2 Gennaio, giornata mondiale degli introversi. 
   Caro nonno, quanto mi manchi. I tuoi baffi, che coprivano una cicatrice sul labbro, le tue parole umili “Non accettare mai niente dagli sconosciuti” e quella tua giacca grigia. Ne avevi molte di giacche grigie, in diverse sfumature: dal grigio chiaro a quello scuro. Il tuo sorriso dolce, autentico e sereno, mai macchiato dal passare del tempo, e quelle tue mani tremolanti che, quando ti avvicinavi per salutarmi, mi baciavi solleticandomi la guancia con i baffi. Tutto ciò che mi è rimasto di te, dopo diciassette anni dalla tua assenza, è il tuo bacio, il tuo abbraccio, la tua mano tremante che mi accarezzava il viso e la tua voce profonda e confortante che mi sussurrava “Andrea ti voglio bene”. Oggi, quella tua voce la ricordo come se fosse ieri; anzi, non la ricordo completamente, è come se fluttuasse nell’aria che mi circonda. Sento la tua presenza, il tuo affetto e il tuo amore, caro e dolce nonno Mario.  
   Il 2 Gennaio, il giorno in cui sei scomparso, avevo diciotto anni. Prima della tua perdita, ero una persona estroversa, non amavo la scuola, lo studio e detestavo i libri. Ricordo quando mi hai dato Venti mila leghe sotto i mari di Jules Verne, disegnando un piccolo cuore sulla quarta di copertina. In quel momento, ricordo di averti deluso non accettando il tuo regalo e preferendo darlo a mia sorella Teresa. La tristezza che pervadeva la tua anima era visibile nei tuoi occhi marroni, velati da una sincerità inconfondibile. Da quella data, non ho più visto quel libro. Mia sorella poi lo donò a un'amica.  Da quel momento, ogni anno in questo giorno visito il mercatino dei libri, aspettandomi, senza sapere esattamente cosa, ma con la sensazione di andare verso un mio destino.
   Nel mio piccolo paese di provincia, Ariano Irpino, in questa giornata si riuniscono molte persone nella villa comunale, in una grande area allestita apposta per una grande varietà di libri di ogni epoca.
   Faccio colazione e poi esco, ansioso di tuffarmi nei libri per sentire il profumo delle persone che si mescola con l'aroma di vaniglia, mandorla e libri antichi: un odore capace di farti tornare indietro nel tempo. 
   “Sono le nove del mattino e già c’è tutta questa gente!?”
   Un'esposizione di libri attira la mia attenzione, mi avvicino e accanto a me c'è una ragazza splendida che ha già acquistato diversi volumi. "Sarà qui da quando è iniziato il mercato". La luce del sole fa brillare i suoi capelli castani con un riflesso dorato, e le sue guance sono delicate come un velo di seta. Rimango per un attimo a osservarla, affascinato dalla sua bellezza, e quando lei se ne accorge si volta verso di me, ma non ho il coraggio di incontrare il suo sguardo e distolgo gli occhi. Così, mentre cerco di leggere i titoli di alcuni libri, vedo scritto:
Venti mila leghe sotto i mari, Jules Verne.
   Anche lei guarda i libri e, nel momento in cui sto per afferrare un volume, è lei a farlo prima di me. Inavvertitamente appoggio la mia mano sulla sua. «Scusami» dico imbarazzato, tenendo la mia mano sulla sua. Lei mi guarda e, arrossendo timidamente con i suoi occhi color nocciola, mi risponde:
   «No, no». Poi prendo il libro e noto qualcosa che mi sorprende: sulla quarta di copertina c’è un piccolo cuoricino. “È il libro che mi ha dato nonno Mario, non posso crederci!? È destino. Sei tu, nonno” Mentre rifletto su questo, la ragazza sorride e allunga la mano dicendo: 
   «Piacere, Maria». 
   «Andrea». Continuo a guardare il libro con grande sorpresa, «Non hai mai letto Venti mila leghe sotto i mari?» mi chiede Maria mentre sfoglia le pagine. 
   «No» rispondo e aggiungo, «Mi piacerebbe leggerlo con te». 
   «Il capitano Nemo del Nautilus». Sorride mentre mi passa il libro e dice «Sai cosa significa Nemo?». 
   «No». Rispondo con un po' di titubanza. 
   «Nemo vuol dire nessuno»...   
                       
                                                                                                                     Joseph Santella