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Capitolo 64

Tara

I volti soddisfatti delle persone che dalla platea ci osservano per la prima volta non mi fanno sentire in imbarazzo, anzi mi fanno stare bene. Cerco Chris tra la folla, l'ho fatto spesso durante la danza era la mia forza la sua espressione estasiata e fiera che mi guardava.

L'occhiolino scherzoso che mi rivolge mi fa venire voglia di correre subito da lui, ma purtroppo ci sono ora una serie di formalità che devo esplicare tra cui conoscere vari impresari e giornalisti.

Walter viene a cercarmi non appena la tenda del palco si chiude.

«Liberati dei fiori!» Mi ordina tirandomi verso la saletta vip.

Da quel momento il caos mi investe: complimenti, proposte, offerte di lavoro si susseguono con Walter sempre al mio fianco che con autorità risponde alle domande a posto mio. Vorrei spingerlo via infastidita, ma stringo i denti consolandomi che presto tutto finirà.

Ed è così che finalmente accade un'ora dopo.

«Hai tempo di salutare i tuoi amici, andare in camerino a cambiarti e raggiungermi all'ingresso per la cena privata con la preside e gli ospiti.» Mi stringe il polso.

Annuisco.

«Non perdere tempo in chiacchiere. È un momento importante professionalmente parlando,potrai stare con loro dopo.» La sua voce seria mi infastidisce sempre di più.

«Ho capito. Ora lasciami andare.» Strattono il braccio e finalmente corro dai miei amici.

La prima persona che incontro è mia sorella che commossa mi salta al collo.

«Sei stata bravissima sorellina.» La stringo anche io felice che alla fine non mi abbia dato retta. Almeno lei volevo che ci fosse oggi, nonostante la paura.

«Tara.» La voce di Simona richiama la mia attenzione, mi stacco da Valentina e lascio che anche lei mi abbracci così come tutti a seguire.

«Splendido spettacolo.» Angelo mi stringe la mano e infine eccolo. Chris compare alle spalle di tutti e mi basta guardarlo in viso per sentire le lacrime pizzicarmi gli occhi. Con uno slancio sono fra le sue braccia.

«Ti amo.» Mormora fra i miei capelli. «Sei bellissima.»

«Grazie.» Alzo il viso verso il suo e mi concedo un piccolo sfioramento di labbra. «Vorrei scappare con te.» Gli confesso per placare la delusione di entrambi quando una voce mi richiama dietro le quinte. «Arrivo.» Alzo la mano per fare capire che ho sentito.

«Vale, questo è Chris.» Mi ricordo di presentare il mio ragazzo a mia sorella.

«Piacere.» Chris allunga la mano verso di lei e Valentina la stringe sorridendo. «Ti va di venire a cena con noi mentre aspettiamo tua sorella.»

«Con piacere.» Gli si fa vicina e sono certa abbia fatto colpo anche su di lei.

«Ragazzi, grazie di essere venuti tutti oggi. È stato davvero importante per me. Ora io devo andare.» Mi allontano dal gruppo. «Ma ci sentiamo domani.» Abbraccio tutti. «Appena torno a casa ti chiamo.» Mi avvicino a lui. Purtroppo non dormiremo insieme stanotte e questo significa che non lo vedrò più prima della sua partenza di domani mattina presto.

«Non dimenticarti di me.» Mi bisbiglia piano avvicinandosi per un altro piccolo bacio.

«Neanche tu.» Gli stringo le braccia al collo.

«Come potrei.» Sospira. «Mi mancherai.»

«Anche tu..» Lo guardo preoccupata prima di cedere all'ennesimo richiamo del mio nome da parte della segretaria di Walter.

«Ti amo.» Gli mormoro sulle labbra. Alzo la mano per salutare tutti e corro via.

Sento il cuore pesante all'idea che non lo vedrò più ogni giorno e non posso che sperare che sia tutto vero fra noi e che presto lui tornerà da me.

«Dove cazzo eri finita?» il mio insegnante con la sua solita gentilezza mi accoglie davanti il mio camerino. «Hai cinque minuti.»

Gli chiudo la porta in faccia e mi sbrigo a uscire dagli abiti di scena. Quando indosso il vestito lungo dorato che trovo sulla gruccia attaccata alla porta non mi riconosco allo specchio. Sembro un'altra persona e questo un po' mi spaventa e come se tutto fosse pronto a cambiare dopo questa serata. Resto incantata dall'effetto che quell'abito mi fa e mi risveglio al bussare insistente sulla porta.

«Esci fuori, Tara, ci stanno aspettando.» Devo ubbidirgli purtroppo, in quel momento come per il resto del party.
Walter è simpatico, affabile in piena interpretazione di sé stesso e tutti lo adorano, apprezzando anche me che per tutta la sera lo seguo in silenzio.

Quando il party è giunto al termine ho la testa che mi fa male così come anche i piedi e sono incredula della quantità di complimenti e proposte che mi sono state fatte.

«Ti accompagno a casa.» Prende il mio gomito.

«Non c'è bisogno, grazie. Prendo un taxi.» Cerco di allontanarmi da lui.

«Dai non fare la ragazzina è troppo tardi per stare in giro.» Si avvia verso i posteggi.

Mi guardo attorno ed effettivamente non c'è più nessuno per strada, guardo un Uber e il primo disponibile e fra un'ora e questo mi fa cedere.

«Devo passare un attimo dalla scuola e poi ti accompagno.» Accende e parte nella strada desolata.

«È stato un successo. Sei stata perfetta.» I suoi occhi incrociano i miei e imbarazzata mi volto a guardare la strada.

La sua voce profonda commenta ogni attimo del balletto e stranamente per me ha solo complimenti.

«Grazie. Ho cercato di seguire i tuoi consigli.» Nonostante tutto è bravo nel suo lavoro.

«Siamo arrivati. Sarò veloce.» Sta per scendere. «Vuoi venire anche tu. Non è molto sicuro restare soli in auto.» Aspetta la mia decisione e io anche stavolta cedo seguendolo nel palazzo buio e silenzioso. Il ticchettio dei miei tacchi è tutto ciò che si sente mentre lo seguo su per le scale fino al suo ufficio.

«Ho dimenticato una cosa nel cassetto.» Entra nella stanza e accende la luce sulla scrivania. Io resto sulla porta stringendo le mani sulle braccia.

«Hai freddo?» Mi sembra tutto così strano.

«Sì.» Lo vedo tornare verso di me e poggiare la sua giacca sulle mie spalle.

Il profumo costoso mi avvolge.

«Ho quasi fatto.» Mi invita a entrare e io lo faccio.

La serratura che scatta alle mie spalle e quel segnale che avrei dovuto cogliere prima.

Mi volto verso di lui preoccupata.

«Walter?» non può farlo davvero.

«Dobbiamo festeggiare piccola.»

E come in tutte le favole che si rispettano ero appena caduta nella trappola del lupo, ma il mio problema era solo uno: io non sono una principessa.

Quando le sue mani sono su di me io non ho neanche la forza di gridare.
Te la sei cercata. Mi ripeto.
Sei solo una stupida. Mi ripeto.
È quello che ti meriti. Mi arrendo.

Mi arrendo a lui, alla mia impossibilità di vivere qualcosa di bello senza il marcio per una volta.

E quando il suo corpo cancella quello di Chris nel mio, capisco che ha vinto.
Non mi permetterò più di sognare.

La mano tremante spinge la porta della mia stanza. Valentina si ridesta al rumore dei miei passi.

«Sei tornata?» sbadiglia.

«Portami via da qui!»

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