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Il cugino russo, l'amico coraggioso e la ex diffidente


N.d.A. dopo tipo mille mila anni arriva questo aggiornamento... Avviso sempre che questo è un sequel quindi nella narrazione ci si può imbattere in informazioni riguardanti le vicende raccontate in Istantanee da San Pietroburgo. Buona lettura!

... I'll be waiting, come find me
I can see you, you're in the darkness
Finding life right where your heart is
If you're ready, heart is open
I'll be waiting, come find me...

Sigma – Find Me



3. Il cugino russo, l'amico coraggioso e la ex diffidente




"Zia Anjia è a Roma e s'è portata dietro lui, mio cugino Iliya" spiegò Youri.
Flavia si illuminò: "Anjia è qui?".
Mary stirò le labbra e i suoi ricci tremolarono: "Continua a fissarmi. Ripeto: è inquietante".
"Non mi piace cosa ha detto. Qualsiasi cosa abbia detto" intervenne Maurizio.
Si voltarono nuovamente tutti verso il nuovo venuto, che, immobile, teneva gli occhi spiritati puntati verso Mary. Lui si avvicinò a lei, fece uno sguardo accattivante dietro i baffetti, che tremolarono maliziosi, e si prostrò in un baciamano, proferendo in tono suadente e con accento marcato: "Bellissima".
"Ehi!" protestò Maurizio.
"Zitto tu!" lo riprese Mary che pareva essere compiaciuta dal gesto e dal complimento "Una volta tanto che qualcuno si comporta da gentiluomo con me... Ma resta comunque inquietante".
Iliya poi si rivolse a Flavia, le fece un cortese cenno col capo, infine allungò la mano in direzione del biondo cugino per farsi dare le chiavi dell'auto. Quello gliele diede, poi si dedicò ancora verso Mary: "Drink?".
"Possiamo prenderlo qua, no?" rispose lei indicando il bar alle loro spalle.
Iliya sorrise sornione e fece no con la testa: "Niet" rispose "Tevere. Night. Romantik".
"Non vorrai mica uscire con lui, spero!" obiettò Maurizio, sotto il cui sguardo da cane bastonato si stava consumando quello che per lui era un dramma.
Mary lo ignorò: "Posso fidarmi di lui?" chiese a Youri "O potrei essere vittima di un serial killer?".
Il ragazzo, basito, si riscosse: "E' un po' sbruffone, ma non farebbe male ad una mosca. Anzi, è probabile che la mosca faccia del male a lui".
Flavia trattenne il riso, senza però mancare un'occhiata empatica nei confronti del povero Maurizio che guardava incredulo la sua Mary andare via col cugino russo.


Giulio guardo prima l'orologio, poi il grosso portone in ferro battuto. Non era molto tardi ma sperava di non aver disturbato. Dai messaggi che aveva ricevuto in risposta non sembrava, ma delle frasi scritte su di un display non danno mai la misura dell'umore di chi le compone. Si appoggiò col sedere sul cofano della sua panda blu metallizzato e cominciò ad attendere a braccia incrociate.
Non riuscendo a contenere l'ansia cominciò a muovere la gamba destra, nervosamente; poi prese a mordicchiarsi le pellicine del pollice destro, rimpiangendo il fatto che il puzzo di sigaretta lo aveva sempre frenato dal prenderne il vizio: il sapore che gli restava in bocca, inoltre, non gli era mai piaciuto quindi non poteva sfogarsi fumando. Pensando alle sigarette, inevitabilmente corse con la mente a Youri e all'energia che gli aveva avvertito addosso quella stessa mattina.
Chissà com'era quella ragazza che gli stava scombinando la vita per mesi, si chiese.
Strinse le labbra attorno al dito e aggrottò la fronte: doveva ripensare ad una donna, non ad una ragazza, visti gli anni di differenza. Infilò le mani nelle tasche del giubbetto e sollevò lo sguardo verso i balconi della palazzina che davano sulla strada. Donna o ragazza, in fondo, non gli importava un gran ché. Dopo le rivelazioni di Youri, lui non aveva fatto altro che pensare e ripensare a Laura. Erano mesi che non l'aveva più vista in giro per l'università, molto probabilmente per ciò che era accaduto col suo amico. Quando l'aveva incrociata fuori l'università, lei lo aveva riconosciuto e gli aveva sorriso. E Giulio aveva distintamente sentito le gambe diventargli molli. Avevano scambiato poche frasi di circostanza poi lei, con esitazione gli aveva detto: "Secondo te, se provassi a sentire Youri... se provassi a riallacciare i rapporti con lui, tu magari potresti provare a mettere una buona parola per me?".
"Dopo tutto quelle che è successo... Dopo quello che ti ha fatto... Perché?" le aveva chiesto lui, stringendo i pugni.
Gli occhi verdi di Laura si erano incupiti: "Beh, mi manca e vorrei tornare assieme a lui".
Quella richiesta lo aveva deluso grandemente. Per Youri, quella con Laura era stata una storia che non poteva certamente dirsi importante e lo dimostrava come si era comportato, lasciandola di punto in bianco. Giulio non aveva mai dimenticato il rifiuto di Youri a prendersi le sue responsabilità quando Laura aveva scoperto, in seguito, di essere incinta, anche se dopo aveva provato a riparare. E ricordò come lui stesso gli aveva dato del codardo quando Youri era letteralmente scomparso dalla vita di Laura dopo che questa le aveva detto di aver perso il bambino ed era andato a San Pietroburgo anziché in vacanza in Grecia con lui e gli altri.
Eppure, nonostante la delusione, aveva accettato di parlare con Youri per conto suo, ma quanto era accaduto al baretto aveva ribaltato la situazione. E Giulio ne aveva provato sollievo. Come avrebbe potuto quindi spiegarle che per Youri era finita da ben prima che accadesse tutto il casino e che l'unico che avrebbe potuto darle stabilità emotiva era lui, Giulio, quello che soffriva nel vederli assieme perché era innamorato di lei?
Forse era l'occasione giusta per tentare quello che non aveva mai avuto il coraggio di provare a fare. Sospirò fiducioso: sì, quella poteva essere l'opportunità che stava aspettando. Era il motivo per cui non aveva raccontato i dettagli all'amico.
Lo scatto di apertura del cancello lo fece sobbalzare e lui si passò le mani tra i corti riccioli bruni, un po' per ansia, un po' per darsi un contegno.
Laura aprì il portone: indossava leggings aderenti e una felpa con cappuccio, lunga sui fianchi e nelle maniche. I lunghi capelli corvini erano raccolti in una alta coda ed era senza trucco. Per un istante, Giulio stette in contemplazione per quanto fosse bella anche così.
"Ciao".
"Ciao" si riscosse lui.
"Allora? Dai messaggi sembrava urgente".
"Spero di non averti disturbato..." provò a dire lui.
"Non ti preoccupare... ma quindi? Riguarda Youri, vero? Gli hai parlato?".
La luce speranzosa che Giulio intravide negli occhi di Laura lo fece deglutire a vuoto. Poteva dirsi dispiaciuto per quello che le avrebbe detto, ma per cogliere quell'opportunità da qualche parte bisognava iniziare.
"Sì, riguarda lui e devo dirti che mi dispiace ma non c'è più niente da fare".
Laura incrociò le braccia al seno con fare infastidito: "In che senso, scusa?".
"Nel senso... non so se sai che a luglio è tornato dai parenti suoi a San Pietroburgo" all'accenno di assenso di lei, Giulio riprese "Ecco, lì ha conosciuto una tipa... se so presi e lasciati e mò se so ripresi".
I begli occhi verdi di Laura divennero due fessure diffidenti: "Mi stai prendendo in giro per caso? E chi è questa? Una ragazza russa?".
Giulio si raddrizzò, piantando i piedi sul marciapiede. Non era alto quanto Youri ma aveva una sua presenza e voleva cominciare a mostrarla, assieme ai mesi passati in palestra.
"No, è italiana. Di qui, di Roma. Una giornalista... no, scusa, una fotografa. Lei stava lavorando a San Pietroburgo, così si sono conosciuti. Poi lei s'è fatta un po' de pippe mentali per l'età".
"L'età?".
"Sì, lei c'ha più de trent'anni".
Laura arricciò le labbra, disgustata: "E mò stanno assieme?".
Giulio fece spallucce: "Eh sì".
"Non mi hai detto niente l'altro giorno!".
Lui restò interdetto, si umettò le labbra: "Ti ho detto che si so presi e mollati... e si sono ripresi proprio ieri!".
Laura lo squadrò, profondamente irritata: "Mi stai coglionando!".
Giulio aggrottò la fronte: "Se non mi credi, chiamalo direttamente e chiediglielo. Non ha mica cambiato numero".
Si morse la punta della lingua a quelle parole. Se lei l'avesse davvero contattato, poteva essere un'arma a doppio taglio. Laura avrebbe costatato di persona che sulle sue speranze con Youri poteva metterci una bella pietra sopra. D'altra parte, Youri avrebbe potuto non esserne totalmente indifferente. Tutto sommato, la novità della fotografa era di appena il giorno precedente. Certo, da quel che aveva visto, l'amico suo si era tormentato abbastanza per la fotografa, ma che ne poteva sapere?
Al silenzio di Laura, Giulio fece un passo avanti provando ad abbozzare un sorriso che gli fece brillare i vivaci occhi nocciola: "Senti, posso immaginare che è difficile. E complicato... ma perché non andiamo avanti?".
Laura tirò sul col naso, forse non ancora del detto convinta, e lo squadrò con superficialità: "Io a sta storia non ci credo, te lo dico".
"Che ne dici se una di queste sere usciamo? Tu e io?".
Giulio aveva parlato velocemente, ignorando totalmente la diffidenza di lei. E lei non parve particolarmente convinta.
Dopo una breve pausa, Giulio vide Laura cominciare a guardarlo con interesse: "Va bene, tu e io. E Youri con la nuova tipa. Organizzi tu?".
Giulio sgranò gli occhi, a disagio: "Vuoi dire... una uscita a quattro?".
"Esatto. O sta tipa è troppo vecchia per règge de fa serata con noi? Organizza e poi famme sapè" gli volse le spalle e scomparì dietro al portone.
Impietrito, Giulio non seppe dire per quanto tempo restò con gli occhi incollati alle sbarre chiuse del cancello.


Il resto della serata era trascorso velocemente. Quando se ne accorse, Flavia mugugnò infastidita; ore, minuti e persino secondi che erano sembrati eterni nella lunga attesa di rivedere Youri, che avevano cominciato a trascorrere velocissimi nel momento stesso in cui lo aveva riabbracciato. Poi sorrise di sé stessa e di quei pensieri. Proprio come le era accaduto a San Pietroburgo, fu consapevole che indugiare in quelle riflessioni la eguagliavano ad una adolescente alla prima cotta. Se in Russia se ne era rammaricata, ora poteva permettersi di compiacersene , mentre guardava Youri divorare la pizza che avevano ordinato a domicilio.
Si erano ritrovati da nemmeno due giorni e non volevano ritrovarsi in un qualche affollato locale di Trastevere; desideravano restare soli.
Flavia sospirò: "Domani mattina ho un appuntamento col caporedattore della stessa rivista che mi ha affidato il reportage a San Pietroburgo. Mi ha precisato che riguarda la città di Roma, non ha detto altro".
"Si gioca in casa, quindi".
"Già. Pensa se mi avesse voluto mandare in qualche altra grande città estera... Parigi? Atene? Madrid? Ho girato un po' ma non sono mai stata a Madrid. E magari incontrare lì un bel ragazzo spagnolo...".
Youri fece una smorfia infastidita: "Ti diverti a farmi ingelosire stasera, eh?".
Flavia rise divertita e lo baciò, poi lo scrutò per qualche istante: "C'è qualcosa che non va?".
Il ragazzo si umettò le labbra: "A proposito di gelosia... cosa penseresti se ti dicessi che la mia ex mi ha cercato?".
Lei si sistemò meglio sulla sedia, a nascondere l'improvviso fastidio che aveva avvertito a quella rivelazione: "Intendi la ragazza di cui mi hai parlato a San Pietroburgo?".
Youri annuì: "Uno dei miei amici mi ha avvisato che gli ha chiesto di me. Ma non ci siamo incrociati".
"Sai cosa gli ha chiesto?".
"Da quel che mi ha detto stamattina Giulio, il mio amico, voleva sapere come mi andavano le cose. Niente di che".
Flavia arricciò le labbra: "Potrebbe accadere che vi incontriate per puro caso, come è capitato a me con Stefano?".
"Non lo escludo" mugolò indolente lui "Non frequentiamo gli stessi dipartimenti ma l'università è la stessa".
"Beh, che dovrei pensare? Non lo so" dichiarò lei con finta noncuranza, poi aggiunse "Secondo te perché ti ha cercato?".
"Non ne ho la minima idea!".
"E cosa pensi di fare?" incalzò lei, cercando di sembrare tranquilla.
Youri addentò l'ultimo cornicione di pizza con fare annoiato: "Assolutamente nulla. Non mi interessa".
Per niente rassicurata, Flavia cercò di mantenere un atteggiamento sereno, mentre cominciava a mettere in ordine la tavola. Anche quell'inquietudine improvvisa era prerogativa di un'adolescente, non di una donna di trent'anni. Era passato del tempo dai fatti che le aveva raccontato Youri e c'era stata San Pietroburgo dopo e, per quel che sapeva, nient'altro con nessuna. La separazione aveva fatto maturare i sentimenti di entrambi e infine il loro ritrovarsi era stato così inaspettato da farle credere di essere destinati; quindi cosa temeva?
Flavia si pose quella domanda mentre caricava i bicchieri odorosi di birra nella lavastoviglie. Stette qualche istante a guardare la restante schiuma bianca gocciolare. Tra Youri e la sua ex c'era stato un rapporto insano che era andato male ed era finito peggio. Eppure erano stati legati da qualcosa di molto forte e profondo che aveva messo davanti a grosse responsabilità un ragazzo poco più che ventenne, seppur poi cadute nel vuoto. Forse era questo ciò che temeva di più. Quel legame.
Flavia si voltò e si ritrovò Youri davanti, con le posate sporche in mano e gli occhi cristallini come acqua di sorgente che la scrutavano seriosi.
Flavia prese le posate e un sorriso smagliante si aprì sul volto del ragazzo: "Sei gelosa!".
Lei sbuffò e gli diede nuovamente le spalle: "Ma cosa stai dicendo?" e sistemò le posate nella lavastoviglie con fare indispettito.
Youri piegò la schiena a chiudere lo sportello ed incastrò con la sua mole Flavia, chi si ritrovò schiacciata tra lui e il top della cucina.
"Dico che sei gelosa!".
Flavia sbuffò: "E di chi dovrei essere gelosa? Di una ex? Anche io ho i miei ex...".
"Sì, lo so, uno l'ho incontrato proprio stasera" puntualizzò lui in tono astioso.
"Vedi? Tutti hanno degli ex. L'importante è che restino tali, no?".
Yuri approvò: "Sono d'accordo... però ti sei ingelosita un pochetto, eh".
"Smettila!"
"Voglio solo te, dovresti saperlo" le sussurrò all'orecchio "Sei tutto ciò che desidero... Anche il solo tenerti vicina, senza neanche sfiorarti, mi fa impazzire".
Infilò entrambe le mani sotto il maglione di Flavia e lo tirò via in un attimo. Lei gli si strinse contro e lo baciò con trasporto, suscitandogli dei sommessi gemiti di piacere mentre lui armeggiava con i gancetti del reggiseno. Avvertì quindi l'eccitazione di lui premerle addosso, tendendo la stoffa dei jeans. Youri sfilò anche la sua di maglia, che finì sul pavimento della cucina, come quella di Flavia.
Con gli occhi velati di desiderio, le labbra socchiuse, i capelli biondi scarmigliati e l'ampio petto dalla pelle diafana, agli occhi di Flavia parve di avere nuovamente di fronte un dio bello da mozzare il fiato. Il suo Apollo, che desiderava solo lei.
Gemette quando lui le tolse il reggiseno; Youri le strinse i seni e cercò con la lingua le punte turgide. Lei fece per spostarsi ma Youri la trattenne: "Dove vai?".
"Andiamo a letto" gli rispose lei, con voce roca.
"Oh no, ti voglio subito. Qui".
"Qui?".
Le sbottonò i pantaloni e li tirò giù assieme agli slip, poi la sollevò, la fece sedere sul top della cucina, tra il lavello e il piano cottura e si posizionò tra le sue gambe.
"C'è lo spazio esatto a contenere le belle natiche della mia Venere".
Flavia lo sguardò con sorpresa per aver evocato quasi il suo stesso pensiero.
"Che c'è?" le chiese stringendosi nelle spalle "Lo sai che sto per diventare un ingegnere. Devo saper fare questi calcoli!".
Flavia rise di gusto e dopo pochi istanti la cucina si riempì di sospiri e gemiti.
Nessuno dei due avvertì il cellulare di Youri che vibrava per la ricezione di alcuni messaggi.

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