"James mi fai il solletico!" Esclamò la voce di una ragazza. "James mi fai il solletico!" La scimmiottò un ragazzo, steso accanto a lei nel letto. "Sono seria, sono già le sei ed un quarto, devi andare." Disse lei, impegnandosi nel risultare il più minacciosa è possibile. Il ragazzo sbuffò sonoramente, e di mal voglia si alzò dal letto.

Mise i piedi per terra, che, a contatto con il marmo freddo del pavimento della camera da letto, furono percossi da parecchi brividi. Infilò il primo paio di mutande che gli vennero a tiro, e corse in bagno.

Nella corsa urtò il mignolino del piede vicino ad un mobile, e imprecò ad alta voce, scatenando così le risa della ragazza. Zoppicò fino alla doccia, e vi si infilò dentro. Era veramente tardi, così decise che avrebbe preso la moto per arrivare in un orario non del tutto inaccettabile a lavoro.

Sciacquò velocemente i capelli corvini dallo shampoo, e, sempre di corsa, uscì dalla doccia, e agguantò un asciugamano bianco, che si legò subito dopo in vita. Si affacciò allo stipite della porta del bagno, e un sorriso tenero si impadronì delle sue labbra, addolcitesi alla vista della sua ragazza, che si era nuovamente addormentata.

Cercando di fare piano, scelse la camicia più adatta, e vi abbinò una giacca ed un pantalone, il tutto accompagnato da un paio di mocassini pregiatissimi.
Si passò freneticamente la mano fra i capelli, nella speranza di domarli, cosa del tutto impossibile da fare con quel cespuglio scombinato che erano i suoi.

Una volta pronto, si avvicinò al letto, e scoccò un bacio sulla guancia della giovane donna. Poi restò lì per qualche secondo, attendendo una reazione da parte sua. Lei arricciò il naso in risposta, e lui si avvicinò ancora di più al suo orecchio. "Stasera cucino io la cena." Sussurrò, e lei sorrise.

Poi si allontanò, riprendendo la camminata svelta verso la porta dell'appartamento. Stava quasi per prendere il casco appoggiato su un davanzale nella cucina, quando la sua fidanzata gli urlò dalla camera da letto. "James! Non prendere la moto, sta diluviando!" Ed era vero, diluviava. Non se ne era accorto, ed esitò prima di prendere la decisione di assecondare la ragazza.

Sarebbe arrivato ugualmente in ritardo, tanto valeva prendere un taxi. Uscì di corsa dalla porta d'ingresso, e con altrettanta fretta scese le scale. Si era dimenticato l'ombrello, quindi non si potè riparare la testa dalla pioggia che cadeva a dirotto dal cielo, quando varcò la soglia del portone.

Estrasse il cellulare dalla tasca, e telefonò ad un suo collega. "Brandy! Brandy, arrivo tra un po'! Chiamo subito Carmichael, oggi concludiamo l'affare!" Era costretto ad urlare per via della pioggia e del rumore causato dalle macchine. Mise giù il telefono, e cercò di farsi sentire da un taxi che intravide dall'altro lato della strada.

Così, senza guardare, attraversò sulle strisce pedonali, sbracciando in direzione dell'auto nera. Non guardò per l'appunto, quindi non riuscì a vedere la moto che lo travolse in pieno.

*spazio me*
Alluuuur il prologo è molto corto, perché la stessa introduzione al film lo è
Spero che vi sia piaciuto ugualmente, e niente
Addio
Buffy