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Intrighi alla corte di Idris

Nel regno di Idris vigeva un divieto: omosessualità. Non era permesso innamorarsi o farsi trovate in atti che secondo i reali erano peccaminosi. Il principe Alec Lightwood era promesso sposo ad una bellissima principessa, Lydia Branwell e quella sera ci sarebbe stata la loro festa di fidanzamento.
Il principe era a cavallo con le guardie reali ma lui si sentiva soffocato dalla corte, da quella protezione, dai suoi genitori e il dover nascondere cosa sentiva. Un principe non poteva essere gay. Era vietato.
- Potete andare - disse Alec alle guardie.
- ma principe... -
- niente ma, voglio fare una cavalcata da solo - disse Alec deciso. - e poi so difendermi. Ho il mio arco e le mie frecce -
Il principe era l'arciere più bravo di tutta Idris, non mancava un bersaglio ma il re Robert e la regina consorte Maryse non volevano che corresse rischi inutili. Le guardie non ebbero scelta anche perché il principe era fuggito via. Alec si tolse gli abiti reali dietro un albero, da un sacco uscì quelli procurati dal suo servo chiacchierone Simon e se li mise. Nascose il sacco con i suoi in una buca coperta da foglie e prosegui a piedi verso il regno di Alicante. Sapeva che era un regno un po più libero anche se regnava il re Valentine Morgenstern, un uomo vile, crudele e si mormorava che fosse anche pazzo.
Alec si mischiò alla gente del popolo, c'erano dei tavoli fuori di una taverna e prese da bere. Quel boccale di birra sembrava sporco. Era così abituato alla corte che tutto era lucido che quel dettaglio gli faceva storciere il naso.
- pensi di fissarlo ancora per molto o di berlo? - chiese uno sconosciuto sedendosi di fronte a lui.
Era un bellissimo ragazzo biondo con un sorriso meraviglioso.
- cosa? - chiese lui confuso.
- la birra la bevi? - chiese lo sconosciuto stranamente interessato.
- oh si - disse Alec facendola cadere per l'agitazione.
- devi calmarti se vuoi passare per uno del popolo - disse lo sconosciuto all'improvviso.
- come hai fatto? - chiese Alec sorpreso.
- conosco alla perfezione il linguaggio del corpo e i tuoi movimenti sono molto reali - disse lo sconosciuto molto abile. - ma tranquillo, non dirò nulla. Qui puoi essere chiunque -
- ti sbagli, non sono chi credi che io sia - disse Alec andando a ripagare il boccale.
- ah no, io penso di si e so perché sei qui - disse il ragazzo molto sicuro.
- cose sei un veggente? - chiese Alec sulla difensiva dopo aver pagato.
- no, mi chiamo Sebastian e riconosco subito chi ha bisogno di sfogarsi - disse il biondo molto diretto.
Alec non poteva credere alle sue orecchie. Quel Sebastian aveva capito tutto in un attimo di lui. Era vero, aveva bisogno di sfogarsi perché vedeva tanti uomini così belli e possenti, avendo molti alleati.
Fin da ragazzino era sempre attratto di maschi, aveva visto più volte il corpo nudo del suo amico e anche lui principe Jace Herondale e nacque in lui all'attrazione per i corpi maschili ma non poteva assecondare i suoi desideri perché la regola del regno diceva che era peccato.
- vieni con me - disse Sebastian prendendolo per il polso.
- dove mi porti? - chiese Alec agitato ma allo stesso tempo intrigato da quel bellissimo ragazzo.
Alec si trovò in un posto di cui aveva sentito nominare, un bordelli. Sebastian lo portò in una stanza e lo fece stendere sul letto.
- sei un prostituto? - chiese Alec sconvolto.
- esatto, vostra altezza - disse Sebastian avvicinandosi a lui. - ma non vi farò pagare. Voglio solo che scopriate che vuol dire provare piacere -
Alec non poteva crederci. Era in un bordello con un prostituto.
Se solo suo padre l'avesse saputo che fosse lì, l'avrebbe punito o diseredato ma non gli é ne fregava nulla nel l'istante in cui la mano di Sebastian lo toccava. La mani di un maschio lo stava toccando e gli piaceva così tanto.
Sebastian l'aveva stregato. Era sicuramente così, gemeva mentre sentiva la sua bocca intorno al suo membro. Era fantastico, sconvolgente e venne subito.
Alec tremeva in preda all'orgasmo, cercò di respirare e guardava Sebastian mentre lo puliva. Era quello il piacere? Perché era peccato? Era qualcosa di meraviglioso.
- hai molto goduto ma tra poco godrai a... -
Alec si alzò a quelle parole, si risistemò subito e Sebastian lo guardò confuso.
- non posso farlo - disse Alec pensando al destino che attende chi si concede ad un altro uomo. - tu mi hai stregato -
- ti ho dato l'assaggio del piacere - disse Sebastian con voce calda. - tu lo vuoi, si sentiva come emettevi gemiti -
- no, non lo voglio - disse Alec deciso. - non mi farò più ammaliare -
- tornerai perché non si può scappare da ciò che é e che vuoi - disse Sebastian sicuro.
Il principe Alec lasciò il bordello e il regno di Alicante, si rimise i suoi abiti e tornò al castello con il suo cavallo lontano da Sebastian e dal piacere.
- principe Alec, il re vi sta cercando. Io ho provato ad inventare una scusa, mi dovete credere - disse Simon temendo per la gogna.
- tranquillo, non sarai punito. Non é colpa tua - disse Alec gentile.
- vi sentite bene? Di solito mi rimproverate - disse Simon sconvolto. - mi dite di stare zitto. Non é che non mi dispiace questa gentilezza, anzi vi vedo rilassato -
- Simon, stai zitto - disse Alec esasperato.
Era davvero rilassato? Si guardò allo specchio e vide un sorriso. Era stato Sebastian? Non doveva pensarci a lui. Doveva parlare con il re, suo padre Robert.
Alec arrivò alla sala del trono dove c'erano i suoi genitori, erano molto severi e per questo ne aveva paura.
- Alexander Gideon Lightwood! Dov'eri finito? Il tuo servo é un incapace, non sa trovarti e poi scappare via dalle guardie non é un comportamento da principe - disse Robert molto duro.
- tuo padre ha ragione. Non dovevi scappare in quel modo, non si addice all'erede al trono. Sono delusa. Già ci pensa tua sorella ha rovinare il buon nome della famiglia con quei abiti succinti e le sue avventure con servi e altro - disse Maryse altrettanto critica.
Il principe Alec aveva una meravigliosa sorella, una vera dea, molto sexy e intelligente.
Isabelle Sophia Lightwood, era un tipo più ribelle e libero del fratello. Faceva quello che desiderava e non le importava della opinione altrui.
- sempre ha criticarmi vero madre - disse Isabelle entrando con un meraviglio abiti nero scolato in petto.
- quello non era il vestito che ti ho fatto prendere - disse Maryse rimproverandola.
- non mi vestiro mai come una bambola e poi rosa- disse Isabelle con il suo bellissimo diadema in testa.
- non rispondere a tua madre così. Sai bene che questa festa di fidanzamento sia importante - disse Robert severo. - non é un vestito consono ad una principessa -
- per me Isabelle può venire come vuole - disse Alec provando ad imporsi un po ma la sua voce era bassa.
- cosa ha detto Alexander? Non ho sentito bene - disse Robert
- lasciate stare, padre. Ero venuto a dirvi di non punire il mio servo, non ha fatto nulla di male e... -
- basta non voglio sentire altro. Voglio che vi preparate per la festa - disse Robert infastidito.

Un po di ore dopo...

La sala del trono era decorata a festa, il lungo tavolo con un banchetto molto imbandito e servi e serve che passavano con i bicchieri di vino.
C'erano le famiglia più famose a quel fidanzamento: Herondale, Blackthorn, Fairchild, Lovelace e tante altre.
Alec girava con la sua fidanzata Lydia Branwell a braccetto tra gli ospiti e li salutava con da etichetta, molti erano molto simpatici come Charles e Matthew Fairchild e poi c'erano i suoi zii Gideon, Gabriel e Tatiana e i suoi cugini Anna, Thomas, Christopher, Jesse e Grace.
Conosceva Lydia, erano amici ma sapeva che lei aveva già perso l'uomo che amava e che i signori Branwell non erano avevano mai approvato mai quella precedente unione.
- non vedo l'ora che questa stupida farsa finisca - disse Lydia sottovoce camminando con Alec.
- figurati io - disse Alec capendola molto bene.
Alec e Lydia si facevano forza a vicenda in quella situazione senza uscita e sembrava che qualcuno avesse messo gli occhi sulla bellissima Lydia. Helen blackthorn la guardava da quando era scesa dalla scalinata.
- Principe Alec, posso rubarvi un attimo la vostra fidanzata? - chiese Helen gentilmente.
- certo, non ci sono problemi - disse Alec sorridendo.
Lydia seguì Helen verso il balcone, era sempre confusa alla sua vicinanza e aspetto che Helen parlava.
- mi manchi - disse Helen avvicinandosi a lei.
- Helen, non fare così. La situazione é già difficile - disse Lydia allontanandosi da lei.
- ma quella nuotata al fiume non me la tolgo dalla testa - disse Helen sincera. - tu così libera con solo l'intimo e i nostri corpi che si cercano -
- smettila, Helen. É tutto nella tua testa. Non ti voglio! Non ti desiderò! Lasciami in pace - disse Lydia disperata.
Lydia stava per andarsene, Helen la fermò e la bacio. Lydia si lasciò andare per un attimo a quel bacio ma il rumore di passi la riportò alla realtà. Lei corse via, aveva mille emozioni dentro e non riusciva a smettere di pensare a quel bacio mentre raggiungeva i suoi e Alec.
Perché dopo John doveva provare qualcosa per Helen? Non era giusto che ogni volta era tutto così difficile.
Will Herondale era con sua moglie Tessa Grey e i suoi due figli James e Lucie. Una famiglia così unita e il matrimonio dei due coniugi sembrava perfetto. Will la trattava come una regina e lei si sentiva molto fortunata di averlo come marito.
Tessa stava parlando con le amiche mentre Will guardava il violinista.
- sai il suo nome? Mi sembra nuovo - chiese Will a Michael.
- Jem Carstairs - disse Michael avvicinandosi a lui. - e non é interessato a qualche cosa tu voglia da lui -
- oh amico, tutti mi vogliamo - disse Will pieno di sé. - quel Jem non farà eccezione. Me lo sbattero stasera -
- ti ricordo che se ti beccano, sarai punito o peggio - disse Michael preoccupato.
- ti preoccupi troppo - disse Will bevendo il vino. - Jem Carstairs sarà mio -
Nel giardino del castello c'era un labirinto, il sedicenne Maxwell Joseph Lightwood correva tra i muri di piante e inseguiva Livia Blackthorn.
Max e Livvy erano amici fin da piccoli e si divertivano a fare sfide. Livvy pensava di aver vinto, Max era lontano e se la prese comoda, passeggiando e osservando il cielo stellato quando due braccia la presero.
- ho vinto, Livvy - disse Max vittorioso.
- ma come hai fatto? - chiese Livvy incredula.
- segreto - disse Max misterioso. - e adesso voglio il mio premio -
Livvy era contro il muro di piante con Max a pochi cm da lei.
- una promessa é una promessa - disse lei alzandosi un po il vestito e mostrandogli l'intimo e la gambe nude a Max.
Max si avvicinò e le chinò a baciarle il collo mentre una sua mano andò in mezzo le gambe.
- non aspettavi altro - disse Max con voce profonda al suo orecchio, toccandola intimamente.
- Max, qualcuno potrebbe arrivare - disse lei preoccupata.
- non mi importa - disse Max continuando ad accarezzarla con le dita.
Il labirinto si riempi dei gemiti di Livvy soprattutto quando Max la prese contro il muro.
Nella sala del trono, re Robert stava guardando la festa e gli invitati e all'improvviso vide un uomo biondo che non aveva mai visto. Era un angelo. Ma che stava pensando?
Prese da parte un servitore, Simon tremo quando re Robert lo chiamò.
- Sai dirmi chi é quello? - chiese Robert molto serio.
- vostra maestà. Quel signore é il nuovo fabbro del regno -
Robert era indignato che un fabbro era lì. Chi aveva osato?
- ti ordino subito di dirmi come mai un fabbro é alla festa di fidanzamento di mio figlio erede al trono - disse Robert furioso.
- vostra maestà - disse Simon tremante. - da quello che ho capito... É stato... Invitati dal lord William Herondale. Sono amici. Vi prego, ora lasciatemi andare -
- come osa quel Herondale di invitare chi vuole? - eclamò Robert furioso e indignato, spinse il povero Simon a terra e andò verso quel fabbro.
- non puoi stare qui! - esclamò Robert dandosi un po di contegno.
- perché mai? - chiese Michael al re. - sono invitato da William Herondale, un mio amico -
- sei un fabbro e lui non ti doveva invitare - disse Robert sentendosi superiore.
- a lei basa le persone a secondo il titolo. Che re superficiale! - disse Michael indignato. - spero che suo figlio sia diverso da voi. Me ne vado ma non perché me lo chiedete voi. Me ne vado perché non intendo respirare la vostra stessa aria -
- pensi che questa insolenza ti porti da qualche parte - disse Robert irritato. - ti farà perdere quello che ami -
- ho già perso quello che amo di più - disse Michael con uno sguardo triste ma sempre combattivo. - non mi potete togliere nulla -
Robert rimase colpito dalle parole di quel fabbro.
Michael se ne andò e pensò al figlio perduto.
Ognuno di loro era irritato da quell'incontro ma c'era anche altro, quella tensione tra loro due e non potevano negare che non fosse bellissimo l'altro.
La corte sembrava un gran teatro dove ognuno recitava una parte.
Segreti, tradimenti, bugie e intrighi regnavano in quella corte.
Alec era nel suo letto e non riusciva a dormire, pensava alle parole di Sebastian e quello che gli aveva fatto provare. Si ritrovò a toccarsi per la prima volta, aveva paura che qualcuno entrasse come suo padre e venisse punito.
Alec muoveva su e giù la mano, ripensando ai movimenti di Sebastian con la bocca e si trattene nel gemere ma gridò solo un Sebastian nell'orgasmo.
Alec si guardò la mano sporca di sperma e penso ' che cosa mi stai facendo, Sebastian?'
Alec si pulì e si vesti subito, uscì dal passaggio segreto e con molta attenzione raggiunse le stalle. Prese il cavallo e cavalcò lontano.
Il principe era di fronte a quel bordello ma aveva il mantello con un cappuccio questa volta e non sapeva neanche perché era lì.
Forse era con cliente. Forse non avrebbe mai dovuto venire.
- ciao, sei nuovo? - chiese una ragazza dai capelli pel di carota vestita da prostituta.
- no, cioè si - disse lui agitato.
- é sempre cosi. Io sono Clary Morgenstern - disse lei conducendolo dentro.
- la figlia di Valentine!? Non dovresti essere una principessina al castello? - chiese Alec sospettoso.
- mio padre mi usa per far soldi - disse Clary triste.
- é orribile - disse Alec a quella rivelazione.
- sei qui per qualcuno in particolare o posso aiutarti io? Le prime volte é meglio con una ragazza- disse Clary cercando di aiutarlo.
- non mi piace il genere femminile - disse Alec sincero.
- allora Sebastian é quello che fa per te - disse Clary all'improvviso. - lui é molto attento. Ti piacerà -
Alec cambiò sguardo a quel nome, divenne rosso e Clary capi qualcosa.
- oh certo, hai già conosciuto Sebastian. Tutti tornano da lui. É il più bravo e anche quello che meriterebbe di meglio e come un fratello per me - disse Clary guidandolo verso la sua stanza.
- io non so... -.
- non devi essere agitato, lui si prenderà cura di te - disse Clary con un sorriso.
Clary bussò alla porta e Alec era affiancò a lei.
- si, chi é? -
- sono Clary, c'é qualcuno per te -
Sebastian apri totalmente nudo e Clary non si scandalizzò, non era la prima volta e vide la figura incappucciata ma immaginava già chi fosse.
Alec lo ammirò totalmente nudo. Sentì già eccitazione salire e tiro un po il cappuccio per farsi riconoscere.
- sapevo che fossi tu - disse Sebastian con un sorrisetto. - vieni dentro e tu Clary non mi fa disturbare da nessuno -
Clary li lascio soli, Alec entrò nella stanza e Sebastian chiuse la porta. Alec si sfilò il martello e lo mise sulla sedia e aspetto la mossa successiva di Sebastián.
- ti piace quello che vedi, vostra altezza? - chiese Sebastian appoggiato alla porta.
- non c'é nessuna vostra altezze qui. Mi chiamo Alec - disse Alec deciso. - mi stai facendo impazzire. Mi sono dato piacere da solo e ho gridato il tuo nome -
- ne sono lusingato - disse Sebastian immaginandosi la scena.
- e dimmi cosa vuoi Alec? -
- voglio che mi togli incantesimo che mi hai fatto - rispose Alec convito di essere stregato.
- non ti ho fatto nessun incantesimo - disse Sebastian sincero. - mi desideri ma non riesci ad ammetterlo per le leggi che ha Idris -
Sebastian si avvicinò a lui con fase molto seduttivo, Alec sentì la sua erezione stretta dentro i pantaloni attillati e l'altro sorrise.
- il tuo corpo é più sincero di te -disse Sebastian mettendo una mano proprio lì. - sei così duro, Alec. Mi vuoi -
Alec sentì quella mano accarezzarlo con cura e gli sfuggi un gemito.
- é vero. Il mio corpo ti desidera - disse Alec ammettendolo.
- io ti desidero, Sebastian -
Alec lo bacio, Sebastian non baciava mai nessuno per regola ma lui era l'eccezione. Sebastian rispose a quel bacio così spontaneo con fare esperto.
Alec impazzì a quel bacio di fuoco, la lingua di Sebastian stuzzicava la sua con molto maestria e si ritrovarono sul letto. Sebastian era nudo sopra di lui e baciava il suo collo.
- Sebastian - grido Alec con urgenza.
- so che cosa vuoi - disse Sebastian iniziandolo a spogliare pian piano. - si paziente e riceverai tanto piacere -

...

Simon era passato nella stanza del suo principe Alec ma la trovò vuota. - adesso dove sarà finito? Il re mi metterà alla gogna, se lo scopre - prego l'angelo Raziel, simbolo e protettore di Idris. Si mise nel letto del principe così da coprirlo in caso che il giovane principe non facesse ritorno presto ma sperava per il meglio. Qualcuno bussò.
- Alec, sono io Isabelle. Ho bisogno di parlarti - disse la bellissima sorella del principe.
Simon era innamorato da tempo della principessa Isabelle ma lei a parte qualche parole di gentilezza non si era mai interessata a lui come con altri servitori o cavalieri o molto altro. Ma lui non voleva certo il sesso da lei ma che lo guardasse con occhi innamorati. Era solo il sogno di un semplice servo. La porta si apri e lui temete il peggio soprattutto quando senti il suo dolce peso sul letto.
- Alec, so che non dormi. Voglio solo aiutarti. So che questo fidanzamento non lo vuoi. Voglio che tu sia libero di essere quello che sei... -
Isabelle tolse le coperte e vide Simon.
- che ci fai qui? Dove mio fratello? - chiese lei sorpresa.
- non lo so, principessa. Io lo sto coprendo - disse Simon sincero.
- sei molto altruista. Ti preoccupi sempre per Alec e ti ringrazio - disse Isabelle dolce con una carezza sul viso. -
- di nulla, capisco il principe - disse Simon emozionato. - non é facile -
- non per nulla, i nostri genitori lo sai come sono. Ho paura per la felicità di mio fratello ma se non é nel letto vuol dire che sta seguendo il suo cuore - disse Isabelle con tante emozioni dentro. - tu stargli sempre vicino - Isabelle si mise sotto le coperte con lui.
- principessa, ma che fate? -
Chiese Simon incredulo.
-aspetteramo insieme mio fratello - disse Isabelle chiudendo gli occhi. - ora dormi, ne hai bisogno -
Simon guardava la principessa Isabelle in vestaglia da notte, era ancora più bella e si accorse che era un po trasparente. Quella vicinanza lo mise in difficoltà ma lo rese felice.
Intanto nel bordello, Alec era nudo con Sebastian che lo baciava con passione ma anche con dolcezza. Lo trattava come una cosa preziosa e si sentiva speciale a quel trattamento. Forse faceva così con tutti. Perché gli dava fastidio la cosa. Sebastian gli stava dando piacere, non si conoscevano tanto e non erano certo innamorati. Sebastian scese a baciargli tutto il corpo e poi lo fece girare per accarezzare il suo sedere e baciarlo per prepararlo bene.
Alec sentì la lingua e le dite di Sebastian alternarsi nella sua entrata mai violata. Stava concedendo tutto a Sebastian: il suo primo bacio, il suo corpo nudo, la sua verginità e se stesso. Gemeva alla preparazione di Sebastian. Poi si ritrovò di nuovo sdraiato a pancia in su e Sebastian si avvicinò pian piano con il suo membro alla sua entrata.
- ti farà male un po all'inizio ma ne varrà la pena, fidati - disse Sebastian baciandogli la mano.
- mi fido di te - disse Alec con un sorriso.
Sebastian lo penetrò, Alec sentì quel dolore ma il biondo lo baciò e accarezzò la sua pelle per alleviare il dolore.
- ora passa - disse Sebastian delicato.
E fu così pian piano il dolore fece spazio al piacere, Alec si sentì come mai nella sua vita mentre Sebastian spingeva dentro di lui.
La stanza si riempi di gemiti, Sebastian aveva fatto sesso con tanti uomini e alcune ragazze ma sentiva che era differente con Alec, forse era quello che si diceva 'fare l'amore'. Si senti diverso mentre spingeva in lui e anche il fatto che gli veniva di baciarlo. Lui non baciava nessuno mentre Alec era l'eccezione. Alec era speciale.
- come può un ragazzo così dolce finire a fare un lavoro del genere? - chiese Alec curioso. - Con te é stato diverso, Alec. Sono attento si con gli altri ma non così premuroso e dolce - disse Sebastian aprendosi. - tu sei l'eccezione. Anche i baci. Io non bacio mai nessuno - Alec sorrise felice a quella rivelazione ma la sua faccia divenne triste alla rivelazione successiva.
- mio padre mi ha venuto a Valentine quando avevo 8 anni. Faccio questo lavoro da 14 anni - disse Sebastian tranquillamente.
- oh Sebastian. Mi dispiace. Non avrei dovuto chiedertelo - disse Alec mortificato.
- tranquillo, non mi fa più male. Amo quello che faccio. Posso fare tutto quello che voglio - disse Sebastian nascondendo la ferita dietro una maschera ma gli occhi non ingannavano mai come il corpo.
- non é vero, vedo che soffri per essere stato venduto - disse Alec leggendo gli occhi. - tu conosci le necessità del corpo e io riconosco la sofferenza negli occhi quando la vedo. Non devi far finta di nulla con me -
Sebastian gli guardava la coscia dove c'era il tatuaggio: delle fiamme.
- quando l'hai fatto? - chiese Sebastian con interesse, toccandoglielo.
- oh questo, avevo 18 anni. É un tradizione di famiglia - risposte Alec temendo che lui scoprisse chi fosse in realtà.
Le fiamme erano il simbolo dello stemma reale dei Lightwood.
- non devi temere, Alexander Gideon Lightwood - disse Sebastian abbassando per deporre un bacio su di esso. - il tuo segreto é al sicuro -
Alec aveva una fiducia in lui, eppure lo conosceva da poche ore. Quel gesto del bacio era molto dolce.
- qui non sono l'erede al trono, non sono Lightwood o Alexander. Sono solo Alec con te - disse Alec sentendosi libero. - sarà il nostro segreto -
- Alec é perfetto. Non desiderò altro che la parte più nascosta di voi - disse Sebastian mettendosi sopra di lui.
- é incredibile che tu mi capisci e chi dovrebbe farlo no - disse Alec portando le mani al suo viso.
- perché non capiscono la tua anima, Alec - disse Sebastian dolce. - mentre io si -
Alec lo baciò ancora, gli piaceva troppo e poi Sebastian gli preparò la vasca. Si immerse l'attimo dopo anche lui e Alec gli sorrise.
- la prima volta che divido la vasca con qualcuno - disse Alec così a suo agio. - e con qualcuno che ho conosciuto da poco tempo -
- questo vuol dire che ti piace molto l'intimità con me - disse Sebastian con un sorrisetto.
- mi hai aperto un mondo nuovo - disse Alec ripensando a tutti i momento lì ad Alicante.
- oh si, soprattutto baciarti -
Alec si stese su di lui e lo baciò. Stava vivendo attimi di libera prima di vestirsi e tornare ad Idris.
- ti rivedrò? - chiese Sebastian speranzoso.
- si ma dovremo trovare un luogo tutto nostro - rispose Alec con un sorriso.
Alec e Sebastian si baciarono ancora con la promessa di rivedersi e poi il principe incappucciato lascio il bordello. Quell'incontro aveva cambiato le loro vite per sempre.
Il principe tornò al castello e tramite il passaggio segreto rientro nelle sue stanze e trovò nel suo letto il suo servo Simon e Isabelle.
- che sta succedendo? - chiese Alec all'improvviso.
- Alec, finalmente sei tornato - disse Isabelle svegliandosi alla sua voce.
- che ci fai con il mio servo nel mio letto? - chiese Alec serio.
- ti copriva visto la tua fuga e io gli facevo compagnia - disse Isabelle uscendo dalle coperte.
- dove sei stato? -
- con l'angelo - disse Alec con un sorriso meraviglioso e gli occhi sognanti.
- Io credo che sia stato un angelo che ti ha sciolto parecchio. Sei diverso, luminoso e felice - disse Isabelle felice. - amo vederti così e non ti chiederò nulla -
- grazie, sorellina - disse Alec abbracciandola.
- che succede? - chiese Simon svegliandosi nel sentir parlare.
- succede che domani hai giorno libero - disse Alec con un sorriso.
- il giorno libero? Wow! Non é mai successo. Ti ringrazio, principe - disse Simon uscendo da letto sorpreso e grato. - siete molto gentile -
Simon usci dalla stanza felice, Alec si mise a letto e Isabelle lo raggiunse. Dormirono insieme come facevano da bambini. Il principe si alzò con delle urle di sua madre, il sole entrò e Isabelle stava litigando con lei.
- non posso credere che mi accusi di una cosa tanto orribile - disse Isabelle incredula.
- ti trovo qui con tuo fratello e in più mezza nuda - disse sua madre accusandola.
- ho una camicia da notte e poi io e Alec dormivamo anche da piccoli insieme. Come puoi sporcare il mio rapporto con Alec così? - chiese Isabelle sconvolta.
- Quello che dici é assurdo, Maryse. Io ho visto solo un fratello e una sorella che dormivano come quando erano piccoli - disse Robert in favore dei figli.
- non posso credere che mi vai contro. Sono tua moglie, dovresti stare dalla mia parte - disse Maryse arrabbiata.
Il re vide sua moglie andarsene infuriata da lui, lui abbracciò Isabelle e la rassicurò che l'avrebbe calmata. La principessa e il principe si stupirono di ciò ma sorrisero. Almeno per una volta loro padre era dalla parte di Isabelle. Il re aveva bisogno di un attimo per sé, soltanto da sua moglie e lasciò il castello tramite un passaggio segreto così da non avere intorno neanche le guardie del corpo.
Robert andò al fiume dove da piccolo era solito andarci di nascosto da suoi.
Non era sempre stato un figlio modello, c'era stato un periodo da piccolo che si divertiva con qualcuno al fiume. Ma non ricordava chi fosse.
Era un altro bambino ma i suoi lo scoprirono e quella famiglia fu mandata via. Il futuro erede al trono non doveva giocare con uno del popolo. Ricordava solo un ferro di cavallo nella medaglietta che portava il bambino. Non lo rivide più. Capi in quel momento che se fosse restato al suo posto, quella famiglia non sarebbe stata mandata via. Da quel momento fu un principe modello. Nessuno avrebbe più pagato per un suo errore. Non sapeva che quel bambino con cui stava tanto bene, adesso era al fiume in versione adulta. Non sapeva che era proprio Michael e che era ritornato in memoria dei vecchi tempi. Anche lui ricordava un bambino, un bambino speciale con cui nuotava o si rotolava nel fango.
Avevano esplorato anche una grotta insieme e poi la sua famiglia era stata mandata via dai reali. Non si seppe mai il perché ma suo parte perse il lavoro e da quel momento odiava i reali.
L'incontro con il Re aveva riportato quei ricordi a galla e ricordando il suo odio per i reali. Scese dal cavallo bianco, non lo legò neanche poiché lui e i cavalli erano un tutt'uno. Iniziò a spogliarsi pian piano per fare una nuotata.
Tutto ciò era stato visto dal Re, che l'inizio stava per andarsene ma poi per quale strano motivo era restato a guardare Michael che si spogliava e che nuotava. Era bellissimo. Ma che pensava? Michael era un uomo. Non dovrebbe neanche sentirsi neanche eccitato. Che gli succedeva?
Non riusciva a stare gli occhi da quel corpo, sembrava un angelo sensuale. Era una tentazione. Robert aspettò che Michael se ne fosse andando per uscire dal cespuglio e si ritrovò a toccarsi in mezzo alle gambe, appoggiato all'albero. Che stava facendo? Sentiva la sua punta bagnata e si vergognò di quel gesto. Tirò fuori la mano e corse al castello sconvolto.
Era nella sala dedicata all'angelo Raziel per pregare e intorno c'erano le rune, la loro lingua. Era inginocchiato con mani in preghiera.
' oh Angelo Raziel! Che mi sta succedendo? É forse una prova da superare? Aiutami, dammi forza a non cedere più a questo peccato'e Alec passava di là e sentì suo padre piangere, era una cosa nuova per lui. Suo padre non mostrava mai debolezze e voleva sapere cosa lo affliggeva tanto. Sfortunatamente un servo lo chiamò, c'era una ragazza per lui e dovete allontanarsi.
Andò nel giardino e trovò Clary con abiti più da principessa.
- Clary? Che ci fai qui? - chiese Alec sorpreso.
- ho un messaggio da Sebastian - disse Clary con una lettera. - tranquillo, non dirò nulla -
- hai corso un rischio a venire qui - disse Alec abbracciandola. - potrebbero ucciderti. Sei stata coraggiosa. Grazie -
- la felicità di Sebastian mi interessa. Voglio che lui sia felice - disse Clary dolce. - non mi importa dei pericoli -
Jace li vide da lontano e si avvicinò.
- amico, non mi avevi detto che conoscevi una simile bellezza - disse Jace con il suo fare seduttivo. - sono Jace Herondale. Qual'è il tuo nome? -
- il mio nome non ha importanza - disse Clary sulla difensiva.- ora devo andare -

Clary salutò Alec e stava per andarsene ma Jace la fermò.
- non andartene, non ti chiederò nulla - disse Jace incuriosito da lei. - facciamo una passeggiata verso fiume
-
- non posso - disse Clary decisa.
Clary fu tentata ma sapeva che non poteva. Vestita abiti da principessa ma non si sentiva reale. Non era altro che una prostituta. Alec vide Clary andarsene e Jace guardarla come non mai aveva fatto prima con una ragazza.
- chi é? - chiese Jace all'amico.
- una ragazza che ho conosciuto - disse Alec solamente.
Alec si allontanò da Jace dopo quella risposta e aprì la lettera di Sebastian. Ma ci trovò un pezzo di un libro che una lettera vera e propria.
" tra i confini dei due regni tra i boschi, vi risiede la corte delle fate e lì si trovava la pace quando Alicante e Idris erano in guerra "
Alec ci ragionò su e poi capi che era un messaggio in codice.
La corte delle fate non era molto lontano ma non ci andava mai nessuno. Era un luogo sacro per molti. Alec aspettò dopo pranzo per andarci, con la scusa di voler fare una lista delle piante medicinali che trovava nei dintorni del regno per i suoi studi.
Il re e la regina erano orgogliosi di vederlo sempre cosi studioso.
I suoi insistettero che andava con qualcuno e lui aveva già la scusa pronta: Il suo servo Simon.
Simon era ben felice di fingere per il principe e se ne andarono a cavallo. Poi usciti dal castello e della città.
- ci rincontriamo tra qualche ora qui. Mi raccomando, non farti vedere - disse Alec nei dintorni del regno. - tu poi prendi qualche pianta -
- si, principe - disse Simon con un sorriso.
Alec corse con il cavallo verso i boschi, segui la mappa che portava alla corte delle fate che era una dimora d'incanto. C'era una statua della regina delle fata all'ingresso.
Per molti era la protettrice degli amori clandestini. Alec gli mise una ghirlanda di fiore ai suoi piedi come omaggio. Sebastian lo raggiunse, Alec gli andò incontro e si baciarono. Il biondo lo condusse attraverso la scalinata verso i corridoi con le stanze. Era tutto così colorato, con decorazione di foglie, fiori e gemme.
Sembrava veramente un posto fatato e fuori dal tempo. I due non lo sapevano ma non erano soli. Per il principe e il suo amante non rappresentarono una minaccia.
Anche loro si nascondevano.
Mark Blackthorn si incontrava spesso lì con Kieran, il principe guardiano della corte delle fate. Votato alla castità e alla solitudine. Tra i 15 fratelli, era stato scelto lui come guardiano. Spettava sempre ad uno della sua famiglia. I suoi fratelli avevano votato che fosse lui. Era visto come una nullità ma solo quando conobbe Mark capì che non era così.
Lui riempiva le sue giornate di solitudine e di preghiera. Con lui aveva scoperto che vuol dire essere amati. Era rischioso per entrambi se qualcuno scopriva che Mark parlava con il principe guardiano. Terribili punizioni attendeva entrambi.
- ti ho portato un dolce - disse Mark entrando nella stanza di Kieran.
Anche esso era vietato soprattutto di fragole. Le fragole erano simbolo di tentazione ad Idris. Era un'altra regola assurda di Idris: non si potevano mangiare fragole, né fare dolci né salse. Kieran si alzo dal letto e lo accolse con un sorriso, non era facile incontrarsi per gli impegni di Mark ma si faceva quei momenti.
Mark e Kieran si baciarono con passione, il biondo mise il dolce sulla scrivania per non farlo cadere e continuarono a baciarsi verso il letto. Pian piano si spogliarono e si misero sotto le coperte felici. Mark prese un pezzo di dolce e lo imboccò a Kieran. Era con la salsa di fragole e Kieran si leccava le dite come un bambino.
- ti sei sporcato - disse Mark guardando il petto con qualche goccia di salsa.
Lui si abbasso per pulirlo e Kieran si godeva quelle attenzioni. Kieran ne prese più salsa, la adorava e sporco Mark sul viso. Mark adesso é sotto di lui e il principe guardiano lo lecceva e lo baciava. Goloso cosparse il corpo candido di Mark con la salsa e prese a gustarla sul suo corpo.
Nel frattempo, Alec era sdraiato su un divanetto e aspettava Sebastian con una sorpresa.
- posso toglierla? - chiese Alec con la benda.
- no, non ancora - disse Sebastian avvicinandosi a lui. - apri la bocca -
Alec non intuiva cosa Sebastian aveva in mente e poi qualcosa di dolce tocco la sua lingua e poi l'altro glielo allontanò.
- che cos'è? - chiese Alec curioso.
Sebastian glielo fece risentire e gliela fece mordere. Alec sentì che era un frutto succoso e dolce. Delle goccioline sgocciolarono giù e Sebastian raccolse con la lingua.
- questo frutto é squisito. Dalle mie parti non ho mai assaggiato nulla del genere - disse Alec in estasi.
- questo frutto c'é anche da voi - disse Sebastian togliendogli la benda.
Alec guardo la metà del frutto che assaporò Sebastian. Era cavalcioni su di lui nudi e lo intese in una consiste bianca, panna.
- sono fragole - disse Alec incredulo. - é viet...-
- vietato mangiarle da voi. Considerate peccaminose, il frutto della tentazione - concluse Sebastian conoscendo le leggi assurde di Idris.
- com'è può un frutto così squisito essere peccaminoso? - si chiese Alec all'improvviso.
- non chiedermi di comprendere le assurdità di Idris - disse Sebastian portandogli una fragola con la panna.
- già - disse Alec assaporando di nuovo quel frutto delizioso.
Alec mangiava le fragole con golosità e Sebastian intinse il dito nella panna.
- la vuoi? - chiese Sebastian indicando il dito.
Alec si avvicinò con la bocca aperta al suo dito e lo catturò. Sebastian vide come Alec lo succhiava.
- Sebastian - disse Alec estasiato. - mi stai facendo provare tante cose -
- amo come dici Sebastian con le tue dolci labbra - disse lui con un sorriso.- adesso sembrava che lo dicevi in preda all'orgasmo. Di il mio nome di nuovo -
- Sebastian -
Era vero, sembrava che stava avendo un orgasmo.

Non doveva pensarci. Doveva iniziare a fare le spade.
Il re Robert era da quelle parti per andare al maniero dei Blackthorn e
Vide l'insegna con il simbolo della medaglietta di quel bambino con cui si divertiva. Se fosse tornato?
Il Re Robert fermò la carrozza per scendere e avvicinarsi al negozio.
Quello simbolo aveva attirato.
Entrò nel negozio con la scusa di una nuova spada e intanto vedeva se c'era quel bambino ormai diventato un uomo o se fosse un equivoco. Anche se non credeva nelle coincidenze
Restò a bocca aperta alla visione di Michael e collegò la cosa detta dal servitore personale di Alec. Il nuovo fabbro del regno.
Si ricordò che anche il bambino del fiume aveva i capelli biondi.
Non poteva essere lui???
Il bambino così gentile mentre adesso era un insolente.
Il re si convinse che era solo una coincidenza per lo scontro che avevano avuto. Se solo avesse ragionato un po, avrebbe capito che si sbagliava e che Michael era proprio il suo amico perduto. Ahimè il re era irrevomibile. Stava per andarsene da lui quando fu lo stesso Michael ha parlare.
- Cosa vi porta qui, asino reale? - chiese Michael impertinente.
- volevo una spada ma meglio altrove - disse Robert con fretta.
- le mie sono le migliori e resistenti. Non ne troverà di ottima qualità - disse Michael mostrandogli una spada.
Il re ne rimase impressionato da com'era fatta perfettamente. La prese in mano e sentì che quella era la spada che voleva.
- voglio questa - disse Robert deciso.
- non può averla - disse Michael all'improvviso.
- ti darò tutto l'oro che vuoi - disse Robert prendendo un bel sacchetto dalla cintura.
- non é questione di soldi. Questa spada non é in vendita - disse Michael togliendola dalle mani.
- come osi? Sono il re! Posso aver tutto! - esclamò Robert capriccioso e infastidito da quella insolenza.
Ecco perché odiava i reali. Per loro tutto era dovuto. Michael decide di non abbassarsi al suo livello.
- questa non può averla ma posso fargliela un'altra - disse Michael diplomatico.
Robert guardò Michael mettere con cura la spada insieme ad altre due. Avevano tutte e tre delle iniziali: SW, MW e JW.
- che significano queste iniziali? - chiese Robert curioso.
- sono le iniziale di famiglia. Quelle di mio padre, quelle mie e quelle... -
Si interruppe. Era da anni che non pronunciava il nome di Sebastian.
Il re rivide lo stesso dolore della festa. Poteva essere insolente ma gli dispiaceva del suo dolore.
Questo lo portò ad avvicinarsi a Michael e mettere una mano sulla sua spalla. Sentì un singhiozzo.
- mi dispiace per la tua perdita - disse Robert sensibile.
Michael cercò di sfuggire via ma sentì le braccia di Robert stringerlo.
Non si aspettava un contatto del genere da quel re superficiale.
Si ritrovò contro il petto di Robert, il re cercò di confortarlo e lui si sentì un po meglio. Quel contatto da parte sua era dolce. Forse non era così superficiale.
Un rumore riportò il Re alla realtà e si allontanò da lui. Un re che abbraccia un fabbro.
- devo andare - disse Robert quasi dispiaciuto.
- le farò una spada unica - disse Michael promettendo.
Quel piccolo abbraccio aveva cambiato qualcosa nei loro animo.
Quel contatto caldo con Michael aveva confuso molto il re e quel dispiacere a lasciarlo. Non capiva. C'era tanta confusione in lui. Tornò dentro la carrozza, non andò più dai blackthorn e chiese al cocchiere di portarlo lontano dalla città.
Continuò poi a piedi da lì in poi. Il cocchiere era confuso ma erano pagare per portare re e nobili e non di fare domande.
Le cose nuove lo confondono e lo spaventano
Il re camminò senza metà tra i confini di Idris e Alicante. Non sapeva neanche lui dove stesse andando e si ritrovò in quella grotta di quando era bambino. Si sedette lì dentro.
Si addormentò lì dopo vari pensieri e quando aprì gli occhi, vide il viso di Michael. Penso che stesse sognando ma poi sentì il suo tocco sulla spalla.
- state bene? - chiese Michael preoccupato.
- si, sto bene - disse Robert mentendo.
- non mi sembra. Siete così sconvolto e smarrito - disse Michael conoscendo lo specchio dell'anima.
- che ci fate qui? -
- io non lo so - disse Robert confuso.
- é il primo posto in cui mi sono trovato dopo aver camminato. Era un luogo importante per me -
- da bambino anche il mio - disse Michael sedendosi accanto a lui.
La pioggia li sorprese, non era leggera e secondo Michael sarebbe durata qualche ora.
- che ci faceva un principe da bambino qui ? - chiese Michael curioso.
- scappavo via dal castello - disse Robert con nostalgia. - e passavo il tempo come un qualsiasi bambino -
- non riesco ad immaginarmi lei da piccolo - disse Michael stupito.
- sono lontano da quel bambino - disse Robert con nostalgia e dolore. - ma perché non andiamo più in là? Ho sete -
Non riusciva a stare troppo accanto a lui. Sentiva imbarazzo per aver violato la sua intimità del bagno e averlo visto nudo.
Il re e il fabbro si inoltrarono come da bambini nella profondità della grotta.
Arrivarono ad un piscina naturale con acqua naturale e fredda. Il re bevve dalle mani come faceva da piccolo e in quel momento a quel gesto a Michael gli sembrò di rivedere il suo perduto amico.
- veniva da solo qui? - chiese Michael con interesse.
- no, con un bambino - disse Robert così libero. - abbiamo fatto anche il bagno qui -
Non poteva essere una coincidenza. Era lui.
Poi vide la medaglietta con la runa dei parabatai con la firma W. Era quella che gli aveva dato da piccolo e fatta da suo padre.
- non sai quanto mi sei mancato - disse Michael con le lacrime agli occhi. - essere separato da te é stato brutto -
- ma di cosa parli? - chiese Robert confuso.
- eravamo migliori amici da piccoli - disse Michael asciugandosi gli occhi, mostrandogli la propria medaglietta.
Il re era sempre più confuso, si era eccitato alla vista del suo migliore amico da grande al fiume e questo gli dava la sensazione di sporcare la loro amicizia.
Con che coraggio lo guardava?
Si era toccato anche. Era imperdonabile.
Il re scivolò e Michael lo soccorse. Robert cercava di allontanarlo con frasi ' mi odierai. Non merito la tua amicizia - e Michael lo guardò confuso e preoccupato per lui.
- Robert, guardami. Non importa cosa sia successo, non c'é nulla di sbagliato in te se te lo stai chiedendo - disse Michael prendendo il viso con le mani.
Il suo amico Michael gli leggeva nel pensiero come quando erano bambini. Robert si aggrappò a lui disperatamente e ripetava ' non mi merito un amico come te '.
Trovò un cavallo, aveva il simbolo reale e mise Robert su per portarlo in città. Era bagnato. Aveva bisogno di vestiti puliti altrimenti si ammallava.
Arrivano in città e lo portò a casa sua che era era sopra il negozio. Scottava forte e lo spoglio per liberarlo degli abiti bagnati. Durante quell'operazione, si incantò a guardare quel corpo da angelo e poi prenderlo ad asciugarlo con cura. Lo vesti con i suoi abiti da persona del popolo e si prese cura di lui.
Alec usci dalla corte delle fate appena smise di piovere ma non trovò il cavallo.
- mi sa che tutto vuole farti restare qui - disse Sebastian appoggiato sul portone. Si
- vorrei restare ma non posso - disse Alec dispiaciuto. - ho dei doveri -
- sarai un buon re. Tu cambierai tutto - disse Sebastian prendendo il suo viso tra le mani molto fiducioso. - nascerà una nuova era con te -
- io lo spero. Non voglio che altri siano costretti a nascondersi o che siano puniti solo per amare una persona - disse Alec molto profondo. - voglio che il mio regno sia libero da tutte quelle assurdità. Voglio poter mangiare fragole quando mi viene voglia -
- questo é parlare da leader - disse Sebastian ammirandolo. - il tuo nome sarà ricordato per secoli. Ho molta fiducia e speranza in te -
- e tu? - chiede Alec dopo tutte quelle parole su di lui.
- io se lo vorrai sarò al tuo fianco in questa battaglia - disse Sebastian inginocchiandosi. - non vorrei Re al di fuori di te -
- alzati, sarai il mio re consorte - disse Alec d'istinto.
- re consorte mi piace - disse Sebastian a quel titolo.
- lo so, che é presto ma non riesco ad immaginare nessuno accanto a me tranne te. Mi hai cambiato l'esistenza in due giorni - disse Alec accarezzandolo.
- faccio quest'effetto ma la tua spontaneità é una cosa che adoro. Dici quello che pensi - disse Sebastian attirandolo a sé, portando le mani al suo sedere. - adoro anche il tuo sedere -
- non sei mai sazio? - chiese Alec con una risata.
- sei come una droga per me - disse Sebastian baciandogli il collo.
Anche il principe non era mai sazi di lui, infatti si ritrovarono di nuovo dentro ma non andarono nella stanza di prima. Il portone era di nuovo chiuso e si ritrovarono a baciarsi a toccarsi contro la statua della regina delle fate.
- non qui - disse Alec controvoglia fermandolo.
Alec prese in braccio a Sebastian e lo portò verso la prima porta che vide.
Era a destra della statua, entrò dentro la porta e si trovarono in una sala del trono. Il principe depose Sebastian sul trono.
- vuoi farlo su questa poltrona - disse Sebastian eccitato, alzandosi - questa volta però sarà un tantino diverso -
Alec si ritrovò semi nudo sul trono e già Sebastian era nudo.
- questa volta ti sentirò dentro di me - disse Sebastian sedendosi su di lui e portando le braccia al suo collo.
- non ti vorrei farti male - disse Alec insicuro.
- non me ne farei - disse Sebastian tranquillizzandolo. - é normale quello che senti. É capitato anche a me -
Per come si muoveva Sebastian sembrava impossibile da pensare. Era così naturale.
- non ero così all'inizio. Ero una frana -
- tu una frana? Ne dubito - disse Alec a quella rivelazione.
- te lo giuro. La mia prima volta con una donna é stata tragica - disse Sebastian ricordando quel momento con una risata.
Sebastian raccontava di com'era impacciato e riuscì a tranquillizzare Alec. Pian piano Alec lo preparò con cura a Sebastian. Quest'ultimo non era più stretto ma le dita di Alec gli facevano un effetto diverso dai suoi clienti.
Sebastian non era stato trattato con i guanti, tutti pensavano solo a sfogarsi mentre Alec lo trattava come un principe. Questo lo commosse molto.
Alec vide le lacrime e penso che gli aveva fatto male. Allontanò le dita da dentro di lui e abbassò la testa.
- mi dispiace - disse Alec mortificato.
- ma di cosa? - chiese Sebastian confuso.
- tu stai piangendo. Non mentirmi, ti ho fatto male - disse Alec sicuro.
- ma no, Alec. Sono lacrime ma di commozione. Sono felice. Nessuno mi ha mai trattato con questa dolcezza, neanche nel prepararmi. Be alcuni non lo facevano proprio. Adoravano sentire le mie grida - disse Sebastian alzandogli la testa. -invece tu mi tratti come una gemma preziosa -
Alec avrebbe voluto ucciderli chi aveva fatto del male a Sebastian.
Alec prese a baciargli il collo, il petto e Sebastian si scordò di tutto. La bocca e le carezze di Alec lo portarono in una nuova dimensione. Fu molto lento e dolce anche prima di penetrarlo. Sebastian scoprì qualcosa di nuovo mentre Alec si spingeva dentro di lui. La gioia di essere adorato o forse amato era troppo presto ma forse era questo sentire qualcuno dentro di sé che si preoccupare se lui stava bene o meno, che si fermava quando ne aveva bisogno e molto altro.
Era totalmente un'altra cosa.
Il piacere dolce diventò più bollente quando Alec sentiva di voler di più e aumento il ritmo.
Non immaginava che entrare dentro qualcuno fosse così. Non c'era più unica di unirsi ad una persona.
- oh si, mio principe - disse Sebastian godendo.
Alec gli diede un piccolo schiaffetto sulla natica.
- Alec volevo dire - disse Sebastian correggendosi.
Quello schiaffetto era diverso dagli altri che ricevava. Questo era più giocoso. Erano complici mentre facevamo l'amore.
Dal trono si sdraiarono sul tappeto e Alec scese a baciare tutto il corpo e prese in bocca il suo membro. Sebastian non se lo aspettava ma fu felice di come Alec si lasciasse andare.
La campana della corte delle fate avvisarono Alec che si era fatto molto tardi ma aspettò il tempo necessario per far venire Sebastian. Non l'avrebbe lasciato insoddisfatto.
Si curava troppo di lui per trattarlo come gli altri di sicuro facevano.
Non gli importava di non essere venuto ma l'espressione di Sebastian mentre veniva e lo guardava, lo ripagava di tutto. Si rivestirono anche se Sebastian insisteva di farlo venire ma Alec gli sussurrò che non aveva importanza. Si salutarono con bacio e si uscirono separatamente. Alec trovò Simon al confine con le erbe e un nuovo cavallo visto che l'altro non si trovava stranamente. Il principe fece ritorno al castello con la lista e le erbe. Sembrava che nessuno sospettasse nulla e neanche sua madre ebbe qualcosa da dire. Si congedo da lei per andare le sue solite lezioni e c'erano anche Isabelle e Max con il loro l'insegnante privato:
Hodge Starkweather.
Un uomo di cui il caro principe era stato attratto in passato.
Non c'era da stupirsi anche Isabelle trovava Hodge attraente.
Il principe era un po distratto a differenza delle altre volte, Hodge si stupì di ciò e quando finì la lezione lo invitò a restare.
- qualcosa la turba, il mio giovane principe? - chiese lui premuroso.
- no. Solo un po di stanchezza. Ho passato le ultime ore a raccogliere erbe e ad elencarle - disse Alec mentendo spudoratamente.
- siete sempre stato un allievo modello ma deve un po rilassarsi. Faccia qualcosa di diverso ogni tanto. So che le piace studiare ma non c'é solo questo - disse Hodge come consiglio.
Si trovava in ottima sintonia con lui se non fosse arrivato Sebastian, gli sarebbe piaciuto avere qualcosa di intimo con il suo insegnante.
Hodge lasciò l'aula e lui andò in biblioteca. Era isolata e si mise dietro uno scaffale nascosto, si sedete e portò una mano dentro i pantaloni.
Si toccò intimamente e poi sentì un rumore. Il principe si agitò e stava per togliere la mano dal membro quando qualcuno lo scoprì.
- quando vi ho detto qualcosa di diverso, non intendevo questo - disse Hodge avvicinandosi. - é molto rischioso, principe -
- ecco... Io... -
Non sapeva cosa fare o dire. Era imbarazzato.
- Io non ho visto nulla - dichiarò Hodge tranquillazzandolo.
- Tengo molto a voi. Non voglio vedervi ferito o punito -
Anche se in imbarazzo, Alec era molto grato ad Hodge. Si chiuse dopo qualche minuto nella sua stanza. Non poteva credere a quello che era successo, Hodge l'aveva fatto venire e lui non aveva avuto il coraggio di fermarlo. Si sentì in colpa per Sebastian. Si era fatto toccare da un altro.
Si vergognava troppo. Quella mano che toccava il suo membro sapientemente. Era successo così in fretta, non se lo aspettava ma si sentì che era stato debole.
La febbre del re era scesa e si trovava nel letto di Michael accanto al camino, il fabbro sorvegliava il sonno e si prendeva cura di lui.
Robert aprì gli occhi, ancora una volta vide il viso di Michael e sorrise per un attimo. Poi si ritrovò in un letto e in un posto sconosciuto con abiti non suoi.
- devi star giù - disse Michael fermandolo. - hai avuto la febbre alta con delirio -
- Ti ringrazio per avermi accudito - disse Robert molto grato. - ma devo andare. Ho dei doveri -
- e a te non pensi? Non puoi trascurati - disse Michael dandogli una zuppa per metterlo in forza. - devi metterti in sesto -
Robert lo guardava incredulo. Gli aveva preparato da mangiare.
Prese il cucchiaio e lo assaggiò. Trovò quella zuppa così semplice squisita e prese a mangiarla con golosità. Michael lo guardava felice.
- ho mangiato tante cose raffinate ma questa zuppa così semplice é la cosa più buona che abbia mai mangiata - disse Robert lodandolo.
- le cose semplice sono le migliori - disse Michael con un sorriso. - puoi prenderne quanto ne vuoi -
Robert fece il bis di quella zuppa, Michael prese anche un po di frutta in cucina e Robert lo raggiunse.
- che re testardo - disse Michael guardando. - dovevi stare a letto -
- non ci riuscivo - disse Robert avvicinandosi a lui. - cosa lavi? -
- fragole - rispose Michael con un sorriso.
Il re sapeva che le fragole non le poteva mangiare. Erano vietate.
- Michael, non si può - disse Robert con timore.
- sono solo fragole. Non c'é nulla di peccaminoso o sbagliato in loro - disse Michael facendolo ragionare. - é assurdo che non mangiate un frutto così squisito -
- sono le regole - ribatté Robert.
- regola assurda. Assaggiala e vedrai che non succede nulla - disse Michael portando una all'altezza della sua bocca.
Michael lo stava tentando con quella fragola. Sembrava una prova dell'Angelo Raziel ma non riusciva a resistere. Ne assaporò un pezzo, imboccato da lui e sentì quanto quel frutto fosse dolce e succoso.
- vedi, non é successo nulla - disse Michael guardando com'è assaporava il resto della fragola.
- no, non é successo nulla - disse Robert ammettendo.
Michael portò il cestino con le fragole e con una ciotola.
- ecco un'altra esperienza: fragole e panna. Lo amarai - disse Michael mettendoglielo sul tavolo.
Robert conosceva la panna ma non aveva mai assaggiato con le fragole. Era curioso come un bambino.
Michael guardava la sua espressione, rivide il suo amico d'infanzia curioso ma adesso era un uomo e un re.
Un bellissimo re. I suoi pensieri non erano casti e non se ne vergogno. Non aveva paura della sessualità o delle sue fantasie a differenza degli abitanti di Idris o dei reali.
La sessualità faceva parte della vita, amare una persona e desiderarla era normale anche se era dello stesso sesso. Guardò Robert inzuppare la fragola nella panna e morderla. Lui immaginava loro due a letto con fragole e panna e che lo imboccava o lo sporcava di panna per assaporarla sulla sua pelle.
Robert emetteva versi di godimento mentre si gustava le fragole con la panna. Michael iniziò a pensare che non era stata una buona idea.
Un rumore lo attirò di sotto nel negozio e scese a vedere. Dalle scale vide Will mentre baciava il violista Jem.
Non ci voleva.
Perché era venuto proprio lì?
Michael scese dalle scale e arrivò verso i due. Fece sentire la sua presenza e i due lo guardarono.
- Will non dovresti portare le tue avventure qui - disse Michael serio.
- oh Michael, pensavo che fossi fuori - disse Will tranquillo.
- Mi hai avevi detto che era casa tua! - disse Jem furioso.
Michael vide che Will era nei guai ma se l'era cercata. Vide Jem uscire dal negozio e Will corrergli dietro.
Michael tornò su ma trovò una lettera con gli abiti datti a Robert.
' amico mio, grazie per tutto'
Era andato via ma sperava che sarebbe tornato.
Guardò il cestino e lo trovò vuoto. Aveva finito tutte le fragole e sorrise.
Intanto al castello, Simon cercò il principe e non volendo entrò nella stanza in cui Isabelle era stesa e aspettava Rebecca per il massaggio.
- oh Simon, tua sorella é in ritardo trova. Tu sai qualcosa? - chiese Isabelle vedendolo.
- no, non lo so - rispose lui imbarazzato.
- é strano. Lei é sempre così puntale - disse lei stranita. -
- vero. Chissà dove finita. Posso andarla a cercare - disse Simon non guardando il suo corpo semi nudo.
- resta. Mi farai il massaggio tu - disse Isabelle chiudendo gli occhi. - so di essere in ottime mani -
La principessa aveva chiesta a lui di farle il massaggio. Avrebbe sfiorato la sua schiena nuda.
- principessa, ma i suoi genitori... -
- i miei genitori non lo sapranno. Chiudi bene la porta. So che per loro il massaggio induce a palpazione e quindi considerata peccaminosa ma io amo i massaggi. Non ci rinuncerò per assurde regole - disse Isabelle decisa.
Simon chiuse la porta con la chiave e tornò da Isabelle per iniziare il massaggio.
Simon massaggiava le spalle prima in modo impacciato e poi con più sapienza. Aveva imparato da Rebecca a fare i massaggi.
Isabelle si godeva il massaggio dalle abili mani di Simon, adorava come la massaggiasse molto più di Rebecca. Forse era il tocco maschile o forse era solo perché era Simon.
Simon scese verso la schiena senza mai andare oltre al piccolo asciugamano. Per poi andare alle caviglie e polpacci.
A fine massaggio, Isabelle si girò e Simon la ammirò nuda ma distorse lo sguardo subito. Cercò il vestito della principessa e Isabelle sorrise a quella reazione. Quel ragazzo era molto speciale.
- Simon, puoi guardarmi - disse Isabelle con quella voce calda.
- non posso. La rispetto troppo - disse Simon porgendole il vestito senza guardarla.
- sei speciale, Simon. Voglio farti un regalo - disse Isabelle colpita da quelle parole.
- non dovete darmi nessun regalo - disse Simon sempre girato.
- io voglio dartelo. Lo meriti - disse Isabelle mettendo una mano sulla sua spalla. - girati -
Simon si girò un po e sentì le labbra di Isabelle sulle sue. Un bacio dalla principessa.
Era ora di cena, la famiglia reale lightwood era a tavola e ognuno pensava agli avvenimenti di quella giornata. Il re non tocco nulla ma restò a tavola con i figli, la regina gli chiedeva dove fosse stato ma lui non parlava. Maryse infuriò e si alzò da tavola.
Quella sera la cena fu molto strana, Max si chiedeva che avessero tutti e poi accade qualcosa. Il re sorrideva.
- ti senti bene? - chiese Alec stranito.
- si, mai stato meglio - disse Robert con un sorriso pensando a Michael.
Dopo cena, il re portò i figli in cucina ma disse loro di non dire nulla a nessuno. Erano tutti e tre un po perplessi ma volevano capire cosa avesse in mente, chiese all'orecchio una cosa a Rebecca.
- ma vostra maestà, é proibito - disse lei con timore.
- resterà tra noi - disse Robert rassicurandola.
Qualche minuto dopo Rebecca tornò con delle fragole e dalla panna.
- ecco, maestà. Come avete chiesto - disse Rebecca mettendo sul tavolo.
- ragazzi, voglio che provate - disse Robert sorridendo. - non c'é nulla di peccaminoso nelle fragole -
Isabelle abbracciò il padre a quelle parole. Alec e Max erano sconvolti.
- sono felice che la pensi così - disse Izzy felice.
- cosa ti ha fatto cambiare idea? - chiese Alec perplesso.
- ho incontrato un vecchio amico - disse Robert ai suoi figli.
- tu hai amici? - chiesero Max e Alec sconvolti.
- certo, figli miei. Ne ho amici - disse Robert a quella frase.
- veramente? Non ho mai visto qualcuno farvi visita tranne le famiglia più nobili o alleati - disse Max un po perplesso.
Non aveva tutti i torti. Lui non era un tipo molto socievole.
- non é vero. Alcuni amici ne ho - disse lui punto nell'orgoglio.
- quali? - chiese Max testardo.
- Cecily, Sophie... -
- ma quelle sono tue cognate. Non vale - ribatté Max giustamente.
- io ho un ottimo rapporto con loro - ribatté Robert al figlio. - quindi vale -
Alec e Isabelle guardavano divertiti il siparietto tra i due. Erano cosi quei due, Max non aveva peli sulla lingua e rispondeva spesso con un 'insolenza.
- non siamo qui per discutere delle mie amicizie ma per assaggiare le fragole con panna - disse Robert cercando di cambiare argomento.
- papà, non sei bravo a girare la cosiddetta frittata - disse Max.
- Max ha ragione. Cambiare argomento non é il tuo punto forte - disse Alec ridendo.
L'atmosfera era così diversa, le regole o i modi di corte restarono fuori dalla cucina e si stavano divertendo.
Robert prese un po di panna lì sporco per le loro parole e ci fu una lotta divertente tra loro. Risero tantissimo e non erano mai stati così con loro padre.
Il re si lasciò andare, non era più re in quel momento ma papà di quei tre figli.
Robert si toccò la medaglietta parabatai e ringraziò Michael per questo. Sentì che era lui ad averlo sbloccato. Mangiarono le fragole con la panna e si divertirono. Peccato che quel bellissimo e unico momento fu interrotto bruscamente.
- che state facendo? Fragole!!! Ma siete impazziti. Anche tu, Robert. Vuoi portarli nella via della perdizione? - esclamò Maryse scandalizzata e severa. -
La regina prese le fragole rimaste e le buttò nella spazzatura.
- non permetterò che andiate contro le regole di Idris. Voi tre in castigo! Non uscirete delle vostre stanze finché non lo dirò io e tu Robert zitto -
Vedendo che lui stava per parlare.
- sei il re! Devi dare il buon esempio -
- non stavamo face... -
Maryse fulminò con lo sguardo ad Alec che si azzitti.
- complimenti, madre! Hai rovinato il nostro momento - disse Isabelle con disprezzo.
- Nelle vostre stanze ora! - urlò Maryse autoritaria.
- Maryse, non hanno fatto... -
- Robert, stai peggiorando la tua posizione - disse lei.
- Maryse, sono il re. Decido io... -
- ora vuoi fare il re. Hai disubbidito ad una legge dei tuoi genitori - disse Maryse infuriata. - hai idea di cosa direbbe la gente se sapesse -
- che si fotta la gente - disse Robert esasperato.
- Robert Lightwood!! Sono scandalizzata - disse lei bigotta. - non ti sto riconoscendo -
- forse sono più me stesso che mai - disse Robert deciso, uscendo da quella cucina.
Il re o meglio Robert stava facendo le sue scelte grazie all'incontro di nuovo con Michael. Sembrava il passo verso una nuova era, sembrava un bel sogno ma dai sogni per sfortuna ci si svegliava. Accadde questa al re, sentì qualcosa che lo riportò alla realtà e il sogno svanì.
- Principe Alec, non fate il prezioso - senti Hodge a stretto contatto con il suo erede.
- lasciatemi andare - disse Alec intrappolato contro il muro. - non voglio... -
Robert lo fermò, nessuno toccava Alec e Hodge fu portato via dalle guardie per essere punito per alto tradimento e per aver cercato di abusare di suo figlio. Questo fece cadere al re di quanto fossero sbagliate quelle tendenze. La voglia sessuale induceva anche a quello. I suoi avevano ragione: era peccato.
Era davanti alla sua cella.
- mi hai tradito - disse Robert deluso e arrabbiato. - hai osato sporcare il mio stesso sangue con la tua deviazione -
-
- io sarai deviato? Allora osserva meglio il tuo prezioso figlio, si stava masturbando in biblioteca e quando lo toccato, lui ha goduto molto... -
- basta!!! Dici menzogne!! Alec non é come te. Lui é puro e fidanzato con la principessa Lydia - disse Robert alle sue insinuazioni.
- tu credi che sia puro. Allora perché di notte non vai da lui nella sua stanza. Se lo trovi -disse Hodge mettendogli la pulce.
- che vuol dire? - chiese Robert a quest'altra insinuazione.
- che il caro erede scappa di notte per chissà quali terre o letto - disse Hodge cercando di ferirlo.
Robert lo prese per la gola per la sua insolenza.
- puoi ammazzarmi ma non cambierà la realtà - disse Hodge ridendo. - che tuo figlio é gay. Gli piace il cazzo, essere leccato o toccato -
- smettila!!! - esclamò Robert stringendo la sua gola per poi lasciarlo dopo.
Il re scappò da lui con la voce di Hodge che continuava con le sue insinuazioni.
' tuo figlio ama farsi scopare'
Era una bugia. Il re si trovò dall'angelo raziel e pregò in cerca di risposte.
Il giovane principe ignaro di tutto se ne stava nella sua stanza quando il suo fedele servitore lo chiamò per una visita notturna.
- chi é? - chiese Alec confuso.
- una ragazza gentile con un mantello ma ho visto gli occhi. Sono verdi - rispose Simon con molta attenzione. - ha un bel sorriso -
Clary. Non poteva essere che lei.
Scese verso le cucine e uscì nel giardino. Eccola lì. Clary gli corse incontro e Alec la strinse.
- Clary, che ci fai qui? - chiese Alec preoccupato. - é successo qualcosa? -
- Sebastian voleva che tu avessi un suo messaggio per la notte - disse Clary rassicurandolo.
- sa che non potete vedervi ma voleva che avessi qualcosa per cui addormentarti felice. É molto dolce -
- e tu sei fantastica, Clary - disse Alec ringraziandola.
Robert guardò dalla finestra Alec e una ragazza sconosciuta. Si calmò dalle sporche insinuazioni di quel traditore di Hodge.
Ma chissà chi era quella ragazza?
Sembravano due amanti che si incontravano in segreto secondo il re.
Clary e Alec si salutarono e lui tornò nella sua stanza. Si mise a letto con il messaggio di Sebastian tra le mani, aveva un'aria sognante e aprì la busta.
' oh mio caro principe,
Immagino già che mi avresti schiaffeggiato se fossi li con te. Adoro scherzare con te.
Ti immagino qui tra le mie braccia, vorrei coccolarti e viziarti.
La notte e i doveri ci dividono,
Ma terrò duro e contero le ore che mi separano da te fino al nostro prossimo incontro.
Se apri la finestra, sentirai il vento che ti sfiora. Ho detto al vento di portarti un mio bacio.
S'
Alec andò alla finestra e la aprì. Senti il vento che lo accarezzava e immaginò che fosse il tocco di Sebastian.
Quel ragazzo non era solo dolce e passionale ma era anche un poeta.
Alec si addormentò felice dopo aver nascosto quel messaggio con l'altro. Nessuno li avrebbe trovati.
La principessa era sveglia, Rebecca le pettinava i capelli e vedeva che la sua serva amica era strana oggi.
- cosa ti succede? - chiese lei preoccupava, fermandola.
- nulla, principessa - disse Rebecca mentendo.
- Isabelle. Sai che odio che mi chiami principessa e poi non é vero che non hai niente. Confidati con me - disse Izzy portandola verso il letto.
- il conte Raphael. Ecco che succede - disse lei turbata.
- é un mio carissimo amico. Non devi temere o credere a dicerie. Non beve sangue o non violenta nessuno. Puoi fidarti - disse Izzy rassicurandola, sapendo cosa si dicesse in giro. - dimmi che é successo con lui -
- ecco lui vuole che lo incontri stanotte al suo castello - disse Rebecca confidandosi.
- devi essere speciale. Lui non invita una ragazza da sola al suo castello - confidò Izzy con un sorrisetto. - dobbiamo trovarti l'abito adatto per l'occasione. Ti darò un mio vestito -
- oh no, prin... Isabelle. Non sono adatti a me - disse Rebecca arrossendo.
- invece si. Hai un bel fisico. Meriti un abito che ti risalti - disse Isabelle uscendo gli abiti dall'armadio.
Isabelle vide quello giusto per Rebecca tra gli abiti. Semplice ma metteva in evidenza i suoi punti.

Isabelle guardava Rebecca con il suo abito preferito, era perfetta e sapeva che Raphael l'avrebbe adorato.
La principessa penso a tutto e Rebecca si ritrovò con l'abito della principessa in una carrozza verso il castello del conte Raphaeal. La dimora del conte era un po lontana dalla città, era nel bel mezzo di una foresta.
Forse era anche quello che spaventava e alimentava le dicerie sul conte. Rebecca si ritrovò nel salotto di quel castello, scortata da un servo e seduto su una poltrona vicino al camino accesso c'era lui, il conte Raphael.
- sapevo che saresti venuta - disse Raphael appoggiando il bicchiere di vino sul tavolino.
Rebecca non sapeva cosa fare o dire, era ancora con il mantello bianco che la copriva e lui si avvicinò per slacciarlo. In quel momento lui la vide con quell'abito che lo fece impazzire.
Lei si sentì nuda quando il mantello cadde a terra e guardava come lui la ammirava. Arrossi tutta quando lui le sussurrò quanto fosse bellissima e molto sensuale.
La fece sedere in una poltrona accanto al camino e di fronte a lui. Avevano tutti e due il bicchiere di vino ma lei non lo tocco.
- non é sangue. É vino. Puoi berlo - disse Raphael rassicurandola.
- il vino porta l'ubriachezza. L'ubriachezza porta a fare cose che non si dovrebbero fare - disse Rebecca decisa.
- oh Rebecca, non voglio farti ubriacare. Sei troppo prevenuta, dovresti scioglierti un po e io ti aiutero in ciò - disse Raphael osservandola così rigida.
- ho dei cattivi ricordi con il vino. Mia madre dopo la morte di mio padre era inconsolabile e si é buttata nel vino. Io ho fatto da madre a mio fratello finché mia madre non é tornata in sé - confidò Rebecca.
- oh povera piccola, tante responsabilità sulle tue spalle. Non hai potuto godere della tua adolescenza - disse Raphael avvicinandosi a lei per prendere il suo bicchiere. - niente vino allora. Ho qualcosa di meglio -
Un servo portò tutto a base di fragola.
Rebecca arrossi ma questa volta non si tirò indietro quando lui le portò il dito alla bocca con quella confessione aveva sbloccato qualcosa in lei.
Raphael guardava come Rebecca fosse golosa mentre la imboccava ma anche con la semplice fetta di torta. Il suo riepieno uscì un po andando a sporcare il suo collo e lui non resistete e portò la sua bocca lì per leccarlo via e baciare quel delizioso collo. Rebecca si perse in quei baci. Raphael la guardò dopo quei baci e Rebecca lo baciò con desiderio mentre seduti sul tappeto vicino al camino.
Intanto al castello dei Lightwood, il re non era nella sua camera da letto ma passeggiava per i corridoi. Era sollevato che Alec non fosse gay ma pensava anche al fidanzamento. Alec non poteva concedere attenzioni ad un'altra e poi c'era la questione Hodge. Aveva toccato suo figlio. Meritava di morire. Quello sarebbe stato l'esempio per tutti quelli che osavano disubbidire alle leggi.
Era sbagliato essere gay. L'angelo l'aveva messo alla prova con Michael. Lui aveva fallito, si era lasciato andare con l'abbraccio e le fragole e Alec ne aveva pagato le conseguenze. Era stato punito per la sua leggerezza.
Non avrebbe mai più fatto quest'errore. Sarebbe stato lontano da Michael. Per il bene di Alec, della sua famiglia e del suo popolo.
L'indomani tutti erano in piazza, il re aveva deciso per decapitazione di Hodge ma prima fu torturato. Le sue grida si sentirono per tutto il castello. Alec non riusciva a sentire ciò anche se Hodge aveva tentato di abusare di lui, odiava la violenza e quei metodi.
- questo sia di esempio a tutti coloro che pensano di tradire così il re. Non c'é posto qui per i deviati. La pena é torture e morte - disse il Robert duro.
La regina sorrideva al suo fianco. Era quello l'uomo che aveva sposato.
Michael assisteva alla scena con orrore. Non poteva credere che il suo Robert stava dicendo ciò.
Non poteva permetterò ciò. Andò un attimo in casa, prese un vecchio abito di famiglia e si mise una maschera. Avrebbe protetto il popolo da quelle maniere. Il boa stava per decapitare Hodge quando nella piazza arrivò un uomo mascherato e che salvò la situazione. Il re non credeva possibile che qualcuno proteggesse quel traditore.
- non vi rendete conto dello sbaglio che fate. Lui avrà anche fatto qualcosa di orribile ma voi state facendo peggio - disse una voce misteriosa.
- i gay non sono deviati. Voi condannate uomini che si amano. Non tutti sono buoni ma non meritano la morte -
- voi chi siete? - chiese Robert con disprezzo.
- il protettore del popolo - disse lui prima di andarsene con Hodge da lì.
Le guardie cercarono di prenderlo ma il popolo si mise in mezzo e poi era un abile spadaccino.
Il Salvatore mascherato accompagnò Hodge ai confini del regno.
- ti ho salvato la vita ma non farti più vedere in questo regno e vicino al principe - disse lui duro.
Hodge lo ringraziò e se ne andò nel regno di Alicante dove Valentine era sovrano.
In tutto il regno di Idris non si parlava altro che del misterioso salvatore. Il popolo lo lodavano mentre il re non vedeva l'ora di trovarlo e punirlo.
Simon portò una lettera al principe Alec. Era di Thomas, Anna e Christopher. Lo invitavano per un piccolo viaggio in regno un po lontano.
Alec parlò con i suoi genitori, loro furono favorevoli a quel viaggio così il loro erede poteva iniziare a creare le sue alleanze.
Il principe si recò dai cugini e scoprì il vero motivo del viaggio. Anna era stata invitata dalla sua nuova ragazza e Thomas e Christopher avrebbero in incontrati il loro amori segreti.
- io non capisco perché invitarmi - disse Alec confuso.
- perché sappiamo che hai bisogno di svago. In queste due settimane potrai fare quello che vuoi senza il controllo dei tuoi - disse Anna al cugino.
Due settimane senza i suoi. Avrebbe potuto vedere Sebastian in qualche modo.
- non so cosa dire - disse Alec a quella frase commosso.
Anna e gli altri cugini lo abbracciarono. Alec si sentì fortunato ad avere dei cugini stupendi.
Il principe organizzò i preparativi, uscì di nascosto per incontrare Sebastian ma Clary lo fermò.
- Alec, meglio che incontri Sebastian al confine dei due regni - disse Clary un po agitata.
- che succede?- chiese Alec preoccupato. - perché non posso vederlo adesso? -
- é con mio padre e i suoi amici - confessò Clary dispiaciuta.
- a far cosa? - chiese Alec confuso.
- Alec, ti prego. Non mi far rispondere. Ti faresti del male - disse Clary tenendoci a lui.
- voglio saperlo - disse Alec serio.
- mio padre ha organizzato una festa per far divertire i suoi amici con Sebastian ospite d'onore - disse Clary con difficoltà.
- voglio uccidere quel bastardo - disse Alec fuori di sé.
- anch'io, Alec. Mi sento così impotente - disse Clary piangendo. - e dopo toccherà a me -
Non poteva salvare Sebastian ma non avrebbe permesso che toccassero anche Clary. La portò via da quel posto, lei gli disse di fermassi ma non lo fece. La mise sul cavallo, la portò al confine dei due regni e chiese a Simon di portarla via in un luogo sicuro.
- ciao, sono Simon Lewis. Ci siamo visti altra volta - disse Simon gentile, guidando il carro.
- Ciao, io sono Clary - disse lei asciugandosi le lacrime. -
- dove andiamo? -
- in un luogo in cui non ti trovaranno mai - disse Simon con idea in testa.
Qualche minuto dopo...
- la camera della principessa é il posto in cui non mi troveranno? Fai sul serio, Simon? - chiese Clary prendendo già confidenza con lui.
- si. É il luogo in cui non ti cercherebbero mai. Fidati, Clary - disse Simon.
- ma se lei dovesse tornare? - chiese Clary agitata.
- lei ti aiuterà. La conosco - disse Simon rassicurandola.
- ne sei innamorato, non é vero? - chiese Clary all'improvviso.
- io? Ma che dici? Io innamorato di lei, ma dai - disse Simon con la sua parlantina veloce e il suo fare agitato.
- Simon, non ci sarebbe nulla di male. So che la principessa é bellissima come una dea - disse Clary rassicurandolo.
In quel momento la porta si aprì e Clary si nascose dietro il paravento.
- Simon, che ci fai qui? - chiese Isabella stupita. - sono contenta di vederni ma non mi aspettavo una tua visita -
- vede, principessa, le devo parlare... -
- c'é qualcun altro con te - disse Isabelle attenta ai dettagli.
- puoi venire fuori. Vedo le tue scarpe -
Clary goffa uscì dal paravento e Isabelle la osservò attentamente.
- tu mi ricordi qualcuno. Ma certo Jocelyn Fairchild - disse lei stupita. - sei la figlia. Ti credeva morta -
- mia madre é viva? Mio padre mi ha sempre detto che era morta - disse Clary sconvolta.
Isabelle si avvicinò a lei e la portò verso il letto.
- povera piccola, devi aver sofferto molto - disse lei guardando i suoi occhi.
Isabelle si occupò di lei e Simon tornò dal principe al confine.
- é con sua sorella - disse Simon scendo da cavallo. - so che può sembrare una mossa rischiosa ma... -
- hai fatto bene. Lì non la troveranno e Izzy se ne prenderà cura - disse Alec alla sua idea.
- sei geniale, Simon. Non ti gratificò molto ma il tuo aiuto é importante per me -
- lo sapevo che mi adorevate. Sotto quella corazza c'é un cuore tenero e caldo - disse Simon con i suoi soliti modi di fare
- Simon, non fammi pentire delle mie parole - disse Alec con uno sguardo.
- potete fare il principe scorbutico ma non ci casco più. Voi sarete un re migliore di vostro padre - disse Simon sincero.
Il re Valentine era furioso, non si trovava sua figlia e i suoi amici erano impazienti.
- dov'è finita? Tu sai qualcosa? - chiese Valentine a Sebastian ricoperto di sperma.
- no, sire. Non vedo Clary da quando abbiamo iniziato - disse Sebastian sincero. - posso andare a cercarla -
- no, i miei amici sono impazienti. Mia figlia non c'é quindi prenderai il suo posto - disse Valentine malvagio.
- vi prego, sono stanco. Ci sono molto altri bravi - disse Sebastian supplicandolo.
- é vero ma ai miei amici piaci molto - disse Valentine. - preparati. Oggi avrai tanti soldi -
Alec non immaginava cosa stesse succedendo ma inquieto. Sentiva come se stesse succedendo qualcosa di brutto.
Si avvicinò al bordello ma non vide Sebastian da nessuna parte. Forse era al castello così decise di andarci, Simon lo segui ma lui lo fermò.
- non puoi venire - disse Alec deciso. - é pericoloso -
- non vi lasciò andare da solo - disse Simon testardo.
- e neanch'io. Siamo parabatai - disse Jace alle loro spalle.
Cosa ci faceva Jace lì?
- ho sentito Isabelle e Clary parlare e ho scoperto che eri qui - disse Jace alla sua faccia. - Alc, perché non me l'hai detto? Siamo più che amici. Siamo fratelli -
- io... Avevo paura - disse Alec fragile.
- Alec, non importa chi ami. Sei stato uno sciocco - disse Jace abbracciandolo. - io non potrei mai allontanarti -
- mi dispiace, Jace. Avrei dovuto fidarmi - disse Alec. - scusami -
Simon guardò i due amici così uniti.
- sono contento per voi ma non rubatemi il posto, biondino - disse Simon a Jace.
- Alec, perché ti porti questo qua? - chiese Jace irritato. - non può aiutarci. Sarebbe solo d'intralcio -
- Jace, non fare come al solito. Simon mi ha aiutato molto volte. É un aiuto prezioso - disse alec ai modi di Jace.
- sono più utile io di voi. Siete bravo solo a portarvi le ragazze a letto e nient'altro - disse Simon infastidito ma grado al principe. - oh grazie principe -
- almeno io so come trattare una donna. Tu non ne avrai toccata una - disse Jace superiore. - e poi parlami ancora così, mondano e io ti facci a pezzi -
Alec si mise in mezzo.
- siamo qui per una missione. I vostri conflitti teneteli fuori - disse Alec da leader. - Sebastian ha bisogno di noi -
- ma questo Sebastian chi sarebbe? - chiese Jace curioso.
- non é il momento delle domande - disse Alec arrossendo.
Il principe, il suo parabatai e il servo entrarono nel castello con un piano.
Simon guidava il carro, dietro c'erano Alec e Jace nascosti da fieno e c'erano anche barili di vino.
- odio sto piano! Che schifo - disse Jace schizzinoso.
- non lamentarti. Poteva finirci di peggio - disse Alec alle sue lamentele.
Una ragazza li vide ma Jace usò il suo charme e prese a baciarla e toccarla così da permettere ai due di proseguire.
Alec e Simon arrivarono con un po di fatica fuori dalla stanza in cui sentirono le urle.
- maledetto! - esclamò Alec furioso.
All'improvviso tutto fini, non si sentivano più urli e sentirono passi verso la porta. Simon cercò di tenere calmo il principe e lo portò dietro una statua. Uscirono pian piano tutti quei maiali tra cui dei alleati del padre. Che ipocrisia!!! Facevano parte di un consiglio chiamato Conclave.
Quando anche quel bastardo di Valentine fu lontano da lì, Alec corse nella stanza e lo scenario che si presentò davanti ai suoi occhi era agghiacciante. Al centro della stanza c'era Sebastian nudo con spema, sangue, lividi e segni di frustate sulla schiena ma anche di legatura alle mani e piedi molto stretti.
Il cuore di Alec era in mille pezzi mentre si avvicinava a lui.
- Sebastian -
Sebastian aprì gli occhi, vide Alec e andò in panico.
- non mi guardare! - esclamò Sebastian con vergogna.
Alec lo copri con il suo mantello, lo prese tra le sue braccia piano e Simon guardava come il principe era innamorato mentre portava fuori il povero Sebastian.
- non devi vergognarti! Sono loro che dovrebbero. Non dovevano osare farti questo - disse Alec con una dolce carezza. - ti porterò via da qui -
Jace li raggiunse, gli si strinse il cuore a vedere quel ragazzo così tremante e non si aspettava che la persona in questione fosse un prostituto. Non avrebbe mai pensato ad Alec con un prostituto ma non importava, se Alec era felice.
Mezz'ora dopo erano in città, Simon si fermò nel retro del negozio del fabbro Wayland e Alec prese Sebastian in braccio.
- Sei sicuro che lo potrà guarire? - chiese Alec a Simon.
- si. Ho sentito parlare che ha guarito molto persone nei villaggi in cui é stato - disse Simon sicuro. - qui é successo con due persone -
Alec bussò alla porta, Michael aprì e restò sorpreso di vedere l'erede al trono là con qualcuno in braccio coperto dal mantello.
- so che guarite le persone. Ho bisogno del vostro aiuto - disse Alec. - ma nessuno deve sapere che lui é qui -
- entrate - disse Michael. -chiunque sia é al sicuro -
- siete un angelo - disse Alec con un sorriso.
- oh principe, sono solo un uomo comune che aiuta la gente - disse Michael umile, guidandoli al piano di sopra.
- non é una cosa da tutti soprattutto non sapendo chi sia - disse Alec ammirandolo. - vi ammirò -
- tutti meritano di essere curati, non importa che sia buono o cattivo, ricco o povero e così via. Siamo uguali davanti l'angelo - disse Michael molto profondo
Alec più lo sentiva parlare più lo vedeva come un esempio da seguire a differenza di suo padre.
Michael guidò Alec verso il suo letto.
- mettitelo qui- disse Michael andando a prendere tutto il necessario.
Alec lo stese sul letto, gli tolse il mantello e guardò Sebastian mentre dormiva.
- ti sentirai meglio. Lui ti guarirà - disse Alec accarezzandolo.
Michael tornò con erbe e altro ma tutti gli cadde a terra alla vista di quel ragazzo.
Non poteva essere!!! Sebastian. Il suo Sebastian.
Era sconvolto.
Come poteva essere?
- state bene? - chiese Alec a quella sua reazione.
- il mio bambino - disse Michael con i singhiozzi.
- come il suo bambino? Siete il padre di Sebastian? - chiese Alec sconvolto.
- si. Chi gli ha fatto questo? - chiese Michael vedendo quel corpo abusato.
- dovrebbe saperlo. L'ha venduto a Valentine - disse Alec ripensando alla parole di Sebastian.
- io? Venduto a Valentine? Come osi accusarmi - disse Michael a quella brutta accusa..- io amo il mio bambino. Non avrei mai potuto farlo e poi per anni ho creduto che fosse morto in un incendio -
- com'è morto? Io non posso crederci. Valentine ha superato il limite - disse Alec con la rabbia che ribolliva il sangue. - io lo ucciderò per il male fatto a Sebastian -
- il mio adorato bambino crede che io l'abbia venduto in tutti questi anni - disse Michael sconvolto.
- non é colpa sua ma di Valentine. Pagherà. Ve lo prometto - disse Alec a Michael.
- ma venduto per cosa? Io non capisco. Faceva il servo o qualcosa del genere? - chiese Michael non capendo.
Com'è faceva a dirgli la verità? Era troppo da sopportare tutta insieme. Non sapeva cosa dire.
- principe, deve dirmelo. Ho il diritto di sapere! Sono il suo papà - disse Michael supplicandolo. - la prego -
Dirgli la verità equivaleva conficcargli una lama nel cuore.
- non posso... Non ci riesco - disse Alec senza coraggio.
- non importa quanto sia brutto o farà male, io devo saperlo - disse Michael deciso.
Alec si fece forza e parlò.
- Valentine ha fatto diventare un prostituto a Sebastian - disse Alec con una lacrima che scendeva.
- nooooooo! -
Le gride spezzavano in cuore di Alec ancora di più.
Michael si avvicinò a suo bambino ormai ragazzo e gli accarezzò il viso.
- mi dispiace, non esserci stato per proteggerti da quel crudele mondo e da Valentine - disse Michael addolorato. - ma nessuno ti sfiorerà più da adesso. Ci sono io -
Alec era sceso giù per lasciarli soli e adesso parlava con Simon. Seppe da lui che anche Jocelyn pensava che la figlia fosse morta.
Sebastian aprì gli occhi, sentì un tocco angelico e familiare. Sembrava di sentire il tocco di suo padre ma non era possibile che fosse lui. Lui l'aveva venduto. Non lo voleva.
Guardò verso quella mano e lo vide. Era più adulto ma era sempre lui,
l'uomo che l'aveva cresciuto e poi venduto.
- Sebastian. Bamb... -
- non toccarmi. Non dire bambino mio. Non sono più un bambino e non sono tuo figlio - disse Sebastian con rancore.- hai messo in chiaro anni fa ciò -
- no, Sebastian. Non é come pensi. Ci ha manipolati entrambi. Io pensavo che fossi.... -
- non voglio sentire le tue patetiche scuse - gridò Sebastian cercando di alzarsi.
- sei debole. Non puoi camminare o alzarti - disse Michael premuroso. - ti faresti solo del male -
- stare qui con te mi sta uccidendo - disse Sebastian con dolore per poi rividendo dopo quel brutto momento in cui Valentine lo portava via.
- ho aspettato mesi da bambino che tu tornassi perché non credevo che potessi vendermi. Pregavo all'angelo raziel 'portami il mio papà' ma tu non arrivavi mai. Ho smesso di credere agli angeli o alle favole. Devo ringraziare te -
- no, bambino mio. Non dire così. Io pensavo che tu fossi morto in un incendio. Ho passato mesi e anni a piangere sulla tua tomba fino adesso - disse Michael disperato a quelle parole che erano come tante pugnalate. - Ho trovato un bambino della tua età e simile a te solo che il fuoco lo ha sfigurato, la nostra casa é bruciata e io credevo che eri tu -
- non ti credo - disse Sebastian duro. - non mi farò ingannare. Tu vuoi solo usarmi per far soldi -
- no, Valentine ti ha fatto credere ciò ma non é così. Non mi interessano i soldi. Rivoglio solo il mio bambino - disse Michael sincero. - ti prego. Credimi -
- non ti crederò mai - disse Sebastian duro.
Michael non sapeva cosa dire o fare. Sebastian aveva solo quella idea di lui e i suoi racconti non cambiavano la sua prospettiva.
- dov'è Alec? Voglio andarmene - disse Sebastian serio.
- é di sotto ma non ti conviene muoverti - disse Michael premuroso.
- evita di fare il premuroso. Mi fai solo venire solo ancora più rabbia - disse Sebastian trattando male. - voglio Alec. Lui é l'unico di cui mi fido qui -
Michael scese giù con il cuore ferito, il suo bambino non gli credeva e raggiunse il principe.
- vuole vedervi. Vuole che lo portate via. Non mi crede quindi non sono nulla per lui - disse Michael piangendo.
Alec si avvicinò a lui e lo confortò.
- devi dargli tempo. Sono sicuro che capirà la realtà - disse Alec sicuro.
- non avete visto con che occhi mi guardava- disse Michael scettico.
- voi due avete la stessa ferita negli occhi - disse Alec. - una ferita che non guarisce in un'ora o in un giorno. Ha bisogno di tempo -
Il principe era dispiaciuto della situazione. Sali sopra da Sebastian che era a terra per aver provato a camminare e lo soccorse.
- che testardo. Tuo padre ha detto di non muoverti. Sei debole - disse Alec rimettendolo nel letto. - resterai qui -
- cosa? Non puoi farmi questo - disse Sebastian arrabbiato. - non starò nella stessa casa con quell'uomo -
- un viaggio a cavallo o in carro ti farebbe male - disse Alec.
- non mi importa. Non voglio stare qui - disse Sebastian testardo.
Alec gli dispiaceva che Sebastian fosse arrabbiato con lui ma era la cosa migliore da fare.
Il principe lasciò Sebastian in mani sicure nonostante gli urli dell'altro. Tornò al castello con Simon e raggiunse le stanze di Izzy.
Clary corse da lui ad abbracciarlo e gli chiedeva di Sebastian. Clary era una piccola sorellina per lui.
- Alec, perché non mi hai detto di Clary o Sebastian? - chiese Izzy un po delusa.- noi ci diciamo tutto -
- Izzy, sai che non sono bravo con le parole - disse Alec in imbarazzo.
- e mi vergognavo. E poi c'erano tante cose in ballo. Per me non é facile parlare della mia visita privita e che mi... -
- e che ti piacciono gli uomini. Lo so già da tempo, lo sempre saputo e non importa se la persona che ami sia un uomo e prostituto. Sei sei felice tu, lo sono anch'io - disse Izzy abbracciandolo. - mi hai stupito un po ma é bello quello che hai fatto per Clary e Sebastian -
Alec la ringraziò del suo appoggio, Clary desiderava una famiglia come quella in cui si volevano bene e pensava alla sua mamma.
Per tutti, il principe Alec era in viaggio con Anna, Thomas e Christopher per due settimane ma in realtà era a casa di Michael da diversi giorni.
In quei giorni stava vivendo come uno del popolo e faceva cose comuni. Alec si trovava bene con Michael mentre Sebastian non rivolgeva la parola a suo padre. Durante la convivenza, il principe notò la stessa collana e manifattura di quella di suo padre. Doveva essere lui il caro amico. Non si sorprendeva se l'aveva sciolto un po, Michael aveva questo dono di cambiare gli animi chiusi o sbloccati.
Chissà perché poi suo padre non si era fatto più vedere dalle parti del negozio.
Michael vide Robert che passava e lo fermò.
- Rob... cioè maestà, ho la spada da mostrarle - disse Michael con un sorriso.
- non ho tempo per spade o altro - disse Robert duro.
Michael non si aspettava una simile risposta ma forse si era illuso soltanto quel giorno. Robert non era più quel bambino che aveva conosciuto. Era un'altra persona e faceva male.
Perché doveva essere così difficile con le due persone che più amava al mondo?
- non fare il bambino. Ferisci così tuo padre così - disse Alec cercando di farlo ragionare.
- e cosa dovrei fare? - chiese Sebastian.
- dovresti ascoltarlo. Dovresti credergli ma soprattutto smettila di non parlargli - gli consiglio Alec prendendogli dell'acqua. - lo uccidi così -
- io vorrei tanto fidarmi. Non sai quanto - disse Sebastian sincero.
- ma sono bloccato -
- fai un passo alla volta - gli consigliò Alec accarezzandogli la guancia.
- forse hai ragione. Un passo alla volta - disse Sebastian con un timido sorrisi.
Michael sorrise a quella frase. Forse era stato troppo pessimista, un passo alla volta era quello che ci voleva per loro.
- quindi in questo momento che vuoi fare? - chiese Alec dolce.
- vuoi fare l'amore con te - disse Sebastian sicuro. - mi manca toccarti o baciarti o tutto il resto -
- non possiamo, Sebastian. Vorrei anch'io. Ma il tuo corpo é ancora debole - disse Alec
- faremo piano - disse Sebastian con quegli occhi da cucciolo.
- tuo padre ha detto che potresti anche morire se adesso qualcuno ti penetrasse. Io non voglio perderti - disse Alec prudente.
- hai ragione. Allora baciami e toccami solo - disse Sebastian con un sorriso.
- questo posso farlo - disse Alec mettendosi accanto a lui.
Che ironia della sorte, il figlio di Robert amava suo figlio. I wayland erano destinati ad amare i lightwood.
Michael guardava Alec come baciare e toccava dolcemente a Sebastian. Era così felice di vedere che nonostante tutte le cose brutte che suo figlio aveva subito, avesse trovato l'amore a differenza sua. Si era illuso di un amore con Robert ma era il momento di svegliarsi. Loro due non sarebbero mai stati insieme.
Michael decise di fare una cavalcata al cavallo, avvertì i ragazzi da fuori che usciva così li lasciava un po soli.
C'era la neve, lui cavalcava il suo cavallo bianco e si addentrò in una parte sconosciuta ai confini del regno. Trovò uno spettacolo davanti agli occhi, una fonte termale nascosta a tutti e si fermò là.
Lui non lo sapeva ma non era solo, qualcuno lo spiava da lontano.
Nonostante il re cercasse di star lontano da lui, non ci riusciva e si era ritrovò a seguirlo.
Non conosceva quella fonte termale.
Era nascosto dietro dei sassi e ammirava Michael godersi il bagno termale. Si era spogliato come quella volta al fiume e si era immerso nell'acqua bollente.
La neve rendeva tutto così magico.
- chi c'é? - chiese Michael sentendosi osservato.
Guardava attentamente verso i grandi sassi ma non vedeva nulla.
Aspettò un po per cogliere nel fatto chi lo spiava ma nulla.
- chiunque tu sia fatti vedere - disse Michael deciso.
Il re non osa uscire, un conto per spiarlo ma un altro era rivelarsi a lui.
- spiare non é una bella cosa - continuò lui.
Robert con coraggio usci fuori da dietro i sassi e Michael non se lo aspettava che fosse lui.
- Robert??? Che ci fai qui? Perché mi spiavi? - chiese Michael confuso.
- io non lo so. Mi sono ritrovato qui senza volerlo - disse Robert arrossendo.
- é il tuo cuore che cerca di dirti qualcosa - disse Michael notando il suo rossore. - avvicinati -
Robert era un po incerto, si mise seduto sul sasso e continuava a guardarlo.
- hai intenzione di guardarmi solo? Non hai voglia di un bagno - disse Michael diretto.
- non sarebbe app... -
- dimentica quello che dicevano i tuoi genitori. Tu cosa vuoi? - chiese Michael guardando come si limitava.
Era la prima volta che qualcuno glielo domandava.
- io vorrei farmi un bagno con te - disse Robert tutto rosso.
Per la prima volta dopo anni e anni Robert diede retta a quello che diceva il suo cuore e si spoglio di fronte a Michael. Entrò nella fonte termale, era bella bollente e Michael gli sorrideva, avvicinandosi a lui.
- come ti senti? - chiese Michael mettendo una mano alla sua spalla.
- mai stato meglio - disse Robert guardando come quella mano gli accarezzava il collo e si fermò sul petto.
- non guardarmi così - disse Robert tutto rosso al suo sguardo e carezza.
- il tuo sguardo mi fa sentire più nudo. Mi sembra che puoi sentire la mia anima -
- la tua anima si nasconde dietro le mura di corazza ma solo io riesco a penetrarvi - disse Michael continuando la carezza.
- non dire così. Mi imbarazza - disse Robert così pudico.
- oh sei così innocente. La sola parola 'penetrarvi' ti fa arrossire ancora di più. Questo lato mi attrae ancora di più - disse lui al suo orecchio.
- io non ho mai provato piacere sessuale - disse Robert sincero. - il mio matrimonio é combinato -
- ora ci sono io - disse Michael baciandoli il collo.
La labbra del fabbro e suo amica di infanzia baciavano il collo del re, facendogli provare brividi e poi avvicinò le stesse labbra a quelle del re. Mai labbra furono violate tranne dalla regina ma era baci freddi mentre questo scioglieva ghiaccio intorno al suo cuore e lo fece risvegliare, addormentato da tempo. Aspettava solo il bacio giusto per essere risvegliato.
Il vero amore era la magia più potente del mondo e adesso Robert capi quelle parole.
- hai risvegliato il mio cuore - disse Robert aprendo gli occhi.
- solo il potere del bacio del vero amore poteva farlo - disse Michael romantico. - forse qualcuno ti ha fatto qualcosa ma adesso sei libero da ciò. Puoi amare tranquillamente -
Robert prese il viso con le mani e lo bacio con tutto l'amore che aveva nel cuore appena risvegliato.
- non voglio perdere più tempo. Voglio essere tuo - disse Robert sicuro.
- lo sei sempre stato, solo che non te ne accorgevi - disse Michael al suo orecchio. - ma sarà un onore renderlo ufficiale -
Robert si ritrovò contro il bordo della fonte termale mentre Michael gli baciava la schiena e lo toccava intimamente. Le mani di Robert erano appoggiati sulla neve ma non sentiva freddo, l'acqua bollente, il corpo di Michael e la sua mano lo tenevano al caldo. Era troppo occupato a sentire il calore dentro di sé per preoccuparsi delle mani. La mano di Michael lo toccava come mai nessuno aveva fatto. Maryse non glielo aveva mai toccato, forse preso in bocca ma non era la stessa cosa. Michael lo faceva con cura e dedizione mentre Maryse per dovere.
Il re stava godendo per la prima volta in vita sua e grazie al suo unico vero amore. Gemeva anche per la prima volta.
- così Baby, non ti trattenere. Gemi quanto vuoi - disse Michael al suo orecchio, aumentando il ritmo.
I gemiti di Robert eccitavano tantissimo a Michael.
- Michael, ti voglio dentro di me - disse Robert con gran desiderio.
Michael lasciò la membro di Robert per prepararlo con cura, era così stretto già a sentirlo con le dita e Robert faceva versi.
Michael invitò Robert ad uscire della fonte termale, non c'era freddo per il fatto della neve ma i piedi che la toccavano si. Al re venne dei brividi ma subito Michael mise sulla coperta sulla neve. Fece distendere il re lì e gli riscaldo subito i piedi.
- cosa ho fatto per meritami un angelo come te? - chiese Robert guardando come lo riscaldava.
- non sono un angelo. Anch'io ho i miei difetti. Non sono perfetto e non voglio esserlo. Voglio solo stare al tuo fianco e darti amore - disse Michael mettendosi su di lui.
- lo vorrei anch'io. Se solo le leggi d... -
Michael gli mise il dito sulle labbra.
- qua non esiste Idris o altro. Ci siamo solo noi due - disse Michael.
Robert sentì le labbra di Michael zittirlo e coinvolgerlo in un bacio che gli fece scordare tutto.
C'erano solo loro due. Non c'era il conclave né Idris nè maryse o i suoi genitori. Erano soli in un quel luogo incanto. Michael lo fece girare per prepararlo al meglio, le dita dei piedi toccavano la neve ma il bel fabbro stuzzicava l'entrata con la lingua.
Non gli importava se le dita si ghiacchiavano un po. La preparazione di Robert era più importante. Sentì quanto gemeva, era molto vocale e impaziente. Lo fece girare per penetrarlo ma lo guardava per un segno che fosse pronto.
- non farmi aspettare ancora, Michael. Sono pronto - disse Robert sicuro.
In quell'attimo quel canale mai violato fu penetrato da lui. Il re si era concesso con il cuore, anima e corpo al suo unico amore. Fu uno dei momenti più belli per il re insieme alle nascite dei suoi tre splendidi figli.
Senti che la sua vita era completa adesso, avrebbe potuto morire felice.
Michael lo guardava negli occhi mentre si spingeva in lui, vedeva l'emozione nei suoi occhi blu e sentiva ogni cosa attraverso i loro corpi uniti.
Il re piangeva dalla felicità che il suo amore gli stava donando con quelle spinte. Michael raccoglieva le goccioline con le labbra mentre gli faceva provare il piacere vero.
- oh baby, ti ho fatto male? - chiese Michael preoccupato.
- no, mi stai dando solo amore e piacere - rispose Robert versando le lacrime commosso.
- allora sono lacrime di felicità? - chiese Michael volendo essere sicuro.
- non potrebbero essere altro - gli rispose Robert sorridendo.
Li su quella coperta e in mezzo alla neve fecero l'amore, prima dolce e poi molto passionale tanto che grida di piacere si udivano bene.
Da lì passarono due giovani che udirono le grida ma non si avvicinarono perché uno dei due era in imbarazzo e proseguirono verso i confini. Michael fece venire Robert in un potente orgasmo e poi venne dentro di lui, facendolo urlare di più. Robert era scosso dal piacere e guardava Michael felice.
- wow! Finché non ti ho conosciuto, non sapevo cosa fosse l'amore e il piacere ma adesso che lo so, non voglio più separarne - disse Robert così aperto. - sarebbe un dolore troppo grande e inconsolabile, separarmi dal mio unico amore -
- non lo dovrai fare, io sono qui per te e sarà per sempre - disse Michael sicuro prima di baciarlo.
- non permetterò che le leggi ci separino, lottero contro le ingiustizie e vincerò per noi -
Disse Robert deciso. - troverò un modo per separarmi da Maryse -
Michael e Robert se ne andarono da là per non ammalarsi ma durante la cavalcata, si sentirono deboli e si fermarono in cerca di un rifugio e videro una casa.

Si avvicinarono alla casa, bussarono e li aprì una ragazza. Una ragazza di nome Catarina e fu la loro fortuna che curava le persone.
- mi dispiace, ho solo un letto per gli ospiti - disse lei dispiaciuta. - é un problema? -
- no per nulla - disse Robert subito.
Catarina preparò il letto matrimoniale, lei sapeva che Robert fosse il re di Idris e vedeva gli sguardi tra i due ma non disse nulla, non erano affari suoi e poi aveva sempre trovato assurde le regole di Idris.
Robert chiede a Catarina di avvisare il castello che sarebbe mancato per qualche giorno mentre si sdraiava nel letto con Michael.
Catarina mandò un messaggio al castello che il re era malato e che per qualche giorno sarebbe rimasto da lei e che non si poteva spostare da là.
- grazie, Catarina - disse Robert molto grato, prima di svenire.
Michael si allarmò e Catarina lo tranquillizzò. Era normale visto che erano passati dall'acqua termale e la neve.
Erano stati presi dal momento e non avevano pensato alle conseguenze. Erano stati sciocchi e folli ma l'amore ti faceva fare follie. Trovare Catarina e la sua casa era stata la loro salvezza.
Al confine c'erano i due giovani in cerca di un posto per stare da soli. James Herondale ancora era rosso per quelle grida mentre il suo migliore amico e anche amore segreto Matthew Fairchild era interessato a vedere ma il ragazzo dagli occhi dorati l'aveva fermato.
- dai, James, sorridi - disse Matthew guardando imbronciato.- non fare il musone -
- parli facile tu. Non é tua madre che vuole farti sposare con Cordelia Carstairs. É la mia che ci vede cosìà teneri - disse James sfogandosi.
- ma tanto Cordelia non ti vuole. Sai che ama tua sorella - disse Matthew tranquillo.
- oh questo cambia tutto - disse James ironico.
- James, devi credermi. Le cose cambieranno. Me lo sento - disse Matthew sicuro. - presto potremo vivere il nostro amore alla luce -
- sei un sognatore, Matthew Fairchild. Non cambierà nulla. Dovremo nasconderci per sempre - disse James pessimista. - o finiremo uccisi per il nostro amore -
- James, non fare così. Tu devi credere - disse Matthew stringendolo da dietro.
James lo allontanò da sé.
- sei impazzito, Matthew. Se qualcuno ci vedesse, finiremo nelle segrete del castello - disse James preoccupandosi.
- morirei se ti succedesse qualcosa -
- ok, James. Cosa vuoi fare? - chiese Matthew a quella risposta.
Nella casa del fabbro Wayland, Sebastian guardava che si era fatto buio e suo padre ancora non era tornato. Questo lo fece agitare. Era andato a fare una passeggiata ma mancava da ore.
- e se gli é successo qualcosa? Può aver incontrato qualcuno di losco o lupi o essere caduto in un fosso - disse Sebastian preoccupato.
Alec gli portò la zuppa e rise.
- cosa hai da ridere? Mio padre potrebbe essere in pericolo - disse Sebastian offeso.
- rido perché non ne volevi sapere di lui e adesso sei preoccupato - disse Alec giustamente.
- ho cambiata idea. Ok? - disse Sebastian a quelle parole.
- io ne sono solo felice - disse Alec alla sua dolce reazione. - ora mangia la zuppa. Vedrai che arriverà presto. Si sarà fermato per strada ad aiutare qualcuno -
- hai ragione - disse Sebastian prendendo la zuppa fatta da Alec.
Proprio in quel momento, arrivò il messaggio per Sebastian da parte di Catarina e fu Simon a prenderlo visto che Alec non si poteva far vedere.
- come farei senza di te? - chiede Alec a Simon.
Sebastian guardava quanto Alec e il suo servo fosse così complici e si ingelosì. Sapeva che doveva ringraziare anche lui per il salvataggio eppure ne era geloso, anche di come scherzavano tra loro.
- Clary, come sta? - chiese Alec come uno fratello maggiore.
- una favola. Isabelle se ne prende cure. Hanno legato molto - disse Simon con un sorriso. - e io e Clary siamo diventati amici. Lei é un angelo -
- attento, Lewis. Deve restare solo amicizia - disse Alec protettivo con Clary.
- tranquillo, principe. Il mio cuore appartiene già a qualcuno - disse Simon pensando alla bella Isabelle.
Alec ancora non sapeva che il sui servo era innamorato di sua sorella.
Sebastian voleva leggere il messaggio e separare quei due. Era chiaro che Simon fosse innamorato di Alec e non avrebbe permesso che glielo avrebbe portato via.
Sebastian lesse la lettera, suo padre era malato preso una ragazza di nome Catarina Loss. Ne aveva sentito parlare e sapeva che era in ottime mani. Si tranquillizzò al messaggio di lei.
Simon lasciò i due da soli e ritornò al castello dove mancava anche il re. Anche lui era Catarina Loss. Tutti e due ammalati e nello stesso posto. Era molto strano per essere un coincidenza.
Che il re nascondesse qualcosa?
Era dalle parti della serra interna e vide la sua bella Isabelle con Clary.
- wow! É bellissima - disse Clary inoltrandosi dentro.
- si i fiori sbocciano solo di sera - disse Isabelle prendendo un fiore e mettendoglielo tra i capelli.
- oh Isabelle. Stai facendo molto per me - disse Clary grata. - non ho mai avuto un'amica con cui confidarmi -
- e mi avrai sempre - disse Isabelle dolce.
Simon sorrise all'amicizia tra le due ragazze.
- penso che c'é qualcuno per te - disse Clary con un sorrisetto. - io andrò a riposare -
Isabelle si girò e vide Simon. Clary li lasciò soli usando un passaggio segreto e i due si baciarono tra i fiori che finivano di sbocciare.
Clary sbagliò porta per uscire e si trovò Jace a petto nudo che si allenava.
Aveva visto tanti uomini nudi ma il corpo di Jace la fece arrossire.
- Clary, che bella visita - disse Jace smettendo di allentarsi e avvicinandosi a lei.
- ho sbagliato camera - disse lei rossa come i suoi capelli.
- dovresti farlo più spesso sai - disse Jace mettendo una mano contro il muro e il loro corpi entrarono in contatto.
- non mi sembra il caso. Tu sei un principe e io una prostituta. Meriti di meglio - disse Clary sentendosi sporca.
- non mi importa cosa facevi, Clary. Ti voglio - disse Jace scendo a baciarle il collo.
Clary voleva tanto lasciarsi andare ma non ci riusciva. Lo spinse via e scappò.
- questo ti rende ancora più interessante, Clary Fairchild - disse Jace con un sorrisetto, riprendendo all'allenamento.
Passarono altri giorni, Il re Robert tornò al castello e il fabbro Michael al suo negozio. Tornarono alla vita di tutti i giorni ma con un segreto.
Anche Sebastian si era ripreso finalmente, camminava tranquillamente e preparò la colazione per suo padre e per Alec.
Michael era così felice che Sebastian avesse capito che era stato manipolato e adesso lui e suo figlio erano inseparabile come quando lui era piccolo.
Alec era così felice di vedere padre e figlio abbracciarsi e lavorare per far l e spade ma anche a tiare, fermagli e altre cose.
Sebastian era uscito fuori dal retro e stava andando a prendere le uova ma qualcuno gli tappo la bocca da dietro.
- pensavi veramente di scappare da me - disse un uomo con il mantello ma la sua voce era inconfondibile.
Era Valentine.
- hai trovato il tuo papà ma adesso gli dirai di nuovo addio. Tu mi appartieni -
Sebastian cercò di liberarsi dalla sua presa ma era troppo forte e si ritrovò in un carro, legato e coperto da fieno. Non poteva neanche urlare. Era di nuovo prigioniero di quel mostro.
Michael usci dal retro e trovò la collana che gli aveva fatto a Sebastian con la runa angelica.
Si guardò intorno ma non lo vedeva da nessuna parte e poi vide un fazzoletto con due iniziali VM.
- che tu sia maledetto Valentine Morgenstern! - urlò Michael tutta la sua rabbia.
Avevano appena ritrovato la felicità e di nuovo quel mostro gliela strappava di nuovo.
Michael guardò Alec mentre preparava il pranzo con un sorriso e non aveva il coraggio di dirgli che Sebastian era stato fatto prigioniero.
- É quasi pronto. Sebastian si lecchera i baffi appena tornerà - disse Alec sorridendo.
- ne sono sicuro - disse Michael cercando di fare il tranquillo e il forte. -Devo assentarmi per qualche minuto -
- é successo qualcosa? - chiese Alec a quella frase.
- no, non é successo nulla - disse Michael fingendo. - devo andare a trovare una persona a casa -
Michael prese il suo cavallo e raggiunse il confine e c'era il cavallo di Robert.
- che ci fai qui? - chiese Robert confuso, spuntando da dietro un albero.
- Robert, non posso spiegarti adesso - disse Michael con urgenza.
-
- quello é il regno di Alicante. Non puoi andarci. Sai che se qualcuno ti vedesse, finiresti nei guai - disse Robert serio.
- non mi importa, io devo andare - disse Michael testardo.
- sono il re. Ti proibisco di farlo - disse Robert per paura che gli succedesse qualcosa.
- non puoi obbligarmi - disse Michael testardo, correndo via da li.
Il re lo chiamava forte ma Michael non si fermava e allora prese il suo cavallo e lo seguì. Non avrebbe permesso che gli succedeva qualcosa.
Michael entrò nelle mure del castello tranquillamente e gli sembrava così strano. Robert lo raggiunse e non c'erano guardie.
- non é normale - disse Robert a quella strana pace. - é una trappola -
- che ci fai qui? - chiese Michael girandosi. - sei impazzito! -
- io sarai impazzito? E invece tu che ti getti in qualche missione suicida - disse Robert giustamente preoccupato.
- devo salvare mio figlio - disse Michael all'improvviso.
- hai un figlio???? - chiese Robert sconvolto.
Michael non gli aveva mai parlato di un figlio. Sapeva che l'unico figlio era morto ma non poteva essere lui.
Pensava che non c'erano segreti tra loro ma si sbagliava. Michael aveva deciso di non confidarsi con lui su suo figlio e questo lo deluse molto.
- te ne ho parlato, Robert. Pensavo che fosse morto e invece é vivo. L'ho saputo da poco e noi non eravamo in ottimi rapporto quando é successo. Aspettavo il momento giusto e che tu fossi pronto - gli spiegò Michael.
- pronto per cosa? É tuo figlio. Non mi sembra così difficile da dire che é vivo - disse Robert duro.
- non é questo ma per quello che faceva - disse Michael sapendo i pregiudizi inculcati in Robert.
- ne parliamo dopo. Ora dobbiamo salvarlo -
Robert era d'accordo con lui, pian piano entrarono nel castello dalle cucine e Robert uso il suo charme con un ragazzo. Michael guardia come il suo baby flirtase con lui mentre lo distraeva per uscire dalla cucina.
Michael arrivò alla sala del trono, la porta era semi aperta e vide Sebastian con la regina Lilith. Una perfida donna e Valentine stava vendendo Sebastian a lei.
- avevo proprio bisogno di un nuovo giocattolo - disse Lilith mettendo il collare a Sebastian. - ci divertiromo molto insieme -
Lilith gli diede un po forzieri d'oro per Sebastian e Valentine ne fu soddisfatto. Lilith lo portò fuori, tirandolo dalla catena e Sebastian camminava a quattro zampe mentre raggiungevano la carrozza.
Il suo cuore di Michael era molto sofferte, il suo bambino tirato come un animale ma la cosa strana era che Sebastian non ribellava.
- Quando arriveramo alla nostra casa, sarai trattato come un principe - disse Lilith portandolo a sé con il collare. - sarai il mio principe cucciolo -
Sebastian avrebbe voluto reagire ma Valentine gli aveva fatto bere qualcosa che lo rendeva docile.
Michael non riusciva a resistere nel vedere quella donna baciare suo figlio e prese la spada e la puntò contro.
- state lontano da lui - disse Michael con coraggio. - non é un giocattolo. É una persona -
- oh siete il padre! Wow! Capisco da chi a preso la bellezza - disse Lilith scendendo dalla carrozza.
- ridatemi mio figlio o ve ne pentirete - disse Michael puntandole la spada alla gola.
- avete vinto - disse Lilith sentendo la lama contro la sua pelle. - prendevi vostro figlio -
Michael abbassò la spada, stava andando da Sebastian quando Lilith prese qualcosa dal sacchetto e lo soffio verso Michael. Lui svenne e lei sorrise.
Due giocattoli: padre e figlio. Si sarebbe divertita.
Robert arrivò troppo tardi, vide la carrozza di Lilith andandosene con Sebastian e Michael.
Il re prese il cavallo di Michael e il proprio, tornò al suo regno per decidere un piano e salvare i due.
Aveva bisogno di aiuto ma non sapeva di chi fidarsi.
Isabelle guardava il padre preoccupato mentre studiava delle mappa di Edom. Il regno della perfida regina Lilith.
- papà, che cosa ti affligge? - chiese Isabelle preoccupata.
- oh piccola, deve salvare due persone ma non so di chi mi posso fidare - disse Robert confidandosi con lei.
- se questo persone sono importanti per te, io sarò al tuo fianco - disse Isabelle uscendo la sua frusta. - sono abile a combattere. Poi c'é Jace e Alec -
- non posso esporvi a questo pericolo - disse Robert temendo per la loro vita.
- pensi che ci fermerai così. Noi troveremo il modo di venire - disse Isabelle combattiva.
- so già che me ne pentiro - disse Robert pensando ad una persona molto vicina a Michael.
Il re era nel salotto di Will herondale.
- cosa vi porta qui? - chiese Will stranito.
- ho bisogno del tuo aiuto. Si tratta di Michael - disse Robert disperato.
- Michael? Cosa gli é successo? - chiese lui allarmato.
- é stato fatto prigioniero dalla regina di Edom, Lilith e ma non é tutto, c'é anche suo figlio Sebastian da liberare - rispose Robert. - aiutami -
- Sebastian é morto. Non può essere - disse Will sconvolto.
- é vivo e Valentine l'ha fatto prigioniero ma poi l'ha preso la regina Lilith - gli spiegò Robert con calma. - mi serve il tuo aiuto -
- perché venire da me? - chiese lui stupito.
- perché non so di chi fidarmi al castello ma di te so che posso, tu ci tieni a lui - disse Robert.
Will sapeva che non doveva essere stato facile per lui e da come parlava, si vedeva che ci teneva a Michael così gli diede il suo aiuto.
Aveva un alleato ma gliene servivano altri. Trovò fuori la porta: Isabelle, Jace, Max, Alec e una ragazza dai capelli rossi.
- se Sebastian é in pericolo, verrò anch'io -disse Clary con una bella armatura da guerriera.
- non può essere... tu sei la figlia di Jocelyn. Eri morta - disse lui sconvolta.
- é quello che quello che hanno voluto far credere. Valentine la tenuta prigioniera come prostituta - disse Alec con rabbia. - lui deve pagare, padre -
- Alec, cosa ci fai qui? Eri in viaggio con i tuoi cugini. Come fai a sapere chi é. Alec, cosa mi nascondi? - chiese Robert confuso.
- papà, non é il momento. Dobbiamo salvare Michael e Sebastian - disse Isabelle intervenendo.
La regina Maryse vide nel giardino reale, gli Herondale, Fairchild, i blackthorn e suo marito e i suoi figli.
- che succede qui? - chiese lei a quell'incontro sconosciuto.
-
- Maryse, sto andando in missione. Ci sono delle persone da salvare - disse Robert salendo a cavallo.
- ma non mi hai detto nulla, sono tua moglie... -
- Maryse, non capisci. C'é in gioco la vita di persone - disse Robert alla sua ottusità.
Il re Robert guidò la missione salvare i Wayland con Will Herondale, Stephen Herondale, Arthur e Andrew Blackthorn e Jocelyn Fairchild, c'era anche Luke Graymark.
Non era molto d'accordo ma Alec e gli altri erano dietro di loro con i cavalli e si aggiunsero altri ragazzi. Tutti volevano salvare Michael e il figlio.
Accade qualcosa che il re non predevete. I suoi cavalieri e guardie reali erano al suo fianco.
- Ma che ci fate qui? - chiese Robert allibito.
- dove il nostro re va, andiamo noi. Non la lasceremo solo in questa battaglia - disse un cavaliere molto fedele. - si fidi di noi. Vogliamo aiutarla -
Robert era commosso, pensava di non potersi fidare ma aveva sbagliato. Era così prevenuto verso lo persone da non capire quanto loro lo rispettassero.
- Mie cavalieri e guardie mi dispiace di aver dubitato della vostra lealtà e fedeltà. Non farlo lo stesso errore - disse Robert ammettendo i suoi sbagli.
I figli erano stupiti ma felici di quel cambiamento. Stavano veramente entrando in una nuova era.
Malcolm Fade, cavaliere molto fedele, non aveva mai visto il re così. Era l'amore a muoverlo. Lui si intendeva di queste cose. Lui sapeva che il re non amava la regina e non lo biasimava per questo. La regina aveva un pessimo carattere ma non aveva detto nulla per rispetto al re.
Il regno di Edom era lontano, era a sei giorni da là e si accampavano la notte nei boschi.
- re, dovete riposare. State sempre sveglio - disse Malcolm preoccupato. - dovete essere in forza se volete salvare il vostro amato -
- cosa hai detto? - chiese Robert allarmato.
- il vostro amato. Scusatemi se oso dirlo ma mio re, é ovvio che Michael Wayland le stia a cuore più di un semplice amico o prigioniero - disse Malcolm osando. - ma non si deve preoccupare. Qualsiasi scelta farà, io sarò dalla vostra parte -
Doveva immaginare che il suo braccio destro si accorgesse di tutto. Forse era quello che più lo conosceva a corte.
- non sbagliate, Michael é importante ma le leggi di Idris mi impediscono di vivere quest'amore - disse Robert confidandosi con lui.
- ma voi siete il re. Potete cambiare le leggi. Fate per una volta quello che volete voi - disse Malcolm spronando.
- hai ragione. Per anni ho permesso che gli altri decidessero per me come il conclave e mia moglie ma adesso basta. Non mi neghero la felicità e neanche agli altri. Ognuno potrà sposare chi vorrà - disse Robert da vero re.
Tutti i presenti e i figli lo applaudirono. Quello era il vero Robert. Alec, Isabelle e Max abbracciarono Robert con felicità. Jocelyn abbracciava Luke e sua figlia Clary. Presto sarebbero stati una famiglia.
Alec pensava che presto avrebbe potuto rompere il fidanzamento con Lydia e ufficializzare la sua relazione con Sebastian. Chissà come stava e cosa gli stava facendo quella Lilith.
Era preoccupato per lui, il suo corpo si era ripreso ma temeva che Lilith potesse fargli del male e non voleva vederlo di nuovo in pietose condizioni.
Lydia si mise accanto ad Alec per dargli conforto, lei sapeva di Sebastian e da lontano Helen era gelosa di loro due, non sapendo che il cuore del principe apparteneva ad altri. Quando Lydia si allontanò da lui per prendere da bere, arrivò Helen dietro di lei.
- pensavo che mi amassi ma sono stato un passatempo - disse Helen arrabbiata.
- ma che dici? Helen, sai che ti amo e che presto grazie al re potremo stare insieme - disse Lydia avvicinandosi a lei. - non dubitare del mio amore -
- strano, prima tu e il tuo futuro sposo eravate molto intimi - disse lei gelosa.
- lo stavo solo consolando. É preoccupato - disse lei a quella stupita gelosia.
- ma di cosa sarebbe preoccupato,? - chiese lei insistendo.
- non posso dirtelo. Ho promesso - disse Lydia fedele e leale ad Alec.
- bene, resta con i tuoi segreti - disse Helen arrabbiata, andandosene via da lei.
Lydia guardava da lontano Helen con Mark, Julian e Emma. Le dispiaceva ma non avrebbe tradito la confidenza di Alec. Lei raggiunse Clary, Isabelle, Simon, Jace e Alec. Max teneva stretta a sé Livia sotto le coperte.
- dai, Max, tieni le mani ferme. Ci sono i miei fratelli, mio padre, mio zio e il mio gemello a due passi -
- ma non si accorgeranno dei movimenti - disse Max birichino.
- no, Max - disse Livia fermando le sue mani.
- dai, solo una toccatina - disse Max con voglia.
- che succede? - chiese Ty sentendo la sorella dire no.
- niente, Ty - disse Max con un sorriso.
- continua a dormire. Abbiamo una lunga cavalcata domani -
Ty non aveva sonno e questo buono per Livia perché impediva a Max di toccarla. Max pensa che le coperte nascondano tutto ma non sa che non é così.
- Ty, su, dormi - disse Max avvicinandosi a lui per farlo addormentare.
- no, Max. Non ti avvicinare - disse Livia fermandolo nel toccarlo.
La famiglia Blackthorn non aveva detto nulla del disturbo di Ty. Idris non era molta accogliente con le persone diverse.
- perché? Volevo solo accarezzarlo - disse lui stranito.
Livia non sapeva cosa dire. Erano anni che proteggevano il segreto di Ty e nonostante amasse Max. Suo fratello veniva prima.
- non puoi e basta - disse lei decisa.
Ty usci dalla tenda, non gli piacevano i litigi e voleva accarezzare il suo cavallo.
Ty diede da mangiare al suo cavallo e lo accarezzava dolcemente quando un ragazzo biondo si avvicinò all'improvviso é lui prese il pugnale che aveva alla cintura e glielo punto contro.
- ehy, non volevo spaventarti. Sono un Herondale. Mi chiamo Christopher ma puoi chiamarmi Kit - disse lui incantato dalla sua bellezza.
- non ti ho visto con noi. Potresti essere una spia - disse Ty prudente.
- siamo arrivati in ritardo - gli spiegò Kit sincero. - puoi chiederlo a mio cugino Jace -
Jace vide la scena e si avvicinò a loro.
- Ty, tranquillo. É uno di noi - disse Jace rassicurandolo. - perché ci hai messo tempo? -
- dovevano prendere delle armi - disse Kit riferendosi a suo padre John Rook.
Ty mise giù il pugnale e Kit si avvicinò a lui.
- volevo solo darti questo - disse Kit con del mangiare per il cavallo.
- oh grazie. Non prenderla sul personale ma uno si deve difendere - disse Ty arrossendo.
- hai fatto bene. Sei molto intelligente e svelto nei movimenti - disse Kit dando da mangiare al cavallo di Ty.
Fecero una passeggiata nel bosco, Ty si trovò subito bene con Kit e lui cercò di prendergli dolcemente la mano.
- scusami ma non posso - disse Ty con paura che scoprisse il suo segreto.
- scusami. Mi ero scordato che Idris vieta queste cose - disse Kit triste.
Ty gli dispiaceva ma era meglio così, decise di tornare indietro ma inciampò e si ritrovò con una storta al piede.
Kit cercò di toccargli la gamba ma lui lo allontanò.
- ma che hai? Voglio solo aiutarti - disse Kit a quel comportamento.
- mi sono sporcato. Odio essere sporco - disse Ty fuori di sé. - voglio qualcosa di pulito. Ho bisogno di Livia -
Kit si rese conto che Ty era diverso ma questo non lo spaventava. Si avvicinò a lui, lo abbracciò e Ty stranamente si calmò. Il corpo caldo di Kit lo tranquillizzò.
Fu in quel momento che Kit si rese conto di quanto Ty fosse un ragazzo speciale.
- Posso portarti al campo? - chiese Kit accarezzando la sua guancia.
- si - disse Ty con un sorriso, aggrappandosi a lui.
Kit lo prese in braccio e lo portò nella sua tenda. Ty non poteva crederci, aveva trovato una persona che non scappava perché aveva una crisi o perché era diverso.
- sei speciale, Ty - disse Kit baciandogli la fronte.
Kit prese dei suoi abiti e lo aiutò a cambiarsi e poi si misero nel letto insieme.
- puoi avvisare Livia che dormo con te - disse Ty sorridendo per aver trovato un amico.
- certo così ti terrò tutta la notte a me - disse Kit già legato a Ty.
Così Ty e Kit dormirono tutta la notte abbracciati.

Qualche giorno dopo...

Mancava un giorno al regno di Edom dove non cresceva nulla. Un regno buio e oscuro per certi versi. Tutti erano pronti alla battaglia. Si riposarono di giorno per sorprenderli di notte. Erano in caverna a riposare, c'era molto freddo ma era l'unico tunnel per accedere ad Edom. Alec cercava Isabelle per darle la coperta ma la trovò sopra Simon mentre si baciavano e si toccavano.
- ma che succede qui? - chiese Alec a quella novità.
- che ti sembrava, Alec? Io e Simon cerchiamo di fare l'amore - disse Isabelle diretta.
Simon voleva seppellire la stessa da qualche parte.
- e lo dici così? Simon, é il mio servitore e amico. Non voglio che soffra - disse Alec pensando all'amico.
- guarda che non mi sto divertendo come al solito. io ne sono innamorata - disse Izzy alzandosi alla sua insinuazione, prendendo la coperta.
- Izzy, scusami ma mi preoccupavo solo - disse Alec mortificato.
- é dolce da parte tua - disse Isabelle guardando quanto era maturato e cresciuto. - Sebastian ti ha cambiato. Sei pronto ad essere re -
- ma solo se lui sarà al mio fianco. Altrimenti non la voglia la corona - disse Alec deciso.
Alec li lasciò soli, continuò il suo giro nella caverna e dopo Isabelle e Simon sorprese Clary e Jace seminudi.
- ma cavolo! Voi etero non avete nessun pudore - disse Alec tutto rosso.
- oh Alec, il tuo migliore amico é molto convincente - disse lei con imbarazzo.
- Jace falla soffrire e ti finisce male - disse Alec sapendo l'indole del suo migliore amico di volare di fiore in fiore. - Clary non é come quelle con cui stai. Quindi ti conviene rispettarla -
- wow, amico! Ci tiene veramente a lei - disse Jace alzandosi.
- é come una sorellina - disse Alec guardando mentre si sistemava imbarazzava. - non merita di soffrire se non hai intenzioni serie. Ne ha già passare tante -
- tranquillo, Alec. Faccio sul serio - disse Jace sincero. - fidati -
Alec vide come Jace la guardava e riconobbe quello sguardo. Diede anche loro la coperta e si mise in un angolo da solo così da non imbattersi in nessun'altra coppia e per pensare a Sebastian.
Tremava ma non si prese la coperta. Fu suo padre che gliela porto e si mise accanto a lui.
- Alec, devi star tranquillo. Li salveremo - disse Robert avvolgendolo con la coperta. - abbiamo tante persone con noi, guardie e cavalieri. Non possiamo perdere -
- lo so ma ho paura. Ci tengo a lui e poi penso a cosa gli sta succedendo. Poverino, Lilith é crudele come regina e come passatempi sessuali - disse Alec spaventato. - ho paura di cosa troverò -
- Alec, so che sei affezionato a Michael e anch'io sono preoccupato per lui... -
- io stavo parlando di Sebastian - disse Alec al nome di Michael. -ovvio che sono affezionato a Michael ma... -
- Alec, che cosa ti lega al figlio di Michael? - chiese
Robert vedendo la preoccupazione del viso di Alec e quel nome.
- e come vi siete conosciuti con Michael? Non mi hai mai raccontato di ciò -
- sai papà, questa é una lunga storia - disse Alec rosso in viso.
- abbiamo molto tempo - disse Robert volendo conoscere di più. - parlami della tua vita e di loro -
- non é facile per me, sai sono come te in certe cose come la riservatezza e quello che sentirai potrebbe sconvolgerti molto - disse Alec iniziando il discorso.
- non importa, voglio sapere - disse Robert pronto a tutto.
- quel giorno avevo bisogno di aria, mi sentivo soffocato per il fidanzamento,
Dalla corte, da mia madre e anche da te - disse Alec con coraggio e sincerità.
- io ti soffocavo? - chiese Robert sorpreso e triste.
- si, dovevo essere il figlio perfetto e l'erede al trono e io mi sentivo cosi sbagliato. Crescere al castello di Idris nascondendo chi sono e essere quello che non ero, é stato difficile e anche un continuo stress - disse Alec aprendosi.
- nascondere chi sei? Di che parli, Alec? - chiuse Robert confuso.
Era il momento della verità. Era il momento in cui avrebbe detto a suo padre che gli piacevano gli uomini.
- vedi, papà, io non potrei stare con Lydia o con qualsiasi altra ragazza perché... Non sono il mio tipo... Papà, io... A me... Piacciano i maschi e lo so da sempre - disse Alec balbettando ma confessandoglielo con coraggio.
Questo non se lo aspettava proprio. Anche se Alec era il più sensibile dei suoi tre figli ma non pensava che a lui piacessero i maschi. Suo figlio era più simili a lui. Lui amava Michael ma non aveva fantasticato su altri prima d'ora.
Però Alec era giovane, di una diversa generazione e poi non trovando la persona giusta, era normale che gli piacessero altri ragazzi.
- sei deluso, non é vero? - chiese Alec temendo un suo rimprovero o grida.
Quello che accade lo sconvolse, suo padre lo stava abbracciando dolcemente e gli sussurrava: non c'é nulla di sbagliato in te, Alec e non importa se ami i ragazzi. Sei sempre mio figlio. Non devi aver paura di me o del mio giudizio. Non sono più quella persona dura, il mio cuore é stato risvegliato e ho visto ciò che conta veramente: voi, l'amore, la libertà di essere se stessi e il bene del popolo -
- grazie, papà. Non sai quanto sia importante che tu non mi veda disgustoso - disse Alec ricambiando l'abbraccio.
- io non potrei mai pensare che tu sei disgustoso - disse Robert rassicurandolo e sincero.
Padre e figlio non erano mai stati così vicini e in sintonia.
- mi stavi dicendo che eri scappato per tutti quei motivi. Dove sei andato? - chiese lui con un sorriso.
Alec prese tutto il coraggio e disse: - mi sono messo abiti da gente del popolo e sono andato ad Alicante -
- cosa??? Ad Alicante!!! Ma sei impazzito. É pericoloso. Sai chi ci regna. Non pensavo che fossi così imprudente - disse Robert preoccupandosi per lui.
- lo so, hai tutte le motivazioni per sgridarmi ma se non ci fossi andato, non avrei incontrato il ragazzo che amo - disse Alec con coraggio.
- Sebastian? É lui, vero? Cosa ci faceva in quel brutto regno? - chiese Robert incominciando a far combaciare i pezzi.
- si, sono innamorato del figlio di Michael - disse lui con uno sguardo innamorato.
Era proprio suo figlio. Tutti e due si erano innamorati di due Wayland. Robert sorrise a quella coincidenza o forse era il destino.
- sei uguale a me. Abbiamo gli stessi gusti - disse Robert complice. - vedi, Alec, anch'io mi sono innamorato di un Wayland. Proprio di Michael e so che ti sconvolgerà ma devi capire che io e tua madre... -
- papà, so che il vostro é un matrimonio combinato - disse Alec capendo dove voleva arrivare. - sono un po sconvolto perché non lo immaginavo ma hai il diritto di essere felice e da quello che ho sentito, Michael ti ha cambiato e risvegliato. Era lui il tuo migliore amico, vero? Lui ti ha fatto assaggiare le fragole? -
- si, Alec. É proprio lui - rispose lui emozionato.
Izzy li guardava da lontano, felice che il loro papà era così aperto e innamorato. Guardava come Robert raccontava ad Alec di Michael e non l'aveva mai visto così ma non si avvicinò per non rompere l'incanto tra i due. Sapeva quanto era importante per Alec. Poteva anche aspettare per parlare con loro padre.
- wow! Papà, hai vissuto tante emozioni come é successo a me - disse Alec sentendosi capito.
- e tu? Come vi siete conosciuti lì ad Alicante? Com'è nato il vostro amore? - chiese Robert curioso e felice di condividere tutto quello con lui.
- papà, Sebastian mi ha capito subito a primo sguardo. Sapeva di cosa avevo bisogno - disse Alec con una faccia sognante, pensando al loro primo incontro. -,io ero così rigido e lui mi ha portato da lui. Lì ho scoperto che era un prostituto... -
- cosa? Penso di aver capito male. Hai detto... - disse Robert sconvolto a quella rivelazione.
Non riusciva a pronunciare la parola prostituto. Non poteva essere vero.
- prostituto. Lo so, non te lo aspettavi ma Valentine l'ha rapito quando era piccolo. É stato costretto a fare quelle cose ma lui é un ragazzo... -
- basta. Non voglio sapere altro - disse Robert a quelle parole.
- in che senso? Che non ti importa che lui sia un prostituto? Papà, sapevo che avresti capi... -
- no, Alec. Non hai capito. Io non approvo per nulla - disse Robert alzandosi.
- come non approvi? Ma tu non lo conosci nemmeno. Papà, so che il suo lavoro non é certo ben visto ad Idris ma Sebastian é molto di più. Lui mi ha aiutato ad essere me stesso, con lui ho scoperto il piacere e l'amore - disse Alec cercando di spiegargli cosa Sebastian era per lui.
- hai fatto sesso con lui? - chiese Robert alla parola piacere.
- ci ho fatto l'amore più volte, papà. É il ragazzo che amo. É naturale - rispose Alec.
- ma tu non ti rendi conto delle malattie che puoi aver preso. Alec, non pensavo che fossi cosi ingenuo - disse Robert deluso. - hai messo in pericolo la tua vita -
Non poteva credere che suo padre gli facesse quel discorso.
- é un prostituto. Non é il ragazzo adatto a te. Ci saranno principi o nobili cavaliere o un ragazzo del popolo. Sono sicuro che troverai di meglio -
- stai disprezzando il mio fidanzato e il figlio dell'uomo che ami. Forse sulle malattie posso capire ma non trovero nessuno come Sebastian. Non voglio nessun altro - disse Alec arrabbiato.
L'incanto si era rotto tra i due.
- poi lui é stato portato a quella vita -
- Alec, non importa come ci é arrivato, lui ha fatto quelle cose e osato mettere a rischio l'erede trono - disse Robert fermo nelle sue idee.
- ma ti senti, padre? Non pensi a lui. Per Sebastian é stata dura. Io ho visto come l'hanno ridotto per una festa privata organizzata da Valentine. Se veniva penetrato ancora, sarebbe morto - disse Alec infuriato. - io ho sentito le sue gride. Non é stato affatto piacevole e sai che in questi giorni di sicuro Michael sta subendo quello che Sebastian ha subito una vita. Cosa farai, padre? Allontanarai Michael? -
- Alec, é diverso - disse Robert a quelle domande.
- cosa lo rende diverso? - chiese Alec.
- Michael non é un prostituto - gli gridò Robert.
- stai evitando la domanda - disse Alec infuriato. - pensavo che fossi migliorato ma solo dove ti conviene -
Izzy era triste per quella discussione e per la mentalità di suo padre. Vide Alec togliersi la coperta e andandosene lontano da lui.
Robert vide Izzy e si avvicinò a lei.
- principessa... -
- non dire una parola - disse Izzy delusa, andandosene.
Robert si ritrovò di nuovo da solo e senza i suoi figli.
Il regno di Edom c'era quasi sempre al buio, la luce non entrava là e Lilith era seduta nel suo trono dove guardava i suoi tre giocattoli: Michael, Sebastian e Magnus, il medico di corte di Idris. Erano tutti e tre, nudi e incatenati per non poter sfuggire.
Lilith li guardava dormire per terra e poi usci da lì per un po.
Michael, Sebastian e Magnus aprirono gli occhi e si guardarono. Era il momento di agire. Magnus riusci a liberarsi con un incantesimo, riacquistando un po di potere e si affrettò a liberare i due che erano abbracciati. Spesso Michael stringeva tra la braccia il suo bambino per riscaldarlo dal freddo del pavimento e dalla nudità.
- dobbiamo andarcene - disse Magnus ai due.
Michael faticava a muoversi, era troppo debole per tutte le penetrazioni subite. Sebastian era più abituato e aiutava suo padre a camminare.
- Michael, cercherò di guarirti - disse Magnus vedendolo in quelle condizioni.
- no, non devi sprecare la magia. Hai detto che per aprire il portale te ne serve molta quindi io posso aspettare - disse Michael fermandolo. - apri il portale -
Magnus si concentrò e cercò con tutta la magia che aveva in corpo di aprire un portale. Non fu semplice ma con la sua magia blu ci riuscì e tutti e tre lo attraversarono.
- siamo salvi - disse Sebastian alla fine del portale.
- no, non lo siamo - disse Michael guardando il giardino del castello.
- mi dispiace, non so che sia successo - disse Magnus confuso. - di solito i portali li apro e li chiudo facilmente -
- non potete scappare - disse Lilith all'ingresso del castello con un gran bastone dorato con una pietra. - io non sarò una strega ma questo bastone mi da poteri -
- ora fatte i bravi giocattoli. Tornate alla vostra cuccia - disse lei ridendo.
- e invece no. Non li avrai - disse Robert arrivando a sorpresa con le sue guardie e suoi cavalieri.
Michael guardò il suo Robert venuto a salvare lui e suo figlio. Non vedeva l'ora di abbracciarlo, baciarlo e tante altre cose.
- pensate di potermi sconfiggere con un misero esercito - disse Lilith con una risata. - ora vedrete il potere della regina Lilith -
Con il bastone magico creò un esercito di guerrieri oscuri.
- voglio proprio vedere come farai, Lightwood -
Iniziò una battaglia tra i due regni, i cavalieri e guardie dei Lightwood combatterono con i guerrieri di Lilith e il regno di idris era in vantaggio.
- come può essere? - chiese Lilith furiosa.
- non sei brava ad utilizzarlo - disse Magnus mettendosi davanti a lei. - non sei una maga ma io invece sono l'ultimo possessore della magia. Sono uno stregone e posso usarlo per il fine di cui é stato costruito. Portare in questo regno il sole e fare nascere altri come me, licantropi, vampiri o altro -
- non ti permetterò di portarmi via il potere! - esclamò Lilith furiosa.
Stava per attaccarlo con il bastone quando Alec la afferrò da dietro per il collo, lei lasciò andare di scatto il bastone e la faccia di Magnus era allarmata.
- noooo! Salvate il... -
Non toccò terra grazie ad Isabelle che lo afferrò in tempo. La pietra si illuminò nella mani di lei.
- ma che succede? - chiese lei confusa.
L'improvviso il buio lasciò spazio alla luce, il castello da tetro e nero diventò meraviglioso e bianco. Le terre arride si trasformarono in verdi prati con fiori, piante, alberi, farfalle e tanto da offrire ai nuovi abitanti. Un posto d'inferno si trasformò in uno di paradiso. I guerrieri oscuri scomparvero e Lilith da bellissima donna tornò al suo vero aspetto: un orribile vecchia.
Magnus si inginocchiò davanti ad Izzy.
- finalmente siete arrivata, regina Isabelle - disse lui con un sorriso. -cosa vuol dire? - chiese lei confusa. - la pietra può essere attivata dalla vera regina di Edom, Tu hai riportato lo splendore e la luce nel regno dopo secoli - gli spiegò lui avvicinandosi a lei. - ho sentito molto parlare di voi e la pietra non poteva scegliere regina migliore - Isabelle rimase senza parole come Alec, Robert e tutti i presenti. Isabelle regina di Edom.
Magnus fece comparire la corona di Edom e la mise alla nuova regina. Dal portone del castello arrivarono persone di entrambi sessi nudi. Erano di sicuro prigionieri di Lilith, Isabelle fece diede loro coperte e vestiti.
- Lunga vita alla regina - dissero tutti felici e liberi.
Alec si avvicinò a Sebastian, lo trovò un po pallido e lo strinse a sé. Quei 6 giorni senza di lui erano stati tremendi, Sebestian tremava dal freddo della nudità e subito Alec si sfilò il mantello caldo per coprirlo.
- mi sei mancato - disse Sebastian tuffandosi tra le sue braccia. - ho sperato che arrivassi presto -
- mi dispiace di averci messo così tanto - disse Alec mortificato. - avrai dovuto subito terribili cose. Come ti senti? - - io ci sono abituato ma mio papà... per lui è stato terribile - disse Sebastian guardandolo mentre veniva soccorso da Robert.
- ci vorrà molto per riprendersi -
Alec si sorprese molto nel vedere suo padre toccare Michael ma poi vide che aveva i guanti reali. Non lo stava toccando a mani nude. Era incredibile. Magnus aiutò Robert a portarlo in infermiera.
Alec non voleva rovinarsi quel momento con Sebastian e con Izzy diventata regina.
Alec baciò Sebastian davanti a tutti, quasi nessuno se lo aspettava tranne le persone vicine a lui ma tutti applaudirono. I tempi stavano cambiando e Izzy si avvicinò a loro.
- quindi tu sei Sebastian. Finalmente ci conosciamo - disse Izzy felice.
Sebastian si stava per inginocchiare di fronte ad Isabelle ma lei lo fermò.
- sei il fidanzato di mio fratello e poi non amo molto queste cose - disse Izzy prendendolo a braccetto. - vieni, devi metterti dei vestiti e poi c'é una persona che ti vuole riabbracciare -
Clary gli andò incontro e Sebastian la strinse a sé.
- mi sei mancata - disse Sebastian con molto affetto.
- anche tu, non separiamoci mai - disse Clary molto legata.
- devo preoccuparmi - disse Jace a quella scena.
- dai, Jace, sono come fratelli e poi ci hai visti prima di fronte a tutti quindi puoi dormire sogni tranquilli - disse Alec tranquillizzandolo.
Tutti avevano bisogno di riposare e di mangiare mentre Izzy si occupava di Lilith. Doveva avere quello che si meritava. La imprigionò in una cella per decidere la punizione, essendo lei la nuova regina doveva pensare a tutto ma non era sola.
- questo regno avrà bisogno anche di un re - disse Isabelle guardando Simon.
- io? Re? Non sono la persona giusta - disse Simon con insicurezza.
- invece lo sei. Hai dimostrato molte cose e questo regno sarà fortunato ad avere un re diverso da tutti - disse Isabelle innamorata e baciandolo nel corridoio vicino ad una vetrata colorata con una fata disegnata.
In infermiera, Magnus si stava occupando di Michael che stava dormendo dalla stanchezza e Robert lo guardava, messo vicino alla finestra.
- come sei arrivato qui? Sei scomparso all'improvviso - chiese Robert avvicinandosi a Magnus.
- Lilith mi ha rapito mentre raccoglievo delle erbe e mi ha portato qui. Mi ha reso il suo giocattolo. Non potevo usare la magia perché me la succhiava via ogni giorno per diventare giovane e bella - gli raccontò Magnus prendendo una pozione per Michael. - fargliela bere -
Robert la prese in mano e gli disse: mi dispiace per quello che hai subito. Ti ho cercato ma non ti ho trovato. Pensavo che fossi morto -
- uccidere uno stregone non é così facile ma mi fa piacere che vi siete interessato alla mia scomparsa - disse Magnus molto grato. - adesso vado dagli altri. Non si scordi della pozione -
Robert guardò Magnus uscire di là e lasciarlo solo con Michael. Amava Michael ma una parte di lui gli impediva di toccarlo a mani nude. La parte che aveva paura come era successo per il fatto di Alec con Sebastian. Era stato un duro colpo per lui e pensare che Michael aveva subito certe cose, gli veniva una rabbia ma lo spaventava. Forse Alec aveva ragione, lui era migliorata ma come gli conveniva. Si stava spaventando alla prima difficoltà.
Invece non era così che doveva essere, guardava fuori dalla finestra che dava nel cortile e c"era Alec con Sebastian senza paure e timori ma solo amore. Lo vedeva come se ne prendeva cura e lo aiutava a sedere sul bordo della fontana e gli uccellini che si posavano sulla mano e sulle spalle di Sebastian e anche su Alec. Erano il ritratto dell'amore.
Alec era coraggioso, difendeva e si prendeva cura del suo amore mentre lui usava dei guanti per toccare Michael e stava a distanza.
Era un cordardo, uno stupido e tanto altro ancora.
Michael si agitava nel sonno e finalmente dopo qualche ora, si tolse quei maledetti guanti e lo toccò.
- sono qui, Michael - disse Robert prendendogli la mano. - non ti lascio -
Isabelle guardò la scena, era tornato il loro vero padre e sorrise.
Robert gli diede la pozione e lo baciò.
- non permetterò mai più alle mie paranoia e paure di allontanarmi da te - disse Robert accarezzandogli la fronte.

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