Attesa, Giorno 3
Ultimo giorno di attesa. La noia mi sta massacrando. Secoli e secoli di vita e non ho ancora imparato a non annoiarmi. Sono in pensione da più di mille anni, diamine.
Ritorno al Central Park, che altro fare? Non mi son mai abituato al caos della Grande Mela. Chi suona il clacson di continuo, chi chiede di venderti qualcosa per strada, i neri che mi fanno "yo", i bianchi "man" e i latini "plata o plomo?".
Vado al parco e cerco di passare il tempo camminando in giro e osservando le persone. Non mi son mai stancato di osservare la gente durante la mia vita, quello no, si impara sempre qualcosa. Dai gesti spontanei, da come si parla, come si cammina, ho imparato a capire molte cose. Osservare è importante. Chi non guarda, ma osserva, è già un passo avanti.
Come con quel tizio stravagante lì a Firenze, durante quel periodo fantastico colmo di artisti e simpatiche malattie.
Lo vedevo, aveva sempre la testa fra le nuvole. Osservava tutto e tutti. Fissava le persone e gli venivano in mente tante idee per le sue opere e i suoi studi. Tornava in bottega e non ricordava più niente. Disegnava per ore con foga, poi si bloccava, non sapeva come continuare il disegno o il suo studio e finiva tutto il giorno a rimembrare su uno sgabello. Aveva tali buchi di memoria che mi faceva tenerezza. Era un ragazzo simpatico, anche se un po' strano e talvolta indecifrabile, ma aveva una mano eccelsa nei ritratti commissionatigli e decisi di dargli un consiglio. Qualche volta si parlava, eravamo entrati in confidenza, si può dire.
Gli dissi "ragazzo mio, ascolta uno che ha già vissuto parecchio e di cose ne sa. Prenditi un taccuino e portalo sempre con te, segnati tutto quello che vedi, ti servirà. Intanto prendi il mio, te lo regalo. Ti serve solo esercizio".
Inutile aggiungere che mi ascoltò e iniziò a segnarsi ogni particolare durante le sue passeggiate, la sua carriera decollò e divenne il Maestro per eccellenza. Addirittura imparò a scrivere al contrario, con l'aiuto di uno specchio, per non farsi copiare gli appunti. Era così preso dal lavoro e dalle commissioni che gli affibbiavano che lo persi di vista. Sempre in viaggio, quel giovane.
Molti anni dopo tutti lo acclamavano come genio assoluto. E pensare che quel ragazzo proveniva da un minuscolo villaggio senza arte né parte, vicino Firenze: veniva da Vinci.
Quando ancora ci frequentavamo e non era ancora oberato di lavoro, volle farmi un ritratto. Adorava la mia testa rotonda, l'aria seria del mio volto e la barba fluente. Il primo disegno ce l'ho ancora conservato in buone condizioni; quando torno nella casa in cui è al sicuro, in Europa, lo ammiro e penso a quei tempi di rinascita culturale e sociale. Fece altre copie del mio volto, per ringraziarmi dei consigli dati, dicendo che mi avrebbe reso famoso. Non capii in che senso.
Secoli dopo me ne resi conto.
Mi faccio ancora grasse risate pensando che il mondo intero ha dato a Leonardo Da Vinci il volto di Babbo Natale! Era proprio un burlone! E lui lo sapeva bene di fare uno scherzo che sarebbe durato secoli...
Comunque sto divagando troppo, tanto che non mi rendo conto di dove sto andando e mi fermo appena poco prima di finire nel lago. Voglio andare a sud del parco, allo zoo, così almeno trovo esseri che mi comprendono.
Passo davanti al Museum Metropolitan of Art. Bene, ci sono folti gruppi di ragazzini che probabilmente son andati a farsi un po' di cultura. Tutti a testa china sul telefono... sicuramente stanno ascoltando l'audio-guida. Ah, questa tecnologia! Ai miei tempi niente internet, si studiava tramite grossi libri scritti a mano e presso le botteghe degli artigiani e degli artisti, o nelle biblioteche, a lume di candela. Bisognava faticare, dedicare veramente tanto tempo allo studio. Non c'era google che rispondeva a ogni tua domanda, non c'erano le enciclopedie con le foto e la scheda specifica con qualsiasi informazione in merito.
Eppure, in tali epoche così difficili, nacquero tanti grandi artisti illuminati. Poeti, scultori, architetti, scienziati, pittori che ora i giovani studiano sul web. Artisti che sapevano tutto, che hanno scoperto cose incredibili e che hanno fatto la storia. Adesso? Tutti hanno PC, tablet e internet, ma non vedo geni. Vedo tanta gente brava a ricordare ciò che ha letto sul sito ma niente di innovativo. Nessun genio, nessun messia della pittura, della poesia, dell'arte in genere. Quei pochi nati con capacità straordinarie li chiamano autistici e li mandano a farsi curare da psicologi o in centri "specializzati".
Bah, vaglielo a dire.
Proseguo. Anche la statua di Alexander Hamilton è presa d'assalto dai ragazzini e dalle loro audio-guide. Questa sete di sapere è strana però mi conforta. Bravi ragazzi.
Mi sento già più allegro. Ho voglia di sorridere, c'è ancora speranza su questa Terra.
Via, per lo zoo!
Saluto telepaticamente gli studiosi e continuo il cammino. Il viale alberato mi accoglie, con la sua dolce ombra e il lieve tepore del gentile sole di mezz'estate, sapientemente filtrato dagli alberi. La mente si rilassa e i cinguettii dei passerotti mi circondano di benessere e di pace; il fruscio delle foglie mosse dalla leggera brezza mi dà serenità; le cicale mi danno il benvenuto e anche le zanzare hanno deciso di lasciarmi stare. Mi sento anche poetico!
Caro Dante, te lo dicevo che eri un ottimo insegnante, timidone che non eri altro!
Poco avanti sulla sinistra c'è la piazzetta con la statua dedicata ad Alice nel Paese delle meraviglie. La statua è circondata da panchine. Le panchine sono state assaltate da ragazzini deliranti. Tutti presi dall'audio-guida? Alla statua di Alice? Strano. Non capisco.
Ognuno con la testa china sul telefono che neanche le giraffe quando vanno a bere negli specchi d'acqua in Africa. Nel delirio generale non riconosco neanche una parola, solo spezzoni: "..asaur... vapor... caciù... preso...". Non riesco a distinguere. Ma le loro espressioni sono serie, dev'essere successo ancora qualcosa di grave in Europa. Maledetti terroristi!
Cliccano e cliccano a raffica sul telefono, dev'essere una notizia bomba.
Ne ho viste di guerre... purtroppo non posso farci niente, cerco di mantenere l'anima in pace e di andare avanti.
Mi ci vuole tanto per rasserenarmi, cinque secondi per farmi arrabbiare di nuovo. Respiro profondamente e spero non sia nulla di ciò.
Poco oltre c'è la statua dei fratelli Handersen, circondata anch'essa da decine di panchine.
Stesso stuolo di ragazzini con la gobba e occhi fissi sul telefono o sul tablet, decisi a bucare lo schermo massacrandolo con l'indice e senza fermarsi mai.
Ora mi preoccupo davvero. Cosa può essere stato di tanto grave? È esplosa direttamente tutta l'Europa? Quindi anche il mio ritratto di Leonardo! Maledetti terroristi!
Forse uno tsunami nelle Filippine? Un terremoto in Africa? Un vulcano furioso in Giappone?
Qualsiasi cosa sia, prende questi giovani nel profondo della loro anima, li scuote solennemente e gli pervade lo spirito. Ho quasi paura a chiedere.
Gli alieni!
No, li ho visti scendere secoli fa, far pipì e poi risalire. Non son più tornati.
Inutile dire che quelli nell'Area 51 son fantocci, le solite americanate messe a coprire qualcos'altro...
Le dita dei mocciosi scorrono prepotentemente sullo schermo, come a leggere notizie su notizie, su e giù, giù e su, incessanti.
Continuo a camminare. Quando i potenti decidono di farsi la guerra, noi povera gente comune non possiamo farci proprio nulla. Resistere o morire. Preferisco la prima e vado avanti.
Altro viale alberato. Coppiette che camminano felici mano nella mano, donne che corrono coi cani, cani che corrono con uomini, anziani che cercano lavori in corso da dirigere, insomma sembra tutto normale. C'è qualcosa che riguarda solo i ragazzini quindi. Sarà morto un attore che adorano? Qualcun altro che ha fatto coming out? Il nuovo video di Miley Cyrus? Probabile quest'ultimo sia la causa del frenetico cliccamento di telefono. I ragazzini di oggi cercano le ragazze su internet piuttosto che uscir e far conoscenza. La romanticheria odierna è "clicco mi piace, scrivo hey 6 1a suX tipa trpp wow, rispondo al commento, guarda il mio nuovo selfie, qll d vent mnti fa è già così out e poko cool" e così via.
Ricordo quando si offrivano in dote capre, mucche e pecore. Ah, bei tempi. Una moglie conquistata con bovini e ovini, il massimo della vita.
Gli adulti mi sembrano tranquilli, questo mi fa ben sperare che non sia scoppiata una guerra o una catastrofe naturale. Certo, qualcuno con la testa china sul telefono c'è, ma è sempre stato così. Lavoro, risultati sportivi, email, messaggi all'amante conditi da ci vediamo fra poco e ti amo alla moglie subito dopo...
Alla statua di Balto, poco oltre, altri ragazzini che vagano come zombie cliccando furiosamente sullo schermo, come se dovessero uccidere i microbi posatici sopra.
A volte vanno a sbattere con altre persone; non se ne accorgono neanche, non si scusano, non si arrabbiano... nulla. Sono esseri che vagano incuranti del mondo circostante. Non penso più siano studenti desiderosi di sapere. Penso solo si siano rincretiniti tutti quanti presso chissà quale diavoleria o notizia su Facebook.
Basta, vado allo zoo, se è successo qualcosa a qualche star Marvel o a un attore di una serie sui vampiri lo saprò dopo. Magari stanno solo piangendo per la prematura scomparsa di Justin Bieber ammazzato da qualche fanatico... per esempio. Comunque meglio i gorilla, di Bieber.
Giungo allo zoo e intorno alle recinzioni ci sono ancora ragazzini, ma anche ragazze, come avvoltoi affamati proni sui cellulari. Le foche in piscina aspettano un applauso e l'elefante aspetta le noccioline. Questi stanno perennemente al telefono, come indemoniati.
Ora basta, mi sono rotto. Urge tirar fuori il mio io curioso e poco paziente. Devo sistemare la faccenda una volta per tutte.
Un tizio saggio, forse un po' burbero, che conobbi in Asia, una volta mi disse "Io sono la punizione di Dio. Se non aveste commesso peccati degni di nota, Dio non mi avrebbe mandato a castigarvi".
Gli risposi: "Temujin, terrò a mente il tuo valido consiglio e lo farò mio".
Ah caro Gengis, quanta strada che hai fatto...
Chiedo a un ragazzino sui quindici anni spiegazioni.
-Hey bel bambino, che succede?-
Niente. Non mi sente.
-Ragazzo, mi senti? Cosa sta succedendo? Perché siete tutti incollati al telefono?-
Ancora nulla. Gli poso una mano sulla spalla e lo scuoto un momento.
-Salve giovane, mi daresti una informazione? Ma cos... -
Si risveglia dal letargo e con gli occhi arrossati e lo sguardo sorpreso mi guarda quasi impaurito dal mio tocco, per poi inveire contro di me.
-Diavolo, vecchio! Mi hai fatto sprecare una ultrasfera!-
-Vorrei solo chiedere... -
-Chiediti quand'è che smetterai di rompere le palle che mi fai perdere le sfere!-
Le sfere? Le sue gli sono cadute per il mancato uso e sta facendo un'asta su eBay? Non capisco. Lo lascio al suo problema inguinale e vado verso le scimmie. Non metaforicamente parlando, rivolto ai ragazzotti,ma proprio alla gabbia delle scimmie.
Magari la vicinanza coi loro simili risveglia un po' questi mocciosi e li rende meno apatici.
-Scusa, piccolo, che stai facendo?-
Non mi considera, si volta e se ne va, sempre cliccando a mitraglia sullo schermo.
Riprovo con una ragazza.
-Ciao signorina, come va? Mi può gentilmente dire... -
-Mi lasci stare, porco!-
E si allontana pure lei.
Mi sto per arrabbiare.
E quando mi arrabbio, succede di tutto. Luigi XVI se n'è accorto fin troppo bene, quella volta in Francia a fine '700.
Decido di provarci con un ragazzotto più grande. Ha le cuffie. Faccio un rumore gutturale per farmi notare.
Niente.
Tossisco.
Niente.
Lo tocco sulla spalla, mi scaccia la mano con la sinistra mentre la destra sta muovendo il pollice su e giù come a pulire qualcosa.
Guarda che fai il buco.
Lo tocco ancora con le dita sul braccio e tossisco di nuovo.
Mugugna e mi scaccia ancora con la mano. Secondo me neanche si è accorto di me, sono gesti spontanei.
Gengis diceva "La violenza non serve mai a nulla".
Da che pulpito, pensai.
Me la tenni per me questa considerazione. Comunque mollo uno scappellotto al ragazzo e gli faccio volare le cuffie, costui si desta dal coma e mi fissa un paio di secondi, stranito. Quando ha capito di essere tornato nella realtà in cui tutti viviamo, mi chiede:
-Hey, ma che stai facendo, vecchio? Sei impazzito?-
Il grande Khan sarebbe fiero di me.
-Ancora no, ma sto per diventarlo se non mi dici che sta succedendo. E tu non mi vuoi vedere impazzito, credimi.-
Massaggiandosi la zucca vuota con la mano come per scacciare l'affronto e la scoppola ricevuta, mi risponde:
-E cosa vuoi che stia succedendo? In che senso?-
-Dai, non farmi perdere tempo che ho da fare-, sì, come no, -cosa state guardando tutti quanti con il telefono? Chi è morto? È scoppiata qualche guerra?-
Mi fissa qualche secondo, inebetito. La domanda dev'essere stata troppo complicata. Fisso il gorilla là sotto nella sua recinzione, e penso di aver sbagliato interlocutore. Forse il gigante peloso mi avrebbe saputo rispondere meglio.
-Ma non lo so... non sto guardando mica le notizie.-
-Bieber quindi ancora canta?-, si fa per dire.
-Mah, spero proprio di sì, è un grandissimo cantautore e lo adoro.-
Ora vado a parlare col gorilla, giuro.
-Senti giovane, o mi dici perché state massacrando il telefono tutti quanti, o ti lancio nella recinzione di quel mio amico lì che oggi è anche in amore.-
Si guarda attorno, vede amici e tanti sconosciuti a testa bassa sul proprio smartphone, e capisce il senso della domanda. Sorride e replica:
-Hey, ora ci siamo! Ho capito. Stiamo giocando!-
-Giocando? A cosa, santi numi?-, dico sempre più perplesso.
-È uscito Pokèmon Go!-, risponde come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-E che diavoleria sarebbe?-
-Guarda, signore, potresti giocare anche tu, non è così difficile da imparare neppure per un anziano. Sulla mappa trovi vicino ai punti di interesse i Pokèmon, spuntano a caso ma di solito stanno soprattutto in questi posti e in città. Devi cliccare velocemente sopra o spariscono, poi per prenderli fai così col dito-, e fa vedere che col dito va su e giù per lo schermo come a scorrere delle pagine, -e lanci le sfere! Facile! Se lo becchi bene, l'hai preso.-
-E state tutto il giorno a buttare sfere in testa a questi mostri?-, Gengis, mi manchi. Davvero.
-Sì! Nei punti di interesse raccogli le sfere da lanciare, perché finiscono presto. Ci sono anche le palestre dove metti i tuoi personaggi in difesa, oppure devi conquistare quelle degli altri.-
Centinaia di ragazzini che si allenano ad avere la gobba e che stanno fuori di casa tutto il giorno, e probabilmente tutta la notte, e giocano a sto cavolo di Pokèmon. A questo siamo arrivati. Non si esce più per scarrozzare in bicicletta con gli amici, per andare al luna park, per giocare a basket o a calcio insieme.
Di sera non si cercano le ragazze, si cercano i Pokèmon.
Non si va più ai musei per la cultura. Non si va in piazza per chiacchierare. Si va a pigliare i Pokèmon! Una coppia di anziani va al parco per rilassarsi, pensare ai vecchi tempi andati e non trova una panca libera, perché son tutte occupate da ragazzini che giocano con il telefono. Un abominio, uno spreco di risorse e di ossigeno.
Aveva ragione Leonardo quando mi disse "Nicola, io lo so cosa succederà con questi nuovi progetti di meraviglie tecnologiche che sto preparando. Che il mondo smetterà di pensare. Ma che devo farci? Ritorneremo allo stato brado, e magari si ricomincerà a usare il cervello sul serio e i proprio istinti naturali prevarranno". Uno mica diventa un genio così a caso.
Senza dir nulla mi avvicino al gorilla, lo fisso con uno sguardo malinconico. S'accorge di me e pure lui mi fissa. Ci capiamo perfettamente. Sembra dire "hey amico, non sono mica io quello in gabbia". Hai ragione caro mio.
L'evoluzione è già arrivata al limite massimo e sta tornando indietro, e il buon vecchio Darwin si sta girando e rigirando nella tomba senza darsi pace.
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Quanto tempo!! Babbo aveva voglia di tornare, ma è estate pure per lui, ostregheta! Come al solito commentate più che potete e spammate il verbo di Babbo a tutti! Quali frasi preferite? Quali dialoghi vi hanno colpito? Scrivete quello che volete che così più gente segue le avventure di Babbo e più è possibile dargli un futuro!
Capitolo lunghetto rispetto al solito (addirittura 2700 parole! Manco Idols killer...) , fatto in un pomeriggio e revisionato un paio di volte, tutto improvvisato come sempre! Se ho scritto baggianate, fate sapere!
La messa è finita, andate in pace!
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