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5.

Era nervosa.
Quel giorno Lauren era nervosa, e non faceva altro che affondare le unghie nella sua pelle, graffiandosi lievemente.
Magari le avrebbe fatto bene un po' d'aria.
"Mamma, sto uscendo!" Gridò a sua madre che percorse tutto il salone fino ad arrivare all'entrata, vicino a sua figlia.
"Esci? Con chi? Oh sono così felice che tu abbia qualche amica Lauren!"
"Non ho amici e tu lo sai bene" disse lei stringendo i denti. "Sto uscendo per conto mio.

Ho bisogno di fare una passeggiata.

Non aspettarmi a cena."

Le disse e chiuse la porta talmente forte, che sua madre sussultò leggermente, sovrappensiero .

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Lauren percorse quasi tutta Miami, non aveva una destinazione precisa.
Poi però, pensò che magari una bella bibita fresca le avrebbe fatto molto bene.
Si avvicinò al ragazzo di quel piccolo bar, chiedendogli gentilmente la sua bibita.
La bevve tutta d'un sorso, pagò, ma rimase lì,a fissare il sole che tramontava da dietro le case e gli alti palazzi.
"Hey, che piacere rincontrarti qui!"
Lauren alzò lentamente lo sguardo sulla persona che le aveva rivolto la parola.
"Ciao" le disse piano.
"Allora, come va?"
"Tutto bene, tu?"

"Anche a me grazie.

Quindi,Lauren, giusto?"

"Sì, giusto"
"Cosa fai nella vita?"

E da quella domanda in poi, iniziarono a parlare, per poi spostarsi verso un ristorante.
"È stato bello, dovremmo rifarlo"
"Già" le disse Lauren.

Si guardò intorno, vedendo una marea di gente fissarla.

"Camila?"
"Mmh?"
"Perché tutti ci fissano?"
"Perché sono tutti vittime dei loro stessi silenzi."
"E cosa vorrebbe dire?"
"Lo scoprirai, Lauren.

Ti prometto che lo scoprirai."

"Intanto vieni con me, andiamo in un posto dove non possono disturbarci."
Disse prendendo la mano alla più grande, che in quel momento la guardava con fare decisamente innamorato.

La vita per lei non valeva niente.
C'è chi le diceva di non sprecarla perché "è un dono", ma Lauren non l'aveva mai pensata così.
La vita è una fregatura, come quando da piccola al tuo compleanno ti mettevano davanti alla torta, e ti dicevano di sorridere.
E allora tu sfoggiavi uno dei tuoi migliori sorrisi falsi, solo per accontentarli.
O come quando a natale ti regalavano qualcosa che non ti piaceva, ma fingevi comunque che ti piacesse, solo per educazione.
Questa cosa che noi comunemente chiamiamo 'la nostra vita' in realtà non è altro che manipolazione.
Ma con lei si sentiva finalmente libera.
Non si sentiva più manipolata da sua madre, i medici, da nessuno.

Camila portò Lauren in spiaggia, era quasi mezzanotte, e si potevano sentire le onde che si infrangevano sugli scogli e una leggera brezza.

"Lascia perdere le persone, loro non sanno."
E con questa frase, Camila si avvicinò alla ragazza di fronte a lei, unendo le loro labbra in un casto bacio.
Lauren era sorpresa e per un momento non ricambiò, ma successivamente mise le mani ai lati delle guance di Camila.
"Grazie della splendida serata."
Le disse Camila allungandole un bigliettino.

Era azzurro e aveva stampata la forma di un rossetto , che Lauren pensò fosse di Camila.
Era il suo numero di telefono.
Non ci credeva, aveva finalmente una...
Forse era questo il problema.
Cosa erano loro due?

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