Capitolo 1
Allison
Osservo lo spazio che mi circonda.
La scrivania è del tutto sgombra dai miei effetti personali e di me non c'è più neanche la minima traccia.
Senza neanche accorgermene lascio andare un sospiro di sollievo. Se fossi rimasta in questo ufficio ancora un giorno, mi sarebbe venuta la nausea cronica.
-allora sono vere le voci. Te ne vai-
Appoggiata alla porta del mio ufficio, Thea mi osserva con un ghigno divertito stampato sul volto. Non aspettava altro che questo giorno.
-ci puoi scommettere-
Non mi curo neanche di apparire gentile, non ne ho voglia e neanche mi interessa.
-non tutti sono tagliati per questo lavoro, ti capisco-
Uno dei tanti difetti di questa donna è sempre stata la sua boccaccia: troppo larga per rimanere chiusa, in ogni senso possibile.
-per fare la segretaria o per fare la puttana, chiarisci meglio-
Il fatto che Thea sia disposta a farsi sbattere nell'ufficio del direttore non vuol dire che qualsiasi altra donna qui dentro sia altrettanto disponibile.
Ecco spiegata la causa del mio licenziamento.
Non mi sono concessa, per essere gentili, e sono stata insultata per questo. Ho presentato la mia lettera delle dimissioni alla velocità della luce. E quel coglione del direttore deve ringraziare che non l'ho preso a pugni.
-sei un po' troppo drammatica-
-va bene- sospiro posando la scatola sulla scrivania -mantengo la calma e non ti insulto solo perché questa è l'ultima volta che ti vedo, quindi non mi interessa sprecare fiato con te. Ti auguro una splendida carriera e che quel verme non ti attacchi una qualsiasi malattia venerea. Buona giornata e buona vita Thea-
Alzando gli occhi al cielo riprendo in mano la mia scatola con dentro tutti i miei effetti personali e la supero, ignorando deliberatamente il suo sguardo del cazzo.
Non sono una suora ma non ci vado a letto con un uomo che ha l'età di mio padre e che mi fa ribrezzo. Neanche per tenermi un posto di lavoro.
Che si fottano tutti quanti.
Quando esco dall'edificio il caldo mi assale, irritandomi ancora di più.
Siamo a fine agosto ma qui, a San Francisco, non vuole smettere di fare caldo.
Mi avvicino alla mia auto parcheggiata e faccio scattare la serratura. Una volta sistemate le mie cose salgo al posto di guida e parto.
Mentre mi immetto nella super-strada chiamo la mia migliore amica, Elle.
-allora? Recuperato tutto?-
Il suo fare impaziente mi ricorda quanto fosse contrariata che tornassi da sola in quell'ufficio solo per prendermi delle stupide penne a sfera.
Il mio, in realtà, era un puro gesto di superiorità e di rivincita.
Non solo non mi sono concessa a quel verme, ma gli faccio vedere che sono talmente superiore a lui e fuori dalla sua portata da sbattergli il mio grosso e favoloso culo in faccia mentre me ne vado.
-preso tutto, avevo già messo le valigie in auto e ora sono già in strada diretta verso di te-
-non vedo l'ora che arrivi. Sarà bellissimo averti vicina di nuovo, come qualche anno fa-
Esattamente tre anni fa la mia migliore amica si è trasferita a Los Angeles, in uno di quei bei quartieri tranquilli ma non così lontani dal centro città e dalle spiagge. Siamo sempre rimaste in contatto e ogni volta che mi era possibile sono sempre andata a trovarla. Con la scusa anche di farmi qualche giorno di vacanza.
Quando una settimana fa è successo tutto quel casino con il mio capo, ho capito che mi serviva cambiare aria. Elle si è messa subito all'opera e in poco tempo mi ha trovato un appartamento qualche via distante dal suo.
Per fortuna ho da parte dei soldi e con calma cercherò di trovare un lavoretto e di ricominciare.
-anche io! È un po' come se stessi tornando dalla mia famiglia-
-se dici così poi mi commuovo- la sento sorridere anche attraverso il telefono. Se c'è qualcosa che sicuramente non cambierà mai della mia amica è la sua infinita dolcezza e sensibilità -Adam si è offerto di aiutarti con le tue cose se ti va-
Solo a sentire il nome del suo fidanzato trattengo uno sbuffo. Di base non mi ha fatto niente quel ragazzo. Il problema è che non mi convince, ma proprio per nulla. Tutte le volte che sono andata a trovare Elle, lui non ha fatto altro che impicciarsi tra di noi e a controllare ogni singola cosa facesse la mia amica. Come, per esempio, l'ultima volta siamo uscite insieme per andare al cinema, lui non ha fatto altro che scriverle, chiederle in che cinema fosse e si è fatto trovare all'uscita per "riportarci a casa". La mia amica ha dovuto lasciare la sua auto nel parcheggio di quel cinema per due giorni solo perché Adam era preoccupato che potesse accaderci qualcosa.
Eh no caro, ti ho capito benissimo, tu sei un cazzo di manipolatore e a me non me la dai a bere.
-che fortuna! Ma declino l'offerta. L'appartamento è già arredato e, a meno che non voglia sistemare i miei reggiseni o i miei pigiami, non ho bisogno di un grande aiuto-
Butto una scusa a caso che poi è anche la verità. L'unica cosa che mi sono portata da San Francisco sono i miei vestiti e qualche effetto personale.
-come vuoi. Per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi, stacco fra due ore dal mio turno quindi quando arriverai sarò liberissima-
-va bene tesoro. Allora ci sentiamo non appena arrivo così accetto volentieri la tua proposta di portarmi il cinese-
-ma io non mi sono proposta di portati la cena- protesta la mia amica.
-Elle Torres, non fare la maleducata e sfama la tua migliore amica. Ti voglio bene-
Senza darle tempo di controbattere chiudo la chiamata e sorrido come una bambina.
Vedere San Francisco sparire alle mie spalle mi da un senso di tranquillità indescrivibile.
La mia vita, negli ultimi anni, era notevolmente migliorata, non lo nego.
Ma andarmene da quella città è come tagliare di netto il filo che legava me e la mia inquietudine.
Non ho proprio voglia di tornare a logorarmi per il mio passato o per le decisioni sbagliate che hanno incasinato la mia famiglia.
Il futuro, ecco ciò a cui voglio e devo pensare.
Circa quattro ore e tre caffè dopo, sono arrivata a destinazione.
Fermo la mia macchina davanti al piccolo condominio dove Elle mi ha trovato casa. È molto carino. Bianco con gli infissi blu, un bel giardinetto intorno ed è solo di cinque piani. Totalmente fuori luogo fra le grandi ville che ci sono attorno.
Quando le ho detto di volermi trasferire, Elle ha subito cercato qualcosa nel suo quartiere perché sapeva perfettamente quanto mi piacesse. Non potevo crederci che c'era riuscita. Quella matta ha trovato un appartamento graziosissimo proprio a tre vie di distanza da lei, regalandomi il tanto e desiderato quartiere residenziale per famiglie.
Sette minuti dopo aver scritto alla mia amica, vedo la sua Honda Civic fermarsi dietro la mia Nissan.
-finalmente cazzo-
Urla come una matta fiondandosi tra le mie braccia.
-mio dio. Sei così bella e finalmente qui con me-
Elle mi stringe al suo corpo come se potessi scappare lontano da lei e per quanto sia minuta, questa ragazza ha una forza sproporzionata.
-così però rischi di non farmi respirare-
Con un sorriso di scuse allenta un po' la presa e mi guarda con quei suoi occhioni. Elle è un po' come la mia sorellina, abbiamo esattamente sedici mesi di differenza e questa cosa è sempre stata il suo tormento. Nel corso degli anni mi sono divertita a ricordarle in ogni occasione chi fosse la più grande, anche se di poco, ci siamo punzecchiate proprio come farebbero due sorelle e ci siamo sempre coperte le spalle a vicenda.
-allora... il quartiere è abbastanza tranquillo. C'è un supermarket, la farmacia, qualche ristorante o tavola calda, le scuole, i giardini, un fiorista, uno studio di tatuaggi e molto altro che sicuramente scoprirai da sola perché non sono un agente immobiliare e non ho voglia di elencarti i pregi o i difetti del tuo nuovo quartiere-
Da quando ci siamo sedute sul divano, con il mio tanto amato e richiesto cibo cinese, non ha smesso un attimo di spiegarmi ed elencarmi tutto ciò che potrebbe servirmi sapere per abitare qui.
-ora sono troppo stanca per rimettermi alla guida, ma domani mi farò qualche giro per capire se riesco ad orientarmi e soprattutto per capire cosa c'è qui in giro che possa interessarmi... il mio conto in banca non lieviterà solo perché avrà pena di me-
Grazie a tutte le volte che sono venuta qui da Elle posso dire di conoscere più o meno questa zona, ma un conto è venirci come "turista" e un conto è viverci.
-ci sarebbero i soldi di Mike-
Elle si azzarda solo a mormorare questa frase e subito la fulmino con uno sguardo.
-i soldi di Mike non sono una cosa che mi riguardano-
-sei stupida!-
-Elle no, sono intelligente-
Brontolo bevendo un sorso di acqua dal mio bicchiere.
Mike, meglio conosciuto dalla sottoscritta come papà, vorrebbe con tutto il cuore che io usassi i soldi che mi ha lasciato, ma io non ne ho intenzione.
-quell'uomo ti ha lasciato abbastanza soldi da permetterti di fare la mantenuta a vita-
-non mi interessa-
-la macchina te la sei tenuta però-
Ancora un volta la guardo malissimo.
-la macchina è un regalo del mio ventiduesimo compleanno. Porta il mio nome, col cazzo che me la facevo portare via dai federali-
-anche i soldi su quel conto portano il tuo nome. Cosa cambia?-
-che la macchina è la mia bambina. Il mio tesoro-
-ah invece quei soldi fanno schifo-
-dai basta. Cambiamo discorso-
La vedo contrariata e molto anche, ma decide di farmi contenta e chiudere il discorso soldi con la stessa velocità con cui lo abbiamo iniziato.
-parlami un po' delle persone... come sono qui?-
-come da qualsiasi altra parte. Il quartiere non è enorme quindi sono sempre le solite facce quelle che si vedono...-
Elle inizia a perdersi nel suo racconto e io l'ascolto sentendomi più rilassata e con il cuore più leggero.
Sento il profumo di libertà e di felicità e tutto questo è semplicemente meraviglioso.
Logan
Quando arrivo finalmente davanti alla porta del "Malibù Ink" sono ormai le dieci passate. Non ho fatto tardi di proposito, dopo sta notte ho avuto delle cose da sistemare e questa mattina ero troppo stanco per alzarmi quando diceva la sveglia.
-buongiorno principessa-
Nate mi accoglieprendendomi per il culo e sollevando lo sguardo dal computer posa sul bancone davanti a lui un bicchiere d'asporto della caffetteria di Kata.
L'aroma del caffè mi invade le narici appena tolgo il coperchio, inizio a sorseggiare la bevanda e mi metto comodo sul divano che c'è nella sala d'accoglienza.
-ti stai ancora divertendo a giocare alla sexy segretaria?-
Mi piace infastidire mio zio, tutto serio e pieno di tatuaggi potrebbe far paura, in realtà non ho mai conosciuto una persona tanto generosa.
Certo, la sua fedina potrebbe non elogiarlo ma questi sono i danni collaterali del mestiere.
-non appena trovo qualcuno da mettere come segretaria questa sedia non vedrà più nemmeno l'ombra del mio culo-
Due settimane fa, Marissa, ha deciso di abbandonarci per inseguire il suo sogno di diventare ballerina a New York. Sapevamo che sarebbe arrivato il momento, quella ragazza ha sempre aspirato alla Grande Mela, era solo questione di tempo e non ci siamo fatti trovare impreparati. Nate l'ha accolta allo studio di tatuaggi e le ha dato un lavoro proprio per permetterle di mettersi soldi da parte e inseguire il suo sogno. Questo, come accennavo prima, la dice lunga sul grosso e cattivo Nate.
Fisso per qualche secondo il vuoto davanti a me per cercare di mettermi in funzione. Ho bisogno anche di una sigaretta, cazzo.
-ieri non aveva i soldi. Ha chiesto altro tempo-
Quasi mi dimenticavo la cosa importante da dire.
-tempo? Come quello che non ha avuto lui per fotterci i soldi mentre lavorava?-
Quel coglione di Kent, uno dei tizi che lavorava per noi, ha avuto la brillante idea di intascarsi parte dei soldi delle nostre scommesse, sia quelle delle corse sia quelle della gabbia. Il suo piccolo cervello del cazzo deve aver avuto carenza di ossigeno mentre elaborava questo infallibile piano, nessuno sano di mente lo avrebbe fatto. E per di più con la convinzione che non ci sarebbero state conseguenze.
-io e Matt lo abbiamo messo all'angolo. Abbiamo usato le maniere forti ma non li aveva davvero quei soldi. La merda sai che ha fatto?- ancora non posso credere che un uomo arrivi a tanto quindi, ripensando alla scena pietosa, continuo -mi ha dato in mano le chiavi di casa della sua ragazza e mi ha spiegato dove avrei potuto trovare le "cose di valore". Quel rifiuto umano mi ha anche dato un orario sicuro per andarci, parlando a caso della sua fidanzata e della sua amica appena trasferita-
Mio zio alza un sopracciglio e scommetto che adesso avrebbe voglia di picchiarlo.
Dai quale uomo si comporterebbe in quel modo.
Deve ringraziare davvero che ieri mi sia limitato alle minacce.
-dove hai messo la chiave?-
-in tasca. Appena la tavola calda dove lavora la fidanzata di Kent apre andrò a consegnarla al suo capo e gli dirò di inventarsi qualche stronzata da dire alla ragazza. Un centone dovrebbe bastare al simpatico Sam-
-va bene. Questa sera vado io a trovare Kent e a prendermi i miei soldi. Poi gli farà anche un discorsetto sull'essere uomini perché a quanto pare non sa un cazzo-
Ridacchio alla battutina poco felice e rimango lì seduto sul divano a gustarmi il mio caffè mentre mio zio va nel suo ufficio.
Non siamo santi, sono un tatuatore con la passione delle corse clandestine e che fino a sei mesi fa entrava in una gabbia solo per pestare qualcuno, di Nate si può dire lo stesso con la differenza che c'è lui dietro a tutto e il mio migliore amico è un cazzo di genio dei computer e mio complice perfetto.
Però una cosa è certa, le donne sono donne, vanno trattate bene, vanno apprezzate.
Siamo gentiluomini.
Quando una donna parla, tu uomo ascolti e strisci per lei, specialmente se a parlare è la tua donna.
Il comportamento di Kent è più inaccettabile del furto stesso che abbiamo subito.
Nate lo andrà a trovare più per insegnarli le buone maniere che per i soldi. Vorrei esserci.
-hai una faccia orribile!-
E a proposito di donne, Miss Victoria è arrivata.
-grazie Vicky. Tu si che sei dolce-
La mora davanti a me mi fa la linguaccia e, come se fosse casa sua, si addentra nel corridoio che porta all'ufficio di mio zio. Chissà con cosa lo tormenterà oggi.
-potrei essere geloso di tuo zio-
Matt, il mio migliore amico, si appoggia con i gomiti al bancone di accoglienza dello studio, dove poco fa era seduto anche Nate e alza gli occhi al cielo.
-gli da il tormento e mio zio non dice nulla. Sta zitto e subisce le chiacchiere della tua ragazza come se fosse la sua migliore amica. Non sarei propriamente geloso fossi in te, più che altro sarei sollevato-
Matt annuisce convincendosi della mia teoria e gioca con una penna che trova lì vicino.
-questa sera cosa abbiamo in programma?-
-gabbia. Quattro partecipanti e ci saranno belle scommesse-
-perfetto. Dovrò prepararmi a chili e chili di cocktail da preparare-
Esatto. L'altra specialità di Matt sono i drink. Per scherzo ha iniziato a coprire qualche turno al nostro locale ed è finito per prenderci gusto. Ha imparato le basi e poi si è dato alla pazza gioia, garantendoci un servizio eccellente mentre mi aiuta tenere d'occhio la situazione durante le serate.
-sarà meglio che mi preparo. Fra un quarto d'ora arriva il primo cliente e non ho ancora preparato un cazzo-
Mi alzo dal divano sistemandomi i pantaloni da basket lungo i fianchi e il mio amico mi da un pugno sulla spalla.
-vai a fare il bravo ragazzo Williams- mi prende in giro.
-fottiti Garcia-
Ricambio il pugno mentre la sua ragazza ritorna tutta contenta e soddisfatta.
-che cosa hai scroccato a questo giro?-
Voglio proprio saperlo.
-il tatuaggio che tu ti sei rifiutato di farmi perché non hai tempo-
Con un'occhiataccia mi manda a quel paese e incrocia le braccia al petto.
Delle volte sembra una bambina ma è la ragazza più cazzuta che conosca. È la metà perfetta del mio amico. Lo fa star bene, è simpatica e cosa fondamentale lo ama. Victoria ha venticinque anni ma a volte potrebbe averne benissimo otto, ma noi le vogliamo bene così, per il suo essere donna indipendente e bimba indifesa. Ci ha conquistati tutti non appena l'abbiamo conosciuta.
-non mi sono rifiutato Vicky! Non ho davvero tempo, la mia agenda è pienissima-
-certo lo so, me lo hai già detto. Per questo ci penserà tuo zio-
-va bene. Allora ci vediamo più tardi-
Saluto entrambi i miei amici e poi mi sistemo alla mia scrivania mentre i due piccioncini se ne vanno.
Bene, iniziamo questa splendida giornata del cazzo.
CIAO BELLEZZE
Rieccomi qui con il primo capitolo. Ho cambiato un po' di cose rispetto alla storia che avevo iniziato a scrivere in precedenza, spero possa piacere. Con questo capitolo ho semplicemente fatto un quadro generale di entrambi ma poi dai prossimi vorrei fare un POV unico per tutta la durata del capitolo.
alla prossima, un bacio. Federica
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