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Capitolo 56

Tara

Come ormai capita sempre più di frequente afferro la sacca nera dalla panca dello spogliatoio del locale e la porto alla spalla destra. È piena di vestiti che mi serviranno nel tempo che passerò a casa di Chris, inizialmente rubavo le sue felpe, ma per la biancheria intima era un vero problema.

Mi aggiusto i capelli guardandomi un'ultima volta allo specchio, spengo la luce e mi avvio fuori. È così che ormai, da quasi un mese a questa parte, vivo praticamente con lui. Non ho voglia di lasciarlo la notte, anche perché è l'unico momento in cui possiamo stare insieme, siamo entrambi troppo impegnati durante il giorno, ma la notte, la notte è solo nostra.

È iniziato tutto per caso e mi sono ritrovata a casa sua quasi ogni sera tranne quando lui fa il turno di notte, allora quel giorno approfitto per stare con Manuela a casa mia, lei ha protestato un pò all'inizio, ma vedendomi sempre più felice ha accettato quella nuova situazione. Con questa scusa viene sempre più spesso al locale e di questo, ovviamente, Andrea è molto felice.

Sento un lieve fastidio al fianco destro, il livido violaceo mi fa stringere i denti mentre a fatica raggiungo l'ingresso principale del locale ormai vuoto.

«Tutto bene?» Gli occhi di Chris sono subito nei miei nonostante stesse parlando con il mio collega. La sua mano si allunga per afferrare il borsone e io mi sistemo meglio la cinghia della borsa che mi era scivolata sul braccio.

Annuisco fermandomi al loro fianco. I suoi occhi non mi mollano e io cerco di riprendermi da quella fitta che per un attimo mi ha tolto il fiato.

Chris torna a parlare con Andrea e io mi stringo al suo braccio sbadigliando. Gli allenamenti sono sempre più stressanti e pesanti ultimamente, ma è comprensibile la data dello spettacolo si avvicina e non si parla dall'altro all'accademia.

Ho dovuto digerire la scelta di Walter di farmi fuori, ma mi sto impegnando il piu possibile per giocarmi la mia ultima possibilità di essere scelta dal comitato di cui fanno parte esponenti del teatro della Scala dove ci esibiremo. L'audizione sarà fra due settimane e ognuna di noi deve sapere ogni passo di quel balletto per quella data.

«Sarà meglio andare.» Al mio nuovo accenno di sbadiglio Chris saluta Andrea.

«Ciao dolcezza.» Andrea mi bacia sulla guancia e io gli sorrido appena, troppo stanca anche solo per parlare.

Rimasti solo mi stringo al corpo del mio ragazzo e così ci dirigiamo verso casa sua.

«Questa borsa è sempre più pesante.» Mi fa notare scherzoso.

«Sto praticamente facendo il trasloco delle mie cose risparmiando sulla ditta dei traslochi.» Gli rispondo a tono appoggiando il capo sulla sua spalla.

«Ah, ora mi spiego. Mi era parso di sentire un comodino dentro il borsone.» Mi fa sorridere.

«Dici, è il mio letto della lego in realtà.» Ora è lui a sorridere alla mia battuta.

Siamo quasi giunti a casa quando una coppia ci viene in contro dalla parte opposta. I capelli biondi perfettamente disordinati mi dicono già chi è prima ancora di poter distinguere i tratti del suo viso. D'istinto mi irrigidisco e Christian sembra subito notarlo.

«Che succede?» Si gira verso di me che scuoto il capo.

«Niente, tranquillo.»

«Bene bene, chi si vede. La mia quasi ballerina preferita e il suo giocattolino.» Non so bene da dove gli vengano fuori quei termini, ma li pronuncia con tale disgusto che sento la pelle accapponarsi. Il mio corpo rifiuta ormai la sua presenza e nonostante mi rassicuri il fatto di avere Chris accanto non riesco a sopportare la presenza del mio ex.

«Vedi cara.» Si rivolge alla ragazza bionda al suo fianco. «Lei era la mia pupilla, ma poi si è lasciata andare.» I suoi occhi attraversano ogni centimetro del mio corpo ricordandomi quanto ho odiato quello sguardo su di me.

«Sì, cara, poi la ragazza è rinsavita e ha perfettamente capito che pezzo di merda è il tuo accompagnatore.» Chris parla sorridendo alla giovane che confusa ci guarda tutti senza fiatare. «E scusaci se non ci intratteniamo, ma non è piacevole la puzza di sterco che si porta dietro.» Chris mi sospinge invitandomi a camminare e io lo accontento volentieri.

Un ultimo sguardo di Walter mi fa ben capire che questa me la farà pagare e la fitta al fianco torna a farmi male.

Per il resto del tragitto non parliamo sento la tensione in Chris e non ho il coraggio di dire niente.

«Scusa, sei arrabbiata? Pensi abbia esagerato? Perché, cazzo, io non lo sopporto proprio.» Poggia la borsa sulla sedia in camera e si volta verso di me. La mano confusa sale al suo capo e l'espressione contrita che ha in volto mi fa subito scattare verso di lui.

Le mie labbra sono sulla sua bocca prima ancora che possa dire altro. Premo con bisogno il mio corpo contro il suo e il leggero gemito che emette al mio assalto fa crescere il desiderio che sento di lui.

Con urgenza gli infilo le mani sotto il maglione che tiro sulla sua testa prima di gettarlo a terra. Con trasporto scendo a baciargli il collo fino al petto allentando allo stesso tempo la fibbia della cintura prima e il bottone e la zip dopo.

Scalcia via i suoi vestiti restando immobile al mio assalto le sue mani non mi hanno ancora toccata e allora lo spingo indietro verso il letto dove lo faccio sedere.

In un balletto silenzioso inizio a spogliarmi davanti ai suoi occhi che bramosi non si perdono neanche un millimetro della mia pelle che gli si mostra lentamente centimetro dopo centimetro. Non provo nessuna vergogna a farlo davanti a lui anzi i sentimenti che gli illuminano gli occhi mi fanno sentire perfetta, perfetta per lui.

Nuda la mia pelle rabbrividisce nonostante il riscaldamento acceso i seni si alzano inturgiditi e gli occhi di Chris corrono subito a quel dettaglio. Il suo labbro inferiore si incastra fra i suoi denti e la vampata di calore che sento partire dal centro del mio corpo mi rende subito pronta per lui.

Non ho voglia di preliminari, di carezze delicate o baci dolci, voglio solo sentire il suo desiderio che si incastra con il mio ed è per questo che annullo con un passo la distanza che ci divide.

Le mie gambe si aprono intorno ai suoi fianchi e ciò che fino a qualche secondo fa erano due corpi separati ora sono la lava che scivola nel mare.

Sentirlo dentro di me mi fa commuovere, emozionata inizio la nostra danza. Le sue mani corrono ai miei fianchi un piccolo lamento mi sfugge alla sua presa sul mio livido, ma questo non fa diminuire il mio movimento. Lo sento irrigidirsi per un attimo, ma non ho voglia di parlare ora, né di dare spiegazioni voglio solo perdermi in mare.

Premo nuovamente le labbra sulle sue in un bacio che ha lo stesso ritmo dei nostri corpi, stringo le sue spalle mentre con piacere sento i suoi palmi su ogni parte del mio corpo.

«Tara...» il mio nome è dentro il sospiro che ci porta in paradiso. Lascio che ogni parte di me si riempia di quella scossa fino all'appagamento finale.

I nostri occhi si ritrovano ridenti.

«Mi hai fatto perdere il senso e il luogo.» Bisbiglia sulla mia bocca. Gli stringo le braccia intorno al collo e lo guardo dall'alto sorridendo.

«Io invece so perfettamente dove sei. Vuoi saperlo?»

«Se tu lo sai, sì, dimmelo, perché mi sono perso.»

«Stai tranquillo sei al sicuro.» Lo guardo seria e i suoi occhi luccicano. «Sei dentro di me.»

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