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7. Delightful sight

Il sole splendeva alto nel cielo mentre Katsuki e i suoi amici si godevano un'intera domenica dedicata al surf.

Le onde erano perfette: alte, potenti, pronte a essere cavalcate da chi avesse avuto davvero il coraggio di affrontarle.

Erano giorni che i ragazzi vedevano Katsuki un po' giù di corda ed avevano deciso di organizzare quella giornata per cercare di farlo tornare un po' spensierato.

Alla fine, lui aveva accettato e, con la sua solita energia esplosiva, era riuscito a fare meglio di chiunque altro nella compagnia, come se quei momenti in compagnia fossero linfa nuova per la sua anima.

Stava perfino aiutando Kirishima a perfezionare alcune acrobazie sulla tavola!

Entrambi ridevano e scherzavano, scommettendo su chi riuscisse a fare le mosse più impressionanti, mentre il povero Denki, GoPro alla mano, era stato obbligato a riprendere i due amici nelle loro peripezie scalmanate.

Eijiro era diventato molto più bravo negli ultimi mesi, così, con un ultimo incoraggiamento, Katsuki gli disse: «Forza stronzetto! La vedi? Prendi quell'onda e mostrami cosa sai fare!».

Il rosso sorrise con sicurezza e si lanciò sulla tavola, surfando abilmente fino a catturare un'onda alta, lunga e difficoltosa. Riuscì a fare una serie di movimenti complessi, con un equilibrio perfetto che fece sorridere Katsuki di orgoglio.

Ma proprio mentre si stava complimentando mentalmente con il suo amico, qualcosa attirò la sua attenzione.

Accanto agli scogli, in un angolo in cui le onde erano più calme, vide qualcosa di familiare: una chioma di capelli verdi e un viso pallido che sbucava appena sopra la superficie dell'acqua. Il cuore di Katsuki mancò un colpo.

Izuku.

Era sicuro che fosse lui, anche se non l'aveva più visto per un paio di settimane dopo quella promessa mancata

L'emozione lo travolse all'improvviso, perché di lui aveva solo accantonato il pensiero. Ogni mattina, ogni notte, aveva sperato di rivederlo. Ed ora eccolo lì, come se il mare avesse deciso di restituirglielo.

In preda a un misto di sorpresa e gioia, perse l'equilibrio sulla tavola. Le braccia si agitarono inutilmente nell'aria mentre cercava di mantenere la posizione, ma fu tutto inutile. In un istante, si ritrovò a cadere in acqua di schiena, con l'onda che stava cavalcando che lo sommergeva.

L'oceano sembrò inghiottirlo, trascinandolo sotto la superficie con una forza inaspettata. Katsuki annaspò per un momento, sorpreso dal brusco cambiamento. Le bolle d'aria gli offuscavano la vista e il suono ovattato dell'acqua gli riempiva le orecchie.
Improvvisamente, sentì una mano afferrarlo saldamente per farlo risalire.

Kirishima era lì, con il suo sorriso rassicurante, pronto a tirarlo fuori dai guai, aiutandolo a tornare in superficie.

Una volta fuori dall'acqua, Katsuki prese un grande respiro, tossendo e cercando di riprendere fiato.

«Oi! Va tutto bene? Cosa diavolo ti è preso?», chiese Kirishima, guardandolo con preoccupazione. Non era da lui perdere il controllo in quel modo.

Katsuki cercò di raccogliere i propri pensieri, mentre il cuore sembrava volesse schizzare fuori dalla cassa toracica. Gli occhi si spostarono rapidamente verso il punto in cui aveva visto Izuku, ma non riuscì più a scorgerlo. Un'ondata di delusione lo attraversò, ma cercò di nasconderla sotto una maschera di indifferenza.

«Nie-niente.», balbettò e tossicchiò, cercando di sembrare calmo. «Ho solo calcolato male e ho perso equilibrio, tutto qui.». Sapeva che era una scusa assurda per uno come lui, sempre attento nei movimenti, preciso e metodico, ma non poteva spiegare a Kirishima cosa aveva realmente visto.

Eijiro guardò l'amico con un'espressione scettica mentee entrambi risalivano sulle rispettive tavole. Non era convinto dalla scusa perché conosceva Katsuki abbastanza bene per sapere che c'era dell'altro. Ma decise di non insistere. «Se lo dici tu.», si espresse, tuffando le braccia in acqua e remando un po' più al largo, lasciando cadere la questione. «Ma vedi di non affogare la prossima volta, ok?».

Katsuki annuì distrattamente, con la mente ancora concentrata su ciò che aveva visto. Mentre Kirishima nuotava verso gli altri amici per continuare a surfare, Katsuki rimase indietro, con il cuore che si calmava a poco a poco nel petto.

Doveva essere Izuku. Non era una coincidenza, ne era certo.

Si spostò lentamente verso gli scogli, cercando di non attirare l'attenzione.

Ogni tanto, si guardava intorno per assicurarsi che Kirishima e gli altri fossero troppo lontani per notare la sua deviazione. Quando finalmente raggiunse il punto dove aveva visto i capelli verdi, si fermò, cercando di vedere attraverso la superficie dell'acqua.

«Izuku?», chiamò sottovoce, sperando che il tritone fosse ancora lì.

Per un momento, non accadde nulla. L'acqua rimase calma, riflettendo la luce del sole del pomeriggio. Katsuki cominciò a temere che forse si era immaginato tutto, che la sua mente desiderosa avesse creato un'illusione per ingannarlo. E poi, razionalmente, pensó che quella creatura non si sarebbe mai lasciata vedere in un orario tanto affollato di gente.
Stava per girarsi e tornare verso gli altri quando un leggero movimento attirò la sua attenzione.

Dalla base dello scoglio più vicino, vide emergere lentamente la testa di Izuku. I suoi occhi verdi, pieni di una timida curiosità, incontrarono quelli di Katsuki. Il tritone sembrava quasi esitante, come se non fosse sicuro di essere il benvenuto. Ma quando vide l'espressione di sollievo e gioia sul volto di Katsuki, si rilassò leggermente, avvicinandosi un po' di più.

«Sei davvero tu...»sussurrò Katsuki, un sorriso incredulo che si formò sulle sue labbra. «Sei tornato.».

Izuku annuì, il suo viso illuminato da un sorriso timido. Non poteva parlare fuori dall'acqua, ma i suoi occhi dicevano tutto. Era contento di rivedere l'umano, anche se sembrava ancora un po' incerto.

Il biondo guardò rapidamente verso i suoi amici. Erano ancora impegnati a divertirsi con le onde, ignari di quello che stava succedendo.
Decise di avvicinarsi ancora di più agli scogli, cercando di mantenere la conversazione tra loro due. «Dove sei stato?», chiese, cercando di non sembrare troppo ansioso. «Sono... Sono venuto qui ogni giorno dopo quella volta, ma tu non c'eri.».

Izuku abbassò lo sguardo per un momento, come se stesse cercando le parole giuste da dire, anche se non poteva pronunciarle.

«Non ci sei più stato. Per due cazzo di settimane...», continuò Katsuki, a denti stretti, la voce rotta dalla rabbia e dalla frustrazione provata ed accumulata in tutto quel tempo.

Poi lo vide: con un gesto lento e deliberato, la creatura indicò il fondo del mare, come a suggerire che qualcosa lo aveva tenuto lontano. Forse i suoi obblighi o qualcosa legato al suo mondo subacqueo.

Katsuki osservò Izuku, cercando di capire. «Non potevi tornare, non è così?», ipotizzò, basandosi su quel gesto e sul suo comportamento esitante.

Izuku annuì di nuovo, lanciando un'occhiata furtiva verso l'acqua come se temesse di essere visto da qualcuno. Il suo mondo era chiaramente molto diverso dal mondo degli umani, pieno di regole e pericoli che Katsuki non poteva comprendere appieno.

Katsuki sospirò, sentendo il peso di quella distanza tra loro, un mondo sopra l'acqua e uno sotto. «Mi sei mancato...», ammise alla fine, abbassando la voce come se confessasse un segreto proibito, un occhio sempre rivolto al gruppetto di amici sempre più lontano.. «Non so perché, ma... mi sei mancato davvero tanto.».

Izuku alzò lo sguardo, i suoi occhi verdi pieni di un calore che superava qualsiasi barriera tra loro. Il suo sorriso si fece più ampio, e con un gesto gentile, allungò la mano per sfiorare quella di Katsuki. Fu un tocco breve ma significativo, un contatto che sembrò comunicare più di mille parole.

In quel momento, una voce in lontananza chiamò il nome di Katsuki. Era Kirishima, che aveva notato la sua assenza e stava cercando di attirare la sua attenzione. «Bro! Schiodati da lì! Muovi il culo che c'è un'onda fantastica che ti aspetta!»

Katsuki si voltò verso Eijiro, poi di nuovo verso Izuku. Non voleva lasciarlo, ma sapeva che non poteva restare lì troppo a lungo senza destare sospetti. Izuku sembrò comprendere la situazione e si allontanò leggermente, scomparendo parzialmente sotto la superficie dell'acqua, quasi come se volesse evitare di essere visto dagli altri.

Katsuki si voltò verso Kirishima, sollevando una mano in segno di conferma. «Arrivo! Arrivo! Non rompere il cazzo!», gridò, cercando di mantenere la voce il più possibile neutrale. Fece un respiro profondo, cercando di riordinare i suoi pensieri e di non far trapelare l'agitazione che sentiva dentro.

Prima di allontanarsi completamente, si girò di nuovo verso Izuku. «Stanotte.», sussurrò. «Tornerò qui stanotte. Spero di vederti.».

Izuku annuì, con un leggero sorriso che gli illuminava il viso. Con un ultimo sguardo pieno di significato, si immerse sotto la superficie, sparendo tra le onde.

Katsuki si allontanò dagli scogli e nuotò verso Kirishima e gli altri, il cuore che ancora correva come un forsennato per quell'incontro improvviso e tanto desiderato.

Cercò di rimettere insieme i pezzi del suo autocontrollo mentre raggiungeva i suoi amici, sapendo che avrebbe dovuto comportarsi normalmente per non sollevare domande.

«Che stavi facendo laggiù?», chiese Mina, lanciandogli uno sguardo curioso, ma non particolarmente sospettoso.

Pure Denki, di solito sempre con la testa fra le nuvole di era accorto che qualcosa non andava: «Non è da te stare in disparte quando ci sono onde così perfette.»

Katsuki scrollò le spalle, cercando di sembrare il più disinvolto possibile. «Niente di che.», mentì. «Mi sembrava di aver visto qualcosa tra gli scogli e volevo dare un'occhiata.» Kirishima, che lo osservava seduto sulla tavola a braccia conserte, sembrò accettare la spiegazione e tornò a far concentrare tutti sulle onde, ma Katsuki sapeva che non avrebbe potuto tenere per sé quel segreto per sempre.

Una parte di lui voleva dire tutto al suo migliore amico, spiegargli della creatura e di tutto ciò che aveva vissuto. Ma sapeva che sarebbe stato troppo complicato. E poi, Kirishima avrebbe creduto alla sua storia? O forse avrebbe dovuto vedere Izuku con i suoi occhi per capire?

Quel pensiero lo fece rabbrividire e lo scacció con una scrollata di testa, per evitare che brutti pensieri gli si formassero nella mente.

Il resto del pomeriggio passò tra risate e onde, ma la mente di Katsuki era costantemente altrove. Ogni tanto, lanciava uno sguardo verso gli scogli, sperando di vedere di nuovo quella chioma verde, ma Izuku non riapparve. Il tempo trascorse lento e, quando finalmente il sole cominciò a calare, il gruppo decise di tornare a riva.

«Che giornata ragazzi!», disse Sero, stiracchiandosi con un grande sorriso. Denki si lasciò cadere sulla sabbia accanto alla sua tavola. «Non pensavo di divertirmi così tanto oggi. Dovremmo farlo più spesso!».

Katsuki annuì distrattamente, sedendosi accanto a Mina, che si godeva gli ultimi raggi del sole per asciugarsi viso e capelli.

Mentre aveva lo sguardo perso tra i granelli di sabbia che gli scorrevano tra le dita dei piedi, non poteva fare a meno di pensare a cosa stesse facendo Izuku in quel momento. Era ancora nelle vicinanze o era già tornato nelle profondità del mare? E sarebbe venuto agli scogli quella notte?

Mentre il sole affondava sotto l'orizzonte e il cielo si tingeva di rosso e arancione, le domande gli si affollavano nella mente, ma sapeva che non avrebbe avuto risposte finché non lo avesse rivisto.

Ad una pacca poderosa su una spalla trasalì.
«Noi mangiamo un boccone fuori. Ti unisci a noi, Bro?».

Kirishima lo osservava dall'alto col solito sorriso a illuminargli il volto abbronzato. Aveva quell'allegria che riusciva a contagiarlo anche se non voleva. Afferró la sua mano e si tirò in piedi.

Poi, con un ultimo sguardo verso gli scogli, le labbra gli si tirarono in un debole sorriso. «Vengo, vengo. Ma niente Merdonald stavolta!».

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