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Capitolo 17

Chris

Il suono di un clacson mi ridesta, giro il capo alla mia destra dove il corpo di Marta giace ancora addormentato. Il lenzuolo la copre appena fino alla vita lasciando i miei occhi liberi di sbirciare ciò che nella penombra ho immaginato.

Porto una mano ai capelli incredulo di come sia andata la mia serata. Il suo corpo morbido e formoso è stato davvero una piacevole scoperta nonostante io senta ancora pizzicare la gelosia per la donna che ha rubato le mie notti da quando sono arrivato a Milano.

Mi alzo lentamente per non svegliarla. Il mio turno inizia tra un paio d'ore e allora decido di fare una doccia per poi prepararle la colazione. Non voglio farla sentire a disagio.

Alzo la coperta fino a coprirla del tutto e lascio la stanza per il bagno.

Come il grillo parlante di Pinocchio la voce di Andrea mi torna in mente riportandomi a ieri sera. Alla scoperta che purtroppo ho fatto. La delusione per non averla potuta davvero conoscere affiora sotto il getto caldo dell'acqua, come se questa, scivolando via, togliesse dalla mia mente ogni ricordo della donna che ancora dorme nel mio letto lasciando solo vivido il desiderio per Tara.

Infastidito mi guardo con astio mentre passo il rasoio sul mio volto. Devo solo andare avanti e lasciare che Andrea trovi qualcun'altro per salvarla, ma poi salvarla da chi. Certo non sembrava un tipo simpatico ma neanche un violento. Non posso che sorridere ai pensieri strani del mio nuovo amico. Crede soffro della sindrome da maestro è una follia.

Sto aspettando che il mio caffè sia pronto quando Marta fa il suo ingresso in cucina.

«Buongiono.» Il suo tono incerto mi fa alzare gli occhi verso la porta, dove la trovo indecisa se entrare.

Percepisco ogni suo timore e sono certo che non sia solita svegliarsi a casa di uomini che conosce appena.

«Buongiorno!» Le rispondo allegro, non voglio che creda di aver fatto un errore. Certo non sono interessato a una storia ma si può sempre creare un buon rapporto fra noi. Il sesso non è stato affatto male. «Accomodati pure al tavolo, ho preparato la colazione.» Prendo la tazzina fumante e gliela porgo. «Caffè?»

Lei annuisce e più rilassata fa come le ho suggerito. Vedo la felpa nera che avevo sulla sedia ricoprire il suo corpo candido.

«Grazie, mi ci vuole proprio.» Mi sorride felice e io faccio lo stesso compiaciuto di sentirla più tranquilla.

«Scusa io, io non so cosa mi sia preso ieri sera.» Non mi guarda neanche mentre inizia quel discorso.

«Sei pentita di averlo fatto?» serio cerco di capire come comportarmi.

«No, no, è stato... tu sei stato fantastico.» Porta i capelli biondi indietro.

«È stato bello anche per me.» Mi siedo accanto a lei.

«Pensi che possiamo ripeterlo?» Il suo viso si colora di rosso mentre credo anche il mio per la sua audacia.

«Sono stato bene anche io.» Poso i gomiti sul tavolo. «Però...» I suoi occhi si rabbuiono e io non capisco perché mi sento in dovere di precisarle che non voglio una storia. Vedo i suoi denti coprire il labbro rosso in attesa che io non la deluda e allora decido che non voglio farlo. Non ho legami. Non ho nessuno. Chi lo sa cosa potrà nascere fra noi.

«Però?» Mi invita lei per il mio lungo silenzio.

«Però niente.» Le accarezzo una guancia e lei mi mostra la sua gioia riprendendo a mangiare.

Quando arrivo a lavoro il reparto e in fermento il tempo vola velocemente e quando nel tardo pomeriggio mi sento proporre un aperitivo non riesco a rifiutare.

Sfrutto la doccia degli spogliatoi per non tornare a casa, desideroso di una fredda birra che mi sembra al momento la chimera più irraggiungibile.

Angelo mi tiene compagnia parlandomi dalla panca dove è seduto, mentre l'ultimo bottone della mia camicia scivola nell'asola.

«Mario e Veronica ci aspettano in quel locale dell'altra sera.» Le sue parole, pronunciate con superficialità, fermano i miei movimenti. Mi raddrizzo dalla posizione che mi permetteva di allacciare le scarpe e lo osservo mentre digita credo una risposta al telefono.

«Quale locale?» Non posso credere che sia proprio quello. Il fastidio per quella bocca sulla sua pizzica nel mio petto.

«Quello dove adori salvare donne in pericolo.» Angelo mi prende in giro e io afferro il maglione che rischio di lacerare mentre scivola sul mio corpo con rabbia.

«Proprio quello? Che cazzo!»

«Ehi che ti prende?»

Infatti che mi prende. La mia reazione è del tutto esagerata.

«Scusa, niente di importante. Sarà la stanchezza.»

Il sopracciglio scuro si solleva verso l'alto nel volto squadrato del mio collega.

«Okay, okay. Tara ha un uomo.»

«Cosa? No, non ci credo?» Si alza venendomi incontro verso la porta che ho già aperto.

«Già.» Annuisco iniziando a scendere le scale.

«Assurdo, non sembrava fosse impegnata.» Si ferma e io lo faccio a mia volta. «In realtà non che si capisse molto.»

«Infatti. Comunque, è ovvio che non c'è problema. Andiamo!»

La città di Milano ci accoglie rumorosa fuori dalle vetrate dell'ospedale. Lungo la strada parliamo di qualche paziente e io non posso che sentire il fastidio aumentare mentre il pub si avvicina sempre di più.

«Eccovi.» Mario alza la mano in saluto proprio davanti al marciapiede con l'insegna.

Con Angelo attraversiamo la strada e la prima cosa che vedo entrando nel luogo caldo e pieno di musica è un sinuoso corpo affusolato avvolto nella solita gonna nera.

Maledico la mia immediata reazione alla vista delle sue gambe e quando il suo sorriso si avvicina ai miei colleghi già seduti al tavolo decido di andare verso il bancone. Salutare Andrea mi aiuterà a farmi passare questo formicolio che sento al petto.

«Ehi amico.» Andrea allunga la mano verso di me per la classica stretta da ragazzi.

«Ehi.» Lo saluto a mia volta togliendo il cappotto dalle spalle.

«Sei tornato? Sai dopo la faccia che avevi ieri credevo che non ti avrei più rivisto.» I suoi pochi peli sulla lingua non possono che farmi ridere.

«Sì, la botta è stata dura ma bisogna sopravvivere.» Un profumo intenso si avvicina al mio fianco destro.

«Oh Chris, è un vero piacere rivederti.» Il corpo di Simona si struscia sul mio nonostante il bancone sia largo tre metri e sicurente avrebbe potuto scegliere un altro punto dove posare il vassoio.

Non posso che scuotere la testa divertito. «È un piacere anche per me.» Lascio i miei occhi scivolare sul suo décolleté soddisfacendo così il desiderio di attenzione di Simona ma la risata di Andrea rovina ogni cosa.

«Dai Chris, così Simona non tornerà mai a lavoro.»

«Idiota!» Lo reguardiace lei.

«Sicuramente ti seguirà in bagno, stai attento a ciò che prometti.» Continua il barman e il sorrisino sexy della sua collega mi fa capire che ciò che dice non è molto lontano dalla verità.

«Okay, mi arrendo.» Alzo le mani.

«E perché? Stavi andando bene, anche la signora la in fondo si stava sventolando accaldata.» La voce piccata e nervosa di Tara sorprende tutti che ci voltiamo a guardarla.

«Questa mi è nuova.» Andrea sottolinea subito ciò che anche io ho sentito nella sua voce: gelosia.

«Non capisco cosa vuoi dire.» Tara guarda il collega innocente e lascia i bicchieri vuoti sul bancone per riempire nuovamente il vassoio e sparire poco lontano velocemente.

«Sì, devo dire che mi sono davvero accesa.» Simona si avvicina ancora. «Se vuoi sarò subito tua, anche se credo che qualcun'altra ha la tua attenzione.» Bisbiglia al mio orecchio facendo sospirare la collega che nel frattempo è tornata accanto a noi. «Calma Tara, è tutto tuo.»

«Grazie, ma non sono interessata.» Mi liquida con una mezza occhiata gelida.

«Se vuoi potrei farlo.» Le preciso cogliendo finalmente la sua attenzione e i suoi occhi nei miei.

«Cosa?» Si gira a guardarmi inclinando il capo.

Lentamente mi alzo dallo sgabello che avevo distrattamente occupato. Andrea è ormai impegnato a servire un cliente e Simona sorridendo ci ha lasciati soli, dandomi la possibilità di giocare con lei. Mi avvicino quanto basta a sentire i nostri corpi sfiorarsi appena. La sua fronte arriva alle mie labbra ed è obbligata a inclinare il viso per non distogliere lo sguardo.

«A farti interessare a me.» Sussurro roco accendendo i suoi occhi che si aprono sorpresi. «Potrei... Potrei farlo. E credimi Tara, sarebbe molto interessante, per entrambi.» Le sue labbra si schiudono accendendo i miei sensi. Sento la passione animare il suo corpo come fa con il mio non appena mi è accanto. Allungo la mano per prendere il cappotto che avevo posato proprio dietro a dove si trova ora lei approfittando della situazione. Soddisfatto sento il suo respiro arrestarsi e il mio accelerare. Inalo il suo profumo ora che veramente i nostri corpi si toccano per poi ritirarmi. Inclino leggermente il capo come ad accentuare quanto vorrei che lei si lasciasse andare e infine mi avvio verso il mio tavolo.

Il suono del suo primo respiro mi fa sorridere e maledico quell'uomo che riesce a godersi tutto questo.

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