CAPITOLO 5
Apro la porta del mio appartamento e stranamente la luce è accesa: forse Laura non è uscita e starà guardando un film in camera sua, santarellina com'è... Mi sento sollevata vedendo il soggiorno: tutto è così come l'ho lasciato. I quadri di Leonardo Da Vinci, la poltroncina grigia, il divano abbastanza grande per tre persone, il tavolino di cristallo, gli scaffali ben spolverati, il tappeto sempre nella stessa posizione... Ah, casa dolce casa! Mi è mancato un po' questo posto, anche se i bei ricordi non sono numerosi. Sono stata così distratta dal profumo del deodorante per ambienti, da non accorgermi di alcune urla provenienti dalla camera di Laura. La paura mi assale in un baleno: questa è lei, la riconoscerei tra mille. E cazzo se grida, sta strillando! Lascio la valigia per terra, butto il cappotto di Lord sulla poltroncina e se mia madre vedesse cosa ho appena fatto mi farebbe una predica. Cosa devo fare? C'è qualche maniaco che la stupra? O qualche ladro che sta minacciando di toglierle la vita? Sono terrorizzata e compongo il numero della polizia sul cellulare. Ma non posso perdere tempo e aspettare che arrivi, devo entrare subito, devo capire che succede. Le urla continuano, sono strazianti e se le dovesse capitare qualcosa... io non so cosa farei. Senza pensarci corro in cucina e afferro una scopa e un coltello super affilato, il cuore mi batte così forte, non sono sicura di entrare... e se dovesse colpire anche me? Se rimanessimo tutte e due nella sua trappola? Forse dovrei chiamare la polizia o qualche vicino! Cazzo no, non c'è tempo da perdere: apri la porta Jasmine, cazzo aprila! Stringo la scopa nella mano sinistra e afferro il coltello con forza in quella destra, respiro coraggiosamente, credo di avermela fatta addosso. Conto fino a 3 e poi apro. 1... 2... 3... Oh cazzo! Alla faccia della santarellina! Non so se essere sollevata o incazzata, ma quelle urla non erano urla di dolore, più che altro di passione. Laura è nuda sopra le ginocchia di un ragazzo biondo e muscoloso. Lui la stringe forte al suo petto, lei continua a muoversi sopra le sue gambe in maniera... alquanto inaspettata da una falsa santarellina come lei. Gridano vedendomi entrare con la scopa e il coltello in mano: mi avranno preso per maniaca. Lascio subito cadere tutto a terra e mi copro gli occhi con le mani chiudendo immediatamente la porta. "Scusate scusate, non volevo! Ho sentito Laura urlare e credevo che qualcuno la stesse stuprando! O mio dio, che imbarazzo! Perdonatemi per favore e continuate pure!" Grido fuori la porta! Non ci posso credere, non può essere Laura quell'animale selvaggio che strilla in modo disumano. Che fine ha fatto la mia amica santarellina, contraria alle storie d'amore, quella ragazza che disprezza i tipi troppi affascinanti a causa di una delle sue storie d'amore finita male? Forse qualcosa in questa casa è cambiato. Dopo aver fatto un esame di coscienza di tutto ciò che è successo negli ultimi 3 minuti vedo Laura e il suo amico uscire dalla camera: sembrano più impalliditi di me. Lei è dimagrita così tanto, waoh! È facile notare le sue gambe ossute sotto il pigiama di seta. Devo dire che sono riusciti a vestirsi molto rapidamente. Mi sono appena accorta di avere ancora la bocca aperta e sento subito un calore che invade le mia guance: la richiudo. "Jasmine, che ci fai qui? Non dovevi venire lunedì? Cazzo, mi hai completamente colto alla sprovvista! Scusa per l'accoglienza, ma... cerca di capire! Vieni qui!" Apre le sue braccia per darmi il benvenuto, ma devo dire che ho avuto accoglienze migliori. "No scusami tu, volevo farti una sorpresa ma non immaginavo che avessi visite" Guardo il ragazzo che fissa il muro con aria imbarazzata! La situazione è diventata insostenibile, ci guardiamo aspettando con qualcuno dica qualcosa. Dopo molti minuti la sua voce ci salva: "Allora, sono ancora le otto circa! Cosa vuoi fare stasera? Usciamo o ci guardiamo un film tutti insieme? Ah Jasmine, che stupida! Questo è Justin, il mio ehm, il mio ragazzo!" Sono ancora un po' mossa da ciò che ho appena visto e mi rifiuto di stringergli la mano pensando a tutto ciò che ha potuto combinare con quelle dita fino a qualche minuto fa. Faccio un cenno con la testa! "Jasmine, piacere!" Credo che le mie guance siano ancora rosse. "Justin, piacere mio!" Ritrae la mano imbarazzato. "Laura tranquilla, sono un po' stanca e preferisco cucinare qualcosa per poi andare a letto. È stata una giornata di merda, per non parlare di quel pervertito in aereo!" Mi sta per chiedere qualcosa. "Domani ti racconto tutto, promesso ma adesso vorrei riposarmi un po', scusa. Continuate quello che stavate facendo... Io, io farò finta di niente!" Mi esce una risatina nervosa, falsa come quella di mio padre Charlie.
"Va bene, non voglio insistere, però domani sera usciamo tutti insieme e ti devo presentare il nostro nuovo gruppo di amici: fidati, sono fantastici e ci sono ragazzi non male!" Mi fa l'occhiolino e Justin le ha palpato il sedere davanti i miei occhi, come per farle rimangiare ciò che ha detto. Lei scoppia in una risatina e lo bacia sulla bocca, abbracciandolo. Mi irrita il loro evidente amore ricambiato perché un tempo anche io aveva un uomo che mi amava. Dopo aver dato la buonanotte e dopo essere stata invasa da un senso di gelosia per il loro rapporto, vado in camera trascinando la valigia mentre i biccioncini tornano in camera a fare chissà cosa. La mia stanza è sempre la stessa e mi fa piacere che Laura l'abbia continuata a pulire per due mesi: è visibile il pavimento pulito, le lenzuola profumate, la finestra brillante. Dispongo i vestiti nell'armadio in maniera disordinata, avrò tempo di sistemargli meglio. Chiamo i miei genitori per informarli di essere appena arrivata nell'appartamento, ma non racconto i dettagli piccanti né del sexy pervertito. Ho chiuso la chiamata dicendo: "È stato un volo tranquillo mamma e Laura è qui con me, ci stiamo divertendo guardando vecchi film!" Ho un certo languorino in bocca e spero che ci sia qualcosa da scongelare e riscaldare: io con questo intendo "cucinare". Trovo dei rustici in freezer, andranno bene. Regolo il microonde e attendo circa 20 minuti prima di mangiarli.
Sono sdraiata sul letto da qualche ora, sarà mezzanotte circa. Justin è ancora nella camera di Laura: quei due non si stancano mai. Richard è al mio fianco, la sua foto è stretta al mio petto, non so cosa darei per averlo qui, per sentire la sua voce e perdermi nei suoi occhi chiari. Non so cosa darei per abbracciarlo e baciarlo un'ultima volta, farei di tutto per trascorrere una giornata insieme a lui. Se solo potessi tornare indietro, lo fermerei e lo obbligherei a non partire. Un senso di colpa mi assale ogni volta che ci penso: io credo che lui adesso sia deluso, per la scelta del bambino, per la mancata gravidanza. E non posso biasimarlo, sono una stronza senza cuore ed è incredibile che io l'abbia fatto senza parlarne prima con i miei.
Richard era tutto quello che ho sempre voluto dalla vita, ma mi è stato sottratto troppo presto. Ricordo ancora quel maledetto pomeriggio e ricordo la lettera, anche se ho sempre rifiutato di leggerla. Io ancora adesso non capisco come lui possa aver cambiato idea così rapidamente: che fine aveva fatto il suo sogno da chirurgo? Ma soprattutto perché proprio la vita da soldato? Me lo chiedo ogni giorno e la risposta non arriva. Mia madre credeva che avesse avuto paura degli studi troppo intensi di medicina, ma non la sostengo per niente, conoscevo il mio Richard ed era troppo intelligente per aver avuto paura di questo. La cosa più brutta di vivere dopo la morte del proprio uomo è vivere nel mistero: vorrei fargli tante domande, così forse potrò mettermi l'anima in pace.
Dopo aver bagnato il cuscino con le lacrime, comincio ad addormentarmi e pensare già alla giornata intensa di studio che mi aspetta domani.
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