Ero di nuovo lì, seduta su una maledetta sedia, questa volta in uno studio diverso. Mia madre crede sul serio che cambiare psicologo ogni mese sia giusto per risolvere la mia depressione. Tutto questo è ridicolo: non sono depressa, come hanno già testimoniato 12 dottori, ma Carol si ostina a pensarla diversamente. Vorrei tanto che mi lasciasse in pace almeno per una volta. È un periodo difficile, voglio solo starmene da sola. Le ho già detto che mi riprenderò prima o poi, ma testarda com'è... È inutile sprecar fiato! Sono le 8.00 del mattino e già siamo in macchina per andare dal dottor Brook. Sono felice di incontrarlo visto la promessa di Carol: "Questa sarà l'ultima visita tesoro, te lo prometto!" Non so se crederci, ma tentar non nuoce.
"Benvenuta signorina Scott, si accomodi pure!" Inizia così ogni visita e questa di certo non sarà differente. Mi siedo sul piccolo divano nero dello studio, mia madre è fuori che aspetta, come sempre. Ecco l'ennesimo dottore che inizia a tempestarmi di domande, non sono pronta a esporre nuovamente i fatti, fa troppo male! Fuori è una bella giornata e vorrei... starmene sul letto a dormire.
"Allora Jasmine, se posso darti del tu... Che ne dici di raccontarmi ciò che ti è successo negli ultimi 2 mesi? Tua madre mi ha detto che hai già consultato altri psicologi quindi saprai già come funziona." Con una risatina alquanto fastidiosa prende un quaderno degli appunti, appoggia i gomiti sulle sue ginocchia e mettendosi gli occhiali attende il racconto della mia vita. "Preferisco che mi dia del lei, dottor Brook! Inoltre ha ragione, so già come funziona quindi cerchiamo di fare una cosa rapida perché già sono stanca!" Mi guarda con aria interrogativa, come se non avesse capito quello che ho detto. Dopo due secondi sposta gli occhiali sul naso cercando di raddrizzarli e dice esterrefatto:" oh, okay... Signorina Scott! Allora inizi pure, la ascolto!" Incredibile, sul serio? Lei può ascoltarmi? Mio dio, non sapevo che avesse queste capacità! Insomma non sono mica qui per raccontare i miei problemi e cercare la soluzione da un dottore che a dirla tutta non mi sta simpatico e che verrà pagato comunque. Tengo le mie considerazioni per me, non voglio scaldarmi troppo.
"Ho conosciuto il mio ragazzo Richard al liceo, quando avevo 16 anni e dall'ora non ci siamo più separati. Non abbiamo mai avuto un litigio, non ero gelosa di lui nonostante la sua evidente bellezza e lui non era geloso di me; ci amavamo, avevamo progettato un futuro poiché eravamo certi che nessuno potesse intromettersi tra noi. Io lo scorso mese ho iniziato il primo anno di università, stavo facendo giornalismo. Richard aveva sempre sognato di fare il chirurgo, stava per iscriversi alla facoltà di medicina, ma poi tutto d'un tratto ha cambiato idea. Nonostante i duri anni di studio nella nostra scuola privata e i corsi pomeridiani extra, lui ha voluto lasciare ogni cosa ed entrare nelle forze armate. Appena mi raccontò tutto questo non era per niente d'accordo, cercavo in tutti i modi di farlo riflettere, fargli capire che in questo modo sarebbe stato lontano dalla sua famiglia, da me e da un possibile futuro insieme. Volevo che abbandonasse l'idea di diventato un soldato, non sopportavo l'idea di averlo lontano per chissà quanto tempo. Ma purtroppo non c'è stato niente da fare. Sarebbe partito nel mese successivo per l'allenamento nelle forze armate, per la sua prima missione... Cosa potevo fare? Sembrava che fosse diventato un desiderio troppo grande per lui e non volevo ostacolarlo. Così mancava solo un mese e a quel punto mi arresi: mi obbligai a passare tutto il tempo con lui, dalla mattina alla sera, per sfruttare il tempo che ci restava. Andavamo al cinema, facevamo l'amore, mi portava a cena, facevano l'amore, andavamo alle feste e facevamo l'amore. La nostra storia era inizialmente quasi noiosa, non mi innamorai subito di lui, ma più il tempo passava e più Richard occupava il mio cuore. Desideravo a tutti i costi una famiglia con lui ed ero sicura che ce la potessimo fare. Sì certo, ero preoccupata per la sua partenza, ma lui mi tranquillizzava ed io non ci pensavo troppo. Poi è successo ciò che non doveva succedere: mancava una settimana alla partenza di Richard e ho scoperto di essere incinta. Glielo giuro, dottor Brook, siamo stati sempre attenti, dalla prima all'ultima volta, quindi non so come sia potuto succedere, ma è successo. Io ero terrorizzata, credevo di aver rovinato la mia vita, i miei progetti per il futuro, avevo 19 anni e restare incinta non mi pareva una cosa buona. Come una stupida non dissi niente a Richard, non volevo rovinargli la partenza e il suo sogno di entrare nell'esercito (un desiderio scoperto da poco devo dire). Ma non mi importava, sono sempre stata altruista e voglio sempre il meglio per le persone che mi sono accanto, soprattutto per l'uomo che ho sempre amato. Così egli partì, all'insaputa di tutto. Avevo programmato di dirglielo quando sarebbe rientrato in Italia, ovvero 2 settimane più tardi; in questo modo avrei fatto più esami per accertami della gravidanza. I miei genitori non hanno mai saputo che io fossi incinta. Volevo raccontarglielo più in là. Allora passarono 10 giorni e non vedevo l'ora di riabbracciare Richard, ma quel pomeriggio arrivò una lettera..." Faccio una pausa, mi sembra di avere la bocca secca e gli occhi cominciano a farmi brutti scherzi. Cerco di riprendere fiato e il dottor Brook è ancora lì fisso su di me.