Capitolo 6 - Strawberries and Regrets
Nella foto: Darragh Kelly
Eraormai tradizione che ogni primo sabato sera dell'anno scolasticoandasse festeggiato alla grande e anche quella volta River decise distrafare per garantire al suo gruppo una serata memorabile. Champagneda tremila sterline a bottiglia e frutta esotica per un post seratache nessuno avrebbe dimenticato, specialmente adesso: quel sabatosarebbe stato il loro "ultimo primo".
Lars adorava il BollingerVieilles invecchiato di quasi vent'anni, ancora di più amava lefragole succose che venivano servite insieme ad esso dopoun'abbondante cena a base di pesce fresco nel migliore ristorantedella città. Con quel pensiero, River fece portare una terzabottiglia che fece subito il giro del tavolo e finì poco dopo. Eranoin dieci quella sera, i ragazzi del club, più qualche altro studentedella Van der Meer: era giusto non isolarsi troppo per non darenell'occhio.
Larsera al centro dell'attenzione come sempre, quella sera si parlavadella sua ragazza, o meglio, di quella che River aveva scopertoessere nient'altro che una mera copertura. Erano in pochi a saperecome stavano davvero le cose, ma per il resto dell'istituto, EdvigeHerardt rimaneva la fortunata fidanzata di Lars Van der Meer.Dopotutto erano perfetti insieme, entrambi così belli, intelligentie di ottima famiglia, sembrava quasi impossibile non puntare sullaloro unione.
SoloNegan se ne stava in disparte nella zona più isolata del tavolo,riempiva il suo bicchiere di champagne con aria cupa e poi lo mandavagiù, un sorso dopo l'altro. Se Lars era brillo ed euforico, Neganaveva preso un altro tipo di sbronza, quella che ti fa pensare troppoe stare male. River si sollevò dal divanetto e gli diede una paccasulla spalla, solo in quel momento l'altro sembrò riscuotersi.
"Dai,non fare così! È sabato sera, sbronzati come tutti noi e dacci untaglio con le solite seghe mentali"
Ilmoro avrebbe voluto accontentare River, ma come poteva mettere atacere i suoi tormenti?
"Miha dato buca, come faccio a non pensarci?" ribatté quello scuro involto, "ha passato tutta la sua fottuta estate con Gwen enonostante questo mi ha dato buca! Dannazione, è un peccato mortaleuscire senza di lei per una cazzo di volta nella vita? Dice sempreche noi due siamo amici, ma non mi pare!"
Riversospirò forte. Quante volte ne avevano già parlato? "forsedovresti distrarti sulserio,Negan."
Queltono era più che sufficiente per far capire al moro cosa l'amicostesse cercando di suggerirgli "per stasera lascia perdere i tuoidrammi sentimentali e fai quello che ti pare, ok? Tanto non gli deviniente a quella fottuta fighetta. Ci sarà tempo per i rimpianti".
Eralo stesso consiglio che avrebbe dato a sé stesso ed era intenzionatoa seguirlo. In quella occasione, Lars era alticcio e incredibilmenteallegro, tutto era stato studiato con minuzia di particolari da Riverper far sì che il boss perdesse il controllo.
Eranomomenti più unici che rari quelli in cui Lars abbassava la guardiaper un po', succedeva più o meno all'inizio dell'anno, poi durantele vacanze di Natale e, infine, a conclusione delle lezioni. Riverpregustava quel momento da troppo tempo ed era intenzionato adapprofittare della situazione con tutti i mezzi subdoli di cuidisponeva.
L'atmosferasi stava riscaldando all'interno del locale, un posto chic ma moltoriservato. Le luci erano basse, così come i tendaggi che separavanoi privée dagli altri tavoli vicini. Gli studenti erano seduti su unapostazione sopraelevata, intorno a un bel tavolo di mogano. Dopo averlanciato un ultimo sguardo a Negan adesso tutto preso dal suocellulare, il vice riprese il suo posto accanto a Lars.
Tuttal'attenzione del boss era rivolta alla conversazione con il suovicino di posto, le dita lunghe e affusolate giocavano con una bellafragola rossa mentre quelle dell'altra mano sfioravano il bordo dellaflûte colmo di champagne. Il volto bello e arrogante era lievementearrossato sulle guance, segno che l'alcol stava facendo effetto.
"Macerto, Clive. L'E-commerce è tra le attività commerciali piùredditizie al mondo, è chiaro che tutti puntino sul successo diBenjamin, ma non è detto che basti. Ci vuole fiuto negli affari, ildenaro non è mai abbastanza."
Riverportò gli occhi al cielo, non ne poteva più di quella lezione dimarketing che il suo boss stava tenendo all'altro, così decise difarsi più audace. Puntò gli occhi in quelli di Lars che, dopoqualche secondo, iniziò a sentirsi osservato. Il blu oceano siscontrò con l'azzurro.
Ilvice non parlò, si limitò a sorridere appena mentre il boss, dopoavergli rivolto una lunga occhiata intensa, tornava a rivolgere lasua attenzione a Clive. River impazziva per quello sguardo perchégli riportava alla mente troppe cose: erano gli occhi di un Lars chenon era poi tanto in sé, lo sguardo che aveva sempre quando andavaletto con lui e che a River piaceva da morire.
Queipensieri gli scivolarono addosso in lunghi brividi sulla schiena.Ormai al limite della pazienza, River decise di andare oltre e sicurodi poter osare ancora, si abbassò appena lungo il divanetto. Unaposa apparentemente comoda e poco studiata ma che in realtànascondeva ben altre intenzioni. Il suo piede, infatti, incontròsenza ostacoli la gamba di Lars che al contatto sobbalzò, colto allasprovvista.
Ilmoro si scostò di mezzo metro dal suo vicino impertinente, il visoimpassibile mascherava alla perfezione qualsiasi cosa stesseaccadendo lì sotto, perché in realtà River non aveva smesso difarsi avanti. I suoi movimenti si rendevano sempre più audaci, finquando non raggiunse l'interno coscia del boss che sfiorò poco dopocon la punta dei mocassini pregiati.
"Perchénon ti comporti bene?" fu quasi impercettibile, ma Lars avevaparlato proprio a lui prima di rivolgersi di nuovo al suo noiosissimointerlocutore.
Rivercercò di non gongolare troppo mentre continuava a guardarsi intorno,nessuno badava a lui o ai movimenti indiscreti sotto il grossotavolo. Si avvicinò ulteriormente a Lars, scivolando ancora un po'lungo il divanetto di pelle, fino ad accostare la coscia accanto aquella del boss. Il moro era del tutto preso dalla conversazione:parlava di corporazioni, vendite e affiliazioni con quel suo tonofreddo e terribilmente sicuro, nel modo che faceva impazzire River.Intento ad osservarlo, il biondo si trovò a seguire il viaggio diuna dannata fragola fino alle labbra del boss, lì dove venne morsa etranciata a metà. Incapace di trattenersi ancora, continuò amuoversi spingendo la mano sulla coscia di Lars.
L'altroebbe un fremito impercettibile, per un attimo perse il filo deldiscorso, faceva caldo e River stava diventando troppo sfacciato. Glilanciò un'altra occhiataccia che invece di farlo smettere ebbel'effetto esattamente contrario. Il boss si sentì mozzare il fiatoquando quelle dita raggiunsero il suo inguine. River sorridevamaliziosamente, poteva sentire la sua erezione crescere attimo dopoattimo nello strato stretto dei suoi pantaloni, si stava risvegliandoinsieme a quella di Lars, nonostante fu proprio quest'ultimo acalciare la sua gamba per farlo smettere.
"River"c'era minaccia nel suo tono, eppure continuava imperterrito aignorarlo; tornava a parlare con Clive, come se il biondo non fossealtro che un moscerino appena fastidioso.
Alloravuoi la guerra,pensò River e decise fosse il momento di incrementare quei movimentie renderli sempre più invasivi. Quando abbassò la cerniera deipantaloni di Lars e toccò direttamente il tessuto liscio dei suoiboxer, il moro reagì inarcando la schiena in un movimentoinvolontario. Le parole gli si erano mozzate in gola, avrebbe volutoucciderlo, ma di rimando River continuava a sorridere con malizia,divertito.
"Portaciun'altra bottiglia!" ordinò subito dopo, il bicchiere di Lars eradi nuovo pieno, mentre la mano del biondo continuava a muoversi finoa innestare un contatto diretto con la pelle del boss.
Larssi trovò in estrema difficoltà: Clive Keller continuava a parlarglidi progetti e affari, ma seguirlo stava diventando un problemaveramente grosso, più o meno quanto la sua erezione. Provò achiudere le gambe con uno scatto, poi strinse il polso di River inuna presa ferrea e lo allontanò dal suo inguine facendo ridere ilbiondo.
"Potrestiscusarmi un attimo, Clive? Vado alla toilette, troppo champagne"Lars non poteva muoversi con quella dannata erezione nei pantaloni.L'unica soluzione che riuscì a escogitare fu quella di mettere ilsuo cappotto davanti al corpo per nascondere quel dannato problema daocchi indiscreti.
OltrepassòRiver assestandogli una ginocchiata sulla gamba che lo fece gongolareancora di più, se possibile. Lars sfrecciò via, ma anche il biondosi sollevò dal tavolo con la scusa di saldare il conto, cosa cheeffettivamente fece.
Poiincontrò il viso di Negan che non si era perso niente di quellascenetta.
"Nonfarlo incazzare, poi chi lo sente in riunione?" sussurròall'orecchio del biondo.
"Mache, non sto facendo altro che offrirgli il miglior antistress delmondo!"
Riversi affrettò a seguire il boss in bagno. Lars, nel frattempo, stavacercando di recuperare un po' di autocontrollo, passandosi una doseabbondante di acqua fresca sul volto bollente. Il biondo lo trovòcon il viso bagnato e il cavallo dei pantaloni della misura giusta,segno che quel problema era stato contenuto. Era bello da mozzare ilfiato mentre lo fissava con quell'aria di sfida e risentimento.
"Nonso più in che altro modo dirti che non sono interessato" iniziòLars con voce tagliente, erano soli in quel bagno ed era l'occasioneperfetta per mettere in chiaro un po' di cose.
"Davvero?Perché a me sembrava tu lo fossi, invece. O almeno una grossa partedi te ..." ribatté maliziosamente River avvicinandosi pianoall'altro che non si mosse di un passo "pensavo ne avessi voglia,sono abbastanza bravo nel captare i desideri sessuali della gente edirei che tu sei parecchio teso in questo periodo."
"Spiegamicome questo avrebbe a che fare con te! Noi abbiamo chiuso, sono statochiaro la settimana scorsa e lo sarò anche adesso. Quella di tremesi fa è stata l'ultima volta, non si ripeterà più" il moro eraserio, se ne stava immobile e con le spalle rigide mentre osservavaRiver farsi sempre più vicino nel suo solito passo leggero, quasifelino.
"Maper te è sempre l'ultima volta" mugolò l'altro, adesso a pochicentimetri dal corpo del boss.
Lesue mani si mossero prima del resto, con la punta delle dita iniziòa toccare le spalle tese di Lars "l'hai detto la prima volta sultavolo della nostra sala conferenze, poi nel mio letto e ancora dueanni fa allo chalet. Lo hai detto al compleanno di Edvige, in quellafantastica vasca idromassaggio, e l'hai ribadito anche l'estatescorsa prima di salutarci. Lo dici praticamente ogni mese, Lars,scusami tanto se non riesco più a prenderti sul serio" River riseappena, un soffio caldo sul collo sensibile del moro che si sentìcedere.
"Hoanche detto che non è te che voglio, River. Questo tendi adimenticarlo troppo in fretta."
Facevamale sentirselo dire, era un dolore sordo e lancinante, ma il biondoaveva ormai iniziato a farci l'orecchio. Voleva Lars e lo avrebbeavuto nonostante le umiliazioni e la sofferenza a cui sottostava mesedopo mese, non gli importava quello che sarebbe uscito dalla boccadel ragazzo purché, alla fine, si fosse lasciato andare e avessesmentito tutto con le sue azioni.
"Trattamicome se fossi Blaise allora, fammi quello che vorresti fare a lui"gli suggerì River con un tono basso e terribilmente sensuale,nonostante dentro di sé stesse combattendo contro la nausea che lesue stesse parole gli stavano provocando "tanto non potrai maiaverlo, non capisci? Che senso ha soffrire così tanto per qualcosadi irraggiungibile?"
Un'altrarisata bassa, stavolta di scherno "non fai altro che avvelenarmi"ribatté Lars, ancora stretto nella morsa del biondo che continuavaad accarezzarlo piano.
"No,io sono qui per aprirti gli occhi, tesoro" poi il vice si spinseancora in avanti e, in uno scatto ferino, iniziò a baciare il collodel boss.
Sapeva Lars fosse terribilmentesensibile in quel punto ed era intenzionato a usare quella carta asuo favore come sempre. Il moro strinse i denti e chiuse gli occhi,cercò invano di resistere a tutte quelle attenzioni che non avevapensato di desiderare, ma l'eccitazione era di nuovo alle stelle.Aveva i battiti accelerati mentre la lingua ruvida di River lasciavatracce sottili e bollenti sulla pelle morbida secondo uno schemainvisibile e micidiale. Il boss fremette e si lasciò sfuggire unbasso mugolio.
"Seiil boss dei Void, Lars. L'anno scorso abbiamo ucciso il suo miglioreamico, adesso è cenere sepolta nella terra fredda del bosco."
"Stazitto" Lars stava perdendo il contatto con la realtà. Per quantodolorose, quelle parole avevano sempre avuto senso anche per lui.
"Luinon ti vorrebbe mai, lui ti odierebbe e basta se sapesse quello chesei veramente, chiseiveramente" ma River continuava a parlare, i suoi sussurri eranoframmentati da baci lascivi, susseguiti da piccoli morsi. Lars sicontorceva tra il piacere e la rabbia, incapace di sciogliersi dallimbo in cui River lo aveva fatto cadere "ma io no, io ti accetto.Io ti amo per quello che sei, farei di tutto per te, ucciderei perte."
Quelleparole erano troppo, Lars cedette, cadde sempre più in basso e fucome tornare nell'oscurità che per troppo tempo lo aveva tentato:finalmente poteva rispondere a quel richiamo senza preoccuparsi delleconseguenze. Le labbra di River erano bollenti, così come la linguache s'impadronì della sua intrappolandolo in un bacio di passionepura. Lars lo spinse contro il muro con violenza, poi lo afferrò perla giacca e lo trascinò in uno dei bagni accanto.
Chiuse la porta dietro alle lorospalle mentre River continuava a baciarlo con foga e con le mani glitirava giù i pantaloni, liberandolo subito dopo anche dai boxer.L'erezione di Lars era gonfia e pronta quando il biondo siinginocchiò davanti a lui intenzionato a vedere il viso del suo bossriempirsi di piacere disperato, quello di cui si privava troppospesso in nome di un amore che non avrebbe mai potuto consumare. Lelabbra semiaperte, il respiro mozzato, i mugolii secchi della suagola mentre veniva pervaso dal piacere che la bocca bollente del suovice gli donava. River amava il sapore di Lars, non vedeva l'ora disucchiarlo e guardarlo perdere quel contegno che, in una situazionenormale, non avrebbe mai perso.
"R-River"e quando chiamava il suo nome non c'era più quel tono freddo edistaccato, né quello imperioso che precedeva un ordine, ma ungemito disperato che lo invitava a continuare, incitandolo tantoquanto le sue dita che si chiudevano intorno ai suoi capelli biondi elo guidavano in ogni movimento.
Riverera eccitato da morire e a fatica riusciva a sostenere la visione diLars perso nel piacere. La sua erezione intrappolata nei pantalonigli provocava fitte dolorose al basso ventre, ma non avrebbe ceduto:aveva in mente un modo diverso attraverso cui concludere quellaserata, tuttavia il boss doveva prima venire. Voleva fargli perderedel tutto la capacità di intendere e volere, doveva averlo in pugno,come stava accadendo proprio sotto i suoi occhi in quel precisoistante.
"Scommettoche di questo non ti sei mai lamentato però" sussurrò il biondocon le labbra umide che sfioravano ancora l'erezione di Lars.
Quello strinse la presa suicapelli del vice e con un movimento violento, lo costrinse a tornaread occuparsi di lui. Aveva chiuso gli occhi e inarcato la schiena, ilvolto proteso verso l'altro perso nel piacere più totale, stava pervenire, sentiva i primi effetti dell'orgasmo scuotere il suo corpo.
"Togliti"
Larsprovò a sottrarsi dalla bocca di River, ma l'altro opposeresistenza, il moro non riuscì più a trattenersi e subito dopovenne scosso dagli spasmi che precedevano l'orgasmo. Era statofortissimo, ingestibile nella sua violenza, come soltanto potevaessere dopo quel lungo periodo di astinenza.
Larsfaticava a respirare, sentì River sollevarsi da terra, con la codadell'occhio lo vide mandare giù tutto prima di uscire dal cubicolo esciacquarsi la bocca al lavabo.
"Stavocercando di scostarmi"
"Eio non volevo lo facessi" ribatté River. Lars ebbe un nuovofremito di eccitazione nel sentire quelle parole.
"Dìai ragazzi che sei troppo ubriaco e che torni con me." Ordinòqualche istante dopo River, con un tono talmente imperioso daricordare quello dell'altro.
C'eraun momento dell'anno in cui era Lars a ubbidire al suo vice,succedeva piuttosto raramente e soprattutto dopo un orgasmo delgenere. Il moro infatti non obiettò, River lo vide filare via allavelocità della luce e non riuscì a nascondere un sorrisinosoddisfatto.
Loadorava, così altezzoso e allo stesso tempo così docile... amavaogni fottuto tratto di lui, era perso come non era e non sarebbe maistato in vita sua. Non esisteva un "dopo Lars", lui era il suopassato, il suo presente e il suo futuro, indipendentemente da comesarebbero andate le cose.
Dopoqualche minuto anche River lasciò la toilette e dirigendosi verso lasala, notò con la coda dell'occhio che Lars stava salutando iragazzi come il bravo bambino ubbidiente che era. Quando fece perseguirlo, la strada del vice venne sbarrata da Negan: il suo amicoaveva legato i capelli in una coda alta e quello non era un buonsegno.
"Nonchiedermi un passaggio, devo fare della roba con Lars. Ho tiratofuori il suo lato da troietta, ti conviene dormire fuori stanotte"lo avvertì subito River.
"Tranquillo,ho già dove stare" lo informò il moro, seppure con aria scocciata"buon divertimento allora."
Darraghdoveva aver fatto un salto in città,pensò River ridendo mentre tornava da Lars e gli passava un bracciointorno alle spalle. Prima di dirigersi verso l'uscita, afferrò alvolo la bottiglia ancora mezza piena di champagne dal tavolo e laportò via.
Larsera veramente ubriaco, ma non così tanto da non capire cosa stesseaccettando di fare salendo sulla bellissima Lamborghini Veneno grigiometallizzato di River. Quest'ultimo la mise in moto con un rombo epoco dopo sfrecciavano già lungo la strada. Trovarsi lì dentro conil suo boss, nella riservatezza dell'auto lontano dalla gente e dalrumore, rappresentava tutto un altro mondo, quello dove Lars silasciava andare e commetteva più di qualche sciocchezza. Riversapeva che quella serata aveva tutti i presupposti per diventare unadelle migliori in assoluto e anche se il moro non l'avrebbe maiammesso, spacciandola per un banale errore di percorso, nulla gliavrebbe impedito di collezionarne di nuove.
"Iltuo errore di percorso ha bisogno di attenzioni, non è belloritrovarsi con un'erezione perenne da dieci minuti e non poterci farenulla" gli fece notare River, invitando l'altro all'azione.
Larsnon aveva bisogno di sentirselo dire, le sue dita stavano giàtrafficando con la cerniera del vice, ma quella volta non avevavoglia di usare soltanto le mani. River lo vide abbassarsi sul suoinguine e quel semplice gesto lo sconvolse.
"Conla bocca?" chiese, ancora più eccitato che mai "ma non èNatale"
"Quest'annoNatale arriva prima per te" ribatté Lars con la voce roca per ildesiderio, poi chiuse le sue labbra sull'erezione di River, il qualeperse per un attimo il controllo e rischiò di sbattere contro unidrante.
"Dio,fai piano!" il biondo avrebbe voluto lasciarsi andare allesensazioni che le labbra perfette del moro gli stavano provocando, madoveva rimanere lucido e vigile perché le strade erano ancora pienedi gente e la sua bambina da settecentocinquanta cavalli non erafacile da domare "L-Lars, ti prego ... se continui così finiremodritti contro un m-muro"
"Cosa?Vuoi che smetta? Ti stai per caso lamentando?" lo sguardo di Larsera fiammeggiante come quello di un bambino a cui viene tolto il suogioco preferito, come poteva River privarsene e voltare le spalle aun Lars così sfrenato?
"Nonsia mai, continua!" la mano del biondo guidò la testa dell'altronuovamente in basso e questo si rimise subito a lavoro.
Larsera perfetto in ogni dannato movimento, si abbassava per poi risaliresu qualche istante dopo, in un ritmo selvaggio ed eccitante, perfettoper far perdere la testa a River. Cercava di inglobare in boccal'erezione dell'altro, aiutandosi con le mani quando non riuscivaa raggiungerne tutta la sua lunghezza con il semplice uso dellelabbra. E poi c'erano quei suoni bassi e gutturali, musica per leorecchie del vice.
Fua quel punto che River vide i fari di un'altra auto lampeggiareinsistentemente, senza rendersene conto aveva occupato tutta lacarreggiata; sterzò subito a destra, mentre le sue gambe venivanoscosse da un brivido di piacere. Guidare stava diventando alquantodifficile.
"L-Lars,piano, ti prego, mi stai uccidendo" biascicò, poi dovettetrattenere un gemito perché quelle parole non fecero altro chespronarlo a dare ancora di più.
Riversi costrinse a non abbassare lo sguardo su Lars, non voleva vederloin quelle condizioni, sarebbe stato ancora peggio e, soprattutto, lastrada filava via troppo velocemente. Tenere il controllo del mezzostava diventando impossibile: il piacere era troppo forte, lospingeva a chiudere gli occhi e a lasciarsi andare. Voleva Lars,subito.
"Nonci pensare nemmeno, guida fino al castello o vai a letto da solostanotte!" il tono di comando era riaffiorato, così come losguardo tra il malizioso e il glaciale che gli rivolse.
Lars non elargiva la sua boccacosì generosamente, di solito lo faceva per Natale, era il suo modotutto speciale per augurargli delle serene vacanze in famiglia. Checosa stava succedendo? River passò un semaforo rosso senza fermarsie per poco non venne messo sotto da un furgone.
"Cazzo!"urlò, cercando di far sollevare Lars dal suo inguine, "non me nefrega un cazzo se succede qualcosa a me! Ma stiamo rischiando unincidente e se tu dovessi farti male a causa mia, probabilmente miammazzerei anch'io subito dopo" River era mortalmente serio adesso.Scostò il volto dell'altro dal suo inguine e gli accarezzò unaguancia con dolcezza, ma il boss lo allontanò con una gomitata.
"Smettiladi trattarmi come se fossi la miglior cosa al mondo" Lars si appesealla bottiglia, sembrava tutt'altro che felice in quel momento. Luinon lo era mai, non con River almeno, quella era una sensazionecostante per il biondo.
Eraarrapato, incazzato, infastidito, ma mai felice. Perché lui non eraBlaise, lui rappresentava tutto ciò che Lars detestava nel profondo.Eppure gli piaceva andarci a letto, River lo sapeva, era soltantoquello con cui sfogare la sua rabbia repressa, quello che non contavaabbastanza da avere un peso reale nella sua vita, ma a lui nonimportava: l'orgoglio e la dignità non gli appartenevano più giàda molto tempo.
"Ci hai mai pensato cheprobabilmente lo sei per me?"
"Nonessere patetico, River" esalò Lars, abbassando il finestrino perprendere un po' di aria "non è necessario cantare le mie lodi peravermi, stanotte faremo sesso perché avevi ragione: ne ho voglia."
"Bene,non era poi così difficile ammetterlo, no?" ribatté il biondo,soddisfatto.
"Tacie guida."
L'ariafuori era pungente, Lars cercò di darsi un tono mentre rientravanella sala principale del castello, seguito da River. Non c'eranessuno, eccetto per un gruppetto di matricole sedute accanto alcamino nel fondo della stanza. Il biondo nascose la bottiglia dichampagne all'interno della sua giacca, poi salirono al secondo pianoquasi correndo per le scale. Nessuno dei due aveva voglia diaspettare.
Laloro stanza era buia e calda, Lars entrò nella sua camera seguitosubito dopo da River, le luci rimasero spente perché entrambisapevano che non sarebbe servito accenderle. La voglia era troppa,tre mesi di astinenza totale avevano dato quei risultati e adesso lemani di River tremavano dal desiderio mentre liberava l'altro dellasua camicia pregiata.
"Cristo,un altro solo giorno di astinenza e avrei perso la testa" ammise ilbiondo, estasiato da quel contatto.
"Nonti ho mai chiesto di aspettarmi" Lars aveva parlato a voce bassa,ma comunque perfettamente udibile.
"Seila sola cosa che voglio. Come diavolo vuoi che te lo dica?" ribattél'altro con una punta di rabbia nella voce.
Nonera lui quello in difetto, River avrebbe ucciso pur di aver Lars.Perché il suo dannato boss era tutto ciò che voleva, quanto diavolopoteva far male un amore non corrisposto? Le labbra di Lars losedavano, tenevano a bada quella fitta al petto, era come un fuocoche non riusciva a domare se non con le attenzioni del moro.
Lars era eccitato, esattamentecome qualsiasi ragazzo che non fa sesso da mesi, River si sentivasoltanto un mezzo qualunque che avrebbe permesso all'altro diprovare piacere. Ma non doveva farsi assalire da quei pensieri, nonin quel momento, non mentre Lars era ubriaco e voglioso diattenzioni. Doveva renderlo felice, doveva dargli tutto quello cheera capace di dargli, nonostante non sarebbe mai stato abbastanza.
Ilcorpo nudo di Lars rasentava la perfezione. River si perdevanell'esplorazione di quella pelle candida, della schiena benformata e larga e di quei fianchi stretti... il vice amava stringerlie trattenerli tra le dita mentre si spingeva dentro di lui. Poi c'erail suo sedere sodo e marmoreo o il piccolo neo sulla parte internadella coscia ben tornita e quei muscoli appena pronunciati cheguizzavano a ogni movimento.
Soltantouna cosa aveva preoccupato il biondo quando aveva iniziato afantasticare su Lars Van der Meer, ovvero l'eventualità che Larsavesse voluto stare sopra, relegandolo all'altro ruolo. Si erasbagliato.
Ilsuo boss amava essere dominato almeno quanto amava impartire ordiniuna volta fuori da quel letto.
Eraun uomo di potere e, come tale, riusciva a lasciarsi andare soltantoin quei momenti e River era l'unico a essere a conoscenza di queidettagli. L'unico che lo avesse mai soddisfatto, nonché il primoragazzo con cui Lars avesse conosciuto il sesso, ormai quattro anniprima. Ed era impossibile che questo lo lasciasse indifferente, Riversi prendeva cura di lui come farebbe un cane con il proprio padrone.Come tale, River tornava sempre, anche quando veniva maltrattato oscacciato via, perché lui era fedele e amava il suo padrone in modototalizzante.
Cometotalizzante era l'appagamento che scaturiva dal sentirlo cosìperso e dipendente dai suoi tocchi. Aveva preparato Lars per moltotempo, leccando la sua apertura con dedizione, deliziato da queigemiti forti e disperati, che lo costringevano a contorcersi sotto lecure del vice. Era una visione impietosa per River che ormai sitratteneva a fatica, voleva averlo subito. Voleva stringerlo epenetrarlo fino a fondere insieme i loro corpi, ma si costrinse,invece, a sostituire la bocca con le dita, per prepararlo al meglio. Si spinse dentro Lars con lentezza, ogni centimetro guadagnato era ungemito di piacere che non riusciva a soffocare. Negan aveva fattobene a scappare da lì, ben presto quella stanza si sarebbe riempitadi mugolii e sospiri.
Inserì un terzo dito dentro dilui e Lars iniziò ad andargli incontro, muovendo i fianchi ad unritmo sostenuto, di chi voleva di più, ma non era abituato aimplorare.
"River.D-di più".
Eratroppo, il vice perse l'ultimo briciolo di autocontrollo quandosentì la voce roca di Lars rivolgersi a lui. In fretta si allungòad afferrare il lubrificante sul comodino, poi ne fece colare unadose abbondante sulla propria erezione, che sparse per tutta lalunghezza, massaggiando con la mano. La puntò contro l'entratadell'altro e, con un gesto fluido ed esperto, lo penetrò.
Ilpiacere fu subito assoluto. Vide Lars inarcare la schiena, mentreRiver cospargeva le sue spalle di baci, spingendosi dentro fino infondo, tanto da mozzare il fiato del boss per un attimo. Non riuscivaa vedere il volto del moro da quella posizione, ma sapeva che stavaannaspando in cerca di aria, in cerca di un appiglio che avrebbepotuto trovare soltanto nelle lenzuola di seta sotto di lui. A Larspiaceva quando River era violento, così iniziò a muoversi più infretta, con spinte così forti e direzionate da farlo piegare in due.
"R-River,Dio!"
"Shh,so che ti piace ... so che è quello che vuoi" il biondo parlava adenti stretti, stava gemendo come un forsennato: vedere Lars piegatodavanti a lui era una visione da perdere la testa.
Poiil ritmo cambiò, Lars iniziò ad andargli incontro con il bacino e aquel punto fu River a cedere del tutto rimanendo immobile. Il bossstava conducendo il gioco, ogni spinta era finalizzata alla ricercadi quel piacere perfetto, che a giudicare dai gemiti sordi cheemetteva, stava già tornando.
Ilbiondo era sopraffatto, avrebbe voluto vedere il volto di Lars, masapeva che quella posizione era la sua preferita, forse proprioperché gli permetteva di evitare quel dannato contatto visivo che ilmoro tanto temeva. River era ancora fermo, in balia dei movimentiviolenti di Lars che continuava ad andargli incontro per poiallontanarsi, fino a farlo uscire quasi del tutto da lui.
"L-Lars ..." River non riusciva a parlare, né a comporre un pensierosensato. Respirava a fatica mentre l'orgasmo gli montava dentro.Strinse l'erezione di Lars nella sua mano, massaggiandolaveementemente: voleva venissero insieme e ricambiargli tutto ilpiacere che lui gli stava provocando.
"Vienimidentro."
Unsussurro perso tra gemiti e grida, River non riuscì a capirenient'altro, quelle parole pronunciate da Lars diedero il viadefinitivo all'orgasmo che stava già prendendo possesso del suocorpo. Vennero insieme, il biondo dentro Lars, mentre l'altro siliberava nella mano di River.
Prenderefiato, per Lars, fu complicato: le braccia di River lo stringevano,sentiva il peso del suo corpo caldo e sudato contro la schiena.Rimasero così per parecchio tempo, nel calore e nell'oscurità dellastanza, ognuno ad ascoltare i battiti martellanti dell'altro.
Quellaera decisamente una pessima serata, Negan aveva ingurgitato il quartobicchiere di Champagne e, se non ci avesse dato un taglio, di certonon sarebbe stato l'ultimo. Alister gli aveva dato buca con uninsulso messaggio: la sua stupida fidanzata aveva prenotato un tavoloin un ristorante stellato e lui le aveva dato la precedenza.
Certo,si disse Negan continuando a bere. Lei aveva semprelaprecedenza, lei andava accontentata. E lui? Non contava nulla? Certoche no,si rispose. Non era abbastanza, era nato sbagliato per avere Alister,
avevaqualcosa in più fra le gambe e in meno sul petto. Bevve ancora,continuando a fissare gli altri ragazzi seduti al suo tavolo; tuttisembravano felici e spensierati, nessuno condivideva il suo tormentointeriore, quella sera persino River sembrava prossimo ad andare acanestro.
Ancoratroppo sobrio per poter resistere, tirò fuori il cellulare e, perl'ennesima volta, tornò a leggere quelle poche righe di scuse.Anche il modo amichevole di scrivere di Alister cominciava airritarlo, perché doveva essere solo un amico? Perché non potevaessere l'oggetto del desiderio di qualcuno, invece che passare lavita a desiderare l'impossibile?
Aun tratto notò River e Lars sollevarsi dal tavolo e allontanarsiverso l'uscita in tutta fretta. Scosse la testa, considerò chequalcuno stava per divertirsi davvero, mentre lui non faceva altroche annoiarsi e maledirsi per la sorte che gli era toccata. Prese unadelle tartine al salmone dal piatto che aveva davanti e cominciò amasticarla svogliatamente. Poi ebbe un'illuminazione, riprese in manoil cellulare e scattò una foto del contenuto rimasticato della suabocca. Subito dopo la inviò a un numero che conosceva bene. Larisposta non tardò ad arrivare:
'Seiubriaco?'
Negandigitò la risposta qualche attimo dopo: 'No,tu sei ubriaco?'
'Sonoappena uscito dall'ufficio, un rientro pieno e stressante. Avreibisogno di qualcosa per calmare i nervi. Consigli?'
Ilragazzo lesse le parole di Darragh e in automatico scosse la testa.Diceva sul serio? Non c'era il minimo straccio di ritegno in quellaprovocazione.
Macosa aveva da perdere in fondo, aveva forse un senso preservarsi?Decise che quei pensieri erano causati dall'alcol e che non dovevapreoccuparsi.
Pocodopo River gli si avvicinò e comunicò ufficialmente quello che ilmoro aveva capito da un pezzo. Era il momento di togliersi di tornoe, soprattutto, trovare un posto per la notte, perché non eraconsigliabile rimanere a portata d'orecchio del boss e del suo vicedurante quelle serate intime, Negan lo sapeva bene.
Scrisseallora un altro messaggio:'Puoi farmi da autista, sono al solito locale.'
Dopoche i suoi due amici ebbero lasciato il tavolo, si sollevò anche luitirando fuori una sigaretta per dirigersi all'ingresso e fumare.Lasciò che il suo sguardo vagasse fra i ragazzi che entravano euscivano, allegri e felici, tutti impegnati a godersi l'etàspensierata che stavano vivendo. Negan si chiese se fosse mai statospensierato in vita sua, forse quel tormento era iniziato troppopresto.
Allafine i suoi occhi caddero su una macchina parcheggiata non lontano,ma più isolata dalle altre, una Porsche Carrera grigio metallizzatotremendamente elegante. Negan si mosse per raggiungerla senza neancheriflettere; il finestrino del passeggero era abbassato e quando ilviso del moro si piegò per fare capolino nell'abitacolo incrociò losguardo dell'autista.
"Sali?"la voce di Darragh era calma come sempre, profonda e musicale.
Qualcosasi smosse nel petto di Negan e si precipitò a rispondere ironico"beh, sono uno costoso, sei sicuro di poterti permettere la miacompagnia?"
Ilrosso rise "potrei sempre chiedere un prestito, sono uno che non sarinunciare ai propri vizi"
Ilragazzo aprì lo sportello, montando in auto con un movimento fluidoe fissando l'altro. Darragh, di rimando, aveva cominciato a guardarlocon insistenza durante tutta l'azione, gli occhi verdi erano bui epenetranti in quel momento.
"Cos'haida fissare?" chiese il moro, a disagio.
Lamano di Darragh si mosse e raggiunse il volto di Negan, gli poggiòdelicatamente le dita sul collo e poi salì fino al viso, quella seralibero dai capelli. Il moro li aveva legati in una coda alta,accadeva ogni volta che usciva per fare colpo. Quella pettinatura gliconferiva un'aria elegante e Darragh adorava quel modo di acconciarei capelli, era davvero irresistibile per lui tanto che si mosseappena protendendosi verso Negan, in un gesto intimo.
"Chevogliamo fare?" chiese al moro, con tono sensuale "vuoi sprecarequesta serata? Oppure vuoi fare qualcosa di divertente?"
Neganrise, Darragh era una persona composta e calma, sempre appropriata econ la risposta giusta al momento giusto. Costantemente attorniato daun'aura di perfezione che suscitava solo ammirazione negli altri, mail ragazzo lo conosceva bene, sapeva che quella era solo una minimaparte del carattere del maggiore.
"Haiqualcosa in mente?" sorrise Negan, ancora più vicino a lui.
Darraghmise in moto senza aggiungere altro, l'auto lasciò il parcheggio esi diresse verso un luogo a entrambi molto familiare. Si ritrovaronodavanti al solito hotel, un posto estremamente elegante in cui ilrosso era solito prenotare una camera ogni volta che si incontravano.
Ilmoro sapeva che il ragazzo aveva un appartamento tutto suo, daqualche parte in città, ma non lo aveva mai invitato lì. Negan sichiedeva spesso perché lo portasse sempre in una camera d'albergo equella sera si rispose che probabilmente non voleva mischiare la loroavventura da quattro soldi con la sua vera vita.
Ilrosso si diresse alla reception con passo sicuro "c'è unaprenotazione a nome Kelly"
"Certamente,signore" rispose la ragazza, consultando il computer "la camera èal terzo piano, stanza numero 345".
Darraghprese la chiave e si diresse verso l'ascensore seguito in silenzio daNegan, salirono fino al terzo piano, passarono lungo il corridoio econ rapidità si intrufolarono dentro la camera.
Lastanza era totalmente buia, ma i due riuscirono a scorgere comunquelo sguardo dell'altro e si fissarono per qualche istante, poi Negansi scostò appena e andò ad appoggiare la schiena al muro in un mutoinvito.
Darraghsi posizionò davanti a lui, i loro visi erano vicinissimi, latensione stava salendo in modo esponenziale, tanto che il moro sichiese cosa diavolo stesse aspettando il suo compagno. Alla fine ilmaggiore affondò le labbra in quelle del ragazzo, in uno dei lorosoliti baci travolgenti. La vera natura del rosso stava emergendo,rise Negan fra sé: soltanto lui conosceva quel Darragh fuoricontrollo, totalmente sconvolto dalla passione e dal desiderio.
Avvertìle labbra del maggiore premere contro il viso, le mani erano scese acingergli la vita e Negan di rimango aveva istintivamente allargatole gambe, permettendo all'altro di posizionare un ginocchio tra lecosce, a premere contro il cavallo dei suoi pantaloni e stimolare lasua erezione. I capelli solitamente composti di Darragh eranoscarmigliati e stretti fra le dita del ragazzo davanti a lui.
Quandosi staccarono per riprendere fiato, Negan era scosso da un desideriosmodato "ti avverto che non uscirai di qui finché non mi avraisoddisfatto fino in fondo"
"Sembrauna minaccia" rise l'altro, portando ancora una volta le labbra sulcollo del più giovane.
Aun tratto Negan si irrigidì, uno strano pensiero gli passò per latesta lasciandolo di ghiaccio "perché vieni a letto con me? Mitrovi bello?".
Darraghsapeva da dove venissero quelle domande. Negan era una delle personepiù sfrontate e sicure di sé che avesse mai conosciuto, solo unapersona poteva farlo dubitare in tal misura di sé stesso.
"Dopoquasi cinque anni che facciamo sesso, ti viene in mente dirivolgermela adesso questa domanda?" ribatté il rosso accarezzandocon una mano il volto del ragazzo "sei dannatamente sexy,soprattutto in questo momento."
Lelabbra di Negan si piegarono nel suo solito sorrisetto sfacciato, lemani si mossero sul corpo di Darragh, questa volta dritte allacintura dei pantaloni. Non perse tempo, si inginocchiò e liberòl'erezione del ragazzo dalla costrizione dell'intimo, cominciandoimmediatamente a leccarla per tutta la lunghezza mentre con la manola massaggiava piano.
"Ne-gan"la voce di Darragh era incerta, rotta dai gemiti di piacere.
Ilmoro diresse la sua attenzione su di lui, nonostante con la bocca nonavesse smesso di seviziare l'erezione del maggiore. Preda di unostesso desiderio i suoi occhi sembravano più grigi che verdi in quelmomento e il suo sguardo incatenò Darragh a sé.
Quelmassaggio continuò finché il rosso non fu sul punto di riversare ilsuo seme tra le labbra di Negan, ma quei movimenti non siarrestarono, anzi, si intensificarono al punto che per il più grandefu impossibile trattenersi.
Venne con un gemito strozzato, eil più piccolo accolse il liquido ingerendolo, poi si sollevò etornò a baciare l'altro come se nulla fosse.
Queltrattamento non aveva fatto altro che smuovere ancora di più ildesiderio dell'irlandese di avere a disposizione l'intero corpo delragazzo davanti a lui; prese Negan per un braccio e lo trascinò sulletto, sul viso del più giovane c'era ancora stampato quelsorrisetto soddisfatto che l'altro non vedeva l'ora di strappargli didosso.
Voleva vederlo gemere,implorarlo di farlo suo, trascinarlo in un baratro impossibile darisalire. Era questa la vera sfida. Negan era sempre stato abituato afarsi rispettare, trattare il prossimo come se valesse meno di zero eil suo ruolo nel club non aveva fatto altro che incrementare questoaspetto del suo carattere.
Darraghadorava rimetterlo in riga, farlo suo e togliergli quell'armatura chesembrava essersi cucito addosso. Così, quando lo denudò, si presequalche minuto per osservarlo bene. Negan se ne stava seduto sulletto, i capelli ancora raccolti, gli occhi traboccanti di desiderio,le labbra gonfie e le gambe leggermente aperte, abbastanza perchél'altro potesse guardare le sue parti intime. Gli occhi di Darragh sispostarono anche sul tatuaggio che Negan aveva intorno al capezzolosinistro, un Uroboro che in quei momenti sembrava quasi vivo.
"Vuoifarmi aspettare ancora per molto?" chiese Negan, con aria seccata.
Ilrosso non perse altro tempo, gli andò incontro, sdraiandosi sopra dilui e cominciando a baciare il tatuaggio, leccandone i contorni.Proseguì verso il basso, venerando ogni lembo di pelle dallo stomacoal basso ventre fino scendere sempre più giù.
Negangettò indietro la testa e gemette quando sentì la bocca di Darraghfra le sue gambe, toccava a lui adesso prendersi cura della suaerezione. Eppure il rosso non si limitò a ricambiare il gesto delmoro, le sue dita si erano spostate davanti all'apertura di Negan equella intrusione fece inarcare la schiena del più piccolo che nonriuscì a trattenere un urlo.
"Darragh!"esclamò "sì, non fermarti!"
Ridevafra sé, il rosso, mentre continuava a massaggiare il suo amante conmovimenti lenti e profondi, Negan non riusciva a tenere la boccachiusa neanche quando facevano sesso e Darragh lo trovava adorabile.
Allafine interruppe quei movimenti e accostò la sua erezione fra legambe del più piccolo, poi, con un gesto rapido gli sciolse icapelli. Le ciocche scure ricaddero sul cuscino e sulle spalle diNegan, incorniciandone il viso fino a renderlo ancora piùaffascinante. Darragh adorava osservare i movimenti della sua chiomamentre il ragazzo gemeva sotto di lui. Lo guardò per qualche altroistante e poi, con un gesto deciso, lo penetrò. Negan si lasciòsfuggire un gridolino, ma il rosso non perse tempo, cominciò amuoversi affondando dentro il vice il più possibile.
"Ah,più forte ..." mugolava quest'ultimo al suo orecchiointrecciando le gambe intorno alla sua vita e abbandonandosicompletamente alla mercé dei baci di Darragh, che lo seviziava senzasosta togliendogli il respiro.
Unmomento perfetto,pensava Negan, pervaso da quelle sensazioni intense da far male. Nonesisteva nulla di più incredibile: lo sguardo famelico di Darraghera un eccitante naturale per lui, solo Negan poteva vederlo inquelle vesti, preda dei suoi istinti più bassi.
Cifurono altre spinte concitate prima che il ritmo si facesse cosìserrato da far dolere i fianchi del rosso, il quale in pochi altriaffondi, si liberò dentro Negan. Il ragazzo spalancò le gambe peraccogliere meglio l'erezione del maggiore e raggiungere l'orgasmo asua volta, con la mano di Darragh ben stretta intorno all'erezione.Darragh gli tappò la bocca con un bacio per evitare che il suo urlosvegliasse l'intero albergo, i loro corpi si strinsero di più percontenere gli spasmi di quell'orgasmo tanto travolgente.
Cifu un lungo silenzio dopo, entrambi fissavano il soffitto con ibattiti ancora accelerati, in cerca di aria fresca che potesse donaredel benessere ai loro corpi sudati.
FuNegan a muoversi per primo, si mise in piedi e recuperò le sigarettee lo zippo, se ne accese una e poi ricadde nuovamente sul materasso.
"Potrestifare a meno di fumare a letto" lo rimproverò Darragh, con un fintotono severo.
"Etu potresti fare a meno di fare l'indignato ogni volta e poiaffittare camere per fumatori" replicò il moro, dedicandogli unsorriso sornione.
Darraghscosse la testa "come se non fumassi in una camera normale. Evitoche l'allarme antincendio faccia la doccia all'intero piano. Seitalmente pigro che alzarti e uscire in balcone è troppo per te."
Neganscosse la testa "è la stessa scusa che hai usato quando mi hairegalato lo zippo?"
"Sevuoi prenderti il cancro, almeno puoi farlo con classe" fu larisposta del rosso, che sorrise appena.
"Saisempre cosa dire, eh?" mormorò stizzito il ragazzo "mai che tuchiuda quella bocca del cazzo"
"Qualebocca? Quella che ti fa venire di continuo?"
Gliocchi di Negan si assottigliarono diventando due fessure taglienti,in un gesto di stizza spense la sigaretta direttamente sul ripianolucido del comodino e si sollevò piazzandosi a cavalcionisull'addome del rosso.
"Tisei riposato anche troppo" disse con il suo solito tono prepotente.
Darraghsi limitò a ridere, e a quel suono, Negan, si arrabbiò maggiormentedecidendo di spostarsi e piazzarsi fra le gambe del rosso, il viso apochi centimetri dal suo sesso. Non ci volle molto perché lorisvegliasse, stimolandolo piano con bocca e mani.
"Seiproprio un moccioso sfacciato" commentò Darragh.
"Cercadi impegnarti di più questa volta, vecchio" rise beffardo l'altromentre si spostava sopra il corpo del ragazzo, posizionandosinuovamente a cavalcioni sull'erezione svettante e già pronta.
Neganscese lentamente, accogliendolo sempre più in profondità dentro disé, fino a quando chiuse gli occhi per il piacere. Sentire Darraghcosì intimamente lo stava facendo eccitare ogni istante di più. Lemani del rosso erano andate ad accarezzargli il viso e a sistemarealcuni ciuffi di capelli dietro le orecchie, poi si erano fermate suifianchi, per aiutarlo a prendere il ritmo.
Le sue, invece, erano puntatesul petto del rosso. Da lì riusciva a sentire il cuore diDarragh accelerare man mano che i movimenti dei loro corpi sifacevano più intensi. Quella sensazione era magnifica, Negan era inpreda di un piacere assoluto. Non avrebbe mai voluto smettere, odiavaaffrontare tutte le infinite rotture di scatole della sua vitaquotidiana, quei momenti con Darragh erano una bolla di benesseresospesa nel tempo e, per quanto Negan odiasse ammetterlo, riusciva dinuovo a respirare e a evadere dalla sua stessa mente.
L'orgasmoarrivò per la seconda volta, sentire il rosso liberarsi dentro dilui portava la sua eccitazione all'estremo e ricadde sul corpo diDarragh, totalmente senza forze. Nessuno dei due provò neanche adallungarsi a recuperare le coperte, rimasero stretti l'uno conl'altro finché il sonno non li colse.
Ilmattino seguente fu Negan a svegliarsi per primo, si ritrovò immersonel calore e quando ebbe la forza di guardarsi intorno, scoprì cheerano ancora abbracciati. Darragh dormiva profondamente, la luce delsole illuminava appena la sua guancia destra. La sua pelle stavatornando al suo colore usuale, constatò il ragazzo, quel velo diabbronzatura era quasi sparito e il viso sembrava puro e bianco comeil granito.
Osservandoi capelli sul cuscino, Negan sorrise. Non erano in ordine comesempre, ma ricadevano ricci e scarmigliati, increspati dal sudore.Gli piaceva vederlo così, sembrava quasi più umano.
PoiDarragh si mosse piano tra le lenzuola, forse disturbato dalla luce,e alla fine si risvegliò. Gli occhi verdi del ragazzo si schiuseroappena e ritrovarono il volto dell'altro a pochi centimetri dalproprio.
"Buongiorno"mormorò, avvicinandosi appena a Negan.
Quellosi lasciò baciare, le loro labbra si sfiorarono ancora, nulla a chevedere con i baci roventi della sera prima. Negan non smetteva difissarlo, si ritrovava spesso a invidiarlo in silenzio, perché luidesiderava la libertà, qualsiasi cosa essa significasse, e non avevamai conosciuto una persona più libera del rosso in vita sua.
"Darragh..." mormorò ad un tratto, immerso in chissà quali pensieri "matu ce l'hai una donna?"
Quellosollevò un sopracciglio, leggermente stupito da quella domanda "ame piacciono gli uomini, che dovrei farci con una donna?".
Neganscosse le spalle "per salvare le apparenze. Insomma, ogni volta miporti qui, non hai una donna di copertura e usi persino il tuo veronome. Le chiacchiere circolano in fretta nel nostro ambiente"
"Nonmi importa di quel genere di cose" rispose Darragh, senza pensarcimolto "faccio quello che mi va di fare, ho costruito il rispettoche le persone hanno di me su solide basi, non su chi mi porto aletto"
"Peròpotremmo essere più discreti" insistette il ragazzo "potrestiportarmi nel tuo appartamento".
Aquel punto Darragh si sollevò a sedere, scuotendo appena la testa "ècosì importante vedere dove vivo?"
"Noncapisco perché lo nascondi" mormorò, fissandolo dritto negliocchi con aria di sfida.
"Andiamoa fare la doccia, ho una riunione fra tre ore"
"Èdomenica!"
"Èin teleconferenza, mammina. Possiamo fare la doccia adesso?" rise,trascinando il moro per un braccio fuori dal letto.
Mentreoltrepassava la porta del bagno, Negan notò il suo riflesso allospecchio. Aveva un aspetto orribile, dovette constatare, la faccia diuno che si era divertito anche troppo, per i suoi gusti.
"Guardale mie labbra, sono tutte screpolate" si lamentò "sei un fottutoanimale".
Darraghrise e, incurante delle chiacchiere del vice, lo accompagnò finoalla doccia, bloccandogli la vista dello specchio.
Mentreil getto d'acqua calda svegliava i suoi muscoli ancora indolenziti,Negan provò a ricordare da quanto tempo andava avanti quella storia.Erano trascorsi ben cinque anni.
Dalgiorno in cui aveva cominciato a frequentare l'istituto, la sua vitasi era indissolubilmente intrecciata a quella di Darragh. In realtà,almeno inizialmente, non aveva creduto che quella storia sarebbeandata avanti per così tanto tempo. Dopo che il rosso si eradiplomato, dopo il caos in cui verteva il club, Negan aveva sempreimmaginato che l'altro avrebbe voluto lasciarsi tutto alle spalle,lui compreso. Invece era tornato, inspiegabilmente si era instaurataquella strana routine fra loro e nessuno dei due sembravaintenzionato a mettervi una fine.
"Pensiancora al mio appartamento?" chiese Darragh, riportandolo allarealtà.
"Forse"
"Nonho voluto portarti perché lo detesto" spiegò Darragh, prendendoin mano una spazzola e cominciando a pettinare i capelli lunghi diNegan con movimenti delicati e precisi "lo uso solo come appoggioper il lavoro perché è vicino alla sede del mio ufficio, ma non hanulla di mio. Non voglio rovinare i nostri momenti con l'aria viziatadi quel posto, è davvero squallido".
Neganadorava quando gli spazzolava i capelli, sentire le setole delpettine che sfioravano la sua cute lo rilassava, tanto che socchiuseun po' gli occhi.
"Alloradovresti costruire un posto dove puoi sentirti a casa. Smettila dilavorare per un po' e goditi la vita. Se ti licenziano ci penso io,ti assumo come spazzolatore di capelli"
Riseroentrambi e poi Darragh aggiunse "a dire il vero ho già un postodove sentirmi a casa, un posto tutto mio dove ci sono le cose che mipiacciono"
"Eperché non mi hai mai portato lì?"
"Civuole tempo, ma lo farò".
Allafine i due si rivestirono, pronti a lasciare la stanza. Darragh saldòil conto e poi, una volta in macchina, imboccarono la strada checonduceva all'istituto.
"Quandolo rifacciamo?" domandò il maggiore, con un'espressionedivertita.
"Staigià morendo dal desiderio?" lo prese in giro Negan "eripiuttosto su di giri".
"Sentichi parla!" ribatté Darragh "forse è colpa mia, non dovreilasciare che passi tutto questo tempo, la tua fragile mente non puòreggere l'astinenza"
"Beh,fino al prossimo weekend posso farcela" mormorò Negan, divertito.
"Magarici ritagliamo qualche ora mercoledì"
"Nonposso lasciare l'istituto in mezzo alla settimana. Le uscite seralisono valide soltanto dal venerdì alla domenica"
"Magarifaccio un salto io?" propose Darragh, con un tono che lasciavaintendere molto di più.
Neganscosse la testa "sei irrecuperabile, i tempi delle sveltine tra icespugli non dovrebbero essere passati? Quanti anni hai, tredici?"
"Guardaun po' da che pulpito!" esclamò Darragh.
"Nonti stanchi proprio mai di molestarmi, vero?"
Quandola Porsche si fermò davanti all'istituto, il moro smontò senzaaggiungere altro e senza voltarsi indietro, camminò con il suosolito passo sicuro e un'espressione parecchio divertita impressasul volto.
ANGOLO AUTRICI:
Come annunciato, abbiamo aggiornato la storia con i 6 capitoli che faranno parte della versione revisionata della storia, che verrà pubblicata a Dicembre. Per saperne di più seguiteci sui nostri social e vi aggiorneremo passo passo su questa follia. Chiediamo scusa a coloro che stavano iniziando la storia e sono stati bruscamente interrotti, purtroppo non possiamo fare altrimenti. Se vorrete finire di leggerla non sarà un attesa lunga, Into the Void sarà disponibile su Amazon sia in versione Ebook che cartaceo. Un abbraccio
BLACKSTEEL
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