Capitolo 6
Fare la stronza mi diverte.
Non mentirò affermando il contrario, potrei semplicemente dire che mi comporto in questo modo per autodifesa, ma non sarebbe del tutto vero.
La verità è che sì, lo faccio perché questo tipo di comportamento tiene la gente alla larga da me, il che non guasta, perché è proprio ciò che voglio. Ma lo faccio anche perché mi diverte e non poco, a dirla tutta.
Se fare la stronza fosse un mestiere, quindi, probabilmente sarei una delle più brave nel settore.
In questo momento però lo sto facendo perché i miei genitori mi mancano, anche se non lo dimostro, e perché non so che farmene di queste stupide videochiamate fatte una volta al mese per aggiornarci sulle nostre vite, non contano niente per me.
Quindi mi sembra alquanto lecito che non sia tanto contenta di starmene seduta qui insieme ai miei fratelli, sul divano della nostra villa enorme, ad ascoltarli parlare dei fatti loro.
Schiocco per l'ennesima volta la lingua contro il palato e alzo gli occhi al cielo, convinta che tanto in mezzo a tante persone non si accorgeranno di me, ma non va come speravo.
«Que pasa, cariño mío?» mi chiede papà, interrompendo la conversazione con Nerea riguardante il basket. (Che succede, tesoro mio?)
«Nulla, stavo ascoltando le vostre avventure alla Robinson Crusoe e Dora l'esploratrice», rispondo. Mamma mi guarda di sottecchi, come se cercasse di capire se sono ironica o se sto semplicemente facendo la stronza di proposito.
Per la cronaca, la risposta giusta è che sto facendo entrambe le cose. Faccio la stronza con ironia.
Rouge, Amethyst e Arden trattengono una risata.
Royal ascolta con attenzione ciò che gli sta dicendo nostro nipote Dorian, ignorando quindi tutto il resto. Ophelia sembra sentirsi in difficoltà al posto mio. Doralia sta cullando Clara, suo marito non è ancora arrivato. Indigo si fa gli affari suoi come sempre ed è questo uno dei tanti motivi per cui lo adoro. A Nikla la conversazione non potrebbe interessare di meno dato che non riguarda lei e Nerea è infastidita dal fatto che ora la completa attenzione di papà è rivolta a me.
Darius, invece, mi guarda e scuote la testa, rassegnato. Ecco, mio fratello non ha bisogno di guardarmi di sottecchi o di studiarmi per capirmi, lui mi conosce alla perfezione. Questo perché a differenza loro, lui è presente in ogni momento della mia vita.
«Non hai detto una parola da quando abbiamo iniziato la videochiamata», mi fa notare papà, come se non lo sapessi. «Non hai fatto altro che sbuffare, alzare gli occhi al cielo ed emettere versi scocciati».
Colpevole, vostro onore.
«È così che comunico», rispondo, facendo spallucce. No, ovviamente non è vero. Parlo tanto, forse anche troppo a volte. «Le parole sono sopravvalutate».
Perché dire che non ho voglia di parlare o di ascoltarli parlare dei loro nuovi ed ennesimi compagni, delle loro vite lì senza di noi o degli eventi a cui partecipano, sembra un po' brutto.
«Non sei cresciuta nella giungla, Irisabelle Reyes», s'intromette mamma con tono severo. Mi rimprovera come se avessi ancora sedici anni e mi tocca trattenere una risata. «Sei pregata di comunicare a parole, come una signorina perbene».
Alcuni dei miei fratelli sghignazzano alle parole "signorina" e "perbene", soprattutto messe nella stessa frase e riferite a me. Bastardi.
«Non ho niente da dire», rispondo seccamente. Non ho mica una vita piena come la loro, io. «Avete domande da farmi?»
Perché in questo caso potrei decidere di comportarmi come una signorina perbene e rispondere. Forse.
«La dottoressa Hamilton...» fa per dire mamma, io però la zittisco subito. Non esiste che ora si mettano a parlare di questo.
«Sto lottando contro me stessa da un'ora per restare seduta su questo divano ad ascoltarvi parlare, perciò fidatevi che non vi conviene affatto toccare l'argomento dottoressa Hamilton o cercare di convincermi a tornare in terapia», dico, «Non ho una forza di volontà tanto ferrea».
Entrambi mi guardano per alcuni secondi senza parole, il resto della famiglia, invece, assiste alla discussione in silenzio, cosa più unica che rara.
«Por qué estás enojada, mi amor?», papà mi chiede per quale motivo sono arrabbiata. Diciamo che ho una lista bella lunga, ma taccio. «È successo qualcosa di cui non siamo a conoscenza?»
Succede che la vita continua a scorrere a velocità supersonica e voi continuate a restare indietro, mai a pari passo, solo indietro. Vi comportate come se non foste parte integrante della mia vita, ma solo una specie di contorno.
«Nada, no pasa nada. Solo no quiero hablar de... Non voglio parlare della terapia, punto».
E prima che uno dei due possa dire qualsiasi cosa o farmi saltare ulteriormente i nervi, mia sorella Amethyst mi viene in soccorso. Si potrebbe anche dire che va in loro soccorso, piuttosto che mio, giusto per evitare una discussione accesa e di cui probabilmente finiremmo per pentirci dopo pochissimi minuti.
«Nikla, racconta a mamma e papà di come hai intenzione di vestirti per la festa di stasera», dice e gli occhi di nostra sorella minore si illuminano. Inizia a parlare a raffica come se fosse una macchinetta e i nostri genitori sono costretti a prestarle attenzione.
Io e Amethyst ci scambiamo un'occhiata complice, la ringrazio con lo sguardo e lei mi sorride. La chiamata continua, io per tutto il tempo continuo a restare in silenzio e trattengo più che posso le smorfie che mi nascono in modo naturale sulla faccia.
Com'è che si dice? Se non voglio dirlo io, la mia faccia lo fa per me? Mai frase fu più adatta a me, per descrivermi.
Poi la chiamata termina, mi aspetto una ramanzina da parte di Darius ma per mia grande fortuna e con mio immenso stupore -perché di solito non sono così fortunata-, non arriva. Quindi ognuno di noi torna a fare le proprie cose, come ad esempio iniziare a prepararsi per la festa in maschera che si terrà questa sera, più precisamente tra qualche ora.
Onestamente non avevo una gran voglia di partecipare -che novità!-, ma vista com'è andata l'ultima festa -che si è conclusa in maniera alquanto eclatante-, mi sono detta "è Halloween, non ho niente di meglio da fare". Perciò eccomi qui, in camera mia a prepararmi.
Ad un certo punto però vengo distratta dal mio cellulare che emette il suono dell'arrivo di una notifica, più precisamente credo sia un messaggio. Lo prendo e leggo il mittente, ovvero mio padre.
"Verte enojada o triste hace que mi corazón sangre, no me gusta verte así. Sos mi bebé y sabes que puedes contar conmigo siempre, por lo que sea que necesites. Te amo, cariño"
(Vederti arrabbiata o triste, mi fa sanguinare il cuore, non mi piace vederti così. Sei la mia bambina e sai che puoi contare sempre su di me, per qualsiasi cosa tu abbia bisogno. Ti amo, tesoro)
Subito dopo, come se si fossero messi d'accordo, ne arriva uno da parte di mia madre.
"Mi manchi anche tu, Irisabelle. Mi mancate tutti quanti. Non vedo l'ora che sia Natale per riabbracciarvi. Vi amo tanto"
Dios, questa famiglia è impossibile. Mi tolgono la capacità di portare rancore e restare arrabbiata con loro per più di dieci minuti. Li detesto.
Rispondo prima a mio padre, gli scrivo di non preoccuparsi, che mi manca tanto e che lo amo anche io. Poi rispondo a mamma, le scrivo che mi manca anche lei, che non vedo l'ora di riabbracciarla e che la amiamo tanto anche noi.
Mamma e papà non sono dei cattivi genitori, pur essendo tanto lontani da noi hanno sempre cercato di non farci pesare la loro lontananza, ma qualche volta, come tutti i genitori, anzi, come tutti gli esseri umani, falliscono.
Cercano sempre di essere quanto più possibile partecipi nelle nostre vite e quando succede qualcosa, sappiamo che possiamo contare su di loro sempre. Non c'è cosa che non farebbero per noi.
Ma... sono comunque lontani, anche se non posso fargliene una colpa, nessuno di noi può. Non ci hanno abbandonati, ci hanno lasciati liberi di scegliere se seguirli o meno. E quindi noi, come loro, abbiamo fatto delle scelte e ne paghiamo le conseguenze, in questo caso la distanza.
Non ho nemmeno il tempo di posare il cellulare, che la porta di camera mia si spalanca e mia sorella Amethyst entra tanto velocemente che quasi non riesco a vederla, è una specie di saetta.
«Andiamo, dimmi che hai», dice subito, andando dritta al punto. Si lascia cadere sul mio letto e le lancio un'occhiataccia per comunicarle di non guastarmelo. Odio avere il letto in disordine. «Quién te hizo enojar tanto?»
(Chi ti ha fatto arrabbiare tanto?)
Anche Amethyst, come me, parla spesso in spagnolo. Ci viene fuori in modo del tutto naturale, tanto che a volte non ci accorgiamo nemmeno di farlo.
Per quanto riguarda il resto della famiglia, invece, papà è come noi, insomma è la sua lingua nativa mi sembra normale che la parli spesso e volentieri. Mamma non lo parla mai perché l'aveva imparato solo per papà. Darius e Indigo lo parlano raramente, solo quando gli scappa qualche parola. Doralia, invece, di tanto in tanto. Mentre Arden, Rouge, Royal, Nikla e Nerea quasi mai, però ovviamente lo capiscono e conoscono, essendo tutti quanti bilingue.
«Nadie». Nessuno. Stranamente non mi ha fatto arrabbiare nessuno, più che rabbia provo tristezza, forse, oppure nostalgia. Non saprei, sono una frana in campo sentimentale. «Mi sento solo un po' stressata, sai com'è... gli allenamenti, questa storia del prendere il posto di Doralia per un po'».
«Kyran McMillian», aggiunge lei, facendo un gesto vago con la mano. Il sorrisetto che si è stampata in faccia mi irrita e non poco.
A volte penso che sia stata una pessima idea raccontarle di ciò che provo per Kyran, poi mi ricordo che mia sorella è dalla mia parte -il 98% delle volte, almeno- e che i suoi consigli non sono poi così tanto terribili. E parlarne con qualcuno che non ti giudica è sicuramente meglio di tenersi le cose dentro fino a sentire il cuore sul punto di scoppiare.
«Non dire il suo nome, Amy», parlo a bassa voce, come se lui, l'universo o chiunque altro possa sentirci. «O finisce che mi cade un meteorite in testa».
Se mi cascasse un meteorite in testa sarei la persona più sfortunata e allo stesso tempo la più rara del pianeta terra. Dubito che capiti a minuto che caschi una palla di fuoco rocciosa in testa a qualcuno.
«Va così male?» mi domanda mia sorella e nel frattempo mi osserva mentre mi acconcio i capelli davanti allo specchio.
Non ho fatto nulla di troppo complicato o elaborato, guardo soddisfatta le onde morbide fatte con la piastra per capelli adatta.
«Anche peggio, se vogliamo dirla proprio tutta», rispondo. Poso la piastra e mi volto a guardarla, perché farlo attraverso lo specchio mi irrita.
«Ho sentito Sophia e Ophelia parlare, l'altro giorno». La interrompo prima che possa aggiungere qualche dettaglio piccante e assolutamente fuori luogo. Per non dire terribilmente devastante.
Mi è capitato in passato di ascoltare conversazioni di genere vietato ai minori di diciotto anni, purtroppo. Quasi sempre era Sophia quella a raccontare i dettagli più intimi delle sue scopate con Kyran. Mia cognata è decisamente più riservata sotto questo aspetto e la ringrazio infinitamente per questo.
«Ti prego, se stavano parlando delle loro vite sessuali risparmiamelo, uno è mio fratello e...»
«L'altro è il daddy che vorresti scoparti», conclude la frase per me. Non l'avrei detto con queste parole, ma il concetto sostanzialmente è lo stesso.
«Che cazzo, Amethyst!» strillo, «Dio, che termine terribile hai appena usato».
«Molte donne hanno le daddy issues, c'è poco di cui vergognarsi...»
«Ma la vuoi finire? Non ho le daddy issues», dico alla donna fuori di testa che ho davanti. A differenza mia, lei sembra divertirsi un mondo. «Papà è stato un ottimo padre, Kyran mi piace perché... Mi piace e basta».
«Dire che ti piace mi sembra alquanto riduttivo, sorella mia. Tu ne sei follemente, ossessivamente, profondamente innamorata da tempi immemori», mi risponde lei. Ed ecco che la fulmino per l'ennesima volta con un'occhiataccia. «Comunque, dicevo, ho ascoltato in modo del tutto casuale e involontario la loro conversazione».
Ovviamente non ci crede nemmeno lei, Amethyst è un'impicciona e pettegola della peggior specie, sa sempre tutto di tutti, non le si può nascondere nulla, nemmeno la cosa più stupida e insignificante.
«E per quale assurda ragione dovrebbe interessarmi della loro conversazione?»
Senza offesa per mia cognata, s'intende. Lei l'ascolterei parlare per ore anche del tempo.
«Perché a breve potresti avere campo libero», dice ed io la guardo accigliata. Lei sbuffa e aggiunge: «Nel senso che forse divorziano».
Resto per qualche secondo in silenzio, senza parole e senza sapere cosa dire. Sapevo già che le cose non stessero andando a gonfie vele tra quei due, ma non avevo minimamente pensato ad un imminente divorzio, ma neanche lontano in realtà.
«Divorziano?» chiedo poi, sorpresa. «Che vuol dire?»
Mia sorella alza gli occhi al cielo.
«Che cercano degli avvocati, li pagano, firmano delle carte e chi si è visto, si è visto», risponde lei con fare ovvio, «Adiós. No fue un placer conocerte. Ni nos vimos».
(Addio. Non è stato un piacere conoscerti. Non ci siamo nemmeno visti)
«Questo non me l'aspettavo», la voce viene fuori come un soffio. Sono confusa e sorpresa, anche un po' dispiaciuta, ma proprio poco. Più che per loro, mi dispiace per Kayla, la loro bambina.
Non è una passeggiata avere i genitori divorziati, non importa quanto cerchino di non fartelo pesare o quanto siano in buoni rapporti, è comunque... triste.
«Ah, se è per questo non se lo aspettava nemmeno lei», dice ridendo. «Ho sentito che è stato Kyran a chiedere il divorzio».
Conosco Kyran, o meglio, lo conoscevo, non prende decisioni alla leggera, ci pensa sopra più e più volte prima. Chissà cosa l'avrà spinto a chiedere il divorzio.
«Poi però il tutto si è concluso con una scopata, quindi non so cos'hanno deciso di preciso», aggiunge e sentirle dire queste parole ha lo stesso effetto di una pugnalata al petto. «Posso solo dirti, da ciò che ho ascoltato, che per quanto buona e simpatica Sophia possa essere, nella relazione con Kyran è lei quella altamente tossica».
«Non sono affari miei e non sono nemmeno affari tuoi», le dico per chiudere il discorso. Poi le do le spalle per guardarmi di nuovo allo specchio. «Devo finire di prepararmi e tu devi ancora cominciare».
Indossa ancora dei jeans, una felpa lilla e non ha un filo di trucco sulla faccia. I capelli le ricadono lisci sulle spalle, sono neri come l'onice ma al tempo stesso luminosi grazie a qualche trattamento fatto dal parrucchiere.
«Sono venuta per dirti che ora puoi provarci con Kyran senza sentirti in colpa». Le lancio addosso uno pennello per il trucco e lei ride. «Scherzo, cioè puoi farlo, se vuoi. Ma in realtà sono venuta per chiederti se potessi acconciarmi i capelli».
«Non mi sembra che tu me lo stia chiedendo», le faccio notare. Ma Amethyst è così, non chiede, ottiene sempre ciò che vuole, ma non da me. Capita rare, rarissime volte che la spunti contro di me.
«Infatti, acconciami i capelli, Iris».
«Solo perché Halloween mi rende più gentile», dico, facendole cenno di prendere posto sulla sedia davanti alla toeletta.
«La festa dei mostri? Davvero?» mi chiede con le sopracciglia corrugate. «È perché credi di essere un mostro, estúpida?» mi domanda poi con tanta gentilezza. «Non vedo artigli o denti aguzzi, anzi, i tuoi denti sono perfetti».
«Non tutti i mostri hanno aspetti mostruosi», le rispondo e questa volta è lei quella che mi lancia contro uno dei miei pennelli.
«Pensa ai miei capelli e chiudi la bocca».
❄️❄️❄️
Mi guardo intorno affascinata e devo proprio ammettere che chiunque abbia organizzato questo ballo in maschera per la sera di Halloween, si è dato molto da fare. È impressionante.
La location è più elegante che mai, direi in stile barocco o qualcosa di simile. C'è una scalinata enorme alla Cenerentola e a dirla tutta, sembra proprio di essere in un castello.
Tornando alla scalinata, la prima cosa che ho pensato quando l'ho vista è stata: "Spero di non cadere davanti a tutta questa gente e soprattutto di non rompermi ogni singolo osso che ho in corpo". Seriamente, la gente potrebbe rimetterci la vita scendendo da quelle scale.
La seconda cosa, invece, è: "Ci stanno guardando". All'inizio pensavo fosse una cosa casuale, poi è diventata una certezza.
Tutti quelli di sotto, guardano noi in cima alla scalinata, probabilmente perché siamo una specie di esercito, dato che siamo al completo ed è risaputo che è meglio prendere la famiglia Reyes a piccole dosi. Tutti insieme e in una volta sola è sconsigliato, coglie le persone di sorpresa facendole sentire spesso e volentieri in difficoltà.
Non capisco per quale ragione, comunque, dato che siamo tutti molto educati, socievoli e divertenti. Molto divertenti.
«Papà, ci sono altri bambini oltre me e Kayla?» chiede mio nipote a Darius. Mio fratello abbassa la testa per guardarlo e annuisce.
«Certo che ci sono».
«E dopo questa festa, andremo a fare dolcetto o scherzetto come hai promesso?»
Pur essendo un ballo in maschera elegante, Dorian si è mascherato da Jack Skeletron ed è davvero tanto carino, oltre ad essere comunque molto elegante. Non vedeva d'indossare questo vestito.
Non tutta la famiglia ha scelto di mascherarsi a tema, comunque. Per esempio Darius indossa un completo elegante nero con una maschera nera e rossa. Mentre sua moglie, Ophelia, indossa un vestito di seta rosso e una maschera nera e rossa, per richiamare il vestito di Darius.
Doralia indossa un vestito viola con dei ricami brillantinati che lo rendono particolare e ha la maschera abbinata. Suo marito ha la maschera nera con alcune striature viola, che richiamano il vestito di mia sorella. Clara, la loro bambina, essendo troppo piccola per partecipare ad un evento del genere, è rimasta a casa con la mamma di Creighton che baderà a lei.
Amethyst indossa un vestito nero anche lei con maschera dello stesso colore. Mentre il suo fidanzato, Byron, ha il completo e la maschera abbinati ai suoi.
Arden ha un completo elegante con i pantaloni neri, camicia nera, giacca blu con ricami in oro e la maschera con gli stessi colori e particolarità della giacca.
Indigo niente maschera, ovviamente, le avrebbe dato fuoco prima di arrivare a destinazione. È vestito tutto di nero, come se dovesse andare ad un funerale ma nessuno gliel'ha fatto notare. D'altronde però è Halloween e in quanto completi eleganti, gli uomini sono piuttosto limitati.
Nerea ha scelto come tema Medusa o qualcosa del genere. Indossa un vestito verde di velluto, niente maschera per lei, ha sul capo una corona dorata fatta di serpenti.
Nikla è vestita da principessa, ovviamente, ed è tutto così rosa che mi fanno male gli occhi. L'abito è lungo, abbastanza largo e pieno di brillantini. Niente maschera nemmeno per lei, ha una corona di fiori rosa e argento.
Rouge e Royal sono vestiti con lo stesso completo elegante, solo che sono di due colori differenti. Rouge in arancione con la maschera dello stesso colore. Royal in nero con la maschera dello stesso colore.
Io, invece, non potevo che scegliere un abito che mi rappresentasse al cento per cento. Il vestito è di una tonalità di celeste particolare con un corpetto elaborato e sotto alla gonna corta c'è del tulle di un blu scuro. Indosso una maschera dello stesso colore del vestito e una corona argentata. Una vera regina di ghiaccio.
D'altronde è così che mi chiamano, no?
«In realtà te l'hanno promesso i tuoi zii, furbetto», gli risponde Darius con un sorrisetto, «Ma sì, se dopo vorrai andarci ti accompagnerò».
Darius è un padre eccezionale e nessuno ha mai avuto dubbi sul fatto che lo sarebbe stato. Cioè, lo è stato con noi, era palese che avrebbe fatto un ottimo lavoro anche con Dorian.
«Lo accompagno io», m'intrometto nella loro conversazione ed entrambi mi guardano. «Come ho già detto, non ho intenzione di restare a lungo, perciò nessun problema».
«Davvero, zia Iris?» mi domanda Dorian, guardandomi con i suoi dolci occhietti azzurri. Forse è l'unico della famiglia che ha il potere d'intenerirmi, per il momento. Non voglio immaginare cosa accadrà quando crescerà Clara. «Vieni a fare dolcetto o scherzetto con me?»
«Sì, non mi sono mica vestita in questo modo solo per farmi servire champagne da questa gente», rispondo, «E poi qualche volta dobbiamo passare un po' di tempo da soli io e te».
I suoi occhietti si illuminano ancora di più. «E possiamo portare anche Kayla insieme a noi?»
Questo non l'avevo preso in considerazione e dubito che Kyran sarà d'accordo. Però la bambina sta spesso da noi e altrettanto spesso ho badato a lei e Dorian, perciò non dovrebbero esserci problemi, almeno non per Sophia.
«Sì, se i suoi genitori le danno il permesso».
Sono sicura che non appena incontreremo Kyran e la sua famiglia, chiedere il permesso sarà la prima cosa che mio nipote farà. Dorian e Kayla sono letteralmente inseparabili, sicuramente è dovuto al fatto che oltre ad essere affini caratterialmente -sono due piccole pesti molto creative-, stanno crescendo praticamente insieme.
Diversi minuti dopo ci siamo divisi quasi tutti e sparpagliati un po' ovunque. Questo posto è immenso e uno di noi potrebbe anche rischiare di perdersi, tanto è grande. Nikla, per esempio, sarebbe in grado di perdersi anche in casa nostra. Per non parlare di Rouge, che a dieci anni si è perso in un centro commerciale e ci abbiamo impiegato due ore a trovarlo.
Mi perdo a guardare gli affreschi sul soffitto, i lampadari di cristallo, le svariate colonne doriche e le statue sparse un po' ovunque. È tutto maestoso, a partire dagli allestimenti dei tavoli per poi finire alle enormi tende appese alle finestre altissime. I balconi sono immensi e affacciano su un giardino curato con tanto di fontana enorme.
Purtroppo ho anche già adocchiato Kyran e sua moglie, ho una specie di radar quando si tratta di lui. Riuscirei a trovarlo anche in mezzo ad altre mille persone e non ho la minima idea di come questo possa essere possibile, non è qualcosa che ho voluto, semplicemente è così e basta. Non me lo so spiegare.
Indossa un completo elegante nero con dei ricami in oro, stessa cosa vale per la maschera. È elegante, possente e assolutamente bellissimo, come sempre d'altronde. Accanto a lui c'è Sophia, indossa un vestito elegante di seta dorato e una maschera nera, riesco a vedere il suo immancabile rossetto rosso da questa distanza.
Si sono vestiti coordinati e poi l'adolescente sarei io...
La loro bambina, già mano nella mano con Dorian, è vestita da fatina e la trovo adorabile.
Proprio come la festa a cui abbiamo partecipato qualche giorno fa, anche stasera ci sono imprenditori, stampa, fotografi, musicisti, artisti e chi più ne ha più ne metta. Dubito però che Charles Frost ci sia, non dopo le foto e i video che sono circolati su internet, testate giornalistiche e televisione.
Poi il tempo inizia a scorrere, io faccio del mio meglio per tenermi alla larga da Kyran e Sophia, passo quasi tutta la sera a parlare con gente che ho visto un paio di volte nella mia vita e di cui non mi interessa per niente.
Però il cibo è davvero ottimo, all'altezza di tutto il resto, il che migliora notevolmente il mio umore.
«Non sei obbligata a partecipare a questi eventi, se non ti va. Lo sai, vero?»
Alzo lo sguardo su Creighton, il marito di mia sorella, ha appena preso posto accanto a me. Gli sorrido.
«È ciò che ci si aspetta da una Reyes», rispondo, facendo spallucce. «Dovresti saperlo, ormai, Creig».
Fa parte della nostra famiglia da più di quindici anni, ormai, è un fratello acquisito a tutti gli effetti. Conosce alla perfezione ognuno di noi e ogni dinamica o problema che abbiamo.
«Non è vero, Irisabelle, è ciò che credi si aspettino da te», risponde, «Lo fai perché non vuoi far preoccupare la nostra famiglia». Mi piace il fatto che reputi la mia famiglia, nonché la famiglia di sua moglie, anche la sua.
Ed è vero, partecipo a questi eventi e cerco di uscire di tanto in tanto, perché non voglio i loro fiati sul collo. Dopo quello che è successo in passato mi sono chiusa in me stessa, per parecchio tempo mi sono rifiutata di uscire e vedere altra gente, ora come ora mi vergogno di questo comportamento perché mi fa sentire debole ed io non lo sono affatto, non più.
Quindi ora se non esco di casa anche solo per un giorno si preoccupano e a me questo genere di situazione non piace affatto.
«Mi sto divertendo, non si vede?»
Sono certa di conoscere già la risposta, ovvero un grande e grosso no. Infatti l'espressione divertita sulla sua faccia mi costringe a trattenere una risata.
«A guardare Kyran che balla con sua moglie?»
Beccata, Irisabelle.
«Ballava con sua moglie», specifico, «Ora sta ballando con la tua», aggiungo. Lui guarda proprio nel punto in cui ciò che ho detto sta accadendo.
Ovviamente Creighton non è per niente geloso di Kyran, sarebbe come essere geloso di Darius.
«Ho sentito che ballerà con voi tutte, come sempre».
È vero, ogni volta che partecipiamo a questo genere di eventi, Kyran ha sempre ballato con tutte le donne della famiglia Reyes, ha continuato a farlo anche con me fin quando non ho smesso di partecipare.
«Non con me», dico. Sono certa che non lo farà.
«Come fai a saperlo?» mi domanda mio cognato, incuriosito.
«Chiamalo intuito».
«Non capirò mai perché tutto ad un tratto avete preso ad odiarvi», dice dopo qualche secondo. Kyran ora sta ballando con Amethyst.
«Noi non ci odiamo, semplicemente non tolleriamo la presenza l'uno dell'altro», rispondo e lui ride. Perché sì, sono piuttosto sicura del fatto che a occhi esterni possiamo sembrare due che si odiano.
«Il che significa odiarsi profondamente», specifica Creighton. Io sono stanca di parlare di Kyran, perciò cambio discorso.
«Perché non mi porti a ballare al posto di farmi il terzo grado?» chiedo, alzandomi dalla sedia. «Non dovresti comportarti da detective con me».
«La forza dell'abitudine», risponde, poi si alza e mi tende la mano. «Andiamo, ti porto a ballare».
❄️❄️❄️
Vedere l'uomo che ami ballare con tutte tranne che con te è un altro tipo di dolore.
Fa così male ed è così tanto deludente che ad un certo punto sono dovuta uscire fuori in balcone per prendere una boccata d'aria.
Al momento non ho nessuna intenzione di rientrare, poco importa che io non indossi il soprabito e che stia morendo letteralmente dal freddo. Lì dentro non ci torno.
Scarto e mi infilo in blocca il lecca lecca che ho rubato dal tavolo dei dolciumi, il gusto è fragola e panna, uno dei miei preferiti in assoluto. Poi getto la carta in uno dei cestini vicini.
«Rischi di morire assiderata».
Questa voce, la sua voce mi fa sussultare. Rimango impietrita di spalle con il lecca lecca in bocca e lo sguardo puntato sul giardino. Non mi giro a guardarlo.
Che diamine ci fa qua?
«Come se te ne importasse qualcosa», rispondo ancora voltata di spalle. Poi mi infilo un'altra volta il lecca lecca in bocca con la speranza che vada via.
Ho scelto questo balcone proprio perché era il più lontano da tutti gli altri e completamente vuoto.
«È proprio da te partecipare ad una festa per poi isolarti in un angolo nascosto», risponde lui però, facendo sì che le mie speranze risultino vane.
«Non sono in un angolo e questo balcone è così grande che non può essere considerato nascosto. Anche un cieco lo vedrebbe».
Non dargli corda, Iris. Se non gli parli andrà via.
«Ma è isolato e tu sei sola», mi fa notare. Il premio per la perspicacia va a Kyran McMillian, signori e signore.
«Ero sola», mormoro. Dopodiché mi volto verso di lui con il lecca lecca in mano. Punto il mio sguardo nel suo e gli chiedo: «Cosa vuoi, Kyran? Ci sono altri trecento balconi più o meno in cui potresti andare. Per non parlare del giardino, del piano di sopra, gli innumerevoli bagni e tutto il resto. Perché sei qui?»
«Ora sembri essere proprio la ragazzina che sei con quel coso che hai in bocca». Indica il mio lecca lecca con un cenno della testa ed io me lo sfilo un'altra volta dalla bocca.
«Di solito sono abituata ad avere altre cose in bocca», rispondo. Lui si irrigidisce e mi fulmina con lo sguardo. Mi mordo l'interno della guancia per non scoppiare a ridere. «Parlo delle gomme da masticare, Kyran. Non fare quella faccia. E poi dai a me della ragazzina dopo esserti presentato qui con l'abito matchato a quello di tua moglie, è esilarante».
No, i vestiti matchati non mi sono andati proprio giù.
«Avresti voluto che l'avessi matchato al tuo?» mi domanda lui, prendendomi in giro.
«Vedo che sogni in grande», rispondo con una risatina del tutto falsa.
«Tu speri in grande».
«Almeno non sono incastrata in un matrimonio infelice».
No, non lo dico a bassa voce e no, non ho il benché minimo tatto.
«Che hai detto?» chiede, facendo qualche passo nella mia direzione. Io non arretro e mi mostro impassibile.
«Hai sentito bene, non farmelo ripetere».
«Non sai niente del mio matrimonio, ragazzina».
E non voglio saperne niente.
«Mi chiami ragazzina quando hai ballato con tutte le mie sorelle tranne che con me». Mi ero ripromessa di non farne un affare di stato ma a quanto pare non riesco ad ingoiare la pillola e mandarla giù. «Complimenti per la maturità, Kyran».
«Ti avrei chiesto di ballare», dice, guardandomi dritto negli occhi. Non sembra che stia mentendo ma ciò non cambia il fatto che non mi ha chiesto di ballare. Mi ha ignorata.
«E io non avrei accettato, ti sei risparmiato una figuraccia».
«Non le sai dire le bugie, Irisabelle», risponde lui convinto più che mai. «Non hai mai saputo dirle».
«Ti sbagli, Kyran. Quasi mi dispiace deludere le tue aspettative, ma sono diventata un'abilissima bugiarda, proprio come te».
Ovviamente mi riferisco alle bugie che continua a dire sul suo matrimonio e lui lo capisce.
«Il mio matrimonio non ti riguarda».
«Neanche la mia vita e invece eccoti qui che vieni a fare... cosa esattamente?» gli chiedo, «Perché ancora non l'ho capito», aggiungo.
«Non sei l'unica che di tanto in tanto ha bisogno di un po' di solitudine», risponde con un sospiro ed ecco che lo guardo con occhi diversi.
Sembra stanco, quasi esausto, come se sulle sue spalle gravasse il peso del mondo intero.
«Per quel che vale, mi dispiace». La mia voce esce fuori come un sussurro e alzo lo sguardo su di lui per capire se mi ha sentita o no.
«Per cosa?»
«Per il tuo matrimonio», dico, «So che avete parlato di divorzio».
«Ti dispiace davvero?» domanda e non mi sfugge l'ironia nel suo tono di voce.
«Non sono una stronza totale, Kyran. Il fatto che provi...». Lui mi guarda ed io mi zittisco per poi correggermi subito dopo. «Provavo dei sentimenti per te non significa che mi faccia felice vedere il tuo matrimonio che va in frantumi. C'è di mezzo anche Kayla e io ho dei genitori divorziati, so cosa si prova».
«Non voglio parlare di questo, Elsa».
Non vuole parlare di questo con me, è sottinteso ma io lo capisco. Quindi per una volta decido di fare la cosa giusta, chiudo la bocca e mi faccio gli affari miei.
Restiamo semplicemente in silenzio, l'uno accanto all'altro. Percepisco la sua tensione, il suo stress emotivo e mi sento in colpa per avergli rinfacciato del suo matrimonio.
Quindi senza pensarci troppo sopra, mi volto verso di lui e gli chiedo con tutta la nonchalance del mondo; «Dolcetto o scherzetto, Kyran?»
Lui mi guarda e sorride, senza trattenersi, senza sforzarsi o pentirsi subito dopo. Sorride apertamente e il cuore mi fa le capriole nel petto.
Non sono più abituata a Kyran che mi sorride, che sorride per qualcosa che ho detto oppure fatto io. Mi manca. Mi manca proprio tanto.
«Sei proprio una ragazzina», dice e questa volta non in modo discriminatorio. Non lo dice per ricordarmi la mia età o per ricordarla a se stesso. Lo dice con ancora quel sorriso maledetto e bellissimo stampato in faccia.
E presto mi ritrovo a sorridere anche io, senza nemmeno accorgermene. Sorrido e basta.
«Allora deciderò io per te», gli dico, facendomi avanti. Gli do il tempo per tirarsi indietro e mettere la solita distanza fisica che mette di solito. «Solo per stasera basta scherzetti».
Ma lui non lo fa, non arretra, non si allontana né tanto meno mi ordina di allontanarmi come fa di solito. Resta davanti a me, alto e muscoloso, gli occhi puntati nei miei e aspetta. Attende che io faccia la mia mossa.
Quindi colgo l'attimo, mi avvicino di più a lui, i nostri corpi si sfiorano. Poi spengo il cervello, mi infilo il lecca lecca in bocca e subito dopo lo sfilo per avvicinarlo alla sua. Lo passo sulle sue labbra come se fosse un rossetto e lui non mi guarda disgustato, c'è qualcosa nei suoi occhi, non riesco a decifrare cosa ma non è disgusto.
Dopodiché gli infilo il mio lecca lecca in bocca e lui lo accoglie senza retrocedere con ancora lo sguardo puntato nel mio. E prima che possa ritornare in sé e rovinare il momento, gli bacio velocemente l'angolo delle labbra e mi allontano da lui il più velocemente possibile.
Rientro con il cuore che mi batte fortissimo e dopo diversi minuti dopo anche lui rientra. Ha ancora il mio lecca lecca in bocca e passa lo sguardo su ogni angolo dell'immensa sala fin quando non mi trova.
Non arrossire, Irisabelle. Non arrossire come una ragazzina.
Mi guarda, mi fa un mezzo sorriso e ripete lo stesso gesto che ho fatto l'altra volta io con il calice di champagne. Si sfila il lecca lecca dalla bocca, lo alza in direzione mia e mima con le labbra "buono".
Ed io vado completamente a fuoco.
•Spazio autrice•
Eccoci qui con il tanto atteso capitolo di Halloween...
Lo so, avete aspettato un sacco e mi dispiace per questo. Purtroppo però sto passando un periodo complicato e sono entrata in blocco con la scrittura.
Comunque, vi prometto che cercherò di aggiornare prestissimo e spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto🥹❤️
Fatemi sapere che ne pensate e cosa vi aspettate dai prossimi capitoli, io vi leggo sempre👀
Qui sotto vi lascio le foto della location della festa + abiti dei personaggi creati con l'intelligenza artificiale✨
Vi aspetto come sempre anche su Instagram nel box domande✍🏻
Vi ringrazio per la pazienza, il sostegno e l'amore che mi date ogni giorno. Vi voglio bene❤️
Al prossimo aggiornamento,
Noemi
🎃 La location 🎃
⚜️Kyran⚜️
🌚 Kyran e Sophia 🌚
🌹Darius e Ophelia🌹
🪻Doralia e Creighton🪻
💫 Amethyst e Byron 💫
🌕 Arden 🌕
🌓 Indigo 🌓
🍃Nerea🍃
✨Nikla✨
💥 Rouge & Royal 💥
💀 Dorian 💀
🧚🏻♀️ Kayla 🧚🏻♀️
❄️ La nostra splendida (e poco sobria) regina di ghiaccio, Irisabelle ❄️
🍭 Kyran e Irisabelle 🍭
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