🔮L'Indovina - 4ª Sfida🔮: La Passeggiata
Racconto scritto a partire da una sfida pubblicata dal profilo Wattpad Fantasy Italia in cui, a partire da un abbozzo di trama, è stilata una lista di numeri appartenenti a diverse categorie: protagonista, compagno, luogo ecc. Poi vengono assegnati 3 numeri casuali e a partire da questi e dall'abbozzo di trama occorre scrivere un racconto.
Richiesta: Il vostro protagonista ha iniziato a camminare con la voglia di fare una bella e rilassante passeggiata, ma sul suo cammino ci sono fin troppi imprevisti che lo attendono (Massimo 1000 parole). Elementi assegnati: ninfa; carattere diffidente.
Dasy canticchiava una canzoncina che sua mamma le cantava da piccola, nei rari momenti in cui stavano da sole. Le piaceva immaginare che la cantasse soltanto a lei e non anche alle sue dispettose sorelle maggiori. Non glielo aveva mai chiesto, almeno poteva continuare a credere che fosse un segreto tra loro due. Ora, da sola in quel sentiero che si snodava nel boschetto dove viveva, lasciava che parole che sapevano di infanzia accompagnassero ogni passo.
Aveva iniziato da poco ad allontanarsi dal lago e stava ancora imparando a conoscere ogni sentiero. Per questo si guardava attorno ammirata, memorizzando ogni dettaglio, attenta alle differenze che c'erano rispetto alle strade prese i giorni precedenti. Ad occhi poco attenti la foresta può sembrare un intrico di vegetazione tutto uguale, ma per una come lei ogni tratto aveva un proprio odore, colore e suono, che ne facevano un mondo tutto da scoprire. Però non era stupida e sapeva che poteva essere anche pericoloso, perciò non si fermava mai più del dovuto e non rientrava a casa tardi. Dagli scherzi delle sorelle aveva imparato che un pericolo può arrivare in ogni momento.
Si ritrovò così nel mezzo di un litigio tra fate,proprio al centro del sentiero. Erano grandi poco più di un pollice e avevano capelli fluttuanti dai colori accesi. Dasy si fermò. Non le piacevano le fate, perché erano dispettose come le sue sorelle e maestre dell'inganno. Tuttavia si rifiutava di tornare indietro, così cercò di passargli accanto nel modo più rapido e silenzioso possibile. Stavano discutendo di cibo. - Ti dico che il mio è migliore! I frutti che ho scelto risaltano il dolce molto più dei tuoi! -
- No, sono le noci del mio a fare la differenza! -
Poi si interruppero quando videro la ninfa e, con voci squillanti, le chiesero di assaggiare entrambi i loro dolci e decretare il migliore. Dasy osservò quello rosso acceso della prima fata e poi quello nocciola della seconda e scosse la testa. Sua madre le aveva sempre detto di non mangiare niente che fosse stato preparato da una fata.
-Coraggio, abbiamo bisogno del tuo aiuto! -
-Sì, non devi temere! -
Cercò di passare dritta ma le si avvinghiarono ai capelli pregandola e così alla fine accettò. Il primo dolce era leggermente aspro ma le donò una gradevole esplosione di sapori in bocca. Il secondo era fresco e croccante. Ancora prima di poter scegliere il migliore, però, Dasy cominciò a sentirsi strana. Tra i capelli iniziarono a crescerle rami carichi di foglie e la sua pelle diventò rossa. Le fate scoppiarono a ridere ma rimasero poco a godersi lo spettacolo, scappando via quando dalla pelle della ninfa cominciò ed evaporare acqua calda.
Mentre si liberava i capelli, Desy si ripromise di non accettare più cibo da una fata.
Una voce la distolse dai suoi pensieri. - Ehi, tu! -
Dasy si voltò. Seduto su un fungo c'era un essere dall'aspetto buffo, con un lungo capello rosso a punta sulla testa. Uno gnomo.
-Dici a me? - chiese Dasy.
-Sì, proprio a te! Non puoi passare di qui senza pagare! -
-Pagare?-
-Sì, pagare! Sei sorda per caso? -
Dasy fece un passo indietro, poi decise semplicemente di ignorarlo. Non voleva parlare con lui e non voleva pagarlo. Cercò di aggirarlo mantenendosi a distanza,ma quello non aveva intenzione di mollare. - Dove scappi? Paga o torna indietro! -
La ninfa guardò rammaricata davanti a sé e poi la direzione da cui era venuta. Non le andava di tornare indietro, specie a mani vuote. Da ogni viaggio si portava a casa un oggetto che le ricordasse sempre quel tratto di foresta attraversato.
-Se ciò che mi offri è di valore, ti darò in omaggio qualcosa di molto prezioso- proseguì lui.
Questo attirò la sua attenzione, anche se continuò a mantenersi a distanza. - Che cosa? -
Lo gnomo le mostrò una fiala contenente un liquido trasparente luccicante. - Questa è linfa speciale, raccolta da me. Scorre nella parte più profonda di alcuni alberi ed è difficile da trovare. Ha grandi poteri. -
-E perché me la daresti? - gli chiese diffidente.
-Perché ne ho dell'altra. E avverto l'odore di un buon affare. -
Dasy pensò che fosse perfetta per la sua collezione e dalla sacca estrasse tre perle.
Gli occhi dello gnomo luccicarono avidi, così i due completarono lo scambio. Mentre proseguiva nella sua passeggiata Dasy si rigirò la fiala tra le dita, ammirandola.
Poi qualcosa proveniente dall'alto la atterrò, mozzandole il fiato. La fiala le sfuggì di mano e un bruciore le colpì la schiena. Con gli occhi spalancati osservò la creatura che l'aveva attaccata, con testa umanoide e il corpo di un leone. Una manticora selvaggia, che aveva usato la coda di scorpione munita di aghi per pungerla alla base della schiena. Si accorse di stare perdendo sensibilità alla parte inferiore del corpo e capì che, se non avesse agito subito, sarebbe morta. Con grande fatica riuscì a mettersi prona e cominciò a strisciare sul terreno, spingendosi solo con le braccia verso la fiala. Ma un enorme zampa le si posò sulla schiena e le sembrò che la cassa toracica potesse esplodere da un momento all'altro. Sentiva l'alito della bestia sul collo. Nonostante Dasy spingesse il suo corpo al limite, arrivando a sfiorare la fiala con le dita, la bestia la stava ormai soffocando e decise di riservarle lo stesso trattamento. Sollevò una mano e produsse un enorme sfera d'acqua che investì la manticora in piena faccia, avvolgendola e impedendole di respirare. Quella la lasciò subito andare e cercò di liberarsi dall'acqua con le zampe, che però vi affondavano invano.
-Vattene- le ordinò - e annullerò l'incantesimo. -
Con occhi brucianti d'odio ma anche sofferenti, la manticora scappò e Dasy lasciò che la magia sfumasse via quando fu abbastanza lontana. Poi recuperò la fiala e bevve il dolce liquido. Immediatamente l'effetto del veleno svanì e la ninfa riprese l'uso delle gambe. Raccolse una manciata di peli lasciati dalla manticora e li conservò nella fialetta, per aggiungerli alla sua collezione. Per quel giorno ne aveva avuto abbastanza e si diresse verso casa.
[998 parole]
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