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Capitolo 8 = Conversazione con Piton

Era passata una settimana da quando Piton mi aveva dato quella punizione e durante il nostro primo incontro mi fece pulire tutta l'aula di Pozioni.

Era frustante passare del tempo con quel professore perché era come se trascorrevo del tempo con Draco e viceversa. Lo detestavo, era impossibile stare con lui!

A colazione io e Hermione ci incontrammo con Harry e Ron.

-Allora, siete pronte? Dobbiamo consegnare il progetto-, mormorò Ron.

-Io e Mary l'abbiamo finita cinque giorni fa. Era così facile!-, esclamò Hermione.

-Davvero? Che brave ragazze-.

Mi voltai e vidi il professor Piton. Roteai gli occhi poi mormorai:-È già abbastanza frustante vederla oltre l'orario scolastico-.

Hermione mi colpì un braccio, ma io non la considerai nemmeno. Piton sospirò, poi guardò a terra e se ne andò. Harry e Ron si fissarono per un istante, poi voltarono la testa verso di me.

-No, ma dico... L'avete visto? Si è offeso! Di solito non lo fa mai!-, bisbigliò Ron.

-È strano. Perché ti tratta così, come se...importassi?-, chiese Hermione fra sé e sé.

-Lasciamo stare, dai. Che cosa abbiamo in prima ora?-, domandai io.

-Ehm, pozioni-, rispose Harry.

-Per tutti i maghi! Vabbeh, andiamo dai-.

Lentamente ci dirigemmo verso l'aula senza parlare. Ripensai a quanto accaduto e subito mi venne l'istinto di chiedergli scusa, anche se comunque non lo avrei mai fatto. Il discorso di Hermione filava liscio: Piton era famoso per il suo caratteraccio contro i Grifondoro ma con me no, in fondo mi trattava... bene.

Mi sedetti al fianco di Hermione, sospirando. Due istanti dopo entrò il professore e appena raggiunse la cattedra si voltò. Mi vide e il respiro mancò ad entrambi. Abbassai lo sguardo appena tutti i Grifondoro e i Serpeverdi si resero conto che fissava me.

-Sono alquanto disgustato dalla presenza di quella persona, perciò ora sarà interrogata-, mormorò Piton.

Sbattei un pugno sul banco e tutti mi fissarono.

-Non può interrogare una persona solo perché le disgusta la sua presenza-, sussurrò Seamus.

-Davvero signor Finnigan? Vuole venire lei?-, domandò.

-No, verrò io. Era decisamente chiaro che la sua frase fosse riferita a me, perciò eccomi-.

Mi alzai e con il quaderno degli appunti sotto braccio, mi diressi verso la cattedra. Piton me lo chiese ed io glielo porsi. Cominciò a sfogliarlo e subito vide i disegni delle sue mani mentre tenevano le boccette. Immediatamente dopo ci furono le quattro pagine di relazione della scorsa lezione: le fissò quasi sul punto di piangere, poi mormorò qualcosa come:-Scrivi come tua madre-, ma quello non cambiò la situazione.

-Come scusi? Non credo di aver capito-, mormorò Pansy Parkinson.

-Non penso siano affari tuoi, Parkinson-, sibilai io.

-Beh, nemmeno tuoi se lo vuoi proprio sapere-, rispose per le rime lei.

Gli occhi di Piton si illuminarono di rabbia. -Ora basta. Signorina Parkinson taci. Quanto a te, signorina Montgomery, attendi la tua prima domanda-.

Lo guardai con sguardo curioso, poi lui sparò la prima domanda.

-Quale animale ha poteri curativi con le lacrime?-, chiese.

-Non mi sembra che questa domanda e la sua rispettiva risposta riguardino il programma dei precedenti due anni, ma risponderò comunque. È la fenice, professore-.

Sbuffò. -Il modo in cui rispondi è paragonabile alla voglia dei tuoi compagni di studiare-, commentò Piton, poi sospirò e chiese:-Quale pozione si utilizza per avere le sembianze di un differente individuo?-.

-Lo dovresti sapere, Mary. Il tuo amico Potter lo usa spesso!-, commentò Goyle.

-La Pozione Polisucco, professore-, risposi io ignorandolo.

Mi porse altre dieci domande, e risposi perfettamente a tutte, escluse due. Pansy non perse occasione per ridermi in faccia, ma io la ignorai.

-Esatto. Bene, puoi andare a posto-, mormorò infine.

Sorrisi fintamente, poi afferrai il quaderno e tornai al mio posto.

-Bene, riprendiamo la lezione dell'altra volta. Finnigan, ripeti quello che ho detto-.

La lezione terminò una ventina di minuti dopo, e nel mentre Piton interrogò tre Grifondoro e due Serpeverde.

Uscendo dall'aula, Piton mi chiese di restare e quando mi voltai andai a sbattere contro Draco.

Subito Harry accorse e si mise in mezzo dicendo:-Lasciala stare-.

Draco fece una smorfia, poi se ne andò tirando una spallata ad Harry.

-È tutto ok?-, chiesi io.

-Sì, certo. Ti aspettiamo fuori, fai in fretta. Ogni secondo che passi con lui mi fa venir voglia di ucciderlo-, mormorò Harry a denti stretti.

-Tranquillo, è questione di pochi secondi-, bisbigliai io strizzandogli l'occhio, poi mi voltai e mi diressi verso il professor Piton.

Prima che aprisse bocca, attese che i miei amici uscissero e chiusero la porta, poi sospirò e fece apparire dei fogli.

-Mi piacerebbe che tu facessi un lavoro di Memoria. Dovresti guardare queste fotografie e dirmi che cosa ti ricordano. Prendile. Ricordati che hai solo oggi pomeriggio per ricordarti tutto il possibile e espormi il lavoro. Ci vediamo stasera alle otto, nel mio ufficio-.

Era strano l'effetto che mi faceva la conversazione con Piton.

Senza replicare niente, annuii, poi mi voltai e con tanto timore domandai:-Perché ha aspettato che Harry, Ron ed Hermione uscirono prima di parlare? Mi sembrava fosse una cosa più importante-.

-Lo è infatti. E comunque ogni cosa che riguarda te, è off limits per Potter, Weasley e Granger-.

Misi le braccia al petto.
-Lei sa benissimo che la prima cosa che farò uscendo da qui, sarà andare a dire ai miei amici che cosa mi ha detto, quindi perché deve mettere in scena questo teatrino?-, domandai avvicinandomi lentamente.

-Il cosiddetto teatrino è il modo più opportuno per affrontare una conversazione con la presunta .... -, Piton però si bloccò, come se avesse paura a continuare.

Alzai le sopracciglia sorpresa. -Diceva, professore?-.

-Nulla. Ora vai, è meglio che non arrivi in ritardo alla lezione. Arrivederci, signorina Montgomery-.

Detto ciò uscì dall'aula passandomi a fianco, e nel mentre sentii un profumo già noto nelle mie narici: campanule bianche, i fiori che la più cara amica di mia madre aveva in ogni parte della casa.

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