Una promessa mantenuta
Finalmente riapro gli occhi, lentamente, con fatica.
Una fitta lancinante alla testa mi fa portare automaticamente la mano alla fronte. Sotto le dita percepisco un rigonfiamento e allora ricordo. Ricordo quello che mio padre mi ha fatto e quello che ha avuto il coraggio di fare a Cloe.
Che strano, sono nella mia camera, ma non ricordo di esserci arrivato da solo.
Non importa, adesso l'unica cosa che conta davvero è mia sorella, non permetterò a nessuno di farla soffrire.
Mi guardo allo specchio e non posso far a meno di notare, sopra il mio sopracciglio, un livido con una piccola cicatrice ... come ha potuto picchiarmi? Noi valiamo davvero così poco?
Con queste domande che mi rimbombano nella mente mi alzo dal letto e scoppio a piangere, anche se non voglio, anche se non ne vado fiero, la tensione alla fine mi ha sopraffatto.
Non m'importa se Cloe è diversa, è una persona speciale e lo rimarrà per sempre.
Adesso la smetto, non voglio concedere ai miei genitori la soddisfazione di trovarmi in questo stato, voglio dimostrargli che nulla può abbattermi, ma è più forte di me, non riesco a fermarmi.
"Ti prego, fratellino, non piangere." Cloe con la voce carica di tensione mi sta consolando. Mentre tutto il mondo le crolla addosso ha ancora la forza di pensare a me.
"Cloe, dove ti hanno nascosto?" Sussurro per far in modo che i nostri aguzzini non ci sentano.
"Sono al di là del muro, genio!" Esclama cercando di sorridere, ma è evidente che non ci riesce. "Mi hanno chiuso a chiave nella stanza degli ospiti, quella con le spranghe alla finestra. Per evitare che potessi scappare."
"Come hanno potuto farti questo ..."
"Non lo so, penso che sia impossibile trovare una risposta, però Jay..." Dice facendosi improvvisamente seria. "Almeno tu salvati, dimenticati di me e non cacciarti nei guai, per favore. Hai un potere stupendo, sfruttalo, io in qualche modo me la caverò. Hai i tuoi amici e se non sbaglio un appuntamento in sospeso con una certa persona di nostra conoscenza ..."
"Spero tu stia scherzando, perché non potrai fare nulla per impedirmi di aiutarti, hai capito?"
Non sono mai stato così sicuro di una cosa in vita mia: io libererò Cloe.
"Ma ..." Tenta di ribattere mia sorella.
"Niente ma! Io ci sarò sempre per te!"
"Grazie." Sento una nota di commozione nella sua voce e il cuore mi si riempie di felicità, perché anche se a volte cerchiamo di negarlo, nulla può farci star bene come aiutare le persone a cui teniamo.
"Adesso ascoltami bene, il nostro obbiettivo principale è quello di farti scappare, ma se vogliamo riuscirci dovremo fare in modo che i nostri genitori non sospettino assolutamente nulla. Tu dovrai startene lì buona, buona e stamparti in faccia un'espressione di sottomissione, hai capito?"
"Posso provarci, anche se non sarà facile, conosci il mio carattere."
"E proprio perché lo conosco bene che ti faccio queste raccomandazioni; è importante Cloe."
La sento sorridere e questo mi assicura che farà il possibile per controllarsi. Io la saluto con calore prima di trovare la forza di scendere dai miei genitori per il pranzo.
Adesso so cosa devo fare, stanotte scapperemo insieme, andremo via da questa casa di pazzi!
Qualunque posto è meglio di qui, sia per Cloe che per me.
Però, se voglio che il mio piano non si riveli un'immensa fregatura, mi serve aiuto. Non posso farcela da solo e io, fortunatamente, so a chi rivolgermi.
"Ciao Jay, finalmente ti sei svegliato dormiglione. Stavo proprio per venirti a chiamare, è pronto da mangiare. Allora, come ti senti?" Si avvicina e mi passa delicatamente la sua fredda mano sulla fronte. "Quello spigolo ti ha lasciato proprio un brutto bernoccolo. Te lo dico sempre che devi stare attento a dove metti i piedi."
La sua voce così allegra e smielata mi dà il volta stomaco.
"Uno spigolo mamma? Ah, sì certo! Sono veramente uno sbadato."
Non poteva scegliere una scusa più ridicola.
La verità è che mio padre mi ha picchiato e lei lo sa, ma non lo ammetterà mai: tutto è lecito, l'importante è portare a compimento il loro piano perfetto.
La porta si apre e papà è a casa.
Anche oggi è andato al lavoro come se nulla fosse, mi domando, con che coraggio?
"Ciao amore." Da un bacio sulle labbra a mia madre e poi si volta verso di me dedicandomi un grande sorriso e scompigliandomi i capelli. Devo chiamare a raccolta tutto l'autocontrollo che possiedo per non scostarmi bruscamente.
"Ciao Jay! Come sta il mio unico figlio perfetto?"
Unico? Sono riusciti a dimenticarsi di Cloe così in fretta?
"Benone papà. Hai visto cosa ho combinato ieri sera? Sono caduto e ho battuto la testa!"
Voglio proprio vedere se riuscirà a mantenere la calma.
"Il solito pasticcione." Ok, forse invece della carriera da politico avrebbe dovuto dedicarsi a quella d'attore, sicuramente si sarebbe rivelato molto promettente.
"Ho preparato un pranzetto con i fiocchi." Esclama mia mamma per cambiare velocemente discorso. "Dobbiamo festeggiare! il nostro ometto è un Fiammingo, chi l'avrebbe mai detto, lo stesso potere di suo nonno. Avanti, non fate i timidi, sedetevi e assaggiate."
"Ben detto tesoro, finalmente si mangia."
Questa commedia mi ha chiuso lo stomaco e non riesco a buttare giù nemmeno un boccone, ma mi sforzo per non insospettirli. Stasera la porto via, ormai non ho più dubbi: sono due pazzi e non ho idea di cosa potrebbero essere ancora in grado di fare!
"Campione, che ti prende? Sembri pensieroso."
"Nulla, è solo che mi sono appena ricordato di aver dato appuntamento a Chendal per provare i nostri poteri e sono già in ritardo, posso andare?"
I miei genitori mi osservano con uno sguardo di finto affetto, ormai lo so, non possono più prendermi in giro, la loro vera natura si è manifestata con irruenza e sarà impossibile per me dimenticarla.
"Ma certo che puoi, è giusto che vi divertiate un po'. La gioventù passa una volta sola e bisogna godersela. Ah ... se potessi tornare indietro nel tempo. Va bé, non è il momento di fare gli sdolcinati, divertiti, però non tornare troppo tardi."
"Tranquillo, ci vediamo stasera."
Finalmente esco di casa e respiro per la prima volta, dopo tanto tempo, aria scarica di falsità.
So dove andare e a chi rivolgermi. Ammetto di avere un po' paura: dopo il tradimento dei nostri genitori non so più di chi mi possa fidare.
Finalmente raggiungo la casa del mio migliore amico, mi ritrovo a bussare con energia non per mia volontà, ma come conseguenza della fermata della mia corsa forsennata.
Mi apre sua madre porgendomi un sorriso sincero, il primo che vedo da ieri.
Quando Chendal arriva e scorge la mia faccia stravolta prima di chiedermi qualsiasi cosa mi fa entrare in casa appoggiandomi una mano sulla spalla.
"Amico, sembra che ti sia passato sopra un tir. Cosa ti è accaduto?"
Già, Chendal è una persona molto delicata. Direi quasi sensibile, ma evito di farglielo notare visto che è più alto di me di almeno dieci centimetri.
"Ti prego, sediamoci, altrimenti non riuscirò a raccontarti tutta la storia."
"Ehm ... d'accordo."
Noto una nota di insicurezza e di imbarazzo nella sua voce, ma forse è solo una mia impressione. Ci avviamo verso il salotto, entro dalla porta in silenzio e solo quando sto per sedermi sul divano mi accorgo che nella stanza c'è una terza persona.
Meredith mi sta fissando con espressione sorpresa, ma sempre gentile. Prima di salutarla non posso far altro che lanciare un'occhiata di fuoco a quello che dovrò decidere se sarà, dopo questo pomeriggio, ancora il mio migliore amico. Dal suo sguardo rassicurante penso di sì, ma staremo a vedere.
"Meredith, scusa, io e Jay dovremmo parlare, se vuoi quella cosa di cui discutevamo prima la organizziamo un'altra volta."
Quella cosa, COSA?
"No." Mi schiarisco la voce tentando di renderla più serena possibile. "Non importa, se vuoi puoi restare ... mi serve molto aiuto perciò una persona in più sarà sicuramente utile."
Ma cosa sto facendo, nessuno deve sapere del piano di fuga per Cloe.
Sì, sono innamorato di Meredith, è vero, ma questo non vuol dire che io la conosca così bene da provare una fiducia incondizionata nei suoi confronti. Va bé, ormai è fatta, non mi resta che andare avanti sperando che lei rimanga fedele ai nostri segreti. Stupido, stupido, stupido!
"Adesso mi stai facendo preoccupare amico: sputa il rospo!"
"Vi prego, sediamoci, sarà una storia lunga."
Inizio a raccontare con fatica della cerimonia d'Escelta di Cloe e del comportamento assurdo che hanno tenuto i nostri genitori. Dello sgomento provato e delle preoccupazioni che mi hanno assalito per le sorti di mia sorella, ansie che alla fine mi hanno fatto raggiungere la consapevolezza di dover fuggire con lei per poterle garantire una vita migliore.
I miei amici rimangono in rigoroso silenzio per tutta la durata del racconto e io gli sono veramente grato per questo però, quando inizio a descrivere la parte triste della storia, quella in cui i miei genitori decidono di cancellare Cloe dalla loro esistenza e quindi anche dalla vita di tutti gli altri, Chendal non può far altro che arricchire la mia narrazione con commenti increduli e disgustati. Meredith invece vedendo la sofferenza delinearsi sul mio viso appoggia la sua mano sulla mia per trasmettermi forza: io non posso far a meno di percepire un brivido diffondersi sulla pelle e il mio racconto inevitabilmente, si ferma, permettendo ai miei occhi di incontrare i suoi. Con incredulità noto le sue guance imporporarsi, sono sicuro che le mie gote abbiano raggiunto velocemente la sua stessa tonalità.
Distolgo lo sguardo e riprendo la parola, adesso non posso distrarmi.
"Bene, ora che sapete tutto è arrivato il momento di spiegarvi perché oggi sono qui."
"E' facile, ti serve il nostro aiuto." Esclama Meredith come se fosse la cosa più semplice del mondo. "E noi naturalmente non ci tireremo indietro. Vero Chendal?"
Che cos'è tutta questa confidenza?
Ok, Jay, adesso basta ... è il tuo migliore amico, non ti farebbe mai una cosa del genere ... Almeno spero.
"Certo!" Risponde lui sorridendo. "Illustraci il piano tigre."
"Allora, soprassedendo sul tigre." Gli lancio uno sguardo di disapprovazione, ma lui sembra non cogliere il messaggio. "Come ho detto prima, l'unica soluzione per ridare a Cloe la libertà è riuscire a farla fuggire, ma non possiamo farcela da soli, avremmo qualche possibilità se fossimo almeno delle persone fortunate, ma visti i precedenti io non tenterei la sorte. Perciò, per la fuga mi servi tu Chendal e soprattutto il tuo potere."
"Ma guarda te, sono diventato un Traslatore neanche da un giorno e gli amici se ne approfittano già."
"Non scherzare, pensi di riuscire a teletrasportare insieme a te anche me e Cloe?"
"Certo, nessun problema." Mi assicura, sapevo di poter contare su di lui, ma mi sfugge lo stesso dalla bocca un impercettibile sospiro di sollievo.
"Dove dovrò portarvi?"
Ecco cosa mi sono dimenticato ... caspita Jay, complimenti, non è nemmeno un punto essenziale del piano. Scappi e non sai neanche dove cavolo vuoi andare. Per fortuna Meredith interviene e quando recepisco la brillante soluzione l'abbraccerei dalla felicità se fossi un po' meno timido.
"Vi sembrerà una pazzia, ma secondo me il posto più sicuro dove possiate nascondervi è proprio la Curia. Viene aperta solamente un giorno all'anno durante la cerimonia d'Escelta e nessuno vi cercherebbe mai nel posto in cui tua sorella ha avuto la proclamazione di essere ... insomma avete capito."
"E' geniale." Riesco solamente a dire, mentre mi ripeto le parole appena udite nella mente convincendomi sempre di più che forse questo piano potrebbe funzionare. Le probabilità di farcela aumentano ed io, io sono al settimo cielo!
"Perfetto!" Esclamo vedendo finalmente uno spiraglio alla fine del tunnel.
"Allora stanotte io e Cloe fuggiremo. Chendal fatti trovare alle tre nascosto nel nostro cortile. Noi ti aspetteremo pronti per essere teletrasportati fino alla Curia e fare in modo che nessuno ci segua. Se per caso però dovessero trovarci prima, tu scappa ... non voglio che la colpa delle nostre azioni ricada anche su di te."
Il mio amico mi guarda con sicurezza e annuisce.
Adesso so che possiamo riuscirci, io e Cloe abbiamo una possibilità di fuggire.
Sto camminando lungo il marciapiede di Via Paladino quando sento dei passi veloci dietro di me: qualcuno mi sta seguendo! Mi volto per capire chi sia e inavvertitamente sbatto contro due occhi bronzei che mi scrutano arrabbiati.
"Non mi hai nemmeno salutato lo sai?" Esclama, ed io la fisso sbigottito.
"Scusa, io ... " Non l'ho mai vista così infervorata.
"Niente scuse, non so neanche quando e se potrò rivederti e tu non mi dai nemmeno un abbraccio?"
Ok, adesso sono confuso. Sì, io e Meredith ci conosciamo da molto tempo, ma tra di noi non abbiamo mai dimostrato segni di eccessivo affetto, e per me, un abbraccio con lei ... è eccessivo affetto, soprattutto in questo momento. Non hai bisogno di altre distrazioni Jay, continua a ripetertelo!
"Mi dispiace tanto, ho molti pensieri per la testa e ultimamente non so cosa faccio per la maggior parte del tempo." Cerco di giustificarmi.
"Va bene sei perdonato. Allora ... ciao."
Si avvicina per abbracciarmi, ma io, sorprendendo entrambi, devio la traiettoria del mio viso baciandola sulle labbra. Con mio grande stupore Meredith risponde con delicatezza al contatto senza alcuna esitazione. Tutte le preoccupazioni, le ansie e le paure si volatilizzano, scomparendo, per lasciare spazio a questi pochi attimi di pura e densa felicità.
Non so come sia potuto accadere, e sinceramente non voglio nemmeno capirlo, quello che so e che mi riempie l'anima è che Meredith finalmente è fra le mie braccia.
E' lei la prima a staccarsi da me, e gliene sono grato, perché io non ci sarei riuscito.
"Questo sì che è un saluto con i fiocchi." Mi dice e entrambi scoppiamo a ridere per l'imbarazzo.
Avrei moltissime domande da porle, ma so che dovrò aspettare, perché è tardi, e io devo raggiungere Cloe. Per ora mi accontenterò della piacevole sensazione che si sprigiona nella bocca dello stomaco e del profumo di lei che mi pervade le narici.
"Vorrei rimanere, ma ... è arrivato il momento di andare." Dico solo, non trovando il coraggio di aggiungere altro.
"Lo so." Risponde lei abbassando lo sguardo. "Buona fortuna." I suoi occhi valgono più di mille parole e riescono a trasportarmi in un mondo tutto nostro.
Mi schiocca un bacio sulla guancia, l'ultimo che otterrò per molto tempo e se ne va.
"Ricordati che quando tutto questo pasticcio sarà risolto mi devi un appuntamento." Mi grida sorridente.
Io non posso fare a meno di fissarla incantato fino a che la sua figura non scompare completamente dalla mia vista.
Mentre torno a casa la mia testa è affollata da mille pensieri ed uno tra questi è la piacevole sensazione di essere riuscito a mantenere la promessa fatta a Cloe.
Ancora incredulo calpesto il selciato di casa e apro la porta: sono pronto, è ora di dare un futuro a mia sorella.
SPAZIO AUTRICE
Allora, come potete vedere ci sono stati un po' di cambiamenti e spero che siano stati graditi.
Sono sempre felice di ricevere delle opinioni dai lettori, perché penso che siano essenziali per il miglioramento della storia, perciò, senza alcuna esitazione COMMENTATE :) e se vi piace il racconto VOTATE (solo per fare la rima)
Grazie mille per l'attenzione che state dedicando alla mia storia ;)
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