Capitolo 3
Una settimana dopo
Lily entrò dalla porta del retro di villa Potter, siccome aveva notato una macchina in più rispetto all'ultima volta, e temeva fossero paparazzi o gente importante che lei non conosceva, che magari erano lì per intervistare la famiglia più ricca della cittadina.
Quando entrò nella casa, e successivamente in cucina, vide la Signora Potter poggiata al tavolo della cucina, mentre un sentimento, che probabilmente era ansia, divorava il suo volto. "Buongiorno" salutò Lily, un po' più timidamente del solito. "Buongiorno cara. Emh, ci sono visite in arrivo. Amici di James non erano attesi."
Quando si girò, Lily poté appurare che si, la Signora Potter era chiaramente in ansia.
"Oh, faccio il caffè o il tè... e poi mi levo di torno" Lily sorrise e la Signora Potter, con non pochi sforzi, fece lo stesso.
"Allora, stai facendo miglioramenti con la terapia?" James spalancò leggermente gli occhi, e rispose con un secco "no". L'altro interlocutore, un ragazzo un po' basso, con occhi acquosi e con i capelli biondicci, esitò prima di dire che lo trovava in forma.
"Oh si, certo." Disse la voce di una terza interlocutrice, una ragazza bionda e alta, con occhi tra il verde e l'azzurro. Quando sorrise, un piccolo flashback si fece largo nella mente di James, ma fu subito dopo accantonato in un angolo buio della sua testa.
"Allora, a che cosa devo il piacere?" Disse James, ostentando un tono, -come sempre d'altronde-, fortemente ironico. "Oh, beh è passato tanto tempo... sai, a lavoro non mi lasciano un momento in pace" ridacchiò la ragazza.
James invece non rise.
"C'è un nuovo collega a lavoro da me. Emh, fa di cognome Thomas, lo conosci?" Chiese il biondino. "No." Rispose James. "Seriamente amico, è meglio così. È terribile, praticamente non posso alzarmi dalla sedia-" Mossa sbagliata. James alzò un sopracciglio, mentre l'altro si affrettava a portare la tazza di caffè preparato da Lily alla bocca, per poi berne un lungo sorso.
"Peter, ve lo chiederò di nuovo. Perché siete qui?" James sapeva che in fondo, molto in fondo, quello che "l'amico" gli stava per dire non avrebbe dovuto toccarlo, ma purtroppo le parole lo ferirono ugualmente. "Alicia è incinta."
Lily rientrò in casa con il cesto di vimini pieno zeppo di legna per il camino, cercando di far attenzione a non farla cadere. "Ti prego James, di' qualcosa." Lo pregò la ragazza bionda. Lily non aveva intenzione di origliare, ma oramai si trovava lì, e non voleva uscire di nuovo con il freddo che faceva.
"Congratulazioni." disse James, senza un minimo di allegria nella voce. "N-nessuno dei due voleva che succedesse... Siamo stati amici per secoli, ma sai, Peter mi è stato molto vicino dopo il tuo incidente e-" "Ho detto, complimenti."
Alicia sospirò, mentre James, che prima di allora non aveva mostrato alcun tipo di emozione, volgeva lo sguardo su di lei. Era uno di quegli sguardi tristi, feriti, ma la persona che lo possiede cerca di non darlo a vedere.
"Forse è meglio che ce ne andiamo" disse Peter, guardando intensamente James. "Dispiace ad entrambi, James. Davvero." Disse ancora lui, mentre si infilava la giacca e usciva dalla casa.
Alicia, che non aveva ancora distolto gli occhi da quelli di James, sospirò nuovamente e fece per dire qualcosa, prima che il ragazzo uscisse dalla stanza con la sua sedia a rotelle.
Alicia abbassò la testa, e Lily le si avvicinò per porgerle la giacca. "Grazie. Ci ho provato per mesi, ma mi ha respinto, non mi voleva qui. La verità è che si può aiutare soltanto chi vuol essere aiutato."
Su questo sono d'accordo.
Detto questo, la bionda uscì dalla casa e raggiunse il suo ragazzo nella macchina parcheggiata fuori, chiuse la portiera, e la macchina sparì in pochi secondi dietro le sbarre del grande cancello di villa Potter.
Lily stava ripulendo le tazze del caffè usate dagli ospiti di James, quando udì dalla sua camera il rumore di oggetti frantumati. Si affrettò a slegarsi il grembiule da dosso, e si recò con passo affrettato dal ragazzo.
Quando mise piede nella stanza rimase profondamente scioccata da quel che vide. James guardava con disprezzo tutte le fotografie, un tempo incorniciate, raffiguranti la ragazza bionda di prima, che si trovavano per terra. "A-aspetti, non si muova, non saprei proprio come fare se si forasse una gomma." Detto questo uscì di fretta e furia dalla stanza, mentre James continuava ad osservare i cocci di vetro sul pavimento.
Qualche ora dopo
"Ti giuro, è stato orribile! La sua ragazza e uno dei suoi migliori amici!" Lily sorseggiò il suo frappé, e nel mentre sistemò una delle pieghe della gonna, lisciandola con la mano. "Beh, non puoi biasimarla." Seduto accanto a lei, con ancora la tuta dell'allenamento, se ne stava il suo ragazzo, Patrick.
"Certo che posso!" Rispose Lily, irritata. "Vuoi dire che rimarresti con me se fossi paralizzato dal collo in giù?" Chiese scettico lui. "Certo che rimarrei." Disse Lily, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "Beh, io non vorrei che tu restassi per pietà." "Beh-" Lily fu interrotta per la centesima volta nel giro di due settimane, e la cosa non le piaceva. "Ma poi, pensa a quante cose non potresti più fare. Mai più corsa, mai più nuoto, mai più bici..." "Lo so, non è bello, ma io rimarrei comunque." Replicò Lily.
"Senti, stavo pensando per quella vacanza di cui avevamo parlato..." "Si?" "Come vedresti la..." Patrick si fermò a metà frase, come per dare più suspense. Lily, ora più interessata al discorso, tamburellò le dita sul tavolino di fianco a loro. "... La Norvegia." Concluse Patrick, con un'espressione soddisfatta stampata in volto, quasi fiero di aver suscitato tanta emozione in Lily.
"La Norvegia?" "La Norvegia." "Oh. Wow." Lily era delusa. Non che la Norvegia non fosse di suo gradimento, ma desiderava un qualcosa di più... esotico per una vacanza con il suo ragazzo. "Allora?" Chiese Patrick, carico di aspettativa. "Oh... Emh, siii, che bello, yuppiiii!" Esclamò Lily, agitando in aria le mani con fare teatrale, come per dar l'impressione di essere ancora più emozionata.
"Perfetto, è fatta." Proprio mentre Patrick pronunciava queste parole, un gruppo di ragazzi vestiti esattamente come lui, si avvicinò alla coppietta. "Ehi ragazzi, vengo anch'io!" Disse Patrick, battendo il pugno ad ogni ragazzo della combriccola.
"A-aspetta, vai anche tu dove?" Chiese Lily, leggermente perplessa. "Al Triathlon Vichingo! 96 chilometri in bici, 48 a piedi e poi una bella nuotata nel mare del Nord sottozero" Ecco, se prima Lily era perplessa, si può dire che in quel momento fosse sconvolta. "Questa è la nostra vacanza?!" E se prima era delusa, adesso le sue aspettative erano scese sottozero, proprio come il mare del Nord.
"Oh, si, ma non tutta. Solo l'inizio, poi visitiamo dei posti, no?" Disse Patrick, mentre uno dei ragazzi arrivati rubava il frappé di Lily.
Ehi!
"Ascolta, io non sono mai stato così in forma. Questo è l'anno giusto per farlo!" Patrick sembrava molto entusiasta della cosa, mentre Lily, piuttosto contrariata, annuiva e osservava con sguardo omicida il burbero che le aveva rubato la bevanda.
Il giorno seguente
Lily canticchiava a bassa voce mentre cercava di incollare i pezzi delle cornici distrutte il giorno precedente da James, e qualche volta si fermava ad annusare l'odore della colla, come quando era bambina e non doveva preoccuparsi di aiutare la famiglia.
Sobbalzò poi quando sentì il rumore della sedia a rotelle di lui che si avvicinava, e cercò le parole adatte da dire. "Sto cercando di aggiustarle, ma se vuole possiamo ricomprarle." Disse Lily cautamente.
"Sa, quelle foto non si sono rotte a causa di un incidente." "Oh, mi scusi, io credevo-" "Tu credevi di saperla lunga. Beh, non voglio che quelle foto mi fissino mentre sono inchiodato al letto in attesa che qualcuno mi venga a tirare fuori di lì." Disse James. "Non avrei aggiustato quella di Alicia, non sono così stupida." Rispose a tono Lily, una volta e per tutte stanca di essere interrotta.
"Risparmiami la psicologia da strapazzo, vai a saccheggiare il guardaroba di tua nonna o a fare quello che fai quando non prepari il tè." James si era innervosito udendo il nome della sua ex ragazza, per cui risultò ancora più scortese pronunciando quelle parole.
"Non c'è bisogno di essere odioso!" Protestò Lily, infervoratasi sentendolo criticare il suo stile. "Hai trattato di merda i tuoi amici, e va bene, hai le tue ragioni e se lo meritavano. Ma io cerco solo di fare il mio meglio nel mio lavoro, e sarebbe carino se la smettessi di rendere la mia vita un inferno, come sembra che tu faccia con quella di tutti gli altri!" Sbottò ancora lei.
"E se ti dicessi che io non ti voglio qui?" Chiese James, beffardo. "Non mi hai assunta tu, sono una dipendente di tua madre, quindi a meno che lei non mi dica che non mi vuole più qui, io resto. Non perché io ci tenga a te o perché mi diverta in particolar modo in tua compagnia, ma perché mi servono i soldi!" Lily era come impazzita, finalmente aveva l'occasione di buttare fuori tutto quello che la perseguitava da giorni. "O-ora rimetti le foto nel cassetto" borbottò lui, prima di scomparire nella sua stanza.
Qualche giorno dopo
Dopo la sfuriata contro James, dove aveva mostrato la vera lei, , quella che non si fa mettere i piedi in testa, Lily si sentiva molto più a suo agio, e le battutine pungenti di James avevano smesso di essere così pungenti, e lui aveva smesso di essere così irritabile.
"Hai bisogno di qualcosa?" Chiese entrando in camera di lui. "Mmmh, direi che è tempo di DVD." Disse lui, con l'accenno di un sorriso sulle labbra. "Quale?" "Des hommes et des dieux."
Lily si avvicinò al mobiletto dei DVD, e prese tra le mani quello richiesto da James. "È un film che... parla di uomini?" Chiese Lily per fare conversazione. "Come? Si, è un porno gay francese." Lily lo guardò stranita e James sospirò. "Non ti piace proprio il sarcasmo vero?" Domandò lui. "Il sarcasmo va bene, non mi piace il tono di superiorità." Rispose Lily. "Oh, devi odiarmi allora" concluse James. "Io non ho mai odiato nessuno." James la guardò, quasi ammirato, e Lily fece altrettanto.
"Fammi sapere se ti serve qualcosa." Sussurrò lei, e fece per andarsene. "Tu lo hai mai visto?" Chiese lui, cogliendola di sorpresa . "Uh? No, è che non mi piace questo genere di film." Disse lei, sincera. "Questo genere di film?" "Con i sottotitoli." Rispose Lily. "Cos'è, a scuola non ti hanno insegnato a leggere? Siediti, guardalo con me." Lily lo fissò per un po', poi prese posto affianco a lui per terra, seduta su un paio di cuscini.
Il film finì in un paio di ore, e Lily, a cui era veramente piaciuto il film, aveva gli occhi leggermente lucidi. "Allora, che ne pensi?" Chiese James, curioso di sapere cosa la ragazza pensasse del film. "M-ma loro potevano andarsene!" "Hanno scelto di restare." "Si, restare lì dava più senso alla loro vita, ma-" "Ma non sei d'accordo." "Non potrei mai! Sacrificare se stessi così, ma te lo immagini?" "Ti è piaciuto il film?" "Tantissimo."
James ridacchiò, sinceramente divertito. "Se stai ridendo di me giuro che ti spingo giù dalla sedia." Disse Lily, non riuscendo però a nascondere un certo divertimento. "Ha smesso di piovere Evans, andiamo fuori?" Chiese James con un sorriso. Lily rimase dapprima leggermente impressionata, ma poi sorrise anche lei, si alzò da terra e acconsentì.
Una volta usciti in giardino, i due si misero a parlare e discutere ancora del film. "Sono davvero stupito dal fatto che tu sia arrivata alla veneranda età di..." "26" "26 anni senza aver mai visto un film con i sottotitoli." "Oh, e io sono veramente stupita dal fatto che tu sia arrivato alla veneranda età di 31 anni senza che nessuno ti abbia rinchiuso in uno sgabuzzino per quanto sei snob!" "Che cosa? Ma se E.T. è il mio film preferito!" "E.T. è il film preferito di chiunque." "Ho visto tutti i Bond." "Come il resto del mondo."
Euphemia Potter osservava i due conversare dalla finestra della cucina, e sorrise sinceramente nel vedere James fare lo stesso lì fuori.
"Dimmi, cos'è che fai quando non se qui, Lily Evans?" Domandò James. "Emmmh, io... sto con la mia famiglia, poi... vado al pub, guardo la TV e... Oh, guardo Patrick che corre." "È il tuo ragazzo?" "Si." "Ma... tu non corri con lui." "Beh, non ho il fisico adatto." "Sai, è una notevole lista di hobby." "Oh, io leggo anche un bel po' a dir la verità, e... si, mi piacciono i vestiti." "Ti piacciono i vestiti?" Lily ridacchiò e poi annuì.
"Sai, era un sacco di tempo che non lo vedevo ridere per niente. È di buon umore." Disse Sirius, appena uscito dalla stanza di James a Lily, che nel frattempo lavava i piatti. "Mi ha detto che ti piacciono i vestiti." Lily sorrise. "Sirius, tu hai mai visto Des hommes et des dieux?"
*spazio me*
Madonna mia
È stato deprimente scrivere sto capitolo in parte
Dall'altra mi sono divertita
Ora, detto molto sinceramente non mi aspettavo di aggiornare così presto
Ma credo di dovermi far perdonare in qualche modo ahahaha
Oggi scrivo un po' dell'altra ff
E nulla
Ditemi te il capitolo vi è piaciuto
Addio
Buffy
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