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Capitolo 48

Tara

Nonostante mi sento sfinita non riesco a dormire. Questa giornata sembra essere durata una vita intera e non riesco a smettere di rimuginare su me stessa e sulle mie scelte.
Vedere Walter davanti all'ingresso del locale è stato come un pugno nello stomaco. Non posso scappare da lui, da quello che ha significato per me stare con lui. È stata una sconfitta per il mio essere, nonostante la mia giovane età, non avrei dovuto permettere alla paura di non essere all'altezza, alla ricerca di conforto, al bisogno di sentirmi apprezzata di farmi cedere.

Se solo avessi impedito tutto questo forse ora non sarebbe a rischio nuovamente il mio futuro. L'idea di perdere ancora una volta lascia solo il buio nel mio futuro. Cosa farò? Io non ho altro.

Chiudo gli occhi umidi e resto prona nella speranza che arrivi il sonno. Vorrei solo spegnere il cervello. Impedire al senso di colpa che sento dentro di divorarmi. Come posso spiegare alla mia famiglia cosa sta accadendo. Io non posso.

Stringo le mani incrociate sul mio ventre trattenendo appena quelle lacrime che vorrebbero uscire e quel folle bisogno che sento di urlare, di liberarmi di tutto. Forse anche della mia stessa vita. Un tunnel sempre più nero e sempre più lungo sembra avvolgermi e trascinarmi via.

Accarezzo l'idea come una liberazione, ma non potrei mai. Non potrei mai fare una cosa del genere alla mia famiglia. I volti dei miei parenti mi provocano un singhiozzo, no non potrei mai!

Cerco nel ricordo dei loro sorrisi di ritrovare quella forza che ho sempre dimostrato e tra tutti la mente si sofferma su uno in particolare. Le labbra carnose si allargano appena accennando sull'angolo destro quel ghigno malizioso che per giorni mi ha seguito per la sala.

Non riesco ancora a credere che in questi due giorni è cambiato qualcosa. Il modo in cui mi guarda mi tranquillizza e anche ora che non è con me mi basta pensare alla fiducia che mi mostra per stare meglio.

Una sensazione di sollievo mi invade, apro gli occhi stupita, basta solo il suo pensiero per farmi sentire diversa. Scorgo in quelle sensazioni la persona che voglio essere e ne resto sconvolta. Cosa mi fa? Cosa c'è in lui di così speciale da dargli questo potere su di me?

L'idea di ritornare indietro e lasciarlo andare mi lascia senza fiato, un nodo in gola che stringe soffocandomi.

Mi metto seduta spaventata alla sola idea che questo possa avvenire.

Improvvisamente la stanza si illumina, immediatamente mi giro verso il comodino e vedo il telefono squillare silenziosamente. Mi allungo sul letto per prenderlo, temo possa essere ancora Walter, ma non è lui.

«Pronto!»

«Apri!»

Poi la mia mano sinistra corre velocemente alla mia bocca aperta come i miei piedi verso la porta d'ingresso.

Non riesco a resistere sulla soglia e sono già davanti all'ascensore e quando questo finalmente si arresta sento il cuore scoppiarmi.

Le porte metalliche si aprono e non appena gli occhi di Chris si posano su di me un dolce sorriso gli incurva le labbra. D'impulso sono già fra le sue braccia. Adoro sentirle intorno a me e adoro il modo con cui mi stringono.

Inalo il suo profumo spingendo il naso sul suo collo.

«Non riesco a credere che sei qua.» Esco il viso dal mio nascondiglio e avvicino le mie labbra alle sue.

«Non potevo più starti lontano.»

Le nostre labbra si uniscono e sento il pavimento mancarmi sotto i piedi. Chris mi solleva e senza staccarsi cammina fin dentro casa mia.

Con una mano spingo la porta che si chiude e finalmente solo circondo il suo collo con le braccia e mi concentro sulla danza delle nostre lingue.

Le farfalle ballano nella mia pancia mentre fermi al centro del mio salotto non riusciamo a staccarci neanche per quel respiro che ora inizia a mancare e a bruciare nei polmoni.

«C'è Manuela?» mormora mentre scende dalla mandibola verso il mio orecchio.

«No.» Ansimo nel buio.

«Bene.» I suoi denti stringono il mio lobo e un caldo languore riscalda il mio ventre.

Un leggero movimento e mi sento sollevare da terra, in poche falcate siamo in camera mia e ben presto sento il soffice materasso sotto di me.

Non gli permetto di lasciarmi andare e così me lo ritrovo di sopra mentre con il suo peso mi schiaccia in basso.

Alzo le mani che passo sul suo capo. Chris mugula compiaciuto e dopo un nuovo lungo bacio si ferma a guardarmi dall'alto.

«Stai bene?» mi fissa serio accarezzandomi il naso con il suo.

«Sì, ora che sei qui.» gli confesso. Non appena l'ho visto il peso che sentivo in petto è sparito via.

«Non hai fatto niente di male.» Precisa facendomi stringere la gola. «Sei una splendida donna Tara, ma è normale a volte dimenticare se stessi.»

Annuisco sfiorandogli le labbra, siamo così vicini.

«Non gli permetterò mai più di farti del male, okay?» i pollici mi accarezzano il viso dandomi coraggio.

Annuisco ancora in silenzio mentre stringo la sua giacca fra le mani.

«Okay.» Mormora ancora prima di baciarmi dolcemente.

Le sue labbra morbide si posano sulle mie, una, due, tre volte. Una lieve pressione e il bacio si approfondisce. La sua lingua vellutata accarezza la mia, sfugge e la rincorre mentre i nostri corpi uniti ci mostrano il desiderio che proviamo l'uno per l'altra. Mi agito sotto di lui in una danza che desidero con tutta me stessa e non posso che essere soddisfatta nel sentire il suo corpo reagire ai miei movimenti.

«Mi fai perdere il controllo così, Tara, ah...» geme nella mia bocca incendiandomi maggiormente.

Il suo palmo scivola sotto il mio pigiama e con audacia lo sento risalire verso il mio seno nudo. Sorpreso nel non sentire nessuna stoffa sulla rotondità che bramava si solleva osservandomi con gli occhi pieni di lussuria.

Vorrei mi baciasse ancora, ma sono vani i miei tentativi di spingerlo giù da me. Incuriosito mi osserva aprire la bocca in una esclamazione di piacere quando le sue dita circondano il mio seno stringendolo fra di esse.

Il mio corpo si inarca sbattendo contro il suo e provocando a entrambi altro piacere.

«Sei bellissima!» estasiato si abbassa per baciarmi il collo fino all'orecchio. Sentirlo mormorare roco così da vicino riempie il mio corpo di ulteriori brividi che non riesco a placare.

Allargo le gambe per sentirlo più vicino mentre non riesco a fermare il mio corpo.

«Chris!» mi lamento, io voglio di più. Circondo i suoi fianchi e vorrei spogliarlo se solo non avesse ancora indosso il cappotto.

I suoi baci rallentano di intensità come anche le sue carezze. Sento il calore spegnarsi quando la sua mano non è più sul mio corpo.

«No!» mi lamento.

«Non ho intenzione di fare l'amore con te in modo sbrigativo.»

«Hmmm...» protesto.

«Voglio baciare ogni centimetro della tua pelle e voglio poterti avere con calma senza nessuna fretta.» Si solleva dal mio corpo e mi si stende accanto. Con la testa poggiata sulla sua mano e con il gomito vicino al mio capo mi guarda dall'alto come se fossi una bimba capricciosa. «Voglio assaporarti fino a farti impazzire.»

«Sembra allettante, ma troppo lontano nel tempo. Cosa c'è in questa sera di sbagliato?» Guardo il soffitto mentre parlo con le guance che mi prendono fuoco.

«Niente, è perfetta.»

Mi giro a guardarlo dubbiosa.

«Ma ora devo tornare a lavoro e non avrei il tempo di fare tutto ciò che vorrei.» impnotizzato mi accarezza con il pollice le labbra.

Indispettita gli salto praticamente addosso.

«Come puoi avere ragione quando vorrei solo arrabbiarmi con te.» Lo bacio a stampo e torno al suo fianco.

Mi accoccolo sul suo petto e cullata dal suo respiro sento gli occhi pesanti.

«Dormi piccola. Resterò fino a quel momento.» il suo braccio mi stringe e serena mi lascio andare

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