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Happier

Eloise

Jamie , Grace, mia madre e Gregg sono di sotto e aspettano solo che mi decida a scendere. Non so se riuscirò a tenerli a bada oggi , e l'idea che ognuno di loro possa preferire un vestito diverso, mi fa paura.

"Ti stai rifacendo nuova o sei fuggita dalla finestra, sorellina?"

Gregg urla dalle scale, come abbiamo sempre fatto anche quando mamma ci diceva di chiamare qualcuno per cena. Che fosse lui o papà, nelle poche volte in cui era a casa, strillavo da sotto in modo da non dover fare gli scalini.

"Arrivo!"

Chiudo la borsa con lentezza, mi guardo un'altra volta allo specchio e ciò che vedo è un viso sereno, ma quel guizzo di paura mista ad eccitazione presente negli occhi, non se ne va. Louis è rimasto all'appartamento con Harry e nonostante sappia che non può vedere l'abito prima, avrei voluto ci fosse. Se non dovesse piacergli? Non so neppure perché io mi stia mettendo così tanti problemi per un vestito. O forse lo so bene. Saremmo nell'occhio del ciclone e qualsiasi dettaglio fuori posto sarà minuziosamente sbandierato.
Sospiro, controllo un'ultima volta i capelli e decido di scendere. Non devo pensarci, non voglio pensarci o non riuscirei a godermi i preparativi.

"Finalmente!"

Jamie è stanco di aspettare, come suo solito.

"Potevi iniziare ad andarci da solo, Bower"

Il mio umore è decisamente precipitato e se ne sono accorti tutti. Spero solo non dicano nulla o peggiorerebbe e basta. Ho bisogno di un po' di tempo per rilassarmi e tutto tornerà come prima.

"Sei nervosa?"

Grace sussurra posandomi una mano sulla spalla.

"Un po'"

Non risponde, estrae il telefono dalla tasca per poi inclinare lo schermo verso di me.

"I bambini stanno giocando e la cosa strabiliante è che Harry, per la prima volta in tutta la sua vita, ha battuto Louis!"

Sorrido automaticamente e li immagino così bene che non riesco a trattenere una risata.

"Credi che sarà ancora il suo testimone, dopo questo, Grace?"

Finge di pensarci su per poi affrettarsi a rispondere mentre Jamie suona il clacson ripetutamente.

"C'è un'alta probabilità che non lo sia più"

Il tragitto scorre veloce e nonostante la musica in sottofondo , i miei pensieri fanno rumore. Non ho la minima idea di che elementi dovrebbe avere il mio abito da sposa. Sono solo sicura che debba slanciarmi un po' e non rimarcare le mie forme.
Quando lo dico ad alta voce alla commessa, che ci ha accolti senza grandi moine nonostante ci abbia riconosciuti e questo è un punto a suo favore, parte verso il retro per poi spuntare poco dopo con diversi abiti tra le mani.

"Allora, ti faccio vedere: questo è un modello a sirena con scollo a barca e strascico in pizzo. Oppure lo abbiamo anche senza strascico. Invece quest'altro" accarezza la stoffa con le dita "è longilineo e non ha alcuna decorazione. C'è anche in rosa chiaro"

Storco il naso ad entrambi perché non è così che me lo immagino.

"Perché non provi questo?"

Jamie ne indica uno con le piume e nonostante sia bellissimo, so già che non fa per me.

"Non credo che-"

"Provalo. Almeno ti fai un'idea"

Lo assecondo e mi lascio condurre in camerino con un abito troppo appariscente. Appena lo indosso, riconosco quanto sia bello, ma non mi sento come credo che mi dovrei sentire il giorno del mio matrimonio. La protagonista non sono più io ma la distesa di piume della gonna un po' più ampia al di sotto.

"Vuoi mostrarlo agli altri?"

"Certo"

Appena esco, Grace scuote la testa, mia madre lo analizza minuziosamente ma non si esprime e i due uomini hanno una strana espressione in viso.

"Troppo trasparente"

"Troppo piumoso"

Vorrei ricordare al biondo che è stato lui a consigliarlo, nonostante fosse 'piumoso' dal principio.

"Non piace nemmeno a me"

Torno dentro ma ad ogni abito che indosso non provo l'emozione forte che dovrei provare e nonostante due mi piacciano abbastanza, non sono quelli giusti. Anche perché Gregg critica ogni centimetro scoperto sul petto e Jamie conia nuovi termini immaginari per dire che non vanno bene.
Ho provato anche l'ultimo e non è quello che mi sarei aspettata. Devo ammettere di essere delusa, speravo e credevo fosse più semplice.
Mentre torno in camerino per indossare i miei vestiti normali, uno in particolare attira la mia attenzione.

"Posso provare questo?"

"Certo, cerco la taglia e te lo porto subito"

Mi svesto con calma, col battito accelerato perché ho una strana sensazione. L'occhio ci è finito su per caso, come se mi avesse richiamato in qualche modo. È bellissimo, lo accarezzo ancor prima di indossarlo e spero che mi stia così bene da essere lui.
Non ho il coraggio di guardarmi allo specchio mentre lo faccio salire sui fianchi, non ho il coraggio di farlo quando la commessa mi aiuta ad agganciarlo dietro. Ma appena lo faccio, trattengo il fiato.
Ciò che ho davanti mi piace, mi piace da morire. La bocca si apre in espressione di meraviglia, le gote si accendono e vorrei dire qualcosa, ma non ci riesco.
Mi sento bella, mi sento la protagonista assoluta e mi piaccio come forse è mai successo.

"Dalla tua reazione, sembra che abbia centrato l'obiettivo"

Mi sorride ed io ricambio ma non riesco a smettere di guardarmi e non so se voglio uscire da qui e lasciare che gli altri lo facciano a pezzi.
Aspetto altri due minuti, godendo appieno di ciò che sento, per paura che dopo possa cambiare ai miei occhi.
Non li sollevo mentre percorro il corridoio stretto, non osservo le loro espressioni mentre mi vedono arrivare e lo faccio solo quando a Jamie scappa un wow , abbastanza marcato.
Sono sorpresa non credevo che a loro potesse piacere, invece sono ammutoliti. Mia madre e Grace hanno le lacrime agli occhi, mio fratello continua a scrutare l'abito, visibilmente emozionato e il mio amico biondo sorride felice.

"Bingo"

Mi guardo di nuovo allo specchio e quella sensazione che ho provato prima c'è ancora. Forse più forte, amplificata dalle emozioni dei miei accompagnatori. E mentre liscio una piega immaginaria ed il cuore sta per scoppiarmi, il viso di Grace fa capolino dalla mia sagoma ed io non mi trattengo più. Piango a ruota libera, nascondo il viso tra le mani e piango, perché è lui ed è tutto più reale.

Le braccia della mia amica sono su di me e più lei posa la testa sulla mia spalla, più io piango.

"Sei bellissima"

Le faccio un cenno col capo perché riesco a parlare poco. La tensione accumulata sta scemando e nonostante cerchi di calmarmi non ci riesco.

Gregg si schiarisce la voce, Jamie sorride come un ebete e consola mia madre. Manca solo una persona, una che avrebbe dovuto essere qui. Il peso della sua assenza è forte e come se potesse alleviare ciò che sento, sollevo gli occhi al cielo. Spero mi stia guardando, spero piaccia anche a lei tanto quanto piace a me. Ho la sua foto nella borsa per averla sempre con me, ma non è la stessa cosa.

"È quello giusto?"

Annuisco, sicura, e quando la ragazza che mi ha seguita, raccoglie appena i capelli e fissa il velo, io mi sento davvero una sposa. Mia madre ormai è incontenibile e Gregg mi stringe così forte, che ho paura possa rompermi. Lo fa solo dopo che Grace si allontana da me, per non creare problemi.

"Anche il marito è quello giusto, bimba?"

Ridiamo tutti con Jamie che si diverte nel prendermi in giro.

"Più giusto del vestito, Bower"

E di questo è il mio cuore ad esserne sicuro.

Daniel

Li guardo dalla vetrata, la guardo sorridere, ridere, sfiorare le mani di qualcuno che non son io e ancora non mi capacito di come sia potuto succedere.
É felice, forse come mai lo é stata. É felice, lo é senza di me e tra diverse settimane si sposerà.
Ho ricevuto l'invito in quanto tutto lo studio è stato invitato, ma non andrò.  Non ci riesco, non nel vedere quanto sarà bella nel suo vestito bianco, non sono pronto a vedere le sue lacrime di gioia, né sentire mentre promette amore eterno a lui.
Più la guardo sorridere, nascosto nell'ombra di un pilastro davanti al bar, più capisco che lei è felice senza di me.

Accendo la seconda sigaretta da quando sono fermo qui. Il dito scorre, la fiamma prende vita e brucia il tabacco, lentamente. Ho iniziato qualche settimana dopo che ci siamo lasciati.
Non so perché e non so nemmeno per quale motivo abbia continuato e continui tuttora dopo tutto questo tempo.
So solo che la amo, ancora e forse di più, proprio perché non posso averla. Non ci siamo più visti, ha fatto di tutto per evitarmi ma io non posso permettere che non succeda prima che si sposi. E se capisse che invece sta sbagliando? E se, rivendendomi, gli mancassi? Devo tentare , devo provarci. Almeno una volta, l'ultima. Poi mi farò da parte, come ho fatto per tutto questo tempo.
Pensavo che ci sarei riuscito a dimenticarla , ad andare avanti. E un po' è successo, finché quella partecipazione non è finita tra le mie mani e non vi ho letto il suo nome sopra.

Sono sparito per un giorno intero, ho bevuto fino a dimenticare il mio nome, Jessica mi ha chiamato disperatamente, ma non c'era nulla che potesse aiutarmi. Mi sono sentito perso. Forse perché ho sempre sperato che prima o poi sarebbe tornata da me, invece si sposa con uno che non sono io. Uno che l'ha appena baciata, che le sta raccontando qualcosa di talmente divertente da farle reclinare la testa all'indietro.

Con me succedeva di rado.

Mi sento stupido nello spiarli, mi sento stupido ad essere invidioso di lui che me l'ha portata via, mi sento stupido a provare qualcosa per lei, dopo tutto questo tempo. Non le chiederò nulla, non mi umilierò ulteriormente. Mi farò semplicemente vedere e dalla sua reazione capirò. O forse attenderò qualche giorno, così vedrò se comunque le ho suscitato qualcosa che tenta di metabolizzare o rinnegare.

"Daniel! Che ci fai qui?"

Jack mi sorride , felice di vedermi.

"Fumo una sigaretta prima di andare dal capo. Tu?"

Una pacca sulla spalla, qualche parola di circostanza e sono di nuovo solo.
Per fortuna.
Escono e faccio appena in tempo ad appiattirmi contro la colonna che mi ha sorretto nell'ultima ora, che ha cullato i miei pensieri. Li seguo con lo sguardo e spero davvero che tornino a casa di William , dove posso presentarmi con una stupida scusa. Non potrà sfuggire perché non capirà che sono io, se non quando sarò dentro e mi avrà visto.
Ho la barba più lunga e una camicia bianca, fresca di bucato. E sono un po' agitato ma speranzoso. Forse non dovrei, forse avrei dovuto mettere un punto ad ogni articolo di giornale che parlava di loro, ad ogni volta che li ho intravisti insieme.

Parcheggio un po' distante, di modo che non sentano la macchina e scendo a passo incerto.
Probabilmente sto facendo una cazzata, probabilmente dovrei tornare indietro e smetterla di intestardirmi. È stata chiara, lo è sempre stata, ma devo provarci. Almeno una volta, una sola. Al funerale era troppo sconvolta per rendersi conto che fossi io a stringerle la mano per poco, era troppo confusa per respingermi, ma quel contatto mi ha fatto impazzire di nuovo.

Suono e attendo impaziente. Cosa le dirò? Dovrò chiedere di suo padre, a cui parlerò di nuovo dei turni di lavoro che ho già visionato.

"Arrivo"

La sua voce squillante, il mio cuore che batte all'impazzata e i secondi che si dilatano divenendo minuti finché non è proprio davanti a me.

"Ciao Eloise"

Le sorrido nel modo più dolce e sensuale che conosca. Le sorrido come se non fosse cambiato niente.

"Daniel"

Non mi aspettava, la sua espressione ne è una chiara conferma, ma non mi importa e prima che possa dire altro, mi avvicino e la abbraccio.

"Come stai?"

È rigida, come un blocco di ghiaccio. È distante e appena spinge sulle braccia per allontanarmi la lascio andare.

"Cosa vuoi?"

È arrabbiata, è sconvolta e non è per nulla felice di vedermi né del contatto che abbiamo appena avuto.

"Cercavo tuo padre"

"Nostro padre non c'è"

Gregg e lui sono dietro le sue spalle. Quegli occhi azzurri che vorrebbero uccidermi a conferma che hanno visto tutta la scena, la mano di Gregg che lo trattiene ed io vorrei gongolare meno, ma non riesco a controllarmi. Gli sorrido beffardo prima di guardare di nuovo lei.

"Allora significa che ritornerò. Ciao Eloise "

Mi volto e incurante di ciò che succederà là dentro, sorrido felice della mia piccola conquista.

Louis

È ancora ferma davanti alla porta ormai chiusa. Sembra colpita e spero sia avvenuto solo in maniera negativa.

"Stai bene?"

Mi avvicino, cingendola con le braccia finché la sua schiena non aderisce al mio petto e la sento rilassarsi. Accade spesso ed è una bella sensazione: quando il suo corpo è a contatto col mio, lascia fluire la tensione.

"Adesso si"

Non mi piace questa risposta, non mi piace il fatto che lui sbuchi in questo modo, non mi piace che la faccia sentire così.

"Lo ammazzo prima o poi, che tu e Gregg vogliate o meno"

È solo un borbottio, ma la sua risata soffocata sul mio petto dimostra che l'ha sentito.

"Ma sarai lontano da me , dopo"

I suoi occhi scuri e divertiti sono nei miei e ho la certezza che lui non ha modificato proprio un bel niente.

"Questo è l'unico punto a sfavore" sussurrò trascinandola dall'altra parte rispetto alla cucina dove si trovano Gregg e Felicity.

Mi piace il modo in cui il suo sguardo cambia appena sfioro le sue labbra con le mie, mi piace il modo in cui si solleva per ricercare un contatto di cui ho bisogno anche io. E appena mi bacia , tutto va al suo posto.

"Sei arrabbiato?"

"Con te no"

Non le lascio il tempo di dire altro, che la bacio ancora.

"Andiamo a casa?"

Lo sussurra e un milione di brividi si sprigionano sulla mia pelle.

"Tua madre si offenderebbe se non restassimo a cena..." faccio scorrere il pollice sulle sue labbra " ma non dirlo in questo modo, piccola, o potrei far iniziare una faida familiare pur di portarti via"

Mi piace il sorriso che si apre sul suo viso, mi è sempre piaciuto. Eloise ha un sorriso per ogni occasione: uno per quando è in imbarazzo ed è appena accennato; uno per quando è felice ed è ampio e luminoso; uno per quando finge che qualcuno gli stia simpatico ed è super tirato; uno per quando combina qualcosa e vuole farsi perdonare e poi uno per quando vuole sedurmi senza sapere che non ce n'è bisogno perché lo ha già fatto da tempo.

"Quando arriva Freddie?"

"Quando Briana deciderà di smetterla e farlo venire. Piange ogni volta che ci sentiamo al telefono, ma lei continua a tenerselo li."

Sono riuscito a chiederle venti giorni, quindi dieci prima e dieci dopo del matrimonio, ma non è la stessa cosa.

"Andrà bene, sarà qui per quel giorno e poi andremo noi, no?"

Annuisco perché non sa che in realtà ho in mente una sorpresa per lei. Se solo le accennassi qualcosa, sono sicuro che riuscirebbe ad estorcermi informazioni.

"Sarà meglio andare di là, o penseranno male"

"Tuo fratello ha poco da pensar male! L'altra sera non ti dico a cosa ho dovuto assistere! E sono passato con le mani sugli occhi e ho anche urlato che stavo arrivando!"

Ride stringendosi più a me e adoro quando succede, adoro quando esisto solo io, quando non c'è nessuna nuvola nera sul suo viso come invece accadeva ultimamente. So che sta cercando di star meglio e quando momenti come questi accadono e lei sembra l'Eloise di prima, me li godo appieno.

"E Victoria?"

"Credo sia diventata rossa come il tuo pullover natalizio"

Ride più forte ed io mi perdo a guardarla mentre sembra sempre la stessa, dopo un periodo in cui temevo non esistesse più.

"Se continui a ridere così, devo baciarti di nuovo, poi afferrarti e sequestrati per le scale. Non ci arrivo al nostro appartamento"

"Smettila"

Spinge appena sul mio petto, con le mani che intrappolo e sembra felice, più felice.

"Ti amo"

"Anche io"

E se William non fosse appena rincasato, aprendo la porta alle nostre spalle, avrei tenuto fede alle mie parole.

————

"You look happier
Saw you walk inside a bar
He said something to make you laugh
I saw that both your smiles were twice as wide as ours
Yeah, you look happier, you do"

Non so cosa ne sia uscito, ho avuto molta difficoltà nello scrivere. Spero vi possa piacere, spero mi perdoniate per la lunga assenza.
A presto,
Luisa ❤️

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