Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 13

Chris

Con un sorrisino la seguo fra i tavoli, mentre non distolgo i miei occhi dal suo corpo. Spero non mi abbia sentito ma è vero: andrei ovunque con lei.

«Eccoci.»  Servizievole si ferma di lato permettendomi di raggiungere il bancone.

Tolgo la giacca poggiandola sulla sedia accanto alla mia e alzo gli occhi ancora su di lei.

«Buonasera.» Una voce profonda e un po' divertita mi apostrofa costringendomi a lasciarla andare.

«Ciao. Io sono Chris.» Poso la mano sul legno e guardo il ragazzo biondo davanti a me.

«Andrea, piacere. Vuoi che ti versi qualcosa?» Si accarezza i folti capelli biondi raccolti in una coda bassa.

«Ehm, va bene un birra scura, grazie.» Mi lascio andare sulla spalliera.

«Ti lascio il menù o sai già cosa mangiare?»

Poggio un gomito sul bancone e torno a guardare il motivo per cui sono qua e lo faccio senza celare il mio interesse.

Vedo i suoi occhi aprirsi sorpresi alla mia sfacciataggine, le sue esili dita stringono il tablet mentre sono certo sia costretta a deglutire per poter parlare.

«No, so già cosa voglio.» Pigramente l'accarezzo con lo sguardo. «Ma non ora.»

Andrea ridacchia.

«Okay.» Flebilmente mi risponde, fulminando il suo collega. Posa comunque il menù accanto a me per rialzarsi subito imbarazzata, è evidente come non sappia dove guardare. Credo proprio di aver trovato il modo di farmi notare.

Lei annuisce e va via con la schiena particolarmente dritta e la mano che sale veloce ai capelli, l'unico filo sfuggito alla coda bassa viene sistemato dietro l'orecchio.

Soddisfatto mi godo la mia piccola vittoria e mentre sfoglio il menù che ormai conosco a memoria Andrea posa la birra ghiacciata davanti la mia mano.

«Vuoi un bicchiere?»

Scuoto il capo. «La preferisco così.» La porto alle labbra.

«Sono d'accordo.» Sorride per poi concentrarsi nella preparazione delle ordinazioni. «Ti ho già visto da queste parti ultimamente.» Inizia a conversare.

«Sì, mi sono trasferito da poco e questo posto è vicino casa.» Lo trovo simpatico, anche se non lo conosco affatto sembra un tipo a posto.

«Da dove vieni?»

Respiro e mi lascio andare. Non amo parlare di me ma mi sento a mio agio.

«Sono romano. Sto seguendo un corso di specializzazione qui a Milano.» Riprendo la bottiglia.

«Interessante, e su cosa?» Richiama uno dei camerieri quando il vassoio sul bancone e ormai pieno. Lo vedo impartire alcuni ordini ai due ragazzi che lo aiutano e poi tornare a guardare me.

«Medicina. Sono un medico.»

Annuisce soddisfatto. Come se in realtà gli interessasse davvero sapere quelle cose su di me.

«Ti stupirò ho frequentato medicina per un anno. Passare gli esami di ammissione è stata una sfida ma poi ho mollato.» Alza le spalle e inclina il capo.
«Non faceva per me. Amo la confusione, il ritmo e per immensa delusione dei miei ho fatto un corso di barman.» Scoppiamo a ridere entrambi.

«Mi sembra assurda la tua scelta visto che io amo questo lavoro ma devo ammettere che hai avuto coraggio. Mollare tutto eh...» indico il posto in cui siamo.

«Ah, no no, non è mio. Però si ho avuto coraggio e quando avrò abbastanza soldi me ne andrò in uno di quei paesi tropicali dove vivi con niente ma fai la più bella vita che tu possa sognare. Ritmi lenti, il mare, le palme, le turiste.» Si avvicina dando così piu enfasi al suo sogno.

«Wow, mi fai venire voglia di mollare tutto anche a me.» La mia impressione era giusta mentre ride e mi fa passare una bella serata.

Un altro vassoio è pronto ma stavolta a venire al bancone è proprio Tara.

«Tara, questo azzurro è l'alcolico.» La informa.

«Okay.» Mi guarda per poi prendere il tutto e avviarsi. Non posso non godermi ancora una volta quella danza fra i tavoli.

«Ti piace, vero?» Si è appoggiato al bancone e a il viso alla mia stessa altezza.

Non distolgo lo sguardo mentre rifletto se essere sincero.

«Sì, molto.» Alla fine lascio andare mentre lo sguardo di rimprovero di Tara mi raggiunge dal tavolo poco lontano. Ha ovviamente visto che la fissavo.

«Beh, come biasimarti.»

Mi giro verso di lui preoccupato, non vorrei interessasse anche a lui, il che devo ammettere mi darebbe molto fastidio.

«Sta tranquillo. Lo dico perché è semplicemente la verità. È una bellissima ragazza e anche molto simpatica quando si lascia andare.» Mi confida.

«Sì, sembra il tipo che vuole tutto sotto controllo.» Alzo la birra e la svuoto. Solerte il mio nuovo amico me ne deposita subito una fresca davanti.

«Sì, fa sempre così. Comunque, mi sono divertito a vederti rifiutare Simona.»

Annuisco al ricordo della loro collega.

«Non l'ha ancora digerita sai.»

Mi guardo attorno non l'ho ancora vista questa sera.

«Tranquillo, ha la serata libera. Comunque, posso anche dirti che la piccola cerbiatta sembrava infastidita dalle attenzioni che ti riservava Simona e non l'ha mai fatto con nessun altro.»

Alzo gli occhi come ad accertarmi che stia dicendo la verità. Mi sembra anche strano che mi confessi una cosa sulle sue colleghe e forse amiche.

«Beh, ora lo sai.» Mi strizza l'occhio prima di rispondere a un cliente seduto sul lato opposto al mio.

Mi rimetto con i gomiti sul bancone, con una mano gioco con l'etichetta della birra mentre con l'altra mi sorreggo il mento pensieroso.

Cambia qualcosa quello che mi ha confessato Andrea? In un certo senso sì, ma non credo che lei sia disposto ad ammettere questa attrazione.

«Hai deciso cosa mangiare?» Mi apostrofa.

Sorpreso mi giro, lasciando scivolare la mano dal mento fino al capo che mi accarezzo.

Incontro i suoi occhi scuri poco distanti dai miei e resto in silenzio. Lei sta al gioco all'inizio non distogliendo lo sguardo ma sfidandomi apertamente, è un gioco interessante il nostro.

La profondità del suo sguardo mi cattura; sono abituato al mio colore trasparente e quella tonalità di marrone così calda mi incanta. Le ciglia scure battono impercettibili permettendomi a tratti di respirare, potrei stare così tutta la notte.

Apro le labbra e mi sporgo leggermente attirato dal suo richiamo, mi sembra di vedere tremare la sua pupilla mentre un leggero movimento le fa inclinare il viso verso di me.

«Ehm. Allora?» Le sue guance si colorano leggermente e il tono infastidito e solo un modo per nascondermi che anche lei ha sentito quel desiderio che ci invita ad avvicinarci. Porta il tablet a protezione e si allontana di mezzo passo.

«Sì.» Anche se quello che vorrei in questo momento non è sul menù. «Va bene un hamburger semplice, solo carne e cetrioli.» Mi tiro su e le consegno il menù che mi aveva lasciato.

Digita velocemente la comanda e sta per andare via ma poi ci ripensa.

«Andrea sta parlando troppo, vero?» sembra preoccupata.

«No, è molto simpatico.»

Alza un sopracciglio certa che io abbia capito cosa intende.

«Diciamo che è tutto molto interessante.» Accenno un sorriso e lei scuote il capo.

«Non credere a niente, ama inventarsi le storie.» Passa il panno nero sul legno già lucido.

«Ho notato che è un tipo stravagante, ma non hai di che preoccuparti.» La tranquillizzo. Lei sembra non credermi ma poi stringe le labbra carnose e se ne va.

«Allora, dicevamo...» il mio nuovo amico torna da me e per tutta la sera mi intrattiene parlando un po' di tutto: sport, donne, Milano.

«Tara, digli che è accaduto veramente quando Antonio ha dovuto allontanare una ex moglie che schiaffeggiava il marito per averlo trovato qui con un'altra.» Con la mano la invita ad avvicinarsi. «Dai, forza.»

La povera ragazza si avvicina a noi per accontentarlo. Credo abbia provato a evitarmi per quanto il lavoro glielo permettesse.

«È vero. Confermo.» Divertita annuisce anche con il capo. «E il marito è scappato dalla porta antipanico.» Indica una porta nera alle nostre spalle.

«Sembrava una scena da film. Amico ne capitano di tutti i colori.» Andrea porge un bicchiere d'acqua a Tara senza che lei glielo abbia chiesto.

La ragazza scuote leggermente la testa ma Andrea è intrasigente, Tara sospira prima di afferrare ciò che gli porge e berlo tutto in un fiato.

«Se non la curo io, non lo fa nessuno.» Il ragazzo si riprende il bicchiere mettendolo nel lavello.

«Non farmi passare per un'orfanella.» Lo rimbecca lei stringendo il grembiule sul ventre. Ma ottiene un'alzata di spalle dall'altro che la ignora.

Io guardo entrambi e alla fine mi soffermo su di lei. Noto le leggere occhiaie sotto gli occhi scuri e forse, forse è anche un po' più magra dalla prima volta che l'ho vista.

«Sei stanca?» mi ritrovo a chiederle come un'idiota.

Sento il locale svuotarsi, i suoni intorno a me sono più limpidi, più distinguibilie.

Alza un angolo delle labbra purpuree ma non mi risponde, non a voce almeno perché nei suoi occhi vedo un'immensa fatica apparire e scomparire dentro una mano che aggiusta il solito ciuffo di capelli dietro l'orecchio.

«Stai scherzando?» i cerchi che ha ai lobi oscillano e mi liquida così.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro