Capitolo 36
Appena sveglia al mattino, comunicai la notizia del mio futuro matrimonio a mia madre per telefono, chiedendole di tenerlo segreto fino al compleanno di Antoinette. Più tardi sarei passata da mio padre.
Chiamai anche Mel e Jill, che mi fecero le congratulazioni e descrissi tutta la scena continuamente interrotta da commenti ed osservazioni. Ridacchiai un po' e andai a vestirmi, chiedendomi se non dovessi dirlo anche a Cowell quella mattina.
Feci colazione pensando all'abito e all'organizzazione che sarebbe iniziata il giorno stesso.
Volevo fissare il matrimonio per metà giugno, così che il caldo non fosse soffocante, al crepuscolo.
Indossai un completo da jogging bianco con le scritte azzurre e legai i capelli, poi avvisai Cowell per messaggio così che venisse a prendermi.
Corremmo tanto, in silenzio quasi assoluto.
Ogni tanto ci fermavamo per fare un po' di stretching e l'attrito delle scarpe contro l'asfalto si mescolava allo sfregare dei vestiti in movimento e all'aria che soffiava, generalmente lieve con qualche folata di vento più forte.
Erano tutti suoni che venivano messi in evidenza nelle scene iniziali dei film, quando non parlava nessuno e stava per succedere qualcosa che desse inizio alla trama. Nei film thriller o horror creavano quella rassicurante tranquillità che veniva spezzata con un colpo di scena che ti faceva sobbalzare.
- Mi sposo.
La mia voce era ferma e decisa nel fischio del vento che muoveva le foglie degli alberi.
Cowell si fermò subito e le sue scarpe striderono sull'asfalto ruvido.
- Che cosa? - chiese, sinceramente scioccato.
Era così strano pensare che una come me si sarebbe sposata presto?
- Anthony mi ha chiesto di sposarlo ieri sera e... Ho accettato. - feci un sorriso.
- Sei sicura di volerti sposare adesso? A ventidue anni? E poi mi sembrava di aver sentito che ci fosse feeling con il manager... - indagò.
Deglutii.
- Io ed Anthony stiamo insieme da due anni, viviamo insieme e siamo sicuri di amarci. Perché non dovremmo sposarci? Gabe è una parentesi chiusa e archiviata. - affermai.
Mi guardò come si guarda lo schermo del computer quando si cerca di capire se una borsa di Michael Kors in vendita online sia autentica o falsa.
- Sono seria, non ho dubbi in proposito. - ribadii.
- Spero che tu conosca il fenomeno dei divorzi negli ultimi anni. Ogni anno ce ne sono un milione!
Gli rivolsi un'occhiata stranita.
- Dove vuoi arrivare? Credi che il matrimonio possa cambiare qualcosa fra me ed Anthony? Saremo gli stessi degli ultimi anni, vivremo come abbiamo vissuto finora e consolideremo la nostra relazione.
- Quindi lo ami?
Non capivo perché Cowell mi stesse facendo quella sorta di inquisizione.
- Sì.
Annuì.
- Okay. Sono un po' scettico perché la donna che seguivo prima di te non faceva che lamentarsi di suo marito con me. Non vorrei che succedesse una cosa simile di nuovo, perché sarei costretto ad abbandonarti. Sopportare le lamentele di un matrimonio è in assoluto la cosa peggiore che potrei augurare a qualcuno. Quando tornavo a casa ripensavo ancora alla discussione che avevo sentito raccontare!
Ridacchiai.
- Tranquillo, se avessi voluto lamentarmi di Anthony l'avrei fatto sin dall'inizio.
- Allora... Congratulazioni. Spero che siate felici di questa decisione e... Figli maschi! - scherzò.
Scoppiai a ridere.
***
Il pomeriggio passò nella sala d'attesa del casting della sfilata dedicata alla collezione primaverile di Marc Jacobs. Elizabeth mi aveva preavvisata che al novantacinque per cento mi avrebbero fatta sfilare, ma aspettare ore e ore con altre modelle era stancante e frustrante.
Nei due giorni seguenti provai a cercare una location adatta al mio matrimonio, ma la lista d'attesa per quella che preferivo era di oltre un anno.
Riuscii a convincere la manager di un locale raffinato vicino alla spiaggia a riservarmi il posto per giugno e, chiusa la telefonata, la insultai beatamente per cinque minuti buoni perché avevo dovuto alzare di molto la somma di denaro con cui avrei pagato.
Erano pur sempre soldi di Anthony, certo, ma non capivo perché avesse insistito così tanto quando prendeva già un mare di soldi per ogni matrimonio o festività celebrata.
Come risultato, mi ero dimenticata di passare in ufficio da mio padre.
Diedi un'occhiata all'orologio.
Erano quasi le sette. Ciò significava che Anthony sarebbe tornato a casa presto e che dovevo sbrigarmi se volevo beccare mio padre.
Misi un abito viola scuro a gonna ampia, uno spolverino nero e le scarpe nere col tacco, poi diedi qualche pennellata di trucco sul viso e passai per bene il Prince Noir sulle labbra.
Corsi in macchina e fui lieta di non trovare troppo traffico per strada.
Uscendo, mi strinsi il cappotto addosso e mi affrettai ad entrare nell'edificio.
Mi diressi subito all'ascensore e quando giunsi al piano giusto, fui colta di sorpresa alla vista di Sarah e Liam.
Non appena mi vide, Sarah smise di parlare con Liam e si scusò con lui per correre da me.
- Devo dirti una cosa importante. - disse, con tono serio.
- Io avrei... Da fare...
- Giuro, è importantissimo!
Trattenni un sospiro e la invitai a parlare.
- Ho perso il bambino. - disse a bassa voce, tristemente.
Abbassai istintivamente lo sguardo alla sua pancia.
Era coperta dalla camicia, ma la forma si vedeva un po'. Non mi sembrava tanto diversa da prima.
Aggrottai la fronte.
- M-mi dispiace. - balbettai, per poi intercettare Gabe con lo sguardo e correre a fermarlo.
- Ho finito di lavorare, posso andare a casa? - domandò, irritato.
Gli lanciai un'occhiataccia.
- Sarah è mai stata incinta? Era tutta una finzione? Che diavolo sta succedendo?
Tenni la voce bassa per non farmi sentire e lui parve sforzarsi per capire.
Esitò.
- Io ero rimasto al fatto che fosse incinta del suo ex. - balbettò.
Sbuffai, con un verso di esasperazione, e feci un gesto irritato con la mano verso di lui.
- Tutto a posto? - domandò Sarah, con tono innocente.
- E quindi non sei più incinta. - ripetei.
Avevo bisogno di una conferma, di una frase per trovare qualche falla che mi dicesse che stava mentendo.
Lei annuì soltanto.
Sospirai e mi voltai per andare nell'ufficio di mio padre.
Bussai.
- Avanti. - sentii dire.
- Ciao papà. - salutai, entrando.
Mio padre alzò lo sguardo dal documento che stava leggendo.
- Ti stai offrendo come schauffeur? Sei in ritardo, Anthony mi sta aspettando in macchina. Tra l'altro, come fai a sapere che la mia auto è in riparazione?
Lo guardai confusa.
- Scherzo, tesoro. Dimmi tutto.
Finsi una risatina.
Non era divertente.
- Io ed Anthony ci sposiamo. - annunciai.
Tolse gli occhiali e li posò sulla scrivania, poi si alzò e venne ad abbracciarmi.
- Congratulazioni, Jess. Sono sicuro che sarete molto felici.
- Grazie papà.
Dall'esterno si udirono improvvisamente dei rumori, come di colpi su un'auto e vetri rotti.
Mi affacciai immediatamente alla finestra.
Non ci potevo credere.
__________
I'M STILL WIDE AWAKE!
Non odiatemi, farò di tutto per aggiornare prestissimo.
Sarà un colpo di scena stile cliché but, hey, qualcuno ci sta. Grinch sono pronta al commento "che trashata".
E sapremo mai di chi era il famoso bambino di Sarah?
Baci 💜💜
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