare... "Chiedo deviando un po '.

"Nulla di che, solo non si ferma quando premo il tasto stop"

"Ti posso dare il mio! Avevo intenzione di prenderne un altro"Dico.

"Perché? "Chiede quasi come per accusarmi.

"Perché almeno la smetti di manipolare quello"Dico cercando il mio.

"...beh grazie... "Dice mentre gli porgo il mio nella scatola originale.

"E tu come farai ad ascoltare la musica? "

"Mi arrangerò, e comunque era per ringraziarti per Olly, senza di te non so se ce l'avrei mai fatta a convincere gli altri... "Dico sinceramente.

"Ma perché sei così pessimista? Gli altri ti adorano già, sei il più piccolo e ti trattano come un fratello minore, anche senza il mio aiuto saresti riuscito a tenere Olly"

Se lo dice lui...

"Tu non hai lezione? "Chiedo mentre metto nel cesto del bucato i vestiti sporchi.

"Sì, ma ho orari leggermente sballati, inizio anch'io tra due ore"

Jimmy è un tipo... Strano, ma  comunque è uno con cui ho stretto un legame quindi a quanto pare faccio amicizia con quelli strambi.

Alle 13 inizia la mia lezione di storia della musica, mi riprometto di stare attento.

Incontro di nuovo Maggie, è davvero simpatica.

Lei dorme nel dormitorio femminile non molto lontano dal nostro, dice che ha una compagna di stanza che beve alcol come se non ci fosse un domani.

"Probabilmente ha dei problemi... "Dico masticando il tappo della Bic verde.

"Dice che è più felice, ma non credo, fatto sta che ieri sera è tornata e ha pianto come una fontana, mi ha raccontato la sua vita, si era presa proprio bene, l'ho consolata come meglio ho potuto"

"Che le hai detto? "Chiedo interessato.

"Oh, che c'è chi muore di fame in paesi poveri e che lei non può piangere per uno stronzo che l'ha scaricata un anno fa"

Trattengo una risata per il modo divertente in cui lo ha appena detto.

"Scommetto che il tuo motto di vita è «per ogni lacrima versata per uno stronzo, ricorda che c'è un bambino in Africa che muore»"

"ESATTO!"Scoppio a ridere, Santo cielo, non ridevo così da tanto.

"Cosa c'è di divertente? Elio, non c'è nulla di divertente! "Dice lei scuotendomi ridendo.

Il professore tossisce e noi ci zittiamo.

Guardo i suoi appunti.

"Sono migliori dei miei... Aspetta un attimo"Le prendo il quaderno e copio quello che non ho scritto.

"Ehi! "Dice lei incrociando le braccia.
"Merci"le dico.

"Ahhhh, e così tu parli anche il francese? E poi? "

"L'italiano "dico.

"Ma dai? Che bello sapere così tante lingue"

"Tu invece? "Chiedo.

"Oh, ma io ho tanti talenti, ad esempio riuscire a tenere una matita in piedi"Le sorrido.

Parliamo anche quando finisce la lezione, lei parla tanto, ma è piacevole ascoltarla.

Ha due fratelli minori, lei è del South Carolina, suo padre lavora nell'edilizia e sua madre è una cuoca.

"Pensavo di iniziare ad andare a lavorare dopo il diploma e invece mio padre mi ha detto di scegliere un università, aveva risparmiato per mandarmi qui"

"Che corso hai adesso? "Chiedo.

"Ho la lezione individuale di Clarinetto, ah già, quello lo so suonare"Dice ridendo.

Usciamo dalla classe e incontriamo Oliver intento a parlare con un altro professore.

Merda.

"Cambiamo direzione"Dico mettendomi il cappuccio e prendendola a braccetto.

"Ma... "

Facciamo due passi contati, due, prima che senta una mano sulla mia spalla.

"Elio! "Merda.

È Steve che mi ha chiamato.

"Come hai fatto a riconoscermi?"Chiedo a bassa voce mentre Steve saluta Mag con un cenno della testa.

"Il tuo modo di camminare è riconoscibile dappertutto"Dice Steve e sento Mag ridere.

Li guardo entrambi male ma poi sospiro.
Per un attimo mi hanno fatto scordare di...

"Perlman"guardo i ragazzi confuso e poi mi giro a guardare la persona che ha appena pronunciato il mio nome.

Oliver.
Oliver.

Lo guardo e mi irrigidisco immediatamente...

"Buongiorno Professor Wail"Dice Steve.

"Mi... Mi voleva? "Chiedo.

"Dovrei parlare con te di una cosa"

No, no, no...

"A dopo Elio"Dice Mag.

"Beethoven, ci vediamo dopo"Dice Steve dandomi una pacca. Guardo Oliver, sembra così tranquillo, io vorrei solo morire.

Camicia grigia infilata in un paio di pantaloni color sabbia.
Non indossa nessuna cravatta.
Indossa la collanina con la stella di David, lo capisco dalla catena oro.

"Mi ha colpito la tua schiettezza nel scrivere ciò che hai scritto "
Lo dice in tono quasi accusatorio. Ha un viso indecifrabile, non mi guarda nemmeno negli occhi...

Arriviamo in un aula vuota e mi da in mano un libro.

"Leggilo"Sopra c'è scritto Odissea, l'ho letta un miliardo di volte.

"È per punizione? Per aver scritto ciò che in quel momento pensavo? Oppure perché c'è un altro motivo? "esprimo tutti i miei pensieri attuali con questa raffica di domande.

"Potrebbe aiutarti"Mi scappa una risata ma.

"Aiuto... Ho bisogno di aiuto adesso, capisco... "Stringo il libro un mano.

Non mi guarda negli occhi, incredibile.

"Professore, abbiamo finito? Posso andarmene? "Dico freddo guardandolo.

I nostri sguardi si incontrano e per un secondo sento le gambe deboli, il respiro affannoso e il cuore uscire dal mio petto.

Ho notato per un attimo, un secondo, il suo sguardo ferito, affranto, e io per quell'istante avrei voluto solo stringerlo e baciarlo.

Poi, probabilmente, si accorge di essere crollato davanti ai miei occhi per un momento e, la velocità un cui si ricompone, è spaventosa.

"Ho finito, voglio la relazione di quel libro e anche il tuo pensiero su di esso"dice senza troppi giri di parole e sempre senza degnarsi di guardarmi.

"E se decidessi di non farlo?"

"Avrai il debito nella mia materia"

Ma cosa ci è successo?
Oliver, quello che conoscevo, quello di cui mi sono innamorato è morto il momento stesso in cui ha preso il treno.

Vorrei non fosse così, lo vorrei tanto.

Guardo lui che fa girare la fede al suo dito, non mi sei mai appartenuto ma tu hai me, avrai me adesso e fino la fine dei miei giorni.

"È meglio parlare o morire?"Sussurro mentre lascio l'aula.

"Elio"Dice lui quasi rimproverandomi.

"Era meglio morire"Dico freddo sbattendo la porta.

Non lo pensavo davvero, ma in quel momento volevo che lui percepisse almeno un grammo della mia sofferenza.
Corro via, con in mano quel maledetto libro.











































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