CAPITOLO 6
Mi sveglio alle 9 del mattino e trascorro la giornata a studiare per recuperare i due mesi persi. A pranzo ordino una pizza: non mi andava di cucinare poiché Laura era uscita con Justin ed ero sola a casa. Non mi andava nemmeno di fare una passeggiata a pomeriggio come mi ha consigliato mia madre per svagarmi un po'. Mi sono sfogata con i film d'amore e qualche horror, poi ho fatto la doccia e ho continuato a leggere un vecchio libro che avevo trascurato, ma vengo interrotta dall'euforia di Laura che spalanca la porta d'ingresso contenta per l'uscita di stasera tutti insieme. Cazzo, me ne ero scordata. "Allora, cosa indosserai per fare colpo signorina?" Credo che aspetti una risposta grandiosa, ma la deludo appena apro bocca. "Un jeans". Nei suoi occhi intravedo delusione ma anche rabbia e solo adesso comincio a capire che passeremo ore sull'argomento Vestiti. Sbuffo.
"Forza Jasmine, è sabato sera, sei single e hai 19 anni." Adesso si fa più seria e si avvicina sedendosi al mio fianco: "Comprendo la tua svogliatezza per tutto quello che ti è successo, ma devi andare avanti e goderti la tua giovane età, quindi..." Prendendomi per il polso mi trascina in camera sua, che odora di fiori." Questa sera avrai l'onore di indossare gli abiti della sottoscritta e credimi, l'ho consesso a pochi!" Ride facendomi l'occhiolino e mostrandomi gli abitini più corti che io abbia mai visto. Non voglio far finta di essere una suora con jeans e canotta, ma non sono nemmeno quel genere di ragazza da abitini super corti e tacchi a spillo.
"Laura, non hai capito proprio un cazzo! Io non mi metto quella roba. Vuoi che mi prendano per una prostituta? Se metto questo coso, mi si vedranno le mutandine!" Indico il mini abitino e lei ride stupefatta della mia reazione: forse io e Laura con ci conosciamo così bene dopotutto.
"E va bene, ho capito. A piccoli passi... Allora vediamo, mmh questo no, questo neppure, forse questa gonna potreb... Lasciamo stare! Vediamo... TROVATO!" Soddisfatta dalla sua ricerca mi dimostra un abito color carne abbastanza lungo e con una scollatura adeguata; dopo mi consiglia la collana e la giacca giusta da indossare. Non so perché ci tenga così tanto: è solo un'uscita con un paio di amici. Forse mi vede depressa e disperata. In ogni caso non voglio deluderla così la abbraccio e dico che è perfetto. Credo che possa andarmi bene nonostante il mio fisico formoso.
Sono le nove e mezzo e da quanto ho capito ci dovremmo incontrare davanti la discoteca alle dieci in punto. Io non so come mi abbia convinto quella ragazza: prima mi ha promesso una semplice uscita, dopo una cena ad un piccolo ristorantino e adesso in discoteca. Se il prossimo passo sarà un albergo a cinque stelle per una lussuosa orgia, io mi tiro indietro.
Laura è appena uscita dal bagno dopo ore ed è semplicemente bellissima con il suo abitino rosso e i capelli legati.
"Waoh Jasmine, sei... meravigliosa, stupenda! Io sì che faccio miracoli!"
"Goditi questa visione elegante di me perché non la vedrai per molto altro tempo! E sei bellissima anche tu!"
"Non fare la modesta, so che ti piace questo look ma sei troppo orgogliosa per ammetterlo! Forza, Justin ci aspetta giù!"
Prendiamo l'ascensore e ci avviciniamo alla macchina di Justin. Prima di salire in macchina mi presenta il suo amico, "il primo dei tanti che conoscerai stasera", mi ha origliato all'orecchio Laura e questa cosa non mi piace per niente. "Michael piacere!" Mi sorride questo ragazzo alto, magro, elegante e all'apparenza molto simpatico e socievole.
"Jasmine piacere mio!"
Saliamo tutti in macchina e intanto facciamo una chiacchierata, parlando del più e del meno. Michael mi guarda troppo le gambe, e fissa le mie labbra: comincio a sentirmi in imbarazzo. Dopo tre quarti d'ora circa finalmente siamo davanti la discoteca, c'è un casino immenso; Michael mi si avvicina e mentre apro lo sportello mi sussulta: "Sei stupenda comunque!" Non lo guardo in faccia, arrossisco a quella bugia, ma non ci faccio caso e scendo dall'auto. Andiamo incontro un gruppo di ragazzi numerosissimi: stiamo parlando di quindici ragazzi e tre ragazze, se non di più. Non ci posso credere, aveva detto un paio di amici cazzo. Mi sento così a disagio pensando al momento in cui mi presenteranno e al momento in cui dovrò...
"Ciao a tutti ragazzi! Prima di salutarvi, vorrei presentarvi la mia amica Jasmine. Frequentiamo la stessa università e la vedrete sempre d'ora in poi!" Laura mi indica aspettando che io dica qualcosa, ma non ci riesco, sono troppo in soggezione. Allora faccio un sorrisino falso e alzo la mano per fare un cenno, ma non penso che sia stato chiaro cosa fosse. "Salve ragazzi!" Riesco a dire, cercando di rimediare all'errore. Tutti mi guardano con aria interessata, nessuno sghignazza e nessuno fa battutine indesiderate, quindi comincio a sentirmi sollevata. Paghiamo l'ingresso della discoteca, ci dirigiamo ai nostri tavoli a quanto pare riservati. Le altre tre ragazze sono vestite da puttanelle: comincio a sentirmi una brava ragazza finalmente.
Non riesco a capire ciò che mi sta cercando di dire Laura da 15 minuti per via della musica troppo alta. Allora le rivolgo un "Okay" senza capire cosa avesse detto. Questo giochetto funziona sempre, soprattutto con mia madre. Laura mi ha presentato quasi tutti i ragazzi e non ricordo nemmeno un nome. Ci sono quattro super carini, ma non parliamo dei livelli di Richard né del suo sorriso bellissimo. Dopo aver ordinato da bere e aver sgolato sette bottiglie di vodka o forse più, alcuni ragazzi si precipitano sulla vista da ballo sbronzi e il momento che temevo da tutta la serata è arrivato. "Vieni a ballare Jasmine!" Michael è in piedi con la mano rivolta verso me e attende una risposta. Non ha ancora bevuto. Sentivo lo sguardo minaccioso di Laura su di me e, tirando un mega sospiro e cercando di non oppormi perché sarebbe stato inutile, afferro la mano del ragazzo e mi alzo da quel salottino molto comodo. Non oso immaginare quante volte cadrò ballando con i tacchi. Non mi chiedete già di ballare, ho appena imparato a camminare con questi trampoli, maledizione. Arrivati sulla pista vengo spinta continuamente da una parte all'altra dalle folla e Michael mi afferra per i fianchi trascinandomi sempre più vicino al suo petto, forse ha capito il mio disagio. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio: "Perché non ti ho mai vista con Laura?" Cerca di avvicinarsi al mio orecchio per farmi la domanda.
"Sono di Milano, ho frequentato l'università solo per un mese e sono ritornata a casa per un po', ho avuto un problema, ma come vedi sono qui adesso!"
"Ahahahah non potrei esserne più felice, piccola! Ma come mai sei stata due mesi lontana? Che tipo di problema, se non sono indiscreto!"
Nel chiasso e tra le luci multicolore non mi sento più bene. Quella domanda ha risvegliato il dolore che è in me, che d'altronde non mi aveva mai abbandonato. Lo guardo inespressiva e mi allontano dalla pista, non ho di certo intenzione di spiegare in che mare di merda sono. Lui mi guarda andare via e forse ha capito di aver sbagliato, cerca di prendermi il polso per fermarmi ma glielo impedisco. Non sono arrabbiata con lui, sono solo confusa. Mi trovo qui, in una discoteca vestita da una ragazza poco di buono dopo che ho perso l'uomo della mia vita da poche settimane. Sono una stronza e adesso dovrei stare rinchiusa in camera e soffrire disperatamente, bagnare il cuscino di lacrime e appoggiare la mia mano sulla foto di Richard, quella foto che mi accompagna in tutti i momenti della giornata. Mi sento una merda e non trattengo le lacrime. Mi avvio verso i tavoli riservati, con l'intenzione di chiedere a Laura e Justin un passaggio a casa oppure chiamare semplicemente un taxi. Mi asciugo le lacrime e chiamo Laura, interrompendo la sua conversazione con un ragazzo che fin adesso non avevo visto, e ne sono sicura. Lei mi guarda e appena il ragazzo al suo fianco si gira, riconosco quel sorrisino bastardo e le spalle larghe, riconosco quel profumo attraente e persino il giubbotto di pelle. Cazzo, quello è Jim.
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