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Capitolo 63

Chris

La prima luce dell'alba illumina il nostro letto. Tara dorme a pancia sotto al mio fianco. I capelli sciolti lasciano il viso libero. Ne intravedo i contorni mentre mi tiro su e la osservo dall'alto con le spalle appoggiate alla testiera.
Non riesco a ancora a credere che ieri mi abbia confessato i suoi sentimenti. Sento il cuore battere ancora impazzito al ricordo della sua voce che mi mormora quel ti amo inaspettato ed emozionato.

Dove mi sta portando questo viaggio a Milano è assolutamente una meta inaspettata, ma ogni giorno mi è sempre più chiara. Mi ha regalato una donna da amare e proteggere e io ho tutta l'intenzione di farlo.

Guardo la sveglia sul comodino e ho al massimo un quarto d'ora prima che quest'ultima suoni. Resisto al desiderio di baciarla e mi alzo cercando di non disturbarla.

Mi avvio in bagno e infine in cucina, armeggio con la macchinetta del caffè e con il pentolino del latte senza fare rumore. Riscaldo qualche fetta di pane e riempio il tavolo di pancake, yogurt greco, miele e qualunque altra cosa lei possa desiderare.

Sbadiglio grattandomi il capo quando lei fa la sua apparizione al mio fianco.

«Buongiorno.» Mi abbraccia circondano i miei fianchi, il capo sul mio petto.

«Buongiorno, come ti senti?» le accarezzo i capelli e infine le sollevo il viso.

«Concentrata.» I suoi occhi luccicano di sfida.

«Bene.» Mi abbasso per un lento bacio. Le incornicio il viso e lascio che le mie labbra le dicano quanto sono fiero di lei.

Senza fiato la lascio andare al suono del bollitore.

«Ho preparato anche il tè.» Le confesso lasciandola sedere al tavolo.

«Ma quante cose hai fatto?» Sorride e io mi sento felice.

«Non ho idea di come deve essere la tua colazione oggi, ma sciuperai tante energie quindi...»

Il suo telefono vibra e le sue labbra si uniscono un un lieve broncio.

«Valentina arriva di pomeriggio, le avevo detto di non venire.» Sbuffa.

«Secondo me ha fatto bene. Sei sua sorella e per te è importante tutto questo e immagino che lei voglia condividerlo con te.» Addento il pane con il miele.

«Lo so.» Non è convinta.

«Cosa ti preoccupa?» è chiaro che qualcosa non la fa stare tranquilla.

«È se andasse male? E se accadesse qualcosa?»

«Non succederà niente e sarai bravissima.» Serio mi fermo dal mangiare e le prendo una mano fra le mie.

«Va sempre qualcosa male nella mia vita.» Questa confessione mi colpisce. «Non ho mai vissuto qualcosa di bello senza l'amaro in bocca. Ti viene voglia di non vivere.»

La guardo preoccupato.

«E noi? Vale anche per noi. Rinunceresti anche a me?» Le accarezzo il viso.

Resta in silenzio e questo mi preoccupa.

«No, non lo farei.» Sospira e mi bacia. È un gesto che sa di via di fuga, ma glielo permetto. Oggi non è il momento adatto per questo.

Pellicce, lustrini, smoking e papillon si muovono nell'atrio del teatro affollato e chiassoso. Sistemo la mia giacca e cerco di respirare, sono tremendamente nervoso. Cerco tra i volti sconosciuti Andrea e gli altri e sono sollevato quando li individuo vicino alla scalinata principale. Quel luogo sembra risplendere è tutto oro e infinite tonalità di rosso in onore del natale.

Alzo la mano quando lo sguardo di Andrea si alza e incrocia il mio. Il ragazzo colpisce con il gomito Simona che lo segue nonostante lo abbia prima fulminato con lo sguardo.

«Ciao.» Li saluto.

«Ciao.» Mi ricambiano tutti, vedo anche Angelo con loro e gli stringo la mano un po' emozionato.

«Sei davvero teso.» Sottolinea il mio stato d'animo Simona.

«Sì, lo sono.» Forzo un sorriso quando ho lo stomaco che mi stringe. È una serata troppo importante per la mia donna e non riesco a stare calmo. La sua paura che possa andare qualcosa storto mi ha tormentato tutto il giorno.

«Andrà bene.» Andrea mi stringe il braccio in segno di conforto.

«Lo so.» Ripeto.

«Com'era lei?» Manuela si preoccupa dell'amica.

«Molto concentrata, ma stranamente calma.» Ritorno con la mente alla mattina. Dopo quel bacio il suo atteggiamento è cambiato. Rilassata ha finito la colazione parlando anche più del solito e quando l'ho accompagnata a scuola mi ha anche sorriso prima di andare.

«Meglio così, ma alla fine non ha davvero fatto venire i suoi parenti?» Delusa Simona si guarda intorno.

«In realtà dovrebbe esserci sua sorella Valentina. È arrivata con l'aereo nel primo pomeriggio e da quanto ne so doveva subito raggiungerla qua.» Sono felice che sua sorella non le abbia dato retta. Penso avesse davvero bisogno anche della sua presenza.

«Non te l'ha presentata?» Manuela si stranisce.

«Non ne ha avuto il tempo.» Alzo le spalle è strano anche per me non sapere chi sia sua sorella.

«È proprio assurda questa donna.» Simona borbotta e vorrebbe aggiungere qualcos'altro ma le luci si accendono e spengono invitandoci ad accomodarci e non c'è più tempo.

In uno strano mormorio l'ingresso si svuota e il teatro si popola. Con facilità individuo la nostra fila e cerco con lo sguardo la ragazza bionda che Tara mi ha mostrato velocemente in una foto.

La penombra non mi aiuta molto, ma alla fine mi sembra di riconoscerla poco più avanti di noi. Ne distinguo la stessa linea del viso, ma non ho modo di presentarmi in quel momento e allora mi metto comodo in attesa che lo spettacolo abbia inizio.

Quando la musica inizia il silenzio è assoluto, le luci si spengono e quando le tende si aprono a essere illuminato è il corpo di Tara piegato su sé stesso a terra.

Vederla muoversi con grazia e forza insieme mi lascia senza fiato. Resto incantato dai suoi movimenti non riuscendo neanche a battere le palpebre, è splendida. Così bella da non sembrare vera.

La musica aumenta di intensità come anche il balletto e non avrei mai creduto che mi sarei innamorato di lei ancora di più, ma è così. Vederle fare ciò che ama mi svela la vera donna che si nasconde dietro la maschera che solitamente indossa e ne ho la certezza quando in un passaggio sembra cercarmi con lo sguardo tra la folla.

La sala vibra al suono dei violini e quando i suoi occhi si posano su di me mi sento dissolvere come note nella stanza.

Esistiamo solo noi due e io sento il cuore scoppiare.

Lo spettacolo prosegue le emozioni si mischiano e dai commenti attorno a me non ho dubbi che Tara è davvero brava in quello che fa.

I ragazzi sono altrettanto emozionati, con gli occhi incollati sulla nostra Tara assistiamo tutti alla sua trasformazione in cigno.

Lo scroscio finale degli applausi non mi stupisce affatto. La gente esplode alla chiusura della tenda e continua quando i ballerini tornano per il saluto.

Il petto di Tara va su e giù stanco, ma il suo viso è sereno, luminoso. Per la prima volta è veramente felice.

Ancora una volta mi cerca fra la folla, le faccio l'occhiolino e il suo sorriso si allarga, non desidero altro che poterla stringere a me in quel momento.

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