DELIA È FINALMENTE A CASA
Intravide le prime abitazioni dai tetti rossi e a gran voce cominciò a gridare
«Sono tornata a casa. Sono viva.»
Alcuni mercanti si voltarono di spalle per capire chi stava urlando in quel modo.
Una ragazza dai capelli ondulati comparve in fondo alla via accompagnata da uno sconosciuto fanciullo.
Delia saltellava all'impazzata, tenendo con le mani i lembi del vestito per non inciampare.
Delia gridò di nuovo a gran voce.
Desiderava che tutti potessero sentire che era finalmente ritornata a casa.
«Sono Delia. Sono viva.»
Altri passanti si soffermarono, perplessi.
Alcuni si scambiarono occhiate accigliate, altri, invece, la riconobbero all'istante. Nei loro visi comparvero sorrisi di stupore. Erano commossi.
La madre addolorata, con il viso triste e pallido, stava servendo il caffè a Diana, che era in compagnia del suo futuro marito.
«Erberto vuoi un altro goccio di caffè?»
«Sì, molto volentieri.» Ripose la tazzina sul tavolo.
«Ecco qui.» Una bruna colata fumante uscì dalla teiera. Un aroma amaro si disperse nel soggiorno.
«Grazie, lei è molto gentile.»
La donna gli accennò un lieve sorriso. Si versò altro caffè nella tazzina e poi si sedette davanti ai due giovani.
«Siete felici?»
«Sono un po' in ansia...», precisò Erberto.
«Non vi preoccupate, sarà una bellissima cerimonia. Marilla ha pensato proprio a tutto. Sarà il giorno più bello della vostra vita.» Sorseggiò un goccio di caffè.
Diana venne scossa da un leggero brivido. Una voce arrivò al suo orecchio. Diana pensò che fosse solo un eco strano che voleva tormentare la sua testa stressata.
Provò a ignorarlo.
«Diana tutto bene?» Domandò la madre di Delia. Le accarezzò il dorso della mano.
Se ne stavi lì, seduta a fissare assorta il piatto di pasticcini alla marmellata. La voce era sempre più chiara e decisa.
Rivolse il suo sguardo verso la finestra.
La tenda bianca offuscava ciò che succedeva fuori.
Riusciva solo a intravedere delle figure grigie muoversi lentamente lungo la via.
«Diana? Ti senti male?» La donna stava cominciando a preoccuparsi.
«No no, è solo che...» Si interruppe. «La sentite anche voi questa voce? Questa voce così familiare...»
Delia era giunta davanti al cancello di casa insieme a Malik molto spaesato.
«Sono Delia. Sono viva. Sono ritornata a casa.» La fanciulla gridò un'altra volta, attirando degli abitanti.
Quelli che l'avevano riconosciuta l'avevano inseguita.
Diana sgranò gli occhi e si alzò di scatto in piedi.
Andò alla finestra e sbirciò fuori: c'era la sua migliore amica.
Era un raggio di sole. Portava una corona di rose sul capo. La felicità la colpì al cuore. «Delia», sussurrò. «È Delia. Delia è ritornata a casa.»
Aprì la porta e si precipitò in strada urlando il suo nome.
La madre ed Erberto si guardarono scioccati. Di furia uscirono dall'abitazione e si riversarono nella via del paese.
Diana saltò tra le braccia dell'amica.
La madre sorpresa si portò una mano alla bocca, scoppiò a piangere.
Diana, tra le braccia della sua migliore amica, irruppe in un pianto liberatorio di felicità assoluta.
Delia si strinse all'amica più che potè. «Mi sei mancata troppo.»
«O sei viva.» Non smetteva di singhiozzare. «Ti credevamo morta.»
«Scusami tanto, non volevo abbandonarti.» Si scostò e le prese il volto fra le mani. I loro occhi si incrociarono. «Giuro che non succederà mai più. D'ora in poi sarò sempre al tuo fianco. Non volevo farti soffrire. Io ti voglio un mondo di bene e te ne vorrò per sempre perché sei la mia migliore amica. Sei una parte di me. Sei una parte della mia vita.» Delia baciò l'amica sulla guancia e la strinse ancora di più a sé.
«Anch'io ti voglio tanto bene.»
La madre che ormai non riusciva più a reggere alla scena, corse incontro alle ragazze e le abbracciò entrambe.
Tutti i passanti si fermarono ad ammirare quella famiglia di nuovo riunita dall'amore.
Delia notò sua madre. «O mamma, sono qui.»
La madre l'abbracciò forte e riprese a piangere. Il suo dolore venne sconfitto dalla gioia. Le lacrime non smettevano di scendere lungo il suo viso. «O la mia bambina...», pronunciò con voce tremante, accarezzandole la testa. «Sei viva.» Si allontanò un po'. «Fatti guardare.»
Delia le sorrise.
«Come stai? Dove eri finita? Cosa ti è successo?» L'afferrò per le spalle.
«È una lunga storia. Mi ero persa nel bosco...e...e...ho conosciuto una persona.»
Malik era ancora lì, ma si era messo in disparte per non rovinare la loro riconciliazione. Ne era rimasto commosso e non voleva interrompere e intralciare quel momento così intimo e delicato.
Delia si rivolse verso di lui, lasciando la madre per prendergli la mano.
«Mamma, Diana, voglio presentarvi un ragazzo che ho incontrato nel bosco.»
L'angelo timido si affiancò alla fanciulla. «Vi presento Malik è un...» Ci ripensò. «È un giovane uomo. Si era perso nel bosco proprio come me. Ci siamo conosciuti per caso e abbiamo vissuto insieme in questi ultimi mesi. Ci siamo innamorati e vorremo sposarci.»
Diana e la madre erano davvero stupite.
«Delia, non ci crederai mai, ma io questo momento l'ho sognato per tutta la vita. Sono felicissima per te. Ci sposeremo domani, insieme. Sarà il giorno più bello della nostra vita.»
«Sarebbe meraviglioso.»
Si strinsero le mani per finire di nuovo abbracciate. La madre che le accarezzava ancora con gli occhi gonfi di lacrime. «O Delia, piccola mia, sono troppo felice.» La baciò in fronte. Si girò verso il nuovo arrivato. «Giovanotto ma tu sei nudo!» Sciolse le amiche dal loro abbraccio. «Su venite tutti dentro casa. Malik, per favore, vai a farti un bagno. Guardo fra gli abiti di mio marito se trovo qualcosa che potrebbe starti bene.»
L'angelo la seguì insieme a Erberto.
Le fanciulle si fermarono sulla veranda.
«È proprio uno schianto, sai. Biondo con gli occhi azzurri. A guardarlo sembra un angelo», confessò Diana.
«A chi lo dici.»
Le ragazze sorrisero. Le loro risate si sparsero nella calda aria estiva e volarono in cielo.
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