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Capitolo 24: S di Sirius.

È Natale, finalmente.

Io e Hermione ci stiamo vestendo, nella nostra stanza a Grimmuald Place, mentre sentiamo i ragazzi chiacchierare sotto di noi.

Ginny è nella camera a fianco, insieme a Luna, la sua migliore amica.

-Allora, che ne dici di andare a far visita a tua nonna?-, chiese Hermione.

-Dici... Mrs E? Be', non è propriamente mia nonna, ma visto che ti piace così tanto chiamarla così...-.

Hermione sbuffò.
-Pensavo... Forse lei sa qualcosa, sa che, per esempio, tuo padre può essere qualcuno che ha visitato tua madre quando sei nata-.

-Giusto. Che ne dici di andare stasera?-, proposi.

-Mh, va bene. Vuoi che vengano anche gli altri?-.

-No, voglio che sia una cosa...privata fra di noi-.

Hermione annuì, poi scendemmo. Incontrai Ginny nel corridoio e per un attimo ci fissammo, poi io sospirai e avanzai. Hermione mi seguì: anche lei era arrabbiata con lei.

La sala pranzo era occupata da un sacco di gente: i Weasley, Sirius Black, i miei genitori, Harry, Silente...

-Buon Natale, tesoro!-, esclamò mia mamma, abbracciandomi.

Remus mi strinse fra le sue grosse braccia, poco dopo mia madre, ed io sorrisi.

-Vieni, la colazione è pronta, cara-, mormorò Molly Weasley, e lentamente camminai verso il tavolo.

Mangiai bacon e uova, bevvi una tazza di caffè e un bicchiere di succo, poi ci spostammo in salone per aprire i regali.

Mi sedetti fra i miei genitori e subito vidi una decina di pacchi venire verso di me.

Cominciai a scartarli: i miei genitori mi avevano regalato un libro; Harry, invece, un maglione nuovo con lo stemma di Grifondoro; i Weasley il solito maglioncino; Luna, una collana fatta di fiori; Hermione, un'abat-jours colorata; Sirius, infine, un album fotografico di quando mia madre era giovane.

-Io...spero che ti piaccia-, mormorò.

-È un regalo perfetto, mi sembrerà di averla ancora qua-, replicai dolcemente.

Mio padre mi passò un braccio sulle spalle ed io gli sorrisi.

Successivamente, arrivò un gufo e si posò fra le mie gambe. Aveva un pacco fra le zampe, così lo presi e lo scartai.

C'era un bigliettino, così lo lessi.

"Questo regalo è pensato apposta per te. Sono anni che cerco di capire se tua madre ha ragione sul fatto che ami questo genere di cose, ma non ho mai avuto la conferma, perché nessuno dei due ha mai avuto l'occasione. Buon Natale, piccola mia. Papà S."

Stavo piangendo, letteralmente.

Quella lettera era di mio padre, quel regalo era di mio padre. Aprii il regalo e vidi il nuovo volume sulle sirene e suoi tritoni.

-Tesoro...-, mormorò mia madre.

Mi asciugai le lacrime e alzai lo sguardo. Nella stanza c'erano solantanto i miei genitori.

-Questo regalo è di mio padre. Come faceva a sapere che amo le sirene?-.

I miei genitori si guardarono, poi Remus sospirò.

-Tua madre e tuo padre si scrivevano quando tu eri piccola. Lei raccontava a lui ciò che ti succedeva-.

-Davvero?-.

Annuirono... Se davvero si scrivevano, allora significava che fino a poco tempo prima era vivo e che magari fossero rimaste delle lettere non inviate.

-Mary...-, mormorò mia madre.

-Scusate, devo parlare con Hermione. Ci vediamo dopo?-, chiesi io.

-Certo, amore. A dopo-, sussurrò papà, poi uscii.

Salii le scale ed entrai nella nostra stanza. Lei stava sistemando i regali, così appena sentì la porta spalancarsi, mi guardò.

-Ascolta! Mio padre... mio padre scriveva a mia madre, capisci? È vivo!-.

-A quanto tempo fa risale la lettera?-, chiesi.

-Beh, considerando che mia madre è sparita due anni e mezzo fa, direi che... l'ultima è di quel periodo, ma forse lui continuava a scrivere, come d'abitudine...-.

-Potremmo fare una controllatina. Andiamo ora?-, chiese.

-Intendo scappare via, Hermione, quindi sì. Forza, andiamo!-.

Ci preparammo, vestendoci in modo più comodo per la nostra avventura.
Stavamo per calarci giù dalla finestra, quando entrarono di colpo Harry e Ron.

-Che cosa state facendo ragazze?-, chiese Harry.

-Guardavamo... Gli uccellini!-, mormorò Hermione.

-Gli uccellini sono in letargo, Hermione!-, esclamò Ron.

-Infatti! Stavamo guardando...i loro nidi!-, mentii io.

I due ragazzi si guardarono, poi si avvicinarono e si calarono giù.

Quando atterrarono, alzarono lo sguardo e ci chiamarono.

-Allora?! Voi non scendete?-, chiese Harry.

-Ehm, sì, arriviamo!-, risposi io, poi ci calammo giù.

Decidemmo di raccontare loro tutto ciò che avevamo scoperto. Harry parve molto euforico all'idea di attraversare una passaporta, così Ron ci condusse verso la più vicina a casa mia.

Quando aprimmo gli occhi, mi trovai davanti alla mia casa. Era intatta, forse un po' polverosa e brutta, ma era lei.

Mi avvicinai lentamente e venni bloccata da una muraglia trasparente.

-Inverso-, mormorai, e la muraglia s'infranse.

Entrammo e camminammo insieme verso la porta. Era aperta. Harry girò il pomello ed entrammo insieme.

Era sudicia, puzzolente e piena di polvere. Camminammo lentamente e ci ambientammo nella casa, entrando nelle stanze.

Ero nella camera di mia mamma, ma la porta del suo studio era bloccata.

-Alohomora!-, esclamai, e lei si aprì.
Entrai. Era piena di polvere, ma io andai avanti, senza tossire. Rovistai nei cassetti, ma trovai soltanto fogli, poi il mio sguardo cadde sulla cassaforte. Mi avvicinai lentamente e l'aprii, inserendo il codice.

Trovai dei fogli azzurri e li presi, leggendo.

"Sono innamorata di un ragazzo, ma lui sembra non ricambiare. È pazzo di un'altra, non capisce che non l'avrà mai!"

"Ho deciso... Lo abbandonerò per sempre, mi fidanzerò con un altro. S non merita il mio amore."

Erano pezzi di diario staccati e incollati su cartoncini, come ricordo.

"Stanotte è successo un casino. Ho solamente ventisette anni, non posso avere un bambino!"

"Caro diario, ho fatto l'amore con un mio amico, e non me ne pento affatto. Se sarà padre di mia figlia o mio figlio, ne sarò felicissima".

Sentii un rumore, così mi precipitai giù, coi figli in mano. Harry e Ron erano fuori, mentre Hermione non c'era.

-Hermione! Hermione!-, la chiamai.

Mi avvicinai lentamente alla porta e vidi due Mangiamorte. E Piton.

Uscii e vidi Hermione, intrappolata nelle mani di un Mangiamorte.

-Lasciateci in pace! Questa casa non è vostra! È mia!-, gridai io.

-Che brava bambina! Avanti, consegnati!-, esclamò il primo.

-Assolutamente no-, risposi io.

-Che cosa siete venuti a fare qua? Questa casa sembra sia infestata dai fantasmi-, mormorò Piton.

Lo fissai. Lui mi ignorò e si avvicinò lentamente ai miei amici, poi esclamò:-Ragazzi, non vogliamo farvi del male, dobbiamo solo aver informazioni su tua madre-.

-E... Torturarti non sarebbe male come idea-, sussurrò il secondo uomo.

Piton voltò lo sguardo, piuttosto preoccupato, poi scosse la testa e se ne andò. Rimasi a fissare il punto in cui era scomparso, poi sentii due possenti braccia afferrarmi.

Gridai. Harry corse verso di me e cercò di colpire colui che mi teneva bloccata, poi d'un tratto, sentii il respiro bloccarsi e i piedi staccarsi da terra.

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