Capitolo 59
Chris
So che dovrei farle le mie domande e so che dovrei obbligarla a parlare, ma ora che respiriamo nuovamente la stessa aria mi sembra di essere stato in apnea tutto il giorno.
Accarezzo la sua lingua, le sue labbra e trovandola docile approfondisco il nostro bacio che cresce di intensità. La voglio ora. Non posso aspettare.
La sollevo da terra portandola velocemente nella sua stanza, non rischierò che Manuela ci interrompa e finalmente posso liberarla da tutti gli strati che la ricoprono.
Con frenesia l'aiuto a spogliarsi così come anche lei fa con me. Le mani stringono, i denti mordono e la pelle brucia. Adoro sentire le sue mani su di me e dopo la giornata che abbiamo vissuto le desidero su ogni parte di me
La sollevo leggermente appoggiandola alla porta della stanza. La sua pelle si arriccia infreddolita, ma le sue gambe si legano subito ai miei fianchi, ho fatto la scelta giusta.
«Tara io non...» non mi fa finire.
«Neanche io resisto oltre, ti prego. Ti prego voglio sentirti.» La sua mano scivola fra di noi ed è da togliere il fiato la sensazione di essere una cosa sola dopo un giorno di tensione.
Sospiriamo entrambi e poi la brama sembra abbandonarmi. Lei vorrebbe tutto subito e io improvvisamente mi sento di avere tutto il tempo del mondo.
I nostri occhi si legano e i suoi sono pieni di tutto ciò che io desidero.
Sorprendendola la adagio sul letto staccandomi da lei. La guardo fra quelle lenzuola bianche e non mi è mai sembrata così bella.
Accendo la luce sul comodino e ammiro il suo corpo chiedere il mio.
«Chris, ma cosa...»
«Shhh, lasciati guardare.»
I suoi occhi sono ancora interrogativi, le guance sembrano arrossarsi imbarazzate rendendola ancora più incantevole.
«Lasciati accarezzare.» Mi stendo al suo fianco e peggio le mie dita su di lei, dal collo alla spalla, dalla spalla ai seni. Il suo respiro cambia e il mio corpo si tende. Godo della rotondità, della morbidezza e gioco con la punta eretta e dura così in contrasto con il resto di lei.
Ingolosito scendo a baciare i capezzoli. Ne gusto il sapore fruttato e mi inebrio dell'odore della sua pelle. Un fremito mi suggerisce di smetterla con questa lenta tortura, come le sua mani che stringono le mie spalle, ma il mio essere non vuole. E allora, continuo a torturarci, con la mia bocca su di lei mentre la mia mano si spinge più in basso fra le sue cosce.
I suoni spezzati dei suoi ansiti mi fanno battere il cuore a mille.
La voglia di farla mia mi stringe lo stomaco, il sapore di lei mi fa perdere la testa e quando spingo le dita fra le sue pieghe e Tara sussulta e urla il mio nome, io sono a un passo dal venire.
Chiudo gli occhi per sentire, sentire il suo calore, sentire il suo desiderio, sentire lei, solo lei.
Le sue gambe si stringono e i suoi fianchi si alzano, i capelli si arruffano sul cuscino e Tara sembra persa nella corsa al piacere.
Riapro gli occhi rapito dai suoi movimenti e non posso che sorridere quando dispettoso, tolgo le dita da lei.
«Cielo, Chris.» Sospira indispettita.
«Ti porterò proprio li tesoro.» Mi faccio spazio fra le sue gambe che mi accolgono con solerzia e questa volta siamo insieme in quella gara, ma lo faccio piano, lentamente in maniera quasi snervante, ma esageratamente intima e coinvolgente. Ogni parte di lei sfrega con la mia accendendo i nostri sensi come mai fino ad ora.
Ad ogni affondo il suo capo si inclina indietro, i suoi denti stringono il labbro inferiore e i miei occhi rapiscono i suoi.
Mi sento fuso in lei, pronto a scigliermi e allora e un istante, un impulso irrefrenabile. Perso in quelle iridi scure mi sento improvvisamente al sicuro.
«Ti amo!» Lo pronuncio ansante prendendo ogni parte di lei.
Le sue labbra si separano.
«Ti amo.» Non riesco a fermarmi.
I suoi occhi sono ora lucidi e seri.
«Ti amo.» Poggio la fronte sulla sua e la guardo assimilare le mie parole e poi cedo al fiume che sta per travolgerci.
Non mi importa di una sua risposta, non mi importa che non abbia detto niente, conta solo il suo corpo che si stringe al mio donandosi come sono certo non abbia fatto mai con nessuno.
Unisco le nostre labbra e con maggior vigore la faccio mia per sempre.
L'appagamento è la sensazione più meravigliosa per il nostro corpo. In quel momento tutto ti sembra giusto e perfetto ed è così che mi sento io.
Steso sulla schiena con il capo di Tara sul petto me ne sto ad occhi chiusi in attesa che il respiro torni normale.
Lo scorrere del tempo e un piacevole ticchettio, vorrei addormentarmi così, ma non posso.
«Devo andare.» Le ricordo accarezzando la sua schiena.
«Lo so.» Resta ferma.
«Mi alzo, allora.» le annuncio annuncio senza muovermi.
Sento le sue labbra aprirsi in un sorriso sulla mia pelle e le dita stringere il mio fianco.
«Okay.» Pronuncia stringendosi a me e ora sono io a sorridere.
Purtroppo, devo davvero andare e allora le bacio il capo e mi costringo a spostarla.
Tara recupera il lenzuolo in cui si avvolge mentre curiosa mi guarda rivestirmi in silenzio. Allacciate le scarpe mi avvicino al letto e a lei.
«Vado.» Non lascio i suoi occhi.
«Ci vediamo domani.» Sussurra.
Annuisco tirandomi via. Non so se ci sono rimasto male a non sentirle ricambiare i miei sentimenti.
Indosso il giaccone ed esco dalla stanza un po' confuso.
Recupero le chiavi dell'auto cadute a terra e stringo la maniglia per aprire la porta.
«Ho sentito cosa hai detto.»
Mi blocco e non riesco neanche a voltarmi.
«Lo so.» Alzo le spalle.
«Chris...» la sua voce trema sempre più vicina. Non posso continuare a guardare il legno e allora mi volto verso di lei ormai a pochi passi da me.
Una vestaglia rosa le ricopre il corpo nudo.
«Questo non significa che io non provo niente.» Precisa imbarazzata e spaventata.
«Lo so.» Ripeto nuovamente.
Sempre più vicina annulla la distanza fra noi posando le sue labbra sulle mie. Vengo travolto dal suo bacio e riacceso come un accendino.
«E proprio il contrario, ma... Ma ho paura.» Bisbiglia sulla mia bocca ricominciando a baciarmi.
Le chiavi che girano nella toppa ci avvertono dell'arrivo di Manuela.
Tara si stacca e fa un passo indietro.
«Ragazzi! Mi avete spaventata.» Porta la mano al petto.
«Ciao Manuela. Chris stava andando via.» Precisa Tara e io annuisco.
«Buonanotte.» Saluto entrambe e vado.
Mentre scendo le scale, salgo in auto e ritorno a casa rifletto, rifletto sull'importanza delle parole.
Io ho detto che l'amavo perché non sono riuscito a trattenere il desiderio di pronunciare quelle lettere così importanti e di farle sentire a lei, ma la verità è che non tutti siamo così e c'è chi preferisce dimostrare forse anche per insicurezza e Tara è una persona così. Non è facile farla parlare quindi capisco quanto sia difficile per lei pronunciare i propri sentimenti.
Fermo sotto casa mia mi rendo conto delle sue azioni, del tempo che stiamo insieme, di come è lei e no non sono preoccupato se non ha risposto a quella confessione come tutti si sarebbero aspettati o come io avrei desiderato perché la paura che questo ci avesse diviso che ho letto nei suoi occhi urla più di mille ti amo.
Riassaporo le emozioni della giornata e alla fine scendo dall'auto.
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