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Capitolo 54

Tara

Inclino il corpo indietro invasa dall'oblio dell'orgasmo. I capelli mi sfiorano la schiena fin quasi ai fianchi quando soddisfatta chiudo gli occhi con il volto rivolto verso il tetto. Le sue dita premono sulle mie cosce e lo sento così mio che mi manca il fiato dallo stupore.

«Tara...» il mio nome si perde roco nella notte e io soddisfatta torno a guardare giù dove i suoi occhi sono ancora chiusi sul suo viso disteso e soddisfatto.

Accarezzo i suoi lineamenti prima di stendermi sul suo petto e posare la mia fronte sulla sua.

I miei occhi si perdono in quel mare dove non tocco, è come se un vortice mi tirasse dentro di lui e io vorrei tanto seguirlo e scoprire cosa potrei trovare così in fondo.

Il silenzio si carica di pensieri, dubbi, certezze, desideri e alla fine cedo a quella lotta in cui lui sono certa vorrebbe sapere tutto di me. Gli bacio le labbra più volte prima di scivolare al suo fianco.

«Adoro la scelta di questo film.» sospira.

Scoppio a ridere alla sua battuta.

«Si, me ne sono accorta.» Cedo alla leggera pressione che mi porta fra le sue braccia.

«E a te? Lo hai visto bene? Potrei proporre una replica.» La sua espressione seria mi fa ridere ancora.

«Forse si, ero un po' distratta.» Faccio finta di pensarci su.

«Beh, allora dobbiamo rimediare.» Il suo peso mi spinge sul materasso ed è una sensazione molto sexy.

Il sorriso scompare dalle mie labbra non appena la sua mano si stringe sul mio seno, anche la sua espressione cambia divenendo più cupa, non è un gioco, credo che non sarà mai un gioco fra noi.

Lentamente scende ad assaggiare il mio corpo e io perdo la realtà.

Il suono della mia sveglia non è mai stato così fastidioso. Purtroppo non posso fare finta di non sentirlo soprattutto oggi che devo correre a casa a cambiarmi per poi andare a lezione.

Tento di scivolare fuori dal letto, ma il suo braccio aumenta la pressione costringendomi a letto.

«Devi per forza andare?»

«È il mio lavoro, devo.» Gli accarezzo i capelli corti.

«Ok, vai. Vai.» Alza borbottando il braccio dal mio corpo, riesco così a sedermi, ma quando sto per alzarmi mi sento tirare indietro e sono nuovamente stesa al suo fianco. «Almeno l'ultimo bacio.»

Il suo broncio rende quelle labbra peccaminose praticamente irresistibili e quindi non posso che cedere alla sua richiesta. Basta il primo contatto e i corpi si accendono, come le anime, come penso la stanza intera. Alzo la gamba ad avvolgerlo e credo di dimenticare il mio nome in quel momento. Purtroppo la seconda sveglia che sono solita mettere, per essere certa di non riaddormentarmi, non è d'accordo con me.

«Che palle.» Brontola.

Gli sorrido e purtroppo lo abbandono in quel letto che abbiamo condiviso per tutta la notte.

Afferro i miei vestiti dalla sedia e corro in bagno a vestirmi.

Velocemente cerco di rendermi presentabile e ritorno in stanza per indossare le scarpe.

«Io vado, okay?»

«No.»

«Chris!»

«Che me lo chiedi a fare allora.» La schiena sui i cuscini, il lenzuolo sui fianchi che lo copre appena e quella fantastica pelle color caramello. Accarezzo con lo sguardo la sua figura, con la schiena ancora piegata in avanti per allacciare le scarpe e quando arrivo al suo sorriso soddisfatto, chiudo la bocca che per tutto il tempo era rimasta aperta a mangiare mosche.

«Vedi che sei tu che stai andando via. Se vuoi sono assolutamente disponibile per te.» L'occhio sinistro si chiude tentatore e a me finisce l'ossigeno nei polmoni. Il suo sorriso si piega di lato e io... E io...

«Ci...ciao!» Balbetto, prima che la carne sconfigga la ragione sono già nel corridoio pronta ad andare.

«Ci sentiamo dopo!» Mi urla dalla camera divertito.

«Okay.» Richiudo la porta alle mie spalle.

Non so come sono riuscita ad arrivare in orario a scuola. Corro nei corridoio e mi richiudo nello spogliatoio che per fortuna è pieno di colleghe che si stanno spogliando per indossare le divise. Saluto qua e la qualche ragazza e solo quando indosso le scarpette a punta riprendo il controllo di me stessa. La giornata con Chris è stata come una giostra piena di emozioni e divertimento, un sogno per la bambina che dentro di me vorrebbe solo attenzioni, soprattutto da parte sua.

«Forza ragazze, Walter vi aspetta in stanza uno.» Un bastone sbatte sul parquet e la signora Rosa, dai lunghi capelli bianchi annodati in un perfetto toupet ci guarda severa per il nostro ritardo.

«Andiamo subito!» In coro le ragazze attorno a me rispondono ed escono poco elegantemente dallo spogliatoio.

«E tu cosa aspetti.» Mi fissa quasi disgustata. «Annoda bene il fiocco. Assurdo che alla tua età tu non sappia fare neanche questo. Sono felice che Walter sia rinsavito e stia rifacendo le audizioni per la ballerina principale dello spettacolo.» Fa un passo verso di me. «Tu sei troppo vecchia e sgraziata per riuscire in questo mondo.»

La notizia che mi ha appena lanciato con poco garbo mi spezza il cuore.

«Lui... Lui...» Non riesco a credere che lo abbia fatto davvero.

«Ora pure balbetti. Muoviti!» mi indica la porta con il bastone e io non posso fare altro che ingoiare il rospo e fare il mio dovere.

Non capisco il perché sia stata così cattiva con me. Ovviamente entrata in stanza da lui l'accoglienza è ancora peggiore. Walter mi urla già quando metto il primo piede in aula, alcune ragazze ridacchiano, felici che io non sia più la sua cocca, come gli ho sentito mormorare più volte, se solo sapessero cosa è in grado di fare, ma per fortuna qualcuno è dalla mia parte, i loro sguardi affranti mi fanno capire che non sono sola.

A schiena dritta avanzo nella stanza pronto a sopportare tutto. La sua mano si stringe intorno al mio braccio, sento la pressione far male, ma non emetto un suono. I suoi occhi severi incrociano i miei in una sfida silenziosa, ma il suo ghigno mi chiarisce chi crede la vincerà.

«È questa la tua posizione.» Mi tira in un angolo. «Iniziamo!» Urla a tutte, ma i suoi occhi sono ancora su di me

Quanto le parole e le azioni possano essere meschine lo capisco bene a fine giornata. La doccia calda non riesce a risollevare il mio umore. Sento dolore in tutto il corpo per gli strattoni che mi ha dato e sento ancora più dolore dentro di me. Quanto sono stata stupida. Le lacrime si perdono nelle gocce d'acqua che accarezzano il mio corpo volenterose di lenire il dolore, ma niente può placare quella sensazione di disgusto e di paura che sento nella testa. Distruggo sempre tutto e sempre tutta colpa mia. Il mio solito mantra mi tortura.

Cerco di respirare mentre tremante indosso i vestiti.

Quando pronta scendo in strada per raggiungere l'autobus non ho il coraggio di rispondere a Chris. Il telefono è pieno delle sue chiamate e dei suoi messaggi. Parole dapprima dolci e poi sempre più preoccupate al mio silenzio.

Indecisa accarezzo il suo nome sul display, se lo chiamassi ora capirebbe che qualcosa non va, devo ritrovare l'equilibrio anche se avrei bisogno di lui e prima che possa decidere se premere o meno il tasto chiamata è il nome di mia sorella che spunta sullo schermo.

«Vale.» Sono felice di sentirla ho bisogno di casa, di fare chiarezza nella mia testa.

«Tesoro, hai finito?» il fiume in piena che sono le chiamate con lei mi accompagnano fino all'ingresso del locale e ancora non ho fatto la chiamata che ho rimandato.

Quando spingo la porta a vetro saluto e metto giù il telefono. Il mio umore è migliorato e riesco a scherzare con i ragazzi già a lavoro mentre raggiungo il bancone.

«C'è una persona che ti aspetta di là negli spogliatoi.» Serio Andrea non mi saluta neanche indicandomi con la testa la direzione. Guardo la tenda rossa trattenendo il fiato e poi cedo.

«Ti sembra molto arrabbiato?» non resisto dal chiedere.

«Beh, non solo. Che è successo?» Appoggia le mani al bancone e si avvicino a me.

«Non gli ho risposto tutto il giorno.» Colpevole abbasso gli occhi verso il pavimento lucido.

«Va da lui.»

Annuisco, respiro e vado da lui.

«Ciao Chris!»

È seduto con il telefono in mano e quando i suoi occhi si sollevano su di me... capisco che non posso... non posso dirgli la verità.
Voglio proteggerlo.
Voglio che lui sia il mio porto sicuro.

«Scusa.» Lascio cadere la sacca e corro da lui.

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