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Daiana ci aveva creduto, aveva sperato che Zaccaria, il ragazzo a cui aveva concesso tutta se stessa, potesse cambiare, non tanto per lei, quanto per i suoi figli, dopo qualche minuto di attesa si ritrovò in una stanza, erano soli, la rossa prese posto sulla sedia, si aspettava delle risposte.

"Perché sono qui, che cosa hai combinato questa volta ?" Domando dura, lo vedo, non riesce a guardarmi in faccia.

"Mi devi credere questa volta io non c'entro niente" Sorrido sarcastica.

"Pensavo fossi cresciuto in questi mesi" Mi interrompe, prova a toccarmi ma mi scanso.

"Ed è così, posso spiegarti tutto"

"Lo spiegherai a mio padre, io me ne vado, non mi cercare"

1 settimana

Per Daiana era stato difficile lasciare Milano ma ancora più difficile era stato spiegare al suo bambino perché se ne stavano andando e perché Zaccaria non era lì con loro a salutarli.
Daiana si era dovuta fare forza da sola, era tornata a Roma, a casa.

2 settimana

Zaccaria continuava a guardare fuori da quelle sbarre, sperava di trovarla lì, di riabbracciarla, di risentire il suo profumo dolce ma soprattutto sperava di non aver perso la fiducia di quel bambino a cui si stava affezionando ogni giorno sempre di più e ormai in lacrime decise di raccontare tutto, di cambiare per lei, per suo figlio, per il suo futuro.

3 settimana

Piero quel giorno era tornato a casa più felice del solito, Daiana lo aveva immediatamente guardato con sospetto, conosceva quella faccia, era la stessa di quando anni fa si era seduto a tavola dicendo che finalmente era riuscito a salvare uno dei suoi ragazzi, dalla giacca estrasse una lettera, insieme ad una bustina celeste della Tiffany.

«Cos'è quella?» Domandò curiosa la rossa, suo padre non rispose, la spinse solo ad afferrare quegli oggetti, poi salì le scale, lasciandola sola nel soggiorno.

Questa volta spero di non fare errori, anche perché ne ho già fatti troppi con te e ogni giorno mi tormento per questo, sono state settimane dure senza di te, guardavo continuamente fuori dalla finestra sperando di vederti, so che ho perso ancora una volta la tua fiducia e hai ragione ad essere arrabbiata con me, tuo padre mi ha detto che siete tornati a Roma, quella città mi ricorda la prima volta che ci siamo visti, nell'ufficio di tuo padre, mi sono innamorato di te al primo istante e mentirei se ti dicessi che non continuo a farlo, ogni giorno della mia vita mi rinnamoro di te ed è strano perché fino a qualche tempo fa io non sapevo nemmeno che significasse la parola amore, avrei voluto dirti quello che stai per leggere dal vivo, da vicino, ma sapevo che non saresti mai venuta qui da me, in carcere, spero che il mio regalo ti piaccia, ti amo chérie.

Daiana si portó una mano alla bocca cercando di nascondere i singhiozzi, estrasse dalla busta una scatolina in velluto, sul fondo di questa spiccava un'anello, con un piccolo smeraldo incastonato.

sposami.

Questo diceva il bigliettino.

Daiana aveva il cuore a mille, era felice ma poi improvvisamente si ricordó di ogni cosa, di quanto in realtà era stata e continuava a stare male per lui, di quanto l'avesse delusa, così decise di prendere una decisione, chiudere per sempre questo capitolo e andare avanti.