Il boato assordante della caduta di Danica, attira l'attenzione di Lana e mister Colton, che in un attimo scorgono la pozza di sangue che si adagia sotto la sua testa come un cuscino di seta cremesi.
Le urla di disperazione di Lana, si confondono con la fermezza dei comandi di Mister Colton.

" Chiamate un ambulanza immediatamente e portatemi del ghiaccio."

Come un robot senza emozioni si fa dare il foulard di Lana e lo preme sulla testa della ragazza per cercare di bloccare la fuoriuscita di sangue.

L'intervento tempestivo dell'ambulanza fa il resto, i soccorsi cercano di farla rianimare.

Ignaro di tutto ciò che le sta capitando, arrivo in hotel e vedendo un ambulanza precedermi con la sirena accesa, penso immediatamente a Lana.
Mi catapultò fuori dall'auto, e arrivo nella sala grande della reception, dove vedo più persone ammassate su qualcuno.
I miei occhi cercano immediatamente Lana, e avendola trovata nel raggio d' azione dei miei occhi, tiro un respiro di sollievo.
Non è lei, quindi ipotizzo che forse è un cameriere  che sarà scivolato o svenuto, ma ad un tratto incontro gli occhi di ghiaccio di mio padre mentre tiene tra le braccia la mia Danica.

" Danica svenuta?
Mio padre in Italia?
L'ambulanza?"

Non ho la certezza di cosa poi abbia  pensato, perché mi sono catapultato su mio padre per tenerlo lontano dalla mia Danica.

La stringo tra le braccia, spingendolo via, e mi accorgo che il foulard che teneva sulla testa era impregnato di sangue.
Il suo viso pallido e il suo corpo senza nessuna reazione, mi fanno andare in totale panico.

" Non posso perderti, ti prego apri i tuoi occhi, e sorridimi."

Il medico dell'ambulanza mi invita a spostarmi, ma il mio corpo non si muove di un solo centimetro, come se la mia vicinanza potesse tenerla protetta da tutto ciò che stava capitando.

" Noah riprenditi, e lascia lavorare i medici."

La voce di mio padre, e la sua prepotenza nel comandarmi qualcosa che non volevo, acceca ciò che di razionale ancora mi rimane.

"Perché sei qui?
Cosa hai fatto a Danica?"

"La tua perenne capacità di accusare gli altri, per i tuoi errori.
Ha semplicemente sentito ciò che tu hai organizzato, un amore inventato per vendetta.
Cresci Noah e assumiti le tue responsabilità, ferisci chiunque ti ami."

La rabbia il dolore e l'impotenza della verità, mi fanno agire d'impulso sferrando un pugno a mio padre.

Aveva toccato un tasto dolente consapevole di farlo.
Stava incolpando me per la morte di mia madre, e per l'incidente di Danica.
Se non fossi mai nato, mia madre non sarebbe morta e Danica non avrebbe dovuto subire tutto questo dolore, aveva ragione per entrambe le cose, ma il suo cinismo e il suo disprezzo erano insopportabili.
Nei suoi occhi non leggevo nemmeno un impercettibile segno di empatia per il dolore che stavo passando, e senza rendermene conto come una furia volevo eliminarlo dalla mia vita.
Solo l' intervento di Lana mi riporto indietro dalla mia follia.

" Noah non è il momento dobbiamo pensare a Danica."

Aveva pienamente ragione, ma il dolore di sentirmi inerme a ciò che stava capitando, lo sentivo in tutto il mio corpo, e il respiro fuoriusciva freneticamente cercando un equilibrio che ormai avevo perso.

La gente vive inseguendo i propri sogni, a volte rinunciando a se stessi pur di assaporare la realizzazione di quest'ultimi.
Io ne ero la prova vivente, avevo abbandonato tutto ciò che ero, per diventare un uomo migliore  unicamente per la mia Danica.
Era successo tutto velocemente e senza che io me ne accorgessi, nessun inizio o macchinazione per farmi cambiare, ma semplicemente la sua genuinità.
Ma la ruota  della vita, stava girando di nuovo e questa volta al contrario per portarmela via.
La favola che volevo scrivere questa sera, sta avendo un finale totalmente diverso da ciò che mi aspettavo.
È entrata silenziosamente nella mia vita e nella mia anima, ma ora ne sta uscendo facendo un rumore assordante nel mio cuore.
Man mano che le urla si schiarivano vedevo chiaramente riemergere come una Fenicia quel Noah solo e arrabbiato con se stesso.

" Ci sono parenti ?"

La dottoressa dell'ambulanza chiede se ci sono parenti per accompagnarla in ospedale.
Senza nemmeno pensarci le rispondo che sono il fidanzato e salgo con lei, non lasciandole nemmeno per una frazione di vita la mano.
Non riesco a non pensare che senza di lei nulla avrebbe senso.
Ha impreziosito e fatto conoscere in profondita tutte le mie emozioni: la gioia, l'amore la pace e la felicità, ed ora se continua a non aprire gli occhi tutto sarebbe inutile.
Ha irrigato il deserto arido e senza scopo della mia esistenza facendolo rinvigorire come un oasi ed ora non può rimanermi con un bicchiere di sabbia in preda alle allucinazioni di un futuro raggiante.
Un brivido percorre la mia schiena, se non dovesse farcela?
Quali progetti o speranze aveva?
Perché non le ho prestato più attenzioni?
Perché il destino vorrebbe separarci così in fretta?
La risposta è una sola, vorrei stringerla in un abbraccio mentre mi sussurra che va tutto bene.
Vorrei che mi asciugasse le lacrime accarezzandomi dolcemente il viso, ma la crudeltà del coma in cui si trova le impedisce di fare tutto ciò.
Svegliati e accoglimi nella tua vita, perdona i miei errori.
Queste parole sono una preghiera ma anche una supplica affinché ci sia un semplice segnale di miglioramento.
Continui a non ascoltarmi, e a confondermi, il tuo viso e di una bellezza mozzafiato, nonostante sia incoscio a tutto ciò.
Fino a qualche ora fa, sentivo la responsabilità di proteggerti e di amarti, ed ero deciso a farlo nel miglior modo possibile, ma in un attimo sono diventato il tuo boia.
Ti ho fatto molto male, senza avere la consapevolezza di fartene, ma ti prometto che non sarà nulla rispetto a quello che farai a me stesso, se non apri immediatamente gli occhi.
Mi lasceresti morire senza più avere uno scopo, senza più poter imparare a sognare, ma soprattutto con l' amaro di aver conosciuto il vero amore e averlo perso per sempre.

PS sono un po' assente, ma mi farò perdonare.
Questo capitolo lo dedico a tutte coloro che mi hanno aspettato e sostenuto in questi giorni.