Prologo - Sole e Cornetti
N.d.A. Avrei dovuto aggiornare Lux in Tenebris che ho bloccata da marzo e stavo anche scrivendo ma per quella ho bisogno di maggiore concentrazione, devo studiare delle cose, bla bla bla, per cui TU lettore che ti imbatti in questo prologo, sappi che questo e i deliranti capitoli che seguiranno (SE seguiranno) sono il sequel di Istantanee da San Pietroburgo (che troverai sul mio profilo), pertanto le situazioni e i personaggi che verranno raccontati qui prendono origine da quello, non si tratta di una storia a sé.
Buona lettura!
"Fire meet gasoline
I'm burning alive
I can barely breathe
When you're here loving me
Fire meet gasoline
Fire meet gasoline
I got all I need
When you came after me..."
Sia – Fire meet Gasoline
Dlin dlon.
Flavia si mosse pigra tra le lenzuola.
Dlin dlon.
Aprì gli occhi e si rizzò a sedere di scatto. Nella penombra della sua camera da letto, l'unica cosa che notò era il disordine. Dalle imposte chiuse del balcone indovinò che era mattina inoltrata. Aveva piovuto tanto la sera prima ma ora sembrava essere spuntato il sole.
Già, pensò, è spuntato il sole.
Dlin dlon.
Afferrò gli slip e la maglietta dei Ramones e se li infilò in fretta e furia, tra l'uscio della camera da letto e il soggiorno, mentre andava ad aprire la porta.
"Oh! Dormigliona! Finalmente!"
Solo la massa di ricci bruni e ribelli anticipò la voce squillante di Mary, che invase l'open space del piccolo appartamento di Flavia: "Ti ho portato il tuo solito cornetto ai cereali con farcitura al miele, tesoro, quello a Nutella è mio, la dieta non funziona e necessito di zuccheri raffinati. Basta roba integrale per oggi... metti sù il caffè" la ragazza si sfilò la borsa e l'abbandonò sul tavolo assieme all'involucro dei cornetti, si levò il trench e infine si fece crollare sul divano "Ho bisogno di sfogarmi un po', ieri con Maurizio un'altra storia... Ma sei in mutande?".
Flavia arrossì violentemente. Travolta dall'irruenza della sua amica, aveva finalmente smaltito la nebbia del sonno e le ritornò in mente tutto ciò che era accaduto il giorno e la notte precedenti. Da dove poteva cominciare a raccontarle cosa era successo? I Musei Vaticani, l'Apollo del Belvedere, lo sconcerto, iridi cristalline come l'acqua che la guardano, l'emozione, la pioggia e poi i baci e la passione e l'amore per una notte intera...
Mary la squadrò perplessa poi fece un sorrisetto malizioso: "Non sei in imbarazzo perché sei in mutande davanti a me... è successo qualcosa?".
"Beh sì, è successo decisamente qualcosa" ammise lei.
"Beh, decisamente qualcosa che devo sapere, allora! E subito anche!".
Flavia, d'istinto, indirizzò gli occhi verso la camera da letto e Mary scattò in piedi: "E' ancora di là?" chiese sottovoce ridacchiando.
Flavia annuì incrociando le braccia al petto e stirando le labbra per non assumere un'espressione fin troppo sfacciata.
Mary si fece improvvisamente seria e la guardò con severità: "Ti prego, non dirmi che si tratta di Stefano".
"Oh no! Ma come ti viene in mente!".
"La tua espressione schifata mi tranquillizza!" dichiarò la ragazza con soddisfazione "E allora è uno nuovo? Oh, tesoro mio, sono così felice! Erano mesi che sguazzavi nella tristezza a causa del ragazzo di San Pietroburgo! Anche se si tratta di una cosa mordi e fuggi va benissimo! Anzi, è meglio! Devi distrarti! Io...".
"Buongiorno".
Mary si voltò lentamente e spalancò occhi e bocca davanti al ragazzone alto e biondo, in jeans allacciati male e a petto nudo, che si era affacciato dallo stipite della camera da letto.
"Oh mio dio! Non dirmi che...".
"Credo si stia parlando di me e posso assicurare che la tristezza è terminata e non sarò assolutamente mordi e fuggi. Al contrario" si allungò per stringerle la mano "Youri, piacere".
Mary sghignazzò e gli strinse la mano: "Sono Mary, la migliore amica di Flavia. E sappi che so tutto riguardo a ciò che è successo in Russia e che ho sempre fatto il tifo per te" poi guardò Flavia, rimasta totalmente in silenzio e intenta ancora a metabolizzare quella situazione con un'espressione inebetita sul viso: "Com'era il titolo di quel film? Dalla Russia con amore?".
Flavia scoppiò a ridere e Mary li salutò: " E' stato un piacere! Possiamo organizzare una pizza assieme una di queste sere! Ora vado, vi lascio da soli... spero ti piaccia la Nutella! Godetevi la colazione!".
La ragazza uscì e Flavia guardò Youri. Con la sua mole sembrava occupare tutto lo spazio del suo piccolo bilocale. Il profumo dei cornetti lasciati sul tavolo, l'allegria di Mary che non era andata via assieme a lei, i capelli biondi e arruffati di lui, la gatta che sbadiglia e si accoccola con fare indifferente sul suo pouff preferito.
Flavia avvertì un'improvvisa sensazione di calore che dal petto le risalì agli occhi, così intensa che se improvvisamente avesse sentito le lacrime bagnarle le guance non si sarebbe sorpresa.
Youri le si avvicinò e le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio: "Cosa c'è?".
Lei sbatté più volte le palpebre, non era il caso di piangere per davvero: "C'è che sono felice".
Lui sorrise e il sole che brillava dai vetri del balconcino sembrò invadere tutta la casa.
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