Capitolo 2
Nessun uomo può bagnarsi nello stesso fiume per due volte, perché né l'uomo né le acque del fiume sono gli stessi.
-Eraclito
Alle sette spaccate di mercoledì 15 ottobre 2008, Hermione Jean Granger si svegliò in un enorme letto matrimoniale, circondata da una moltitudine di cuscini in piuma d'oca e morbide coperte.
Si toccò il collo, affondando la mano in quella che avrebbe dovuto essere una folta chioma riccia. Ciò che trovò al suo posto la lascio letteralmente sbigottita: capelli biondi, quasi bianchi, morbidi e lisci come seta.
«I-Impossibile... d-decisamente i-impossibile...» balbettò, allungando una mano sul comodino pronta ad afferrare la propria bacchetta -in legno di vite con corde di cuore di drago-, quando le sue dita ne strinsero una decisamente diversa: legno di bianco spino con crine di unicorno.
La bacchetta di Draco Lucius Malfoy.
"Perché sto stringendo la bacchetta del furetto?" si domandò, lanciando un rapido incantesimo di accensione.
Realizzò di non essere nella propria stanza, nel proprio letto, nel suo appartamento al confine tra la Londra Magica e quella Babbana, ma in una stanza decisamente sopra le righe. Attorno a lei c'erano solo mobili e arazzi dall'aria antica, quanto costosa, ma di Malfoy nessuna traccia.
Sembrava svanito, volatilizzato... come per magia.
Lo chiamò a gran voce, ma quando aprì bocca comprese che qualcosa non andava. Con un gesto del polso evocò un piccolo specchio e per poco non morì di crepacuore.
Il suo riflesso era identico
a quello di Draco Lucius Malfoy.
Si pizzicò più e più volte la guancia, convinta di essere ancora addormentata, bloccata nel peggiore dei propri incubi; ma ogni volta che riapriva gli occhi, era sempre lì, in quella sontuosa stanza, in mezzo a quel groviglio infinito di coperte e cuscini.
Imprecò contro il soffitto, certa si trattasse dell'ennesimo scherzo del biondo furetto. Sbadigliò, scostando la coperta in cotone egiziano, quando si accorse, non solo di essere completamente nuda, ma che qualcuno, o meglio qualcosa, era decisamente sveglio e sull'attenti.
"Oddio... oddio... Merlino..." pensò, nervosamente non sapendo come o cosa fare per mettere a cuccia il serpente. Chiuse gli occhi e si premette uno dei cuscini sulla faccia così forte da rischiare di soffocare. Lo allontanò poco dopo, rossa in volto, credendo di essere finalmente sveglia, lontano dal mostruoso biscione che si ergeva orgoglioso ai piani inferiori. Eppure, quella cosa era ancora lì: dura e svettante.
"Godric, non può essere..."
"È un incubo..."
"È decisamente un incubo..."
«Un incubo... bello...grosso...» sussurrò con voce roca, ancora impastata dal sonno.
Non si accorse che un elfo domestico si era appena smaterializzato in camera con un sonoro 'pop'. La piccola creatura tirò le pesanti tende appese alle finestre, lasciando che la stanza fosse illuminata dai pallidi raggi del sole.
«Padron Malfoy, la Sua colazione è pronta.»
«Co-Colazione?» domandò incerta Hermione, non sapendo come rivolgersi al servile e garbato elfo. Si chiese se Malfoy fosse un padrone indulgente o dal pugno di ferro ma, a giudicare dall'aria tranquilla della creaturina, optò per la prima opzione.
L'elfo guardò stranito il Padrone di Malfoy Manor, ma non si azzardò a fare alcun tipo di domanda o supposizione, limitandosi ad annuire con un colpo di orecchie.
«Si, Padrone, la Vostra colazione: caviale proveniente direttamente dal Mar Baltico, pane tostato con burro "Ridiculous No.55 Lobster and Crab Butter", salmone norvegese affumicato, patate arrosto e... avocado.»
Hermione non credette alle proprie orecchie e spalancò la bocca formando un silenzioso 'oh'.
Era impossibile riuscire a ingurgitare quella ingente quantità di cibo di primissima mattina.
Dovette ricredersi quando l'elfo specificò che quella colazione era ciò che il Padrone mangiava, ogni giorno, da quasi sei anni.
«Padron Malfoy, preferite che la colazione Vi sia portata in camera o preferite mangiare insieme a Lady Malfoy?»
«Lady... Lady Malfoy?» chiese ancora la riccia.
Era certa che Malfoy non fosse sposato. Era decisamente scapolo e alla costante ricerca di avventure e nuovi stimoli con cui sfogarsi. Non riusciva a immaginare Draco Lucius Malfoy come ad un premuroso e attento marito. Cercò di trattenere una risata, ma fallì miseramente.
L'elfo, a quel punto, guardò il proprio Padrone con fare interrogativo, domandandosi se avesse la febbre o se il suo strano atteggiamento fosse dovuto agli eccessi di una bottiglia di troppo di Firewhisky ma, ancora una volta, non osò fare alcun commento.
«Sì, Vostra Madre.»
Hermione sbiancò, annuendo impercettibilmente con il capo. Congedò l'elfo, che scomparve con uno schiocco di dita, dopo averlo informato che avrebbe fatto colazione con Lady Malfoy, Narcissa Malfoy, sua madre.
Finalmente sola, libera dal mostruoso biscione, si avvicinò titubante all'armadio a dieci ante. Lo aprì, non trovando altro che vestiti e sobri abiti da cerimonia neri. Tirò un sospiro di sollievo, rassicurata dall'idea che il suo peggior nemico non vi nascondesse né Mollicci né altre terrificanti creature.
Indossò un paio di pantaloni di alta sartoria, camicia, maglione e, per ultimi, gli stivali della divisa Auror, unico capo che da regolamento erano costretti a portare. Uscì dalla stanza del biondo dopo aver rifatto accuratamente il letto. Arrivata in sala da pranzo, non sapeva come comportarsi: Narcissa Malfoy era seduta a capotavola, intenta a leggere
silenziosamente una copia della Gazzetta del Profeta.
Non appena percepì la presenza del figlio, staccò gli occhi dal giornale appoggiando gli occhiali da lettura contro il tavolo.
«Draco, tesoro, tutto bene?» domandò la donna, lanciando uno sguardo preoccupato alla bionda serpe.
Hermione raggelò a quella frase, indietreggiando fino a sentire la schiena toccare un prezioso arazzo risalente al quindicesimo secolo. Deglutì rumorosamente, passandosi poi una mano tra la chioma platinata.
"Calma, respira. Comportati come farebbe Malfoy." pensò, avvicinandosi al posto vuoto accanto alla Signora del maniero.
«Sì, madre. Tutto bene, grazie.»
Lady Malfoy alzò un sopracciglio a quelle parole, fortemente colpita da esse. «Madre? Erano anni che non mi chiamavi così.»
"Fantastico, sono una povera stupida." Hermione cercò di mitigare l'errore con un colpo di tosse.
«Certo... mamma... sto benissimo, magnificamente.»
«Bene, mi fa piacere.» commentò lei, tornando a leggere il giornale.
Davanti agli occhi della Granger comparve, per incanto, una colazione degna di un re ma non riuscì a toccare un solo boccone di quel lauto pasto, limitandosi a sbocconcellare alcuni pezzi di salmone affumicato. Si alzò improvvisamente dalla sedia nominando alcuni allenamenti di Quidditch o una riunione con Harry.
«Draco?»
Hermione Jean Granger si bloccò, incespicando sui propri piedi. Sentì il cuore batterle nel petto, come impazzito, temendo di essere stata scoperta.
«Si, mamma?»
«Non dimentichi qualcosa?» la donna più anziana, mosse una guancia in direzione del figlio.
Hermione deglutì: se l'immagine Draco Lucius Malfoy nelle vesti di premuroso marito le aveva fatto ribrezzo, quella dell'amorevole figlio la fece sorridere. Chiunque al Ministero sapeva quanto fosse legato alla madre. Avvicinò quindi le proprie labbra alla guancia della donna, sfiorandole la pelle con un delicato bacio.
«Buona giornata, tesoro.»
Hermione non rispose. Annuì con un garbato gesto del capo avvicinandosi al camino. Richiamò la Metro Polvere e sparì, avvolta da fiamme verdi fluorescenti, in direzione del Dipartimento Auror.
༄༄༄
Quello stesso giorno, alla stessa ora, Draco Lucius Malfoy aprì gli occhi. Si passò una mano tra i capelli ma, al posto dei morbidi crini biondi, il giovane mago si trovò a tastare quella che aveva tutta l'aria di essere un ispido e gonfio nido per uccelli.
Strinse alcune ciocche di quell'eccentrica parrucca da clown, sperando si trattasse di uno scherzo organizzato da quelle vipere dei suoi due migliori amici: Theodore Nott e Blaise Zabini ma così non fu.
Si alzò svogliatamente a sedere sul letto, pronto ad ordinare agli elfi di portargli la colazione in camera, quando si accorse di avere addosso un pigiama babbano. Un orrendo pigiama babbano su cui erano stampati fiori e stelline dai colori sgargianti. Più simile a uno squallido, quanto economico, vestito di carnevale che a un indumento di vestizione.
"Impossibile, sto sognando" credette l'ex Slytherin, sempre più confuso.
Si toccò nervosamente le gambe, le braccia, il viso, il petto. Abbassò lo sguardo e... sbiancò, come colpito da un fulmine a ciel sereno: il muscoloso petto era stato sostituito da niente meno che un paio di tette.
"Due tette?!"
"Beh... certo è un numero normale di tette, ma non per un uomo..."
"Merlino... e ai piani inferiori..." pensò preoccupato, scendendo velocemente con le mani fino all'elastico dei pantaloncini del pigiama.
Salazar, per poco non svenne.
"Oddio... il mio uccello..."
"Il mio Basilisco..."
"Due tette, niente male, e... niente serpente"
"Ok... calma Draco, respira..."
"Deve essere un incubo... un grosso e orrendo incubo..."
"Un grossissimo e orrendo incubo... dove non so come... ma sono stato scazzato..."
Si lasciò cadere sul letto a peso morto, scoppiando a ridere, certo di essere impazzito. Eppure, la sera prima non aveva bevuto o dato una delle sue solite feste.
Aveva 'solo' fatto del buon, buonissimo sesso con Hannah Birdermeyer, la biondissima Sottosegretaria del Ministero della Magia. Definita come 'la bocca migliore di tutto il mondo magico'. Hannah Birdermeyer stata in grado di scalare i ranghi del Ministero solo grazie a gonne decisamente molto corte e camicette troppo scollate.
Il loro rapporto era la classica amicizia con benefici: sesso, sesso e ancora sesso. E, con quella sua meravigliosa boccuccia, la bionda si era dimostrata un'amica meravigliosa, sotto ogni punto di vista: Purosangue, bellissima, stupida quanto un Bezoar e con un sorriso verticale da capogiro.
Le cose che gli faceva andavano oltre le sue più sfrenate e perverse fantasie e più di una volta erano stati beccati a scopare negli archivi o con la testa di lei tra le muscolose gambe di lui.
Malfoy rise, divertito da quei piacevoli ricordi. Però qualcosa non andava: la sua risata, per nulla profonda, sembrava quella di una donna. Una donna che purtroppo, l'ex Principe verde-argento, conosceva fin troppo bene.
Allungò una mano sul comodino, cercando di afferrare la propria bacchetta in legno di bianco spino con crine di unicorno, ma le sue dita ne impugnarono una diversa, molto diversa: in legno di vite con corde di cuore di drago
La bacchetta di Hermione Jean Granger.
"Perché sto stringendo la bacchetta della Granger?" pensò sconcertato, evocando, con un rapido gesto del polso, uno specchio nero e per poco il biondo non morì, come colpito dalla più mortale delle Maledizioni Senza Perdono.
Lanciò un grido di puro orrore quando si specchiò e non vide nient'altro che il riflesso di Hermione Jean Granger, ex Gryffindor e Ragazza d'Oro.
Il suo riflesso era uguale
a quello di Hermione Jean Granger.
Si guardò attorno, alla disperata ricerca di indizi, pronto a scoprire cosa fosse successo e, soprattutto, perché.
Per primissima cosa capì di non essere nella sua sontuosa stanza a Malfoy Manor, ma in un appartamento della piccola borghesia inglese. Attorno a lui erano sparsi libri e altre cianfrusaglie magiche e non. Aprì le ante dell'armadio, frugando in bagno e nei cassetti della biancheria intima.
Balbettò quando vide che su alcune mutandine erano scritti i giorni della settimana. Sbalordito, si sfilò i pantaloncini di cotone e infilò gli slip, contento che la sua patatina sapesse che era mercoledì. La parte peggiore arrivò poco dopo, quando dovette allacciarsi il reggiseno. Fece diversi tentativi, contorcendosi come un fenomeno da baraccone, senza ottenere alcun risultato. Alla fine, esasperato, lanciò per aria quell'arnese infernale.
Si specchiò nuovamente, osservando compiaciuto la figura snella e slanciata della riccia. Scese con una mano verso il seno, solleticandolo con le dita, ghignando malefico. «Signore, oggi, andremo au natural.»
Con un colpo di bacchetta richiamò il resto dei vestiti e spalancò la porta della camera da letto, rischiando di rompersi l'osso del collo, quando inciampò contro un'orrenda palla di pelo arancione. Grattastichi soffiò contro il biondo, artigliandogli una caviglia. Con un rocambolesco salto Malfoy schivò un nuovo agguato della bestiaccia e, prima che potesse azzannarlo una seconda volta, scese al piano inferiore camminando a passo svelto verso il camino.
Richiamò la Metro Polvere e sparì, in direzione del Dipartimento Auror, avvolto da fiamme verdi.
༄༄༄
Hermione Jean Granger arrivò al Dipartimento Auror prima di chiunque altro. Aveva bisogno di parlare con Malfoy, sicura fosse tutta opera sua. Probabilmente l'ennesimo scherzo, mirato a sbeffeggiarla, come ai tempi delle lezioni a Hogwarts.
Draco Lucius Malfoy entrò all'interno del Dipartimento Auror con fare guardingo, pronto a evitare qualsivoglia domanda. Aveva bisogno di parlare con la Granger, certo fosse tutta opera sua e delle sue zanne da castoro.
Si incontrarono in un corridoio deserto, poco distante dagli archivi. L'ex Slytherin spinse il proprio corpo tra gli schedari ancorando l'ex Gryffindor tra i vari casellari.
«Cosa cazzo mi hai fatto?!» domandarono in coro: lei nel corpo di lui, lui in quello di lei.
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NOTA AUTRICE:
-Ridiculous No.55 Lobster and Crab Butter è il burro più caro al mondo. Una confezione può costare anche 95£ (circa 110-120€)
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