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Is not enough

Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it

» Prompt: Amanti

» Lista: pumpBLANK

» Fandom: Kuroshitsuji/Black Butler

» Rating: Rosso

Seduto al bancone di un bar, alle undici e dieci di una sera di ottobre stranamente più fredda del solito, un uomo dai capelli neri come la notte guardava il contenuto del suo bicchiere, soprappensiero. Di tanto in tanto osservava il grande orologio posto proprio alle spalle del barista, come se fosse in attesa di qualcosa o, meglio, di qualcuno. Si mosse irrequieto sullo sgabello e, con un movimento del polso, fece roteare il liquido ambrato che aveva ordinato poco prima; lo mandò giù in un sorso solo, lasciando sul fondo del contenitore di vetro solo i piccoli cubetti di ghiaccio mezzi sciolti. Per un attimo avvertì la gola andargli in fiamme e il palato riempirsi di un sapore dolciastro, e per alcuni lunghi secondi si beò di quella sensazione. Non era un grande amante degli alcolici, ma aveva un debole per quel particolare tipo di whisky dal retrogusto caramellato, soprattutto da quando una certa persona glielo aveva fatto assaggiare.

Guardò ancora una volta l'orologio, impaziente di vedere la lancetta dei minuti adagiarsi sul numero che avrebbe segnato l'ora prestabilita; e proprio quando scoccarono le undici e un quarto, un movimento al suo fianco lo fece voltare lievemente, con il sorriso sulle labbra fini.

«Buonasera, Sebastian.» Disse un giovane ragazzo dai capelli antracite, gli occhi blu come zaffiri fissi in quelli rossi dell'uomo che aveva davanti.

«Buonasera a te, Ciel.» Rispose lui, girandosi totalmente verso il suo interlocutore, come attratto da una calamita. Lo aveva aspettato con impazienza per tutta la sera, il minimo che potesse fare, adesso che lo aveva davanti, era prestargli tutta la propria attenzione.

«Vedo che ti sei già fatto servire il solito.» Constatò Ciel, sfiorando con un dito il bordo del bicchiere di Sebastian per poi portarlo alle labbra e leccarlo.

«Volevo solo scaldarmi un po', mentre ti aspettavo.» Ammise lui senza staccare gli occhi da quel bocciolo rosa che era la bocca del giovane, sentendo l'irrefrenabile impulso di assaggiarle per scoprire se avessero lo stesso sapore di quel whisky che sapeva di caramello o se fossero ancora più dolci. «Tu non prendi niente?»

«No, non stasera. Stare dietro all'azienda di famiglia è davvero stancante, ma non è con l'alcol che voglio rilassarmi.» Disse il più giovane con un sorriso furbo dipinto sul viso.

Una scossa di piacere attraversò per intero la colonna vertebrale di Sebastian. Gli bastò guardare le iridi luccicanti di lussuria di Ciel per capire a cosa alludesse. In fondo, era la stessa cosa che aveva bramato pure lui per tutto il giorno, esattamente da quando gli era arrivato quel messaggio sul telefono in cui l'altro gli chiedeva se si sarebbero potuti incontrare, quella sera. Così si era inventato una scusa credibile da poter usare con suo marito, come ormai faceva da diversi mesi, solo per accettare l'invito del più giovane a passare un paio di ore insieme a lui.

Senza ulteriori indugi, Sebastian pagò il drink che aveva consumato, si sistemò meglio la giacca che aveva addosso e aspettò che Ciel lo seguisse fuori da quel bar, puntando verso una meta ben conosciuta da entrambi. Durante il tragitto, parlarono del più e del meno, come se fossero semplici amici e non due amanti in procinto di passare insieme pochi minuti di passione. Quella era solo un'etichetta che entrambi si erano posti di utilizzare quando si trovavano in pubblico, per non destare strani sospetti. In fondo, Sebastian era sposato con suo marito Grell da diversi anni, mentre Ciel era il figlio di un influente uomo d'affari nonché proprietario della più grande azienda di giochi e dolciumi. Non avrebbe giovato a nessuno dei due, farsi sorprendere in flagrante comportandosi come due scolaretti innamorati.

Giunsero di fronte a un'anonima villetta che il più giovane aveva comprato all'insaputa di tutti, per il semplice fatto di voler cominciare a vivere la sua vita per i fatti propri e per mettere distanza tra lui e i suoi genitori, quando serviva. Anche se ormai aveva venticinque anni, spesso lo trattavano come un bambino alle prime armi e gli dicevano sempre cosa dovesse o non dovesse fare. Non lo sopportava e forse, in parte, era stato anche questo il motivo per cui aveva deciso di buttarsi in una relazione clandestina con un uomo sposato. Per evadere dalla realtà e per ribellarsi a ciò che la sua famiglia aveva da sempre deciso per lui.

Oltrepassarono la porta d'ingresso e, quasi senza aspettare che si richiudesse alle loro spalle, si fiondarono letteralmente l'uno sull'altro, affamati di passione, vogliosi di appartenersi e di consumare ancora una volta quel loro amore tanto sbagliato. Sebastian ebbe finalmente la possibilità di assaporare le labbra di Ciel, intrappolandole in un bacio lussurioso. Per come aveva immaginato, erano dolci e invitanti come la prima volta che le aveva sfiorate, come quella volta in cui si era trovato ad allontanare il più giovane perché confuso e in preda ai sensi di colpa per ciò che stavano facendo. All'inizio non era stato facile, per il corvino, accettare quel sentimento tanto scomodo che si era fatto strada in lui nel momento stesso in cui aveva conosciuto Ciel. Stava attraversando un periodo difficile, soffocato dal lavoro e da Grell che lo stressava perché lo reputava poco presente e distante nel loro rapporto. Il culmine lo aveva raggiunto una sera, quando suo marito gli aveva detto di voler adottare un bambino. Sapeva quanto l'altro agognasse mettere su una famiglia, ma lui non si sentiva pronto a prendersi una tale responsabilità; non ancora, non in quel momento.

Così, avevano litigato pesantemente e lui era uscito di casa per schiarirsi le idee. Si era diretto verso il primo bar – lo stesso bar in cui lui e il ragazzo dai capelli antracite continuavano a darsi appuntamento –, si era seduto al tavolo più in penombra dell'intero locale ed era rimasto lì, a fissare il nulla, con la testa piena di pensieri e dubbi. Fu proprio in quel momento che Ciel si fece avanti, sedendosi davanti a lui con due bicchieri di whisky in mano dall'odore di caramello. L'aveva invitato a bere insieme con la scusa del "è sempre meglio annegare i propri problemi nell'alcol con qualcuno a farti compagnia" e lui, in un primo momento, aveva rifiutato; e aveva continuato a farlo anche le sere seguenti, finché quel loro rito non li aveva portati a conoscersi meglio e lui si era lasciato andare al primo brindisi. Bastò poco per entrare in sintonia con quel ragazzo più piccolo di lui di quasi dieci anni e lasciarsi ammaliare dai suoi discorsi, dalla sua bellezza quasi eterea.

Senza sapere bene come e quando, aveva iniziato a provare una certa attrazione nei confronti di Ciel ed era più che evidente che il sentimento fosse ricambiato. Erano entrambi consapevoli di quanto quella cosa fosse sbagliata, ma questo non fermò Ciel dal fare il primo passo: baciò Sebastian senza preavviso, dopo aver passato la serata a bere e conversare spensieratamente, voglioso di scoprire che sapore avessero quelle labbra fini che lo chiamavano come il canto di una sirena. E anche se si era visto respingere, non si lasciò abbattere e continuò imperterrito a fargli una corte spietata; perché sapeva che anche l'altro ricambiava quell'attrazione, glielo leggeva negli occhi quanta voglia avesse di lasciarsi andare e vivere quell'avventura, ma lo allontanava solo perché si sentiva in colpa nei confronti dell'uomo che aveva sposato. Proprio per questo, bastò poco a far cedere il più grande; e dopo aver consumato il loro primo rapporto in maniera intensa e passionale, fu ben chiaro ad entrambi che non avrebbero più potuto fare a meno l'uno dell'altro.

E quella consapevolezza si era rafforzata mese dopo mese, portandoli a volerne sempre di più, in bilico sulla soglia del non ritorno, proprio come in quel momento.

[...]

Si strinsero in un abbraccio sudato e appiccicoso, accasciandosi sul pavimento con il respiro ansante. Si guardarono negli occhi – oceano e fuoco fusi insieme – e si scambiarono un altro bacio, carico di parole non dette, di sentimenti ed emozioni. Sentivano entrambi di non averne abbastanza, di volerne di più, ma il loro tempo insieme, per quella sera, era giunto al termine. 


N° Parole: 1351


[A causa dei problemi avuti con la piattaforma per le storie mature, ho deciso di pubblicare la storia senza scene a rating rosso. Per leggere la fanfiction completa, consultare il capitolo - Writober 2021 - del libro "Avvisi ed eventuali (comunicazioni di servizio)". O, in alternativa, cliccare su "Link esterno" che trovate in fondo alla pagina (solo dal sito web).]

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