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Alla mia cara mamma ❤️

La vita è spesso paragonata a un libro bianco, una tela su cui tracciare la propria storia.
Ma se su quelle pagine immacolate fosse stato versato inchiostro incandescente, quale spazio rimarrebbe per le mie parole?

Negli anni, ho cercato di raccogliere i frammenti di un'esistenza che sembrava non mia, sconvolta dalle bugie pronunciate in nome dell'amore. Mi hanno detto pazzo, ma per me l'amore doveva essere semplice e tangibile, come un quadro di Yves Klein: monocromatico, vibrante, compatto, unico e soprattutto, limpido e senza macchia. Invece, la mia vita assomiglia agli schizzi di un bambino che scopre i colori per la prima volta, mescolandoli in forme indefinite, tracimando dai bordi del foglio e tingendo tutto ciò che lo circonda.

"Lara è la mia vera madre," ripeto queste parole senza comprenderne appieno il significato, eppure per anni ho percepito questa verità nei suoi gesti, nelle sue parole, e soprattutto nel suo sguardo. Come ho potuto essere così ingenuo, così superficiale, così vuoto da non dare peso a ciò che sentivo?
A volte, il dolore offusca i sentimenti, e nella ricerca di una madre che credevo perduta, non mi sono reso conto del male che infliggevo a me stesso e a lei, inconsapevolmente.

Non posso approvare la sua decisione di vendere l'anima al signor Colton, soprattutto perché il prezzo di quella scelta l'ho pagato io, impotente di fronte alle loro decisioni.
Il denaro non mi ha reso felice; è vanità, un labirinto senza uscita.
Ho percorso quelle strade con macchine di lusso, aerei privati e yacht sfarzosi, ma mi sono sentito come un criceto in una gabbia dorata.

È solo grazie a Danica che ho compreso l'illusorietà di tutto ciò e ho realizzato che il valore di una persona risiede in ciò che può creare con le proprie mani, con la propria intelligenza, con il proprio cuore, e non in ciò che può acquistare con il denaro.

È ora di andare da lei, di smettere di ragionare. Questa verità tormentata ha rivelato che non siamo fratelli, e nulla mi impedirà di sposarla, di creare la famiglia che ho sempre sognato. Devo alzarmi da questo letto e correre verso di lei. Il resto si sistemerà con il tempo, perché non so cosa prova esattamente nei confronti di Lana e non voglio tenderle la mano solo per apparenza. Ci penserò in futuro, quando il mio cuore sarà pronto.

Ho bisogno di chiarimenti e della lucidità per ascoltarli, ma prima devo stringere tra le mie braccia la donna che amo, la mia piccola guerriera che non si è mai arresa, che con il suo cuore ha sciolto anni di silenzio, bugie e dolore.

Cerco di alzarmi lentamente, ma il mio corpo sembra ancorato a questo letto. Non capisco il perché. Ogni fibra del mio essere è proiettata verso Danica, ma i muscoli non rispondono. Guardandomi attorno, realizzo solo ora che i miei occhi sono chiusi e che tutto ciò che ho pensato finora è frutto della mia immaginazione.

Inizio ad agitarmi, confuso, finché non sento una voce: "Si sta svegliando dal coma etilico, finalmente è fuori pericolo." Con gli occhi ancora chiusi, sento delle lacrime sulle mie mani e qualcuno che le bacia dolcemente. Cerco di aprire gli occhi, ma la luce è troppo intensa. Una cosa è certa: accanto a me ci sono due donne che mi amano. Lo hanno fatto in modi diversi, ma entrambe hanno lottato per la mia felicità.

Con uno sforzo sovrumano,le palpebre si sollevano, lasciando filtrare la luce in una stanza che non riconosco. La confusione si attenua mentre le figure diventano più nitide, e vedo Danica e Lana che mi sorridono con gli occhi lucidi di lacrime.

"Sei tornato da noi," sussurra Danica, la sua voce è un balsamo per l'anima. Lana, invece, rimane in silenzio, ma il suo sguardo parla più di mille parole. C'è dolore, c'è amore, c'è perdono.

Mi rendo conto che la vita non è un libro con pagine bianche o un quadro di Yves Klein. È piuttosto un mosaico, composto da frammenti di gioia e dolore, amore e perdita, verità e menzogna. Ogni pezzo ha il suo posto, ogni colore la sua ragione di essere.

"Non ho bisogno di parole," dico, la mia voce è debole ma determinata. "Ho bisogno di voi, di entrambe. Di una famiglia."

Danica mi prende la mano, mentre Lana si avvicina e mi accarezza il viso. In quel momento, capisco che la famiglia non è definita dal sangue o dai legami legali, ma dall'amore incondizionato e dal sostegno reciproco.

"Costruiremo qualcosa di nuovo, insieme," prometto, e loro annuiscono.

Il cammino sarà lungo e forse doloroso, ma non sarò solo. Ho **Danica**, la mia compagna, la mia forza. Ho **Lana**, la madre che non ho mai perso, la guida che mi ha sempre accompagnato.

Mentre le loro mani si stringono alle mie, sento che il passato non può essere cambiato, ma il futuro è ancora da scrivere. E questa volta, sarà un racconto di speranza, di rinascita, di amore.

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